LA PROGRAMMAZIONE CURRUCULARE


Elvira D'Alò

1.     Fasi della programmazione

a)    Conoscenza del contesto sociale, economico e culturale - Analisi della situazione

b)    Definizione delle finalità

c)     Definizione degli obiettivi

d)    Definizione dei contenuti

e)     Individuazione, scelta dei metodi

f)      Individuazione dei mezzi e degli strumenti

g)    Definizione dei criteri di valutazione

h)    Verifica

i)      Valutazione

Teorie della programmazione

·        Il  cognitivismo ha fornito indicazioni alla programmazione che, privilegiando gli aspetti cognitivi, rappresenta l'apprendimento come una sequenza di conoscenze e abilità che tutti gli studenti possono percorrere nello stesso modo anche se con tempi diversi in relazione alle variabili individuali. La sequenza di apprendimento è scandita dalla struttura logico-concettuale della materia.

A questo modello corrisponde la "programmazione per obiettivi" che sottolinea la necessità di rilevare il possesso di conoscenze, capacità e competenze al termine di un percorso di apprendimento attraverso  prove di verifica.

- Gli strumenti di verifica degli obiettivi programmati hanno riferimenti teorici che si traducono in modelli il più importante dei quali è costituito dalla tassonomia di B.J.Bloom, per l'area umanistica, e dalla misurazione di Klopfer per l'area scientifico-sperimentale.-

·        La più recente delle teorie della programmazione è quella che pone al centro di ogni percorso l'allievo in tutti i suoi aspetti dal cognitivo all'affettivo-relazionale, all'emotivo.

Il riferimento teorico è costituito dal modello costruttivistico e dalle teorie delle intelligenze multiple (Howard Gardner).

Si fonda sul presupposto per il quale un individuo non è un contenitore da riempire con le più svariate nozioni-informazioni per il raggiungimento di una istruzione-tipo prevista dall'alto (dai programmi ministeriali) ma un soggetto che in ogni processo di apprendimento, attiva una serie di stati d'animo, emozioni, percezioni, motivazioni, interessi, consapevolezza, condivisione,…. che consentono una graduale sviluppo del proprio sé soggettivo e sociale.

A ciò consegue il compito che la scuola deve perseguire: lo sviluppo delle capacità di ognuno verso la "costruzione" di chiavi di lettura della realtà e una graduale e sempre più consapevole integrazione in essa.

Oggi si parla, infatti, di successo formativo per ciascun allievo (art.1 comma 2  Regolamento Autonomia scolastica)  attraverso interventi  "….mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti….

2. Il termine Programmazione

a) Programmare significa organizzare il lavoro in modo da facilitare i processi di apprendimento secondo sequenze in progressione ottimale rispondenti alle caratteristiche individuali perseguendo obiettivi fissati sulla base dei pre-requisiti e verificabili con puntuali misurazioni.

               b)  -  dai programmi Brocca  -

obiettivo

§        confrontare e contestualizzare le differenti risposte dei filosofi allo stesso problema

operazioni per tradurre l'obiettivo in attività:

Þ   lettura del tema prescelto nelle pagine di alcuni autori in epoche diverse

Þ   analisi dei diversi piani: sociale, culturale, politico, economico della società del tempo in cui ogni singolo autore ha elaborato le sue idee

Þ   lettura del tema prescelto nelle pagine di alcuni autori nello stesso contesto storico (per esempio l'Ottocento)

Þ   elaborazione di schede sintesi relative al punto di vista su quel "tema" da parte di un autore

Þ   elaborazione di una scheda diacronica per seguire nel tempo i diversi autori

Þ   collocazione degli autori  nello spazio "culturale"

Þ   costruzione schema sintesi per evidenziare analogie e differenze


3.     Formulare obiettivi specifici…….

a)     L'obiettivo viene definito criterio di valutazione delle conoscenze competenze, capacità  (relative rispettivamente al sapere, saper fare, saper essere) raggiunte alla fine di un percorso di apprendimento programmato (modulo, unità didattica o segmento didattico)

