Nel corso della storia furono
definiti "briganti" coloro che, da soli o in bande, agivano
al di fuori delle leggi, attentando a mano armata alle cose o alle proprietà,
compiendo violenze di ogni genere.
Il brigantaggio come
fenomeno sociale e politico, esplose nel Meridione dopo l’Unità d’Italia(1861).
Ne furono causa sia la mancata
riforma fondiaria che i contadini meridionali attendevano da tempo, sia
i provvedimenti che introdussero nuovi tributi, sia il servizio di leva
obbligatorio, non esistente sotto il precedente dominio borbonico. Tutti
questi avvenimenti aggravarono le condizioni di miseria delle genti meridionali.
Molti giovani, di conseguenza,
si diedero alla macchia e andarono ad ingrossare le bande dei briganti
che si erano già venute a formare negli anni precedenti, durante il dominio
napoleonico in Italia.
Il fenomeno durò dal 1861
al 1865, anno in cui il brigantaggio fu sgominato.Le bande accertate erano
388, composte da 5 a 100 persone. In quattro anni furono uccisi 13853
briganti, essendo stati impiegati contro di loro più di 120000 soldati
regolari.
Fu una vera e propria guerra
civile che conferì all’apparato statale un carattere di struttura violenta,
contrapposta alle masse.