Lettera aperta del Cidi
alle insegnanti e agli insegnanti della scuola italiana
probabilmente conosci il Cidi (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) per aver partecipato a qualcuna delle sue iniziative: convegni nazionali sul complesso delle tematiche scolastiche, seminari, corsi di aggiornamento e gruppi di studio su tematiche disciplinari e trasversali, coinvolgendo anche l'università in attività di ricerca e sperimentazione, ecc.; per aver avuto in mano qualcuna delle sue pubblicazioni: dalla rivista Insegnare ai tanti quaderni di ricerca didattica prodotti da gruppi di insegnanti nel corso degli anni. La domanda che intendiamo porti è questa: il Cidi è utile alla scuola italiana, al dibattito sulla cultura e sulla didattica della scuola italiana? La domanda nasce dal fatto che il Ministro Moratti ha ritenuto di ridurre quest'anno il numero di insegnanti assegnati al Cidi su scala nazionale per le sue attività da 20 a 8. Si tratta forse di una misura di moralizzazione e di risparmio? No di certo, perché il numero di insegnanti assegnati alle associazioni per questo anno scolastico è rimasto complessivamente del tutto inalterato. Si tratta dunque di una "ridistribuzione" che, mentre "premia" associazioni del tutto sconosciute a chi vive nella scuola, penalizza varie associazioni che si sono segnalate per il loro spirito critico e la loro indipendenza di giudizio; e, tra queste, penalizza più gravemente proprio il Cidi. Allora, queste valutazioni non sono di pura difesa del nostro particolare (è chiaro che il colpo inferto alla nostra associazione è molto grave, ma il Cidi vive da sempre dell'iniziativa delle centinaia di docenti regolarmente in servizio che ne promuovono e organizzano le iniziative ogni giorno in centri grandi e piccoli del nostro Paese; dunque il colpo è grave, ma non mortale); rappresentano, piuttosto, un appello e una sacrosanta rivendicazione del ruolo dell'associazionismo, dell'iniziativa dal basso dei docenti, della libertà e del pluralismo culturale; e anche, se ci è consentito, di una storia, vissuta per mezzo della generosa dedizione di tante insegnanti e di tanti insegnanti, che ha arricchito e arricchisce la nostra scuola e la nostra cultura.
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