Esempio: Conoscere il pensiero di Aristotele espresso nella Metafisica

-         leggere e comprendere brani dalla Metafisica

-         essere capace di analizzare il testo

-          essere capace di operare una sintesi

-         essere capace di astrarre idee e concetti

-         essere capace di cogliere e formulare un problema

-         essere disponibile al confronto e al dialogo

-         essere in grado di trasferire concetti ad altre discipline

-         essere capace di esprimere un giudizio sulla Metafisica relativamente alle letture scelte

La formulazione degli obiettivi tiene presente la tassonomia degli obiettivi educativi di B. Bloom, riguarda l'area cognitiva e fa riferimento a:

1.            conoscenza

2.            comprensione

3.            analisi

4.            sintesi

5.            applicazione

6.            valutazione

b)    piano didattico settimanale

la disciplina della storia prevede, per esempio,  negli Istituti professionali una scansione oraria di due ore per settimana: un tempo abbastanza limitato ma, grazie alla flessibilità organizzativa e didattica prevista dall'autonomia ormai in vigore, è possibile allungare i tempi per realizzare un percorso progettato in un modulo.

Questo che segue, infatti, è pensato su un prolungamento orario settimanale fino a cinque ore.


Piano didattico settimanale

Titolo              L'Europa tra le certezze di fine secolo e lo scoppio del primo conflitto mondiale

Destinatari           Classe quinta

Obiettivi

1.     selezionare le informazioni in relazione alla tematizzazione stabilita

2.     comprendere i fenomeni attraverso schemi causa-effetto

3.     mettere le conoscenze dei fatti storici in relazione con le conoscenze dei contesti sociali, istituzionali, ambientali entro i quali si svolsero

4.     elaborare un saggio breve sull'esperienza di apprendimento

 

Contenuti                 La nascita dalla società di massa: proiezione del documento  filmato cineteca RAI  Dal 1898 al 1915

Metodologie    approccio diretto al filmato

                                   discussione confronto sulle informazioni e sui problemi

Strumenti                     aula video

videocassetta

                                   videoregistratore

Verifica                        schema sintesi delle varie informazioni

mappa concettuale da elaborare a casa da parte di ogni singolo allievo

saggio breve in classe

Valutazione                  griglia per obiettivi

Tempi              proiezione: 1 h

                                   discussione 1 h

                                   schema sintesi 1 h

                                   verifica  2 h

Se la verifica rivela situazioni di mancato raggiungimento degli obiettivi, prima della conclusione del Modulo, di cui questo piano settimanale fa parte, viene avviato un percorso di recupero di almeno due ore per la ri-proposizione del contenuto attraverso modalità esemplificate come per esempio la presentazione di immagini, la lettura di brevi e semplici documenti, riflessione su alcune schede elaborate da altri allievi della stessa classe……

4.  Contributi della psicologia dell'apprendimento alla tecnologia della programmazione

L'apprendimento è il processo psichico attraverso il quale il soggetto acquisisce abitudini, conoscenze, competenze anche complesse in modo durevole.

Poiché tale processo implica non semplici operazioni e numerose variabili in relazione a diversi fattori, esso è stato oggetto di studi che hanno portato all'elaborazione di diverse teorie.

Queste hanno costituito il riferimento fondamentale della didattica, scienza che, autonoma o no, è strettamente in relazione con la pedagogia, la psicologia e tutte le altre scienze umane

Le principali teorie che hanno dato contributi alla scienza pedagogica e alle sue implicazioni sul piano operativo - didattico e che hanno costituito una fondamentale chiave di volta per il rinnovamento della scuola e delle sue metodologie, dei suoi contenuti, dei suoi strumenti….

