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Il testo descrittivo

IL TESTO DESCRITTIVO

 


Ada Argentieri

ANALISI DELLA SITUAZIONE

I ragazzi  hanno difficoltà  a produrre un “ testo descrittivo”.

 Nella descrizione oggettiva usano un numero molto limitato di termini: sembra quasi che nell’osservazione abbiano percepito pochissimi elementi, provenienti quasi sempre da percezioni visive e unidirezionali e raramente da percezioni uditive, tattili ecc.

È opportuno non solo rendere le forme di osservazione sempre più precise, pluripercettive ma soprattutto che nella mente degli alunni le immagini diventino sempre più esplicite attraverso operazioni di connotazione, denotazione e modificazione.

La difficoltà aumenta nella descrizione soggettiva : molti ragazzi non sanno esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo.

Lo scopo di questa Unità didattica è quello di fornire esempi di testi descrittivi per aiutare progressivamente i ragazzi a superare queste difficoltà.

 PREREQUISITI

a)     Capacità di  prendere parte attiva in una discussione.

b)     Capacità di lavorare  in gruppo.

c)     Capacità di prendere appunti.

d)     Capacità di formulare resoconti.

 

OBIETTIVI

CONTENUTI

I FASE

1.     Lettura e comprensione di un testo descrittivo

 

a.     Lettura dei brani “ La nonna”[1] e “Mia nonna”[2]

 

II FASE

2.     Saper ricercare brani descrittivi in  forma narrativa o poetica.

 

 

 

 

III

FASE

 

3.     Saper esprimere sentimenti emozioni e stati d’animo

4.     Saper scrivere semplici testi aventi struttura analoga a quella individuata nei brani letti

 

3.1. Riflessioni sulla  “Lettera a Delio”[3] 

 

ITINERARIO METODOLOGICO

I FASE:

a) ATTIVITÀ DEL DOCENTE

1.1. L’insegnante qualche giorno prima, comunica ed attiva alcune conoscenze attraverso brevi informazioni sulle caratteristiche della descrizione soggettiva ed oggettiva[4].

1.2. Distribuisce le fotocopie dei brani e dà alcune indicazioni biografiche.[5]

1.3 Esplicita gli obiettivi da conseguire e divide i ragazzi in piccoli gruppi[6] per consentire la riflessione personale.

Vengono formati quattro gruppi di cinque alunni ciascuno. A due gruppi, con maggiori difficoltà e carenze linguistiche viene consegnato il brano della Sturiale agli altri due, con più competenze linguistiche, il brano della Ginzburg.

1.4 Prepara e distribuisce gli esercizi per la comprensione globale, per la comprensione approfondita e per la riflessione sulla lingua. Anche gli esercizi vengono differenziati per i due diversi gruppi. [7]

 

b) ATTIVITÀ DELL’ALUNNO

1.1.          Lettura silenziosa di ciascun alunno per la comprensione   globale del testo.

1.2.          Lettura approfondita dei brani all’interno dei gruppi.

1.3.          Discussione libera.

1.4.          Esecuzione individuale degli esercizi.

c) A lavoro ultimato si ricompone il gruppo classe : il capogruppo relaziona sul lavoro svolto e vengono esaminati gli esercizi svolti.

d) VERIFICA IN ITINERE

L’insegnante insieme agli alunni verifica la corretta decodificazione della consegna, ritira gli elaborati più significativi o i più sbagliati e procede alla correzione.

Per i ragazzi che non hanno raggiunto gli obiettivi prefissati l’insegnante predispone attività di rafforzamento attraverso altre strategie educative.

II FASE

a) ATTIVITÀ DEL DOCENTE

2.1. L’insegnante propone agli alunni di ricercare altri brani descrittivi non solo in prosa ma anche in poesia.

b) ATTIVITÀ DEGLI ALUNNI

2.1. Gli alunni liberamente a casa o in biblioteca o su siti Internet ricercano altri testi descrittivi e presentano alla classe  il risultato delle proprie ricerche. Confrontano e analizzano, con l’aiuto dell’insegnante, i testi poetici e quelli in prosa evidenziandone le particolarità.

III FASE

Premessa:

È questa sicuramente la fase più difficile perché riguarda la produzione[8], da parte dei ragazzi, di un testo descrittivo che sia insieme oggettivo e soggettivo.

Per aiutare i ragazzi a riflettere su tematiche importanti e  ad analizzare ed esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni, i propri stati d’animo è stata scelta una  lettera che tratta come tema generale il rapporto tra padre e figlio.

 a) ATTIVITÀ DEL DOCENTE

 L’insegnante dopo aver esplicitato gli obiettivi 3 e 4:

 

3.1. Presenta A. Gramsci [9]e contestualizza il testo definendo la situazione in cui la lettera viene scritta.

3.2. Per aiutare i ragazzi ad analizzare il testo, assegna per casa il  questionario[10]  con almeno due giorni di tempo.

3.3.  Dopo aver comunicato che in questa fase di lavoro non c’è intento valutativo, guida la discussione e la correzione degli errori.

4.1.Assegna per casa i seguenti elaborati:

-  Scrivi una descrizione di tua nonna, cercando di essere semplice e realistico: le sue caratteristiche fisiche, il suo modo di comportarsi, le sue qualità e i suoi difetti.

-  Una persona cara sta attraversando un periodo difficile: scrivi una lettera per esprimerle i tuoi sentimenti, le tue emozioni e per dimostrarle la tua solidarietà.

b) ATTIVITÀ DELL’ALUNNO: 

3.3. A casa risponde alle domande del questionario.

3.5. In classe, a turno, i ragazzi leggono le risposte del questionario,  motivano le scelte confrontandole con altre soluzioni.

4.1. A casa sceglie e svolge un elaborato tra i due. In classe lo legge.

c) VERIFICHE FINALI

 SCRITTE:

-  Questionario;

-  Elaborati.

           ORALI:

    - Dialogo;

-  Interventi;

-  Discussione;

-  Ascolto.

DESTINATARI

Alunni di III media.

VALUTAZIONE

La valutazione terrà conto della situazione di partenza degli alunni, degli obiettivi conseguiti e dell’impegno mostrato. 

ATTIVITÀ DI RECUPERO

Verranno  predisposti percorsi di integrazione e di recupero per consentire a tutti l’acquisizione degli obiettivi.

TEMPI

Dalle 6 alle 8 ore.

STRUMENTI

 Libri di testo,  testi didattici di supporto, libri di narrativa,  schede predisposte dall’insegnante,  quaderni, penne, computer, pennarelli, colori a tempera, fogli da disegno.

METODI

-        Lezione frontale.

-        Lavori di gruppo per fasce di livello.

    DOCENTI COINVOLTI

   Di  Educazione artistica, di Storia, di Scienze.

ALLEGATO N. 1

IL TESTO DESCRITTIVO

La descrizione può essere:

-        oggettiva o impersonale;

-        soggettiva o personale.

·          La descrizione oggettiva o impersonale è caratterizzata dal fatto che chi comunica (scrive o parla)  ha l’intenzione di presentare fedelmente la realtà. Essa si ha quando vengono descritti dati fisici utilizzando le informazioni che ci vengono dai sensi,gli atteggiamenti e le abitudini senza aggiungere impressioni, opinioni e sentimenti personali.

Il linguaggio è ricco di aggettivi qualificativi e di termini specifici. I verbi sono generalmente usati al tempo presente e le frasi sono brevi e semplici.

Lo scopo è quello di fornire informazioni chiare, ordinate e corrette.

·           La descrizione soggettiva o personale è caratterizzata dal fatto che chi comunica (scrive o parla) ha l’intenzione di rappresentare la realtà dando particolare rilievo ai sentimenti, alle opinioni, alle riflessioni, alle esperienze personali.

Il linguaggio è ricco di aggettivi qualificativi, attraverso i quali vengono espressi giudizi e valutazioni,di paragoni e metafore. I verbi sono per lo più usati al tempo passato e i periodi sono lunghi e complessi.

Lo scopo è quello di rappresentare la realtà come appare a chi scrive, di creare un’atmosfera particolare e di suscitare emozioni e riflessioni.

LA DESCRIZIONE DELLE PERSONE

Nella descrizione delle persone possiamo trovare, oltre al suo nome:

·                    l’aspetto esteriore: la corporatura, la statura, la carnagione, il viso, gli occhi,il naso, la bocca, i capelli, il modo di vestire, la voce…

·                    la condizione sociale: l' età, la famiglia, il tipo di lavoro, la ricchezza, la povertà…

·                    le abitudini, le azioni: come si comporta solitamente, gli atteggiamenti, il modo di parlare…

·                    l’aspetto interiore: il carattere, l’intelligenza, i sentimenti.

