|
|
Rosetta Carlino
Il testo poetico nella scuola media La poesia ci permette di incontrare la realtà (la natura, le
persone, le cose) e ci aiuta a conoscerla, a riscoprirla e a trasformarla.
Nella poesia il vissuto quotidiano, gli avvenimenti, i rapporti con gli altri e
la natura non ci appaiono banali, automatici, meccanizzati, comuni, ma
reinventati, nuovi. Questo avviene perché la poesia nasce da una visione più
profonda, personale, originale della realtà. La differenza nella qualità dello sguardo tra il poeta ed un
altro uomo è es-pressa nella scelta delle parole e delle loro combinazioni. Il
nuovo, scoperto ed intuito, esige di essere comunicato in una forma nuova,
diversa, imprevedibile. Per raggiungere tali obiettivