Il fu Mattia PascalIl significato del romanzo non è stato ancora pienamente conosciuto. Per sottolineare il rapporto tra realtà ed arte, Pirandello in appendice del romanzo pubblicò la notizia giornalistica di un caso simile a quello raccontato da lui: la situazione quindi non era impossibile ma verosimile. C'è nel romanzo un riferimento continuo alle ombre: il bibliotecario Mattia, vicino al ponte Molle, contempla la propria ombra con il desiderio di calpestarla; ombre sono i personaggi che si aggirano nella scena della roulette a Montecarlo; nella pensione romana Mattia è immerso in un mondo di esperimenti spiritici; egli stesso esperimenta l'oscurità per una malattia agli occhi. Il Pirandello nel romanzo raffigura, attraverso una vicenda occasionale, il senso universale della natura umana e del dramma dell'uomo costretto a vivere in situazioni grottesche e di crisi nei rapporti sociali. Nei capitoli iniziali c'è un tono divertito e spensierato; l'ambiente familiare è un interno di vecchio stampo e la narrazione è discorsiva. In seguito nel personaggio prevalgono accenni di dolorosa memoria per gli affetti più cari e si fa strada la coscienza della "immobilità della condizione". Nell'ambiente piccolo-borghese della pensione romana Mattia sente che qualcosa sfugge, che le creature che incontra sono pervase da una impercettibile follia e sono idonee a trattare con un'ombra, quale è lui divenuto Adriano Meis. Nel romanzo è forte il "sentimento del contrario" che permette al nostro di estrarre da situazioni particolari il senso universale della vita. Mattia, attraverso la coscienza del vivere, comprende che è proprio la vita una prigione di forme provvisorie e vane, oppressive ed alienanti; la società inchioda l'uomo ad una falsa individuazione che frantuma l'unità della coscienza in una molteplicità menzognera. L'uomo si ribella, rifiuta le convenzioni e la maschera che è costretto a portare e con il nome di Adriano Meis intraprende un viaggio cercando una individualità vera, la libertà, l'amore autentico, la giustizia, l'onore. Gode finalmente di una disponibilità senza limiti. Ma tutto questo dura poco perchè l'amore vero è rapporto, la giustizia è confronto con gli altri, la coscienza sono gli altri. Capisce che in ogni esperienza c'è bisogno di un patteggiamento. Allora ritorna sui suoi passi, riveste uno ad uno i vestiti della vecchia mascherata, ricompone i pezzi dell'antica forma che, anche se falsa, rappresenta, alla fine, l'unica forma possibile.
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