In un brano le informazioni possono essere date in modo esplicito direttamente dall’autore o si possono ricavare da azioni o da episodi significativi.

 

ALLEGATO n. 2

 

Mia nonna di N. Ginzburg

Di solito, in quelle villeggiature in montagna, ci veniva mia nonna, la madre di mio padre. Non abitava con noi, ma in un albergo in paese.

Andavamo a trovarla, ed era là seduta sul piazzaletto dell’albergo, sotto l’ombrellone; era piccola, con minuscoli piedi calzati di stivaletti neri a piccolissimi bottoncini; era fiera di quei piccoli piedi, che spuntavano sotto la gonna, ed era fiera della sua testa di capelli candidi, crespi, pettinati in un alto casco rigonfio. Mio padre la portava ogni giorno, << un po’ a camminare>>. Andavano sulle strade maestre, perché lei era vecchia, e non poteva praticare i sentieri, soprattutto con quegli stivaletti a piccoli tacchi; andavano, lui avanti, coi suoi passi lunghi, mani alla schiena e pipa in bocca, lei dietro, con la sua veste frusciante, con i passetti dei suoi tacchettini; lei non voleva mai andare sulla strada dov’era stata il giorno prima, voleva sempre strade nuove; -Questa è la strada di ieri - si lamentava, e mio padre le diceva distratto, senza voltarsi:- No, è un’altra;  – ma lei seguitava a ripetere: - È la strada di ieri. È la strada di ieri. -Ho una tosse che mi strozzo, – diceva dopo un poco a mio padre, che sempre tirava avanti e non si voltava; -Ho una tosse che mi strozzo, – ripeteva portandosi le mani alla gola: usava sempre ripetere le stesse cose due o tre volte. Diceva: -Quell’infame Fantecchi che m’ha fatto fare il vestito marron! volevo farlo blu! volevo farlo blu! – e batteva l’ombrello sul selciato, con rabbia. Mio padre le diceva di guardare il tramonto sulle montagne; ma lei seguitava a battere a terra, irosamente, la punta dell’ombrello, presa da un attacco di collera contro la Fantecchi, sua sarta. Lei del resto veniva in montagna soltanto per stare con noi, dato che abitava a Firenze durante l’anno, e noi a Torino, e così ci vedeva soltanto l’estate; ma non poteva soffrire la montagna, e il suo sogno sarebbe stato villeggiare a Fiuggi o a Salsomaggiore, luoghi dove aveva trascorso le estati della sua giovinezza.

     Era stata in passato, mia nonna, molto ricca, e s’era impoverita con la guerra mondiale(…). Mia nonna usava dire <<la mia disgrazia>> alludendo a quella perdita di denaro; e se ne disperava, la mattina, passeggiando su e giù per la stanza e torcendosi le dita. Ma non era poi così povera. Aveva, a Firenze, una bella casa, con mobili indiani e cinesi e tappeti turchi; perché un suo nonno, il nonno Parente, era stato un collezionista di oggetti preziosi (…).

   Mia nonna era da giovane, a suo dire, bellissima, la seconda bella ragazza di Pisa; la prima era una certa Virginia Del Vecchio, sua amica. Venne a Pisa un certo signor Segrè, e chiese di conoscere la più bella ragazza di Pisa, per chiederla in matrimonio. Virginia non accettò di sposarlo. Gli presentarono allora mia nonna. Ma anche mia nonna lo rifiutò, dicendo che lei non prendeva <<gli avanzi di Virginia>>. Si sposò poi con mio nonno, il nonno Michele: uomo che doveva essere quanto mai dolce e mite. Rimase vedova in giovane età…  

 

 

 

ALLEGATO N. 2 a

 

 

Natalia Ginzburg è nata a Palermo da genitori triestini nel 1916 ed ha trascorso a Torino tutta l’infanzia e l’adolescenza, dove il padre Giuseppe Levi era docente di anatomia. Pubblica un primo racconto nel ’34 sulla rivista Solaria. Nel 1938 si sposa con Leone Ginzburg ( da allora utilizzò sempre il cognome del marito), dirigente della cospirazione antifascista clandestina e con lui e con i figli vive dal ’40 al ’43 in Abruzzo al confino. Poi è a Roma col marito che, arrestato  dai tedeschi nel novembre del ’43, muore nel ’44 in seguito alle torture.

