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Ada Argentieri ANALISI DELLA SITUAZIONE I
ragazzi hanno difficoltà a produrre un “ testo descrittivo”. Nella descrizione oggettiva usano un numero molto limitato di termini: sembra quasi che nell’osservazione abbiano percepito pochissimi elementi, provenienti quasi sempre da percezioni visive e unidirezionali e raramente da percezioni uditive, tattili ecc. È
opportuno non solo rendere le forme di osservazione sempre più precise,
pluripercettive ma soprattutto che nella mente degli alunni le immagini
diventino sempre più esplicite attraverso operazioni di connotazione, denotazione
e modificazione. La
difficoltà aumenta nella descrizione soggettiva : molti ragazzi non sanno
esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo. Lo
scopo di questa Unità didattica è quello di fornire esempi di testi descrittivi
per aiutare progressivamente i ragazzi a superare queste difficoltà. PREREQUISITI a)
Capacità di prendere parte
attiva in una discussione. b)
Capacità di lavorare in gruppo. c)
Capacità di prendere appunti. d)
Capacità di formulare resoconti.
ITINERARIO METODOLOGICO I FASE: a) ATTIVITÀ DEL DOCENTE 1.1.
L’insegnante qualche giorno prima, comunica ed attiva alcune conoscenze
attraverso brevi informazioni sulle caratteristiche della descrizione soggettiva ed oggettiva[4]. 1.2.
Distribuisce le fotocopie dei brani e dà
alcune indicazioni biografiche.[5]
1.3
Esplicita gli obiettivi da conseguire e divide i ragazzi in piccoli gruppi[6] per consentire la riflessione personale. Vengono
formati quattro gruppi di cinque alunni ciascuno. A due gruppi, con maggiori
difficoltà e carenze linguistiche viene consegnato il brano della Sturiale agli
altri due, con più competenze linguistiche, il brano della Ginzburg. 1.4
Prepara e distribuisce gli esercizi per la
comprensione globale, per la comprensione approfondita e per la riflessione
sulla lingua. Anche gli esercizi vengono differenziati per i due diversi
gruppi. [7]
b) ATTIVITÀ DELL’ALUNNO 1.1.
Lettura silenziosa di ciascun alunno per la comprensione globale del testo. 1.2.
Lettura approfondita dei brani all’interno dei gruppi. 1.3.
Discussione libera. 1.4.
Esecuzione individuale degli esercizi. c) A lavoro ultimato si ricompone il gruppo classe :
il capogruppo relaziona sul lavoro svolto e vengono esaminati gli esercizi
svolti. d) VERIFICA IN ITINERE L’insegnante
insieme agli alunni verifica la corretta decodificazione della consegna, ritira
gli elaborati più significativi o i più sbagliati e procede alla correzione. Per
i ragazzi che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati l’insegnante
predispone attività di rafforzamento attraverso altre strategie educative. II FASE
a) ATTIVITÀ DEL DOCENTE 2.1.
L’insegnante propone agli alunni di ricercare altri brani descrittivi non solo
in prosa ma anche in poesia. b) ATTIVITÀ DEGLI ALUNNI 2.1.
Gli alunni liberamente a casa o in biblioteca o su siti Internet ricercano
altri testi descrittivi e presentano alla classe il risultato delle proprie ricerche. Confrontano e analizzano,
con l’aiuto dell’insegnante, i testi poetici e quelli in prosa evidenziandone
le particolarità. III FASE
Premessa: È
questa sicuramente la fase più difficile perché riguarda la produzione[8],
da parte dei ragazzi, di un testo descrittivo che sia insieme oggettivo e
soggettivo. Per
aiutare i ragazzi a riflettere su tematiche importanti e ad analizzare ed esprimere i propri
sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo è stata scelta una lettera che tratta come tema generale il
rapporto tra padre e figlio. a) ATTIVITÀ DEL
DOCENTE L’insegnante dopo aver esplicitato gli obiettivi 3 e 4:
3.1.
Presenta A. Gramsci [9]e
contestualizza il testo definendo la situazione in cui la lettera viene
scritta. 3.2.
Per aiutare i ragazzi ad analizzare il testo, assegna per casa il questionario[10] con almeno due giorni di tempo. 3.3. Dopo aver comunicato che in questa fase di
lavoro non c’è intento valutativo, guida la discussione e la correzione degli
errori. 4.1.Assegna
per casa i seguenti elaborati: - Scrivi
una descrizione di tua nonna, cercando di essere semplice e realistico: le sue
caratteristiche fisiche, il suo modo di comportarsi, le sue qualità e i suoi
difetti. - Una
persona cara sta attraversando un periodo difficile: scrivi una lettera per
esprimerle i tuoi sentimenti, le tue emozioni e per dimostrarle la tua
solidarietà. b) ATTIVITÀ DELL’ALUNNO:
3.3.
A casa risponde alle domande del questionario. 3.5.
In classe, a turno, i ragazzi leggono le risposte del questionario, motivano le scelte confrontandole con altre
soluzioni. 4.1.
A casa sceglie e svolge un elaborato tra i due. In classe lo legge. c) VERIFICHE FINALI SCRITTE: - Questionario; - Elaborati.
ORALI: - Dialogo; - Interventi; - Discussione; - Ascolto. DESTINATARI
Alunni
di III media. VALUTAZIONE
La valutazione
terrà conto della situazione di partenza degli alunni, degli obiettivi
conseguiti e dell’impegno mostrato.
ATTIVITÀ DI RECUPERO Verranno predisposti percorsi di integrazione e di
recupero per consentire a tutti l’acquisizione degli obiettivi. TEMPI Dalle 6 alle 8
ore.
STRUMENTI
Libri di testo, testi didattici di supporto, libri di narrativa, schede predisposte dall’insegnante, quaderni, penne, computer, pennarelli,
colori a tempera, fogli da disegno. METODI
-
Lezione frontale. -
Lavori di gruppo per fasce di livello. DOCENTI COINVOLTI
Di
Educazione artistica, di Storia, di Scienze. ALLEGATO N. 1 IL TESTO
DESCRITTIVO
La descrizione
può essere: - oggettiva o impersonale; - soggettiva o personale. ·
La descrizione oggettiva o
impersonale è caratterizzata dal fatto che chi comunica (scrive o
parla) ha l’intenzione di presentare
fedelmente la realtà. Essa si ha quando vengono descritti dati fisici
utilizzando le informazioni che ci vengono dai sensi,gli atteggiamenti e
le abitudini senza aggiungere impressioni,
opinioni e sentimenti personali. Il linguaggio è ricco di aggettivi
qualificativi e di termini specifici. I verbi sono generalmente
usati al tempo presente e le frasi sono brevi e semplici. Lo scopo è quello di fornire informazioni chiare,
ordinate e corrette. ·
La descrizione soggettiva o personale è caratterizzata
dal fatto che chi comunica (scrive o parla) ha l’intenzione di rappresentare la
realtà dando particolare rilievo ai sentimenti, alle opinioni, alle
riflessioni, alle esperienze personali. Il linguaggio è ricco di aggettivi
qualificativi, attraverso i quali vengono espressi giudizi e valutazioni,di paragoni
e metafore. I verbi sono per lo più usati al tempo passato e i
periodi sono lunghi e complessi. Lo scopo è quello di rappresentare la realtà
come appare a chi scrive, di creare un’atmosfera particolare e di suscitare
emozioni e riflessioni. LA DESCRIZIONE DELLE PERSONE
Nella descrizione delle persone possiamo trovare,
oltre al suo nome: ·
l’aspetto esteriore: la corporatura, la statura,
la carnagione, il viso, gli occhi,il naso, la bocca, i capelli, il modo di
vestire, la voce… ·
la condizione sociale: l' età, la famiglia, il
tipo di lavoro, la ricchezza, la povertà… ·
le abitudini, le azioni: come si comporta
solitamente, gli atteggiamenti, il modo di parlare… ·
l’aspetto interiore: il carattere,
l’intelligenza, i sentimenti. In un brano le informazioni possono essere
date in modo esplicito direttamente dall’autore o si possono ricavare
da azioni o da episodi significativi. ALLEGATO n. 2 Mia nonna di N. GinzburgDi solito, in
quelle villeggiature in montagna, ci veniva mia nonna, la madre di mio padre.