(a)              Psicoanalisi- Psicologia dinamica - Freud, A. Freud, A. Adler, C. G. Jung

(b)             Comportamentismo - J. B.Watson, B. F. Skinner

(c)             Cognitivismo  - numerosi autori

(d)             Gestaltismo - M. Wertheimer, Duncker, Kohler,Lewin, Koffka,…

(e)              Psicologia genetica   J. Piaget,

(f)               Teoria dell'apprendimento sociale A. Bandura

(g)      Vygotskij e la scuola russa

(a)  Psicoanalisi - 1900 -

Numerose e per molti aspetti divergenti da quelle del fondatore sono le teorie psicoanalitiche, tutte partono dallo studio dell'inconscio ponendo l'accento più o meno forte sulle pulsionilibidica o sessuale, aggressiva, sui condizionamenti sociali, sui sentimenti di inferiorità, sugli stati di dipendenza. La libido  è considerata una "energia vitale" indifferenziata…

Comuni a queste teorie sono i concetti di energia, di conflitto: tutte le energie presenti nell'individuo, essendo di natura diversa, entrano in conflitto tra di loro determinandone il comportamento.

(b)  Comportamentismo  - nascita 1913 -

J.B.Watson: la psicologia ha come oggetto di studio il comportamento;

ogni apprendimento è il risultato di processi di condizionamento.

Deve occuparsi dei comportamenti osservabili e manifesti e delle reazioni dell'individuo a stimoli ambientali.

In particolare, studia l'apprendimento in termini di condizionamento.

Skinner: ha sviluppato le prime teorie di Watson riaffermando che il vero oggetto di studio è  costituito dalle azioni che possono essere controllate e osservate dall'esterno e, perciò, misurabili obiettivamente.

Per i comportamentisti tutto ciò che avviene all'interno della mente non è osservabile e non è, pertanto, oggetto di interesse.

(c)  Cognitivismo - anni '50 -

Ha come obiettivo principale la descrizione dei modi in cui funziona la mente umana: meccanismi, strutture e processi mentali.

In particolare, gli psicologi di approccio cognitivista considerano l'attività della mente umana che continuamente trasforma le informazioni esterne, opera sui dati ricevuti e li immagazzina.

Si soffermano nell'analisi sul tempo necessario per "sistemare" le informazioni, sulla quantità di elaborazioni contemporaneamente svolte, sui tipi di memoria ipotizzabili e sulle loro funzioni, sull'attenzione …….

Utilizzano metodi di tipo sperimentale.

(d)  La psicologia della Gestalt  - 1912 -

o della "struttura organizzata" considera l'individuo un'unità organizzata, un tutto unico non scomponibile in parti e si prefigge il compito di individuare le leggi che regolano l'organizzazione dell'esperienza.

La mente umana non è una "tabula rasa" quando conosce, ma struttura la realtà conosciuta secondo leggi sue tipiche: ne consegue che la conoscenza è dovuta ad un'opera attiva, costruttrice della stessa mente.

 (e) Psicologia genetica - anni '20, '30, '40 -

il principale oggetto di studio è lo sviluppo intellettuale nei primi anni di vita del bambino, del suo adattamento intelligente all'ambiente attraverso azioni sempre più complesse, coordinate ed intenzionali.

Il suo ideatore, Jean Piaget, insieme a molti collaboratori, rivolse il suo interesse all'epistemologia genetica, ossia ai problemi generali relativi allo sviluppo della conoscenza, strettamente correlata ad altre discipline quali la biologia, la matematica, la fisica, la cibernetica, l'informatica.

Ha fondato, con le sue ricerche empiriche, la teoria dello sviluppo della conoscenza: la mente umana è obbligata ad interpretare la realtà, a conoscere, usando schemi che derivano non dalla mente stessa ma dalle leggi della logica, dalle nozioni di spazio e tempo, dalle idee di causa, di quantità, di classificazione….