Natalia Ginzburg ha vissuto i primi anni del dopoguerra a Torino poi nel ’50 si sposa con Gabriele Baldini  e si stabilisce a Roma dove muore nel 1991.

 Nel 1963 con Lessico famigliare vince il Premio Strega.Tra le sue opere ricordiamo: Caro Michele, Le voci della sera.

 Con Lessico famigliare Natalia Ginzburg ci racconta la storia della sua famiglia. Il libro è importante non solo come riscoperta di che cosa vuol dire la famiglia, ma come scoperta d’una famiglia d’eccezione. Eccezionali sono infatti le personalità dei componenti, l’ambiente che si muove intorno a loro, gli avvenimenti alla storia italiana che alla storia familiare sono mescolati.

La Ginzburg nell’Avvertenza al libro così dice:” luoghi, fatti e persone sono, in questo libro reali. Non ho inventato niente: e ogni volta che sulle tracce del mio vecchio costume di romanziera, inventavo, mi sentivo subito spinta a distruggere quanto avevo inventato.

Anche i nomi sono reali (…)

Ho scritto soltanto quello che ricordavo. Perciò se si legge questo libro come una cronaca, si obietterà che presenti infinite lacune. Benché tratto dalla realtà, penso che si debba leggerlo come se fosse un romanzo,: e cioè senza chiedergli nulla di più, né di meno di quello che un romanzo può dare.

(…)

Non avevo molta voglia di parlare di me. Questa difatti non è la mia storia, ma piuttosto, pur con vuoti e lacune, la storia della mia famiglia”[11].        

 

ALLEGATO N. 3

La nonna  di A. Sturiale

  Io e mia nonna Tetta siamo molto unite. Ho molta confidenza con lei e la tratto un po’ come se fosse una sorellina. Tetta non è il suo vero nome, lei si chiama Laura ma dato che da quando ero più piccola la chiamavo così ormai ho perso l’abitudine. È una donna di una certa età ma per me è ancora una ragazzina vispa, allegra e simpatica. Ha un volto abbastanza rugoso ma io la vedo sempre bella anche con gli occhiali. Sono affezionatissima alla nonna: a lei racconto tutto quello che mi scoccia dire agli altri, tutti i segreti che lei mantiene fedelmente e con lei mi sfogo. Provo un forte affetto verso la nonna e sento che anche lei mi dà tutto quello che mi può dare. Quando c’è lei vicino a me mi sento protetta e sicura in qualsiasi situazione e anche lei sta bene vicino a me, non litighiamo mai anzi fra noi c’è un ottimo rapporto. Nei suoi occhi un po’ invecchiati e sinceri sta scritto a cosa pensa e cosa sta provando dentro.

  In genere quando litigo con qualcuno, oppure quando da piccola avevo nostalgia della mamma in sua assenza, la nonna Tetta era sempre pronta a consolarmi e mi rasserenavo immediatamente.

  Nonna sei una nonna con la N maiuscola, con un grande spirito e un grande cuore e me lo stai dimostrando sempre di più.

(Aprile 1993,  IV elementare) 

 

 

 

ALLEGATO N. 3 a

 

Alice Sturiale è nata a Firenze il 18 novembre del 1983. Ha vissuto solo 12 anni: è morta improvvisamente la mattina del 20 febbraio 1996 al suo banco, in seconda media.

Una malattia congenita le impediva di camminare ma non di vivere con intensità e gioia i suoi affetti, il gioco, la scuola, gli scout, la musica, le cose normali che condivideva con i suoi tantissimi amici. Si è sempre divertita a scrivere e a raccontare. Una sua relazione sulle barriere architettoniche, presentata al “Primo congresso nazionale dei bambini sulla città” (Wwf, Bologna, 1994) è stata pubblicata su “La Nazione”.

“Il  libro di Alice” raccoglie gli scritti di Alice Sturiale .

[Alice]  aveva il dono naturale di comunicare serenità e felicità. La prova è nei messaggi e nelle testimonianze che ha ricevuto in vita e dopo. Ci è sembrato giusto raccoglierle nel Libro di Alice perchè raccontano la sua storia.

 È la storia di una persona che ha vissuto intensamente i suoi dodici anni [12]…”.

Il libro comprende quattro parti. La prima comprende  “La natura”, “Storie vere e inventate”, “Gli animali”, “Io”, “Gli affetti”.

