IL TESTO NARRATIVO
Angela Nobile
MOTIVAZIONE
Il testo narrativo è una forma di comunicazione che offre al ragazzo la possibilità di rivisitare le proprie e le altrui esperienze, sia entrando in relazione con situazioni reali, sia proiettando il proprio mondo fantastico. Nel racconto in cui il narratore è protagonista (narrazione in prima persona) maggiore è il coinvolgimento emotivo del lettore, che viene stimolato a rivivere i propri vissuti significativi; quando la narrazione è in terza persona vengono favoriti i processi di identificazione nei personaggi maggiormente caratterizzati, rafforzando nel lettore la propria identità.
DESTINATARI: alunni di prima media
DURATA: bimestre ottobre - novembre
CONTENUTI: lettura di testi fantastici per comprenderli e saperli comunicare oralmente
U.D. n° 1 LA FAVOLA
U.D. n° 2 LA FIABA
COMPETENZE
1) Racconta oralmente testi fantastici ascoltati o inventati utilizzando un lessico vario.
2) Individua personaggi e loro ruoli, luoghi, azioni, tempi, comportamenti, similitudini.
3) Analizza testi fantastici. Controlla la validità del testo da lui prodotto. Confronta la vita
quotidiana descritta nei testi fantastici con quella a lui familiare.
4) Mostra interesse per l'ascolto e per la manipolazione di strutture narrative.
5) Sa lavorare con gli altri. Acquista sicurezza nel comunicare i prodotti della propria
creatività. Rispetta il compagno che riferisce la sua creazione.
6) Constata che lavorare con la fantasia può servire a capire meglio se stessi, può aiutare ad
esprimere desideri nascosti e può fornire sensazioni di libertà e/o serenità e/o di allegria
e/o di felicità e/o di evasione e/o di malinconia.
PROVE PER LA VERIFICA COMPLESSIVA FINALE
PROVA SEMISTRUTTURATA: comprensione di un testo fantastico, invenzione di un nuovo finale al testo letto, ricerca di un sinonimo adeguato ad aggettivi dati, trasformazione di frasi dal discorso diretto all'indiretto.
Per la PARTE STRUTTURATA items a scelta multipla.
MATERIALI DIDATTICI
Colori, schemi, immagini, testi vari, ecc.
CLASSE I DISCIPLINA: ITALIANO
UNITA' DIDATTICA n°1
MODULO n°1
CONTENUTI
Comprensione e creazione orale di favole antiche e moderne.
COMPETENZE A FINE U. D. IN TERMINI DI:
1) CONOSCENZA DEI CONTENUTI
Individua la struttura della favola. Riconosce i protagonisti. Comprende che gli animali
simboleggiano vizi e virtù degli uomini. Individua qualità positive e negative, trova i
sinonimi corrispondenti.
2) CONOSCENZA DELLE PROCEDURE
Smonta e rimonta favole. Individua le sequenze e dà un titolo.
3) SAPER PENSARE
Confronta favole. Deduce proverbi.
4) ATTEGGIAMENTI AFFETTIVI VERSO LA DISCIPLINA
Presta attenzione. Ascolta il compagno che riferisce.
5) COMPORTAMENTI RELAZIONALI CONNESSI ALL'APPRENDIMENTO
Lavora in piccoli gruppi. Apporta il proprio contributo.
6) CONVINZIONI E CONSAPEVOLEZZE CONNESSE A QUANTO APPRENDE
Sa che con pochi elementi può inventare una favola.
METODOLOGIA DIDATTICA
TIPO DI INTERVENTO DELL'INSEGNANTE
- Ascolto
- Esposizione
- Problematizzazione
- Esemplificazione operativa
TIPO DI COINVOLGIMENTO DEGLI ALUNNI
- Drammatizzazione/ simulazione
- Discussione
- Dialogo
- Analisi degli errori
- Manipolazione
- Uso di sussidi informatici e/o multimediali
TIPO DI INTERVENTO INDIVIDUALIZZATO PER RECUPERO O APPROFONDIMENTO
- Aiuto reciproco
- Lavoro per gruppi
PROVE DI VERIFICA FORMATIVA DI FINE UNITA' DIDATTICA
- Ascolto di una favola, individuazione dei personaggi e della morale, trasformazione della metafora in un paragone, deduzione di un proverbio o di un modo di dire relativo al contenuto, trasformazione di un aggettivo dal grado positivo al comparativo e superlativo.
MATERIALI DIDATTICI
Libri vari, audiocassette, videocassette, colori, matite, immagini, ecc.
