CIDI BRINDISI
2° CONVEGNO PROVINCIALE
9-10/12/2002
Intervento di Antonio Bianchi - studente
dell'ITC "Marconi" di Brindisi
Nel mio breve intervento tratterò
i seguenti punti:
- Perché noi alunni dell' ITC "G. Marconi"
interveniamo al convegno del Cidi
- Perché noi studenti stiamo facendo l'autogestione
- Modalità di attuazione dell'autogestione
- Collaborazione con i docenti
- Conclusione.
La principale motivazione per la quale noi studenti dell'Istituto Tecnico
Commerciale "Guglielmo Marconi" siamo qui, al convegno del Cidi
di Brindisi, su invito del nostro professore di Lettere, con il quale
siamo in stretta collaborazione in questi ultimi giorni di estrema agitazione,
è l' intervento, a nostro avviso, autoritario e per la maggior
parte di noi sfavorevole del governo sulla tematica "SCUOLA".
Le principali motivazioni che inducono noi studenti delle scuole medie
superiori statali ad attuare movimenti anti-governativi quali, nel nostro
caso, l'autogestione sono i seguenti:
Il ministro Letizia Moratti, nel documento programmatico presentato in
parlamento nel Luglio scorso, dichiarava di voler investire di più
nella formazione e nella ricerca scolastica. Ma sia nel documento di programmazione
economica e finanziaria, sia nella legge Finanziaria 2002 non ci sono
tracce di investimenti, anzi l'istruzione, la formazione e la ricerca
diventano occasioni per risparmiare.
Chi si trova nelle condizioni di potersi pagare l'istruzione (che dovrebbe
essere un servizio gratuito e di qualità) può andare avanti
negli studi ed eventualmente avere sbocco nel mondo del lavoro. La stessa
cosa vale per la sanità.
Altro grave errore presente nella Finanziaria è la riduzione di
risorse per i contratti degli insegnanti; meno posti di lavoro, più
lavoro per i docenti già titolari. In poche parole ci saranno finanziamenti
solo se si risparmierà sugli insegnanti; modesti incrementi salariali
arriveranno solo a condizioni di una consistente riduzione di organici.
Inoltre, come se non bastasse, il ministro Moratti, in ogni sede ha continuato
a ripetere che gli insegnanti sono troppi. Questo può continuarlo
a sostenere perché ha in mente un modello di scuola pubblica di
bassa qualità, in cui non c'è spazio per il diritto di ciascuno
studente a vedersi seguito e assistito personalmente ed individualmente
dai propri docenti. Sta venendo al pettine una situazione sconvolgente
in quanto attraverso le idee di questo ministro si va incontro ad un regresso
generale della scuola pubblica: questa non può essere intesa come
un "atto di solidarietà nei confronti della società"
perché è un diritto esteso a tutti previsto dalla nostra
Costituzione e non solo a coloro che non possono permettersi la "scuola
dell'Eccellenza", ossia la scuola privata. Possiamo parlare così
di quest'ultima in quanto molti di noi hanno vissuto questa esperienza
negativa sulla propria pelle: dispendio economico e preparazione poco
approfondita rispetto alle scuola pubbliche.
Altro errore da parte del Governo, in particolare del Ministro Umberto
Bossi, è la Devolution. Un atto di scissione politica ed economica
dello Stato in quanto vorrebbero andare incontro ad una gestione autonoma
delle scuole a livello regionale; quindi, in poche parole, si va incontro
ad una grave differenziazione di qualità culturale in tutto lo
Stato. L'istruzione è un diritto che deve essere esteso a tutti
in egual modo, ma con la Devoluzione non sarà più così
perché le Regioni più abbienti saranno le favorite e potranno
offrire un' istruzione migliore rispetto alle regioni più povere,
come quelle del Meridione alle quali i finanziamenti vengono, molto spesso,
tagliati.
Tutti questi punti sono da noi toccati in questi giorni in sede di autogestione
con la collaborazione dei nostri docenti, presenti e disponibili.
Vorremmo precisare, inoltre, che chi non volesse, per motivi didattici
o di altra natura, aderire a queste dettagliate discussioni, è
libero di poter continuare a seguire le lezioni o recuperare nelle materie
in cui ha bisogno.
Concludendo, tutti noi, studenti, docenti e genitori, non siamo assolutamente
d'accordo con queste iniziative prese dal Governo e ci battiamo contro
di questo, sempre in maniera civile e democratica, in modo da impedire
l'attuazione di queste idee che contrastano i principi fondamentali della
Costituzione Italiana, con manifestazioni, scioperi, riunioni, assemblee
e tutto ciò che potrà servire a fermare queste leggi assurde,
inconcepibili e inaccettabili da parte della società degli studenti,
docenti e genitori.
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