Non abitava con noi, ma in un albergo in paese. Andavamo a trovarla, ed era là seduta sul piazzaletto dell’albergo, sotto l’ombrellone; era piccola, con minuscoli piedi calzati di stivaletti neri a piccolissimi bottoncini; era fiera di quei piccoli piedi, che spuntavano sotto la gonna, ed era fiera della sua testa di capelli candidi, crespi, pettinati in un alto casco rigonfio. Mio padre la portava ogni giorno, << un po’ a camminare>>. Andavano sulle strade maestre, perché lei era vecchia, e non poteva praticare i sentieri, soprattutto con quegli stivaletti a piccoli tacchi; andavano, lui avanti, coi suoi passi lunghi, mani alla schiena e pipa in bocca, lei dietro, con la sua veste frusciante, con i passetti dei suoi tacchettini; lei non voleva mai andare sulla strada dov’era stata il giorno prima, voleva sempre strade nuove; -Questa è la strada di ieri - si lamentava, e mio padre le diceva distratto, senza voltarsi:- No, è un’altra; – ma lei seguitava a ripetere: - È la strada di ieri. È la strada di ieri. -Ho una tosse che mi strozzo, – diceva dopo un poco a mio padre, che sempre tirava avanti e non si voltava; -Ho una tosse che mi strozzo, – ripeteva portandosi le mani alla gola: usava sempre ripetere le stesse cose due o tre volte. Diceva: -Quell’infame Fantecchi che m’ha fatto fare il vestito marron! volevo farlo blu! volevo farlo blu! – e batteva l’ombrello sul selciato, con rabbia. Mio padre le diceva di guardare il tramonto sulle montagne; ma lei seguitava a battere a terra, irosamente, la punta dell’ombrello, presa da un attacco di collera contro la Fantecchi, sua sarta. Lei del resto veniva in montagna soltanto per stare con noi, dato che abitava a Firenze durante l’anno, e noi a Torino, e così ci vedeva soltanto l’estate; ma non poteva soffrire la montagna, e il suo sogno sarebbe stato villeggiare a Fiuggi o a Salsomaggiore, luoghi dove aveva trascorso le estati della sua giovinezza.
Era stata in passato, mia nonna, molto ricca, e s’era impoverita con la
guerra mondiale(…). Mia nonna usava dire <<la mia disgrazia>>
alludendo a quella perdita di denaro; e se ne disperava, la mattina,
passeggiando su e giù per la stanza e torcendosi le dita. Ma non era poi così
povera. Aveva, a Firenze, una bella casa, con mobili indiani e cinesi e tappeti
turchi; perché un suo nonno, il nonno Parente, era stato un collezionista di
oggetti preziosi (…). Mia nonna era da giovane, a suo dire,
bellissima, la seconda bella ragazza di Pisa; la prima era una certa Virginia
Del Vecchio, sua amica. Venne a Pisa un certo signor Segrè, e chiese di
conoscere la più bella ragazza di Pisa, per chiederla in matrimonio. Virginia
non accettò di sposarlo. Gli presentarono allora mia nonna. Ma anche mia nonna
lo rifiutò, dicendo che lei non prendeva <<gli avanzi di
Virginia>>. Si sposò poi con mio nonno, il nonno Michele: uomo che doveva
essere quanto mai dolce e mite. Rimase vedova in giovane età… ALLEGATO N. 2 a Natalia
Ginzburg è nata a Palermo da genitori
triestini nel 1916 ed ha trascorso a Torino tutta l’infanzia e l’adolescenza,