Ogni comportamento presuppone un aspetto affettivo che spinge il soggetto all'azione per raggiungere uno scopo preciso ed un aspetto conoscitivo o strutturale: quest'ultimo, infatti, struttura il comportamento in modo che sia possibile raggiungere lo scopo prefissato.


(g)              Teoria dell'apprendimento sociale - 1950 -

Si basa sull'idea che un apprendimento ha luogo quando un individuo viene influenzato dall' osservazione di un certo comportamento di un altro, chiamato modello, e ne imita le caratteristiche (modellamento).

In particolare, il bambino è portato ad imitare i comportamenti di adulti, genitori, insegnanti ma anche protagonisti della televisione, dello sport, della musica…che gli appaiono attraenti e che gli rivelano aspetti molto apprezzabili.

Molti studi ha condotto Bandura sul comportamento osservativo e tra le tante conclusioni a cui è giunto, vi è quella secondo la quale va distinta l'acquisizione, ossia l'apprendimento di un comportamento, e la messa in atto dello stesso: alcuni bambini imitano immediatamente un comportamento, altri in momenti successivi.

(h)      Vygotskij

Secondo il ricercatore russo i processi psichici superiori hanno una natura sociale, sono delle attività complesse prodotte non solo da processi biologici e  fisiologici ma anche dai rapporti culturali e sociali di un individuo.

Esse si sviluppano sia attraverso l'utilizzazione di strumenti materiali sia, soprattutto, attraverso strumenti che il soggetto usa nei suoi rapporti sociali e che vengono definiti di significazione, e sono quelli linguistici o matematici.

L'acquisizione del linguaggio ha un'importanza fondamentale in quanto esso determina uno sviluppo particolare degli altri processi psichici superiori: pensiero, analisi percettiva, attenzione, memoria, volontà, ecc.

(i)    J. S. Bruner

Definito da molti il pioniere del cognitivismo, ha concepito il comportamento umano guidato da scopi, strategie, controlli, piani proporzionati al contesto.

Lo sviluppo dell'intelligenza, al cui studio Bruner ha dato notevoli contributi, è caratterizzato dal fatto che i sistemi di codifica delle informazioni si modificano con il passare del tempo e diventano sempre più potenti: oltre alle rappresentazioni esecutive il bambino usa anche quelle iconiche  e quelle simboliche ; le prime sono riferite all' azione, le seconde all'immagine, le terze al linguaggio.

Bruner attribuisce molta importanza all'influenza della cultura sullo sviluppo mentale e all'influenza del linguaggio sul pensiero (Vygotskij); è inoltre molto vicino agli studiosi di orientamento cognitivo - interazionista.


5. Saggio breve

La programmazione è il centro intorno al quale ruota l'attività del docente impegnato nel percorso di apprendimento insegnamento.

Esso si sostanzia dei contributi della psicologia dell'età evolutiva, delle teorie pedagogiche e delle scienze dell'educazione che hanno rimodellato i criteri fondanti della didattica tradizionale e hanno condotto all'elaborazione (messa a punto) delle tecniche didattiche correnti.

Capisaldi di questi sono:

·        la costruzione dei curricoli

·        la definizione degli obiettivi

·        le tecniche di valutazione

che devono tenere conto di aspetti quali la motivazione, gli stili cognitivi, i tempi di apprendimento di ciascun allievo.

La programmazione deve avere il presupposto di personalizzare i percorsi formativi e di valorizzare le differenze.

Solo adottando questi criteri pedagogici operativi si promuove una reale formazione dell'individuo e si sviluppano le sue personali conoscenze, capacità e competenze.

In breve, nella logica della programmazione è indispensabile considerare protagonista assoluto l'alunno e, nello stesso tempo, professionalizzare il docente in termini  di soggettualità e competenze:  nella scuola dell'autonomia questo può e deve essere realizzato se la scuola vuole essere al passo con i tempi e parte integrante della società e non una "isola"  lontana e irraggiungibile.

