Il curricolo verticale

Seminario nazionale

Appunti a cura di Lucia Portolano


9 Giugno 2002
Analisi degli aspetti del curricolo
Dai lavori del Presidente del CIDI Domenico Chiesa

Viviamo in un momento che vede la contrapposizione di due civiltà che partono da un modo diverso di intendere il rapporto tra diversità e uguaglianza.
Da una parte c'è chi sostiene che ogni diversità produce uguaglianza (noi del CIDI), dall'altra c'è chi propone l'esaltazione delle differenze (Moratti).
Noi vogliamo dimostrare che la strada della scuola della cittadinanza è possibile.
Parlare di curricolo significa parlare di scuola. E' necessario rivedere la scuola.
Al centro del "fare scuola" c'è un bambino che cresce e incontra la cultura della società in cui vive. E' determinante "la qualità" di questo incontro. Dietro il percorso scolastico c'è la costruzione dell'identità personale. Questo, i docenti che operano nella scuola lo sanno bene. Chi è fuori dalla scuola sottovaluta l'importanza del percorso scolastico e del rapporto tra individuo e società.

La scuola trasmissiva funziona solo per chi vuole essere formato. C'è un ruolo della scuola che non è né quello di trasmettere la cultura, né quello di portare fuori ciò che l'alunno ha dentro. La scuola deve curare l'incontro tra un essere pensante e la cultura della società in cui egli vive. Il curricolo deve agevolare proprio questo incontro.
E' fondamentale l'idea di curricolo verticale, perché il bambino, man mano che cresce, utilizza "pezzi" di cultura che ha recepito nel passato.
Il metodo e le tecniche non sono il centro del curricolo, ma sono solo gli strumenti.
Al centro del curricolo c'è la relazione, o meglio, l'ambiente mediante il quale avviene l'incontro tra il bambino e la cultura della società. L'insegnante deve curare tale ambiente, perché più del rapporto insegnante/studente conta la capacità del docente di "capire" ciò che sta succedendo nel percorso di insegnamento apprendimento. Il docente deve necessariamente avere competenze di tipo relazionale-comunicativo..

Nel curricolo ci sono tre ingredienti da tenere presente:

  • Il sapere disciplinare
  • Il conosciuto degli studenti
  • L'ambiente in cui avviene l'incontro tra allievo e cultura circostante.

Il primo ingrediente è importante: il sapere disciplinare va studiato per costruire un percorso verticale.
Gli altri due ingredienti sono importantissimi, perché l'apprendimento è un fatto emotivo e la relazione deve tenere presente anche gli aspetti socio-affettivi.

Le discipline devono essere sottoposte a revisione.
Facciamo un esempio: La Tecnologia….. (cos'è)

  • È un punto di vista del mondo
  • Vede il mondo nella sua artificialità
  • Costruisce competenze con forte spessore storico
  • Ha una sua sintassi
  • Ha legami con altre discipline

Lavorare sul curricolo significa proprio questo: cercare i vincoli conoscitivi intorno ai quali costruire le connessioni.


IL curricolo e le sue articolazioni

Dai lavori di Mario Ambel

Non ci riconosciamo più in una scuola del programma, ma in una scuola del curricolo.
L'idea di curricolo è ampia e non ristretta. Il curricolo è complesso e articolato.
Nella scuola di oggi c'è una grande contraddizione tra scelte pedagogiche di fondo e organizzazione.
Innovare in una scuola che non ha gli spazi organizzativi idonei non si può. Ecco perché nella scuola di oggi funziona il modello tradizionale: è coerente con l'organizzazione.
Realizzare la scuola del curricolo sarà difficile, perché è necessario creare l'ambiente idoneo all'apprendimento e superare la crisi profonda tra insegnamento e apprendimento.
E' necessario trovare l'equilibrio tra i contenuti, i dispositivi didattici, le metodologie per favorire l'incontro tra chi apprende e chi insegna, fuori dalla consolatoria idea di chi sostiene che gli allievi siano sempre più stupidi.