dove il padre Giuseppe Levi era docente di anatomia. Pubblica un primo racconto
nel ’34 sulla rivista Solaria. Nel 1938 si sposa con Leone Ginzburg ( da allora
utilizzò sempre il cognome del marito), dirigente della cospirazione
antifascista clandestina e con lui e con i figli vive dal ’40 al ’43 in Abruzzo
al confino. Poi è a Roma col marito che, arrestato dai tedeschi nel novembre del ’43, muore nel ’44 in seguito alle
torture. Natalia Ginzburg ha vissuto i primi anni del dopoguerra a Torino poi nel
’50 si sposa con Gabriele Baldini e si
stabilisce a Roma dove muore nel 1991. Nel 1963 con Lessico famigliare
vince il Premio Strega.Tra le sue opere ricordiamo: Caro Michele, Le voci della
sera. Con Lessico famigliare Natalia
Ginzburg ci racconta la storia della sua famiglia. Il libro è importante non
solo come riscoperta di che cosa vuol dire la famiglia, ma come scoperta d’una
famiglia d’eccezione. Eccezionali sono infatti le personalità dei componenti,
l’ambiente che si muove intorno a loro, gli avvenimenti alla storia italiana
che alla storia familiare sono mescolati. La Ginzburg nell’Avvertenza al libro così dice:” luoghi, fatti e persone
sono, in questo libro reali. Non ho inventato niente: e ogni volta che sulle
tracce del mio vecchio costume di romanziera, inventavo, mi sentivo subito
spinta a distruggere quanto avevo inventato. Anche i nomi sono reali (…) Ho scritto soltanto quello che ricordavo. Perciò se si legge questo libro
come una cronaca, si obietterà che presenti infinite lacune. Benché tratto
dalla realtà, penso che si debba leggerlo come se fosse un romanzo,: e cioè
senza chiedergli nulla di più, né di meno di quello che un romanzo può dare. (…) Non avevo molta voglia di parlare di me. Questa difatti non è la mia
storia, ma piuttosto, pur con vuoti e lacune, la storia della mia famiglia”[11]. ALLEGATO N. 3 La nonna
di A. Sturiale Io
e mia nonna Tetta siamo molto unite. Ho molta confidenza con lei e la tratto un
po’ come se fosse una sorellina. Tetta non è il suo vero nome, lei si chiama
Laura ma dato che da quando ero più piccola la chiamavo così ormai ho perso l’abitudine.
È una donna di una certa età ma per me è ancora una ragazzina vispa, allegra e
simpatica. Ha un volto abbastanza rugoso ma io la vedo sempre bella anche con
gli occhiali. Sono affezionatissima alla nonna: a lei racconto tutto quello che
mi scoccia dire agli altri, tutti i segreti che lei mantiene fedelmente e con
lei mi sfogo. Provo un forte affetto verso la nonna e sento che anche lei mi dà
tutto quello che mi può dare. Quando c’è lei vicino a me mi sento protetta e
sicura in qualsiasi situazione e anche lei sta bene vicino a me, non litighiamo
mai anzi fra noi c’è un ottimo rapporto. Nei suoi occhi un po’ invecchiati e
sinceri sta scritto a cosa pensa e cosa sta provando dentro.
In genere quando litigo con qualcuno, oppure quando da piccola avevo
nostalgia della mamma in sua assenza, la nonna Tetta era sempre pronta a
consolarmi e mi rasserenavo immediatamente.