Tutto questo viene sancito nei provvedimenti e nei decreti legislativi entrati in vigore negli ultimi vent'anni a cominciare dalla legge 517/77, dai Programmi della scuola elementare 1985, dalla legge 148/90 che presentano la programmazione come una strategia-procedura assolutamente innovativa che ha suscitato varie polemiche, non ancora composte tra due diversi e opposti  modi di concepire la scuola e la sua funzione: da una parte i sostenitori della didattica aprogrammatica priva di sistematicità, caratterizzata da naturalità e intuitività dall'altra i sostenitori della programmazione quale procedura capace di costruire un progetto formativo adeguato alle peculiarità sociali, culturali del singolo in un determinato contesto territoriale.

Il concetto di programmazione si oppone a quello di programma.

Questo ha una caratterizzazione prescrittiva, rigida, autoritaria, imposta dall'alto indiscriminatamente a tutti gli utenti della scuola per il perseguimento di scopi che poco hanno in comune con le esigenze dell'individuo nella sua unicità.

La programmazione si oppone anche ai concetti di genericità, spontaneismo, naturalità, estemporaneità.

Indica le capacità di insegnanti, genitori, studenti di costruire un percorso educativo che richiede la precisazione degli obiettivi che la comunità scolastica intende perseguire, la conoscenza della realtà educativa socioculturale, economica in generale ed affettivo - intellettuale dei singoli ragazzi, l'individuazione degli strumenti delle scelte metodologiche, la capacità di verificare il lavoro svolto (in itinere e finale).

La programmazione non si fa una sola volta, all'inizio dell'anno (entro il 15 novembre, è la richiesta dei presidi) per lasciarla nel cassetto con la soddisfazione di aver adempiuto ad un obbligo istituzionale, ma va ripresa e risistemata in continuazione alla luce dei risultati verificati.

Infatti, è la verifica dei risultati dei singoli segmenti didattici programmati che consente il proseguimento del percorso o l'arresto dello stesso e un ritorno indietro (feed-back).

Questa procedura permette il raggiungimento degli obiettivi da parte di tutti gli studenti ai quali la scuola di ogni ordine e grado deve garantire il successo formativo.

Oggi al termine programmazione si va sempre più sostituendo quello di progettazione, con la quale ha numerose analogie.

La progettazione focalizza il suo ambito di intervento sugli aspetti soggettivi e intersoggettivi del processo di apprendimento senza però trascurare le variabili relative agli obiettivi, ai contenuti, agli strumenti e ai mezzi, alle verifiche.

E' auspicabile che il termine di progettazione, riferito in ambito didattico, soprattutto alla "filosofia" dei moduli (progettazione modulare), non abbia in sé alcun tecnicismo né alcuna rigidità ma sia sempre aperto alle numerose e infinite possibilità dell'individuo nella sua complessità ed unicità e fondi i suoi presupposti sulla interdisciplinarità, ossia sul collegamento tra le discipline e i loro nodi epistemologici

6.  Riferire giudizi…..

Le teorie dell'apprendimento sviluppate in campo psicologico hanno determinato importanti cambiamenti nella scuola che è passata, come si diceva, dalla logica del programma alla logica della programmazione.

I giudizi sulla programmazione e sui principi a cui fa riferimento non possono che essere positivi in quanto le procedure della programmazione o della progettazione hanno il loro fulcro principale nell'allievo, , ecologicamente inteso, (pedagogia clinica) non solo nel suo aspetto cognitivo, ma affettivo, emotivo, motivazionale, relazionale; lo vedono inserito in un contesto familiare, economico, sociale, culturale, si prefiggono la formazione integrale della sua personalità ponendolo in una prospettiva di cittadino capace di operare scelte consapevoli e sicure e di offrire contributi al gruppo sociale non solo quello ristretto di appartenenza ma quello più ampio possibile della comunità umana.

Brindisi, dicembre 2000                                                         

                                                                                                       Elvira D'Alò


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