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La scuola media si propone come finalità principale quella di fornire agli alunni in via di sviluppo tutte le migliori occasioni per una crescita piena, globale tale da permettere loro di avere un ruolo attivo, da protagonisti nel rapporto con la realtà, divenendo capaci di incidere su essa, di modificarla nel rispetto di alcune regole fondamentali e delle altre persone. In questa ottica, nel perseguire i suoi scopi formativi, la scuola può valorizzare l'apprendimento rendendolo 'significativo'. Tale significatività va costruita dal docente attraverso l'attenzione posta alle strategie educative e va ricercata dagli studenti, i quali devono essere messi in grado di riuscire a dare senso al proprio apprendimento. Per chi apprende, il senso del suo apprendere scaturisce dall'ancoraggio del nuovo sapere all'universo di conoscenze e di esperienze a lui familiari. Ma dare senso all'apprendimento vuol dire anche mettere l'allievo in condizione di agire e di risolvere problemi.
In questa prospettiva, il sapere acquisisce il suo valore in rapporto a quello che consente di fare, al potere che rappresenta, alla possibilità di essere generalizzato (1).
La scelta di inserire unità didattiche in una articolazione modulare può meglio rispondere a tali necessità, poiché il pensiero modulare, che è quello per mappe concettuali che ciascun individuo costruisce originalmente, permette l'intervento personale sul reale. Questo non significa escludere nel processo di insegnamento / apprendimento operazioni cognitive sequenziali lineari, a volte appropriate, ma significa non porre al centro dell'attenzione la disciplina, bensì la "questione" che viene proposta, per la cui soluzione sono necessarie queste o quelle discipline. Da qui scaturiscono attività disciplinari, pluridisciplinari e interdisciplinari.
Il modulo, dunque, costituisce un oggetto di indagine, un pretesto-contesto per avviare il lavoro con gli alunni. Le singole discipline coinvolte svolgeranno questa duplice funzione di costituire nel contempo strumenti di indagine, scoperta, soluzione di problemi e momenti di riflessione e sistematizzazione teorica (2).
Altro elemento fondamentale è costituito dalla partecipazione del soggetto, dalla sua motivazione, dalla possibilità che egli ha di costruire la sua conoscenza, di svolgervi un ruolo attivo, per riuscire a padroneggiarla ed utilizzarla in modo flessibile e creativo. Da qui si può desumere un modello metodologico funzionale agli scopi della scuola media.
Si tratta di far svolgere all'alunno un ruolo attivo che favorisca lo sviluppo dell'osservazione, dell'analisi, della riflessione, della capacità critiche e creative, in vista di una maggiore autonomia nella rielaborazione culturale. Per far ciò, occorre partire dagli interessi e dalla struttura cognitiva degli alunni per guidarli, attraverso un percorso motivante e problematico, alla scoperta di nuove conoscenze, non dimenticando altresì, le dimensioni affettiva e relazionale che rivestono un ruolo molto importante nello sviluppo armonico della personalità. Ciò può essere favorito attraverso attività di gruppo e di coppia, oltre che individuali.
In relazione al modulo scelto e all'unità didattica rivolta ad una prima media e ad inizio anno scolastico, è sembrato opportuno incominciare con il testo narrativo perché esso offre al ragazzo la possibilità di rivisitare le proprie e le altrui esperienze, sia entrando in relazione con situazioni reali, sia proiettando il proprio mondo fantastico.
In particolare la favola, avendo uno sviluppo narrativo semplice e poco ampio permette una prima analisi della struttura del testo. Inoltre, questo genere di componimento può aiutare i ragazzi a "leggere" i comportamenti umani in relazione al bene, atteggiamento necessario per lo sviluppo della coscienza morale e che si rivelerà importante nella lettura successiva di testi narrativi più ampi.
Dal punto di vista metodologico, molta attenzione è stata posta sul "Saper pensare", sul "pensare sul proprio pensiero", sulle abilità metacognitive intese come strumento nelle mani del ragazzo per attuare il transfer o la generalizzazione di conoscenze ed abilità, necessarie per gestire la complessità della nostra epoca.
La mappa di seguito indicata sintetizza la metodologia scelta che coinvolge sia l'intervento dell'insegnante, sia gli alunni in uno scambio continuo di ruoli.
ASCOLTO
PARTECIPAZIONE ESPRESSIONE INTERPRETATIVA
SCOPERTA COMUNICAZIONE
COSTRUTTIVITA'
BIBLIOGRAFIA
1 Cfr.
CLERC F., Insegnare per moduli, La Nuova Italia, Firenze, 1ª traduz. 2000
2 Cfr.
DOMENICI G., Manuale dell'orientamento e della didattica modulare, Laterza,
Bari, 1999
- BISACCA R., POALELLA, L'altra Biblioteca, Lattes, Torino, quinta edizione 2000
- CERINI G, CRISTANINI D., a cura di, A scuola di Autononia, Tecnodid, Napoli, 1999
- D'AMELIO R., La Lettura come Esperienza, Adriatica Editrice, Bari, 1980
- DELLA CASA M., Parole Discorsi e Progetti, ed. La Scuola, Brescia, 1979
- SALZBERGER I., WITTENBERG, HENRY-POLACCO G., OSBORNE E., L'esperienza
emotiva nei processi di insegnamento e di apprendimento, Liguori editore, Napoli, 1987
- TITONE R., Psicodidattica, ed. La Scuola, Brescia, 1986