Finalità e responsabilità.
Il problema è serio perché sono altri a decidere queste variabili.
E' necessario stabilire come si insegna e cosa si insegna; è necessario stabilire gli obiettivi, le competenze e gli standard. Ogni Istituto dovrebbe occuparsi dei processi di autovalutazione e di misurazione, perché le schede dell'INVALSI (ex CEDE) rischiano di omologare gli apprendimenti.

Come guardare alle discipline: non solo dal punto di vista dell'insegnamento, ma anche dal punto di vista di ciò che non si apprende.
Il testo è alla base delle discipline. Il testo non è un fatto lineare, ma un fatto trasversale. C'è uno scarto tra testo e pensiero. Il testo è lineare, mentre il pensiero è reticolare.
Sarebbe interessante cogliere l'incrocio tra i nuclei fondanti delle discipline e gli scarti del non apprendimento. La classe, in questo modo, diventa luogo di ricerca.

Le difficoltà.
Sono tante. La soluzione è quella della differenziazione dell'Offerta Formativa. E' l'unico antidoto all'emarginazione scolastica. Dare a tutti "parti uguali" è già discriminazione sociale.

Carlo Fiorentini : La ricerca sul curricolo verticale.

Perché fare ricerca?

Analizziamo i seguenti cinque punti:
1) perché il curricolo?
2) Critica sulla scuola del programma
3) La pedagogia di Bruner
4) Il curricolo e la complessità
5) La grande difficoltà del lavoro sul curricolo.


1) Dal punto di vista politico-culturale la scuola del curricolo è la nostra bandiera. Curricolo significa assumere un pensiero complesso. La nostra scuola di massa deve diventare una scuola di qualità. La scuola del curricolo può fare la qualità, perché vuol dare strumenti di cittadinanza a tutti.
Senza il curricolo la politica democratica della scuola rimane monca.

2) La scuola del programma non funziona più. L'organizzazione delle discipline, nella scuola
del programma , era enciclopedica. E' vero che senza le discipline non possiamo immaginare
il senso della scuola, ma le discipline non possono avere un risultato enciclopedico.
Il focus delle discipline è l'apprendimento significativo.
La scuola di Barbiana ha contribuito notevolmente alla critica sulla scuola del programma.
Il rapporto tra le discipline è da rivedere. Pensare di fare la scuola di massa con la struttura
accademica delle discipline è impossibile.

3) La pedagogia di Bruner deve ispirare la ricerca sul curricolo.

4) Alcuni, per curricolo intendono qualcosa di metodologico. Curricolo e organizzazione delle
discipline coincidono. Lavorare sul curricolo verticale e disciplinare è molto impegnativo,
perché l'idea di una scuola democratica è impegnativa. Si possono avviare tre livelli di
ricerca:

  • La ricerca specialistica delle discipline che ricade nell'ambito universitario;
  • La ricerca sul curricolo che deve essere scelta politico-democratica;
  • La progettazione e la riflessione curricolare che si appoggiano sui Dipartimenti.

La ricerca sul curricolo nel CIDI, nei CIDI e nelle scuole.
Di Caterina Gammaldi

Le Associazioni Professionali sono soggetti qualificati, ambienti professionali che favoriscono la ricerca. Noi dobbiamo lavorare perché questa affermazione si concretizzi.
Quanto siamo disposti a spenderci per implementare queste proposte?
Il CIDI Nazionale può rappresentare, attraverso la diffusione e la circolarità delle esperienze, il luogo da cui partire e a cui tornare per continuare a costruire questa esperienza.
La ricchezza che nella scuola esiste a proposito del tema sul curricolo non è stata ben capitalizzata.
C'è un livello della ricerca dei CIDI che può essere affidato a piccoli gruppi che ricercano, che documentano e che mettono i colleghi in grado di discutere su come insegnare.

Il CIDI e i CIDI sono centri di lavoro al di là della normativa e possono far crescere la scuola della cittadinanza.

CIDI = centro di ricerca didattica
+
Dipartimento disciplinare
=
Efficacia degli interventi