Nonna sei una nonna con la N maiuscola, con un grande spirito e un
grande cuore e me lo stai dimostrando sempre di più. (Aprile 1993, IV elementare)
ALLEGATO N. 3 a Alice Sturiale è nata a Firenze il 18
novembre del 1983. Ha vissuto solo 12 anni: è morta improvvisamente la mattina
del 20 febbraio 1996 al suo banco, in seconda media. Una malattia congenita le impediva di camminare ma non di vivere con intensità e gioia i suoi affetti, il gioco, la scuola, gli scout, la musica, le cose normali che condivideva con i suoi tantissimi amici. Si è sempre divertita a scrivere e a raccontare. Una sua relazione sulle barriere architettoniche, presentata al “Primo congresso nazionale dei bambini sulla città” (Wwf, Bologna, 1994) è stata pubblicata su “La Nazione”. “Il libro di Alice” raccoglie gli scritti di Alice Sturiale . “ [Alice] aveva il dono naturale di comunicare serenità e felicità. La prova è nei messaggi e nelle testimonianze che ha ricevuto in vita e dopo. Ci è sembrato giusto raccoglierle nel Libro di Alice perchè raccontano la sua storia. È la storia di una persona che ha vissuto intensamente i suoi dodici anni [12]…”. Il libro comprende quattro parti. La prima comprende “La natura”, “Storie vere e inventate”, “Gli animali”, “Io”, “Gli affetti”. La seconda parte comprende “Pensieri e letture”, la terza parte “Poesie”. La quarta parte sono le testimonianze dei suoi amici. · Quali sono i personaggi del brano? ____________________________________________________ · l’autrice compare in queste pagine? ____________________________________________________ · Perché la descrizione della nonna è soggettiva? :
Ø Ricerca nel testo gli elementi fisici e trascrivi le espressione riferite agli elementi che seguono: statura __________________________________ piedi __________________________________ capelli __________________________________ stato di salute
_______________________________ nonna da giovane
_____________________________ Ø Dal punto di vista del carattere traspaiono invece, attraverso espressioni ironiche, alcuni difetti. Accanto a ciascuno di essi riporta la frase del testo che lo conferma. La nonna di Natalia era: - Insofferente:_______________________________________________________________ - Ripetitiva:
:_______________________________________________________________ - capricciosa:_______________________________________________________________ - nevrotica
nei confronti delle malattie :____________________________________________ - orgogliosa
:_______________________________________________________________ - nostalgica
:_______________________________________________________________ Ø dal punto di vista economico la nonna era: a)
di condizione agiata ÿ b) povera ÿ Þ Trova i sinonimi e i
contrari degli aggettivi presenti nel brano: ALLEGATO 5
Riassumi brevemente il brano letto _______________________________________________________________________________ Ø Partendo dalla lettura
del brano completa la seguente tabella:
Ø Collega i termini che hanno significato opposto:
ALLEGATO N. 6CLXXXIII 16
luglio 1936 Caro Delio, i tuoi bigliettini diventano sempre più
corti e stereotipati. Io credo che tu abbia abbastanza tempo per scrivere più a
lungo e in modo più interessante; non c’è nessun bisogno di scrivere all’ultimo
momento, in fretta in fretta, prima di andare a spasso. Ti pare? Non credo
neppure che ti possa far piacere che il tuo babbo ti giudichi dai tuoi
bigliettini come uno stupidello che si interessa solo della sorte del suo
pappagalluccio, e fa sapere che sta leggendo un libro qualsiasi. Io credo che
una delle cose più difficili alla tua età è quella di star seduto dinanzi a un
tavolino per mettere in ordine i propri pensieri (e per pensare addirittura) e
per scriverli con un certo garbo; questo è un <<apprendistato>>
talvolta più difficile di quello di un operaio che vuole acquistare una
qualifica professionale, e deve incominciare proprio alla tua età. Ti abbraccio forte. ALLEGATO N. 6 aAntonio Gramsci nacque ad Ales il 25 gennaio 1891. La sua infanzia fu dura. La sua famiglia era assai povera; il padre Francesco, con il modesto stipendio di impiegato dell’Ufficio del Registro doveva mantenere la moglie e sette figlioli. Per questo tutti cercavano di portare qualche aiuto; la mamma cucendo e facendo lavori straordinari, i figli cercando fin da ragazzi di guadagnare qualcosa. Agli stenti della miseria si
aggiungono per il piccolo Antonio i tormenti della malattia; era gracile e
cagionevole di salute già da bambino e afflitto da una deformità fisica.