La seconda parte comprende “Pensieri e letture”, la terza parte “Poesie”.

La quarta parte sono le testimonianze dei suoi amici.

·        Quali sono i personaggi del brano?  ____________________________________________________

·        l’autrice compare in queste pagine? ____________________________________________________

·        Perché la descrizione della nonna è soggettiva? :

a)      fa un ritratto personale ed originale della nonna  ÿ

b)      esprime dei giudizi negativi sulla nonna   ÿ

 

Ø      Ricerca nel testo gli elementi fisici e trascrivi le espressione riferite agli elementi che seguono:

statura    __________________________________

piedi       __________________________________

capelli     __________________________________

stato di salute _______________________________

nonna da giovane _____________________________

Ø      Dal punto di vista del carattere traspaiono invece, attraverso espressioni ironiche, alcuni difetti. Accanto a ciascuno di essi riporta la frase del testo che lo conferma. La nonna di Natalia era:

-        Insofferente:_______________________________________________________________

-        Ripetitiva: :_______________________________________________________________

-        capricciosa:_______________________________________________________________

-        nevrotica nei confronti delle malattie :____________________________________________

-        orgogliosa :_______________________________________________________________

-        nostalgica :_______________________________________________________________

Ø      dal punto di vista economico la nonna era:

a)      di condizione agiata ÿ

b)      povera ÿ

c)      ricca ÿ

Þ     Trova i sinonimi e i contrari degli aggettivi presenti nel brano:

 

 

ALLEGATO 5

 

AGGETTIVO

SINONIMI

CONTRARI

Candido

 

 

Fiero

 

 

Prezioso

 

 

Infame

 

 

Sano

 

 

Mite

 

 

Dolce

 

 

 


Riassumi brevemente il brano letto _______________________________________________________________________________

 

Ø     Partendo dalla lettura del brano completa la seguente tabella:

 

 

NONNA DI ALICE

Caratteristiche fisiche

Aspetto interiore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ø    Collega i termini che hanno significato opposto:

 

Confidenza

 

Manifesto

Simpatica

 

Perseguitata

Rugoso

 

             Antipatica

           Segreto

 

                Liscio

Protetta

           Diffidenza

 

 

 

 

 

ALLEGATO N. 6

CLXXXIII

16 luglio 1936

Caro Delio,

i tuoi bigliettini diventano sempre più corti e stereotipati. Io credo che tu abbia abbastanza tempo per scrivere più a lungo e in modo più interessante; non c’è nessun bisogno di scrivere all’ultimo momento, in fretta in fretta, prima di andare a spasso. Ti pare? Non credo neppure che ti possa far piacere che il tuo babbo ti giudichi dai tuoi bigliettini come uno stupidello che si interessa solo della sorte del suo pappagalluccio, e fa sapere che sta leggendo un libro qualsiasi. Io credo che una delle cose più difficili alla tua età è quella di star seduto dinanzi a un tavolino per mettere in ordine i propri pensieri (e per pensare addirittura) e per scriverli con un certo garbo; questo è un <<apprendistato>> talvolta più difficile di quello di un operaio che vuole acquistare una qualifica professionale, e deve incominciare proprio alla tua età.

Ti abbraccio  forte.

 

ALLEGATO N. 6 a

Antonio  Gramsci nacque ad Ales il 25 gennaio 1891. La sua infanzia fu dura. La sua famiglia era assai povera; il padre Francesco, con il modesto stipendio di impiegato dell’Ufficio del Registro doveva mantenere la moglie e sette figlioli. Per questo tutti cercavano di portare qualche aiuto; la mamma cucendo e facendo lavori straordinari, i figli cercando fin da ragazzi di guadagnare qualcosa.

Agli stenti della miseria si aggiungono per il piccolo Antonio i tormenti della malattia; era gracile e cagionevole di salute già da bambino e afflitto da una deformità fisica. Tuttavia era di natura cordiale, giocava volentieri con gli altri ragazzi e si perdeva nei sogni di viaggi avventurosi. Ben presto rivelò una singolare predisposizione agli studi, frequentò con successo il ginnasio a Santu Lussurgiu (dove per cinque lire al mese era tenuto a pensione da una contadina) e poi il liceo Carlo Dettori a Cagliari. Nel 1911 conseguì la licenza liceale e partì per Torino per iscriversi alla Facoltà di Lettere.