Tuttavia era di natura cordiale, giocava volentieri con gli altri ragazzi e si
perdeva nei sogni di viaggi avventurosi. Ben presto rivelò una singolare
predisposizione agli studi, frequentò con successo il ginnasio a Santu
Lussurgiu (dove per cinque lire al mese era tenuto a pensione da una contadina)
e poi il liceo Carlo Dettori a Cagliari. Nel 1911 conseguì la licenza liceale e
partì per Torino per iscriversi alla Facoltà di Lettere. A Torino Gramsci vive
miseramente con una borsa di studio, lavora per integrarla e soprattutto studia
con grande intensità. Contemporaneamente agli studi si avvicina al movimento
operaio torinese. Nel 1914 dà l’ultimo esame
universitario e decide di partecipare attivamente alla vita politica. Antonio Gramsci nel 1926
fu arrestato, a Roma, dalla polizia fascista. Comincia così il suo peregrinare
di carcere in carcere in attesa del processo. Nel 1928 fu condannato a 20 anni
di reclusione e tradotto nel carcere di Turi. Egli nel carcere proseguì i suoi studi ma le sue condizioni di
salute peggioravano. Il 27 aprile del 1937 fu trasferito in una clinica a Roma
ma dopo tre giorni morì. Le opere più importanti di
Gramsci sono i Quaderni del Carcere e Le lettere. Le lettere sono interessanti e commoventi
per il loro contenuto umano e per i sentimenti che esprimono. Sono quasi tutte
rivolte ai familiari: alla moglie Giulia (Julia, Julca), ai figli Delio (nato a
Mosca nel 1924) e Giuliano (nato nel 1926 ma mai conosciuto dal padre), alla
madre e alle sorelle Teresina e Grazietta, alla cognata Tatiana (Tania). ALLEGATO N. 7
QUESTIONARIO
2.
Da dove deduci
che per Antonio Gramsci le lettere di Delio sono importanti? _____________________________________________________________________________________
_____________________________________________________________________ 3.
Cerca tra le
righe 7-10 le parole –chiave che fanno apparire Delio “come uno stupidello” ___________________________________________________________________________________________ 4.
In merito alla
lettura che cosa può far apparire Delio “come uno stupidello”? a) il fatto che legge molto poco ÿ b)
il fatto che le
sue letture sono casuali ÿ c)
il fatto che
legge troppo ÿ d) Come devono essere secondo
Gramsci i pensieri espressi da un ragazzino che scrive al padre?( usa le parole
del testo)________________________ ___________________________________________________________ 5. Qual è lo scopo del paragone con l’apprendistato dell’operaio? a) sottolineare la vantaggiosa condizione di Delio che alla sua età
non è ancora costretto a lavorare ÿ b)
esortare il figlio
a studiare per essere più qualificato culturalmente ÿ
BIBLIOGRAFIA
[1] A. STURIALE, Il libro di Alice,Rizzoli 1997, pp. 95-96 [2] N. GINZBURG, Lessico famigliare, Einaudi 1963, pp. 13-16 [3] A. GRAMSCI, Lettere dal carcere, Einaudi, 1949, p.236 [4] Vedi allegato n.1 [5] Vedi allegati n.2 e 2a e 3 e 3 a [6] G. DOMINICI, Modularità e didattica in A scuola di autonomia,di Cerini-Cristanini, Tecnodid, Napoli, 1999 pp.127-134 passim [7] Vedi allegati n.4 e n.5 [8] M.Tirittico, Apprendimenti e competenze, in A scuola di Autonomia, op. cit. pp.107-125 passim [9] vedi allegati n.6 e 6a [10] vedi allegato n.7 [11] N. GINZBURG, Avvertenza a Lessico
famigliare, Einaudi,1963, p.5 |
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