A Torino Gramsci vive miseramente con una borsa di studio, lavora per integrarla e soprattutto studia con grande intensità. Contemporaneamente agli studi si avvicina al movimento operaio torinese.

Nel 1914 dà l’ultimo esame universitario e decide di partecipare attivamente alla vita politica.

 Antonio Gramsci  nel 1926 fu arrestato, a Roma, dalla polizia fascista. Comincia così il suo peregrinare di carcere in carcere in attesa del processo. Nel 1928 fu condannato a 20 anni di reclusione e tradotto nel carcere di Turi.

 Egli nel carcere proseguì i suoi studi ma le sue condizioni di salute peggioravano. Il 27 aprile del 1937 fu trasferito in una clinica a Roma ma dopo tre giorni morì.

Le opere più importanti di Gramsci sono i Quaderni del Carcere e Le lettere.

Le lettere sono interessanti e commoventi per il loro contenuto umano e per i sentimenti che esprimono. Sono quasi tutte rivolte ai familiari: alla moglie Giulia (Julia, Julca), ai figli Delio (nato a Mosca nel 1924) e Giuliano (nato nel 1926 ma mai conosciuto dal padre), alla madre e alle sorelle Teresina e Grazietta, alla cognata Tatiana (Tania).

 

ALLEGATO N. 7

QUESTIONARIO

 

 1.     Cerca sul dizionario l’espressione “stereotipato” ____________________

2.         Da dove deduci che per Antonio Gramsci le lettere di Delio sono importanti?

_____________________________________________________________________________________

 

_____________________________________________________________________

3.     Cerca tra le righe 7-10 le parole –chiave che fanno apparire Delio “come uno stupidello”

___________________________________________________________________________________________

4.         In merito alla lettura che cosa può far apparire Delio “come uno stupidello”?

a)  il fatto che legge molto poco ÿ

b)        il fatto che le sue letture sono casuali ÿ

c)         il fatto che legge troppo ÿ

d)        Come devono essere secondo Gramsci i pensieri espressi da un ragazzino che scrive al padre?( usa le parole del testo)________________________

___________________________________________________________

5.     Qual è lo scopo del paragone con l’apprendistato dell’operaio?

a)  sottolineare la vantaggiosa condizione di Delio che alla sua età non è   ancora costretto a lavorare ÿ

b)    esortare il figlio a studiare per essere più qualificato culturalmente ÿ

                      

              BIBLIOGRAFIA

AA. VV.,    

I nuovi programmi per la Scuola Media,  Editrice La Scuola, 1979

 

AA. VV.,

Scuola Media e nuovi programmi, La Nuova Editrice, 1979

 

L. BAGATTINI – E. OLIVERO, 

L’italiano in pratica, SEI, 1994

 

G. CALARETTI,

Itinerari didattici per l’educazione linguistica,   SEI, 1980

 

G. CERINI – D. CRISTANINI,    

A scuola di Autonomia, Tecnodid, 1999

 

M.  DELLA CASA,   

Didattica dell’Italiano, Editrice La Scuola, 1979

 

N.  DELL’AQUILA,   

Costruire l’Autonomia, Giunti, 1998

 

N.  GINZBURG,   

Lessico famigliare, Einaudi, 1963

 

A.  GRAMSCI,     

Lettere dal carcere, Einaudi, 1949

 

A. STURIALE, 

Il libro di Alice, Rizzoli, 1997

 

 



[1] A. STURIALE, Il libro di Alice,Rizzoli 1997, pp. 95-96

[2] N. GINZBURG, Lessico famigliare, Einaudi 1963, pp. 13-16

[3] A. GRAMSCI, Lettere dal carcere, Einaudi, 1949, p.236

[4] Vedi allegato n.1

[5] Vedi allegati n.2 e 2a e 3 e 3 a

[6] G. DOMINICI, Modularità e didattica in A scuola di autonomia,di Cerini-Cristanini, Tecnodid, Napoli, 1999 pp.127-134 passim

[7] Vedi allegati n.4 e n.5

[8] M.Tirittico, Apprendimenti e competenze, in A scuola di Autonomia, op. cit. pp.107-125 passim

[9] vedi allegati n.6 e 6a

[10] vedi allegato n.7

[11] N. GINZBURG, Avvertenza a Lessico famigliare, Einaudi,1963, p.5

[12] M. Bettarini, in Il libro di Alice, Rizzoli, 1997, p.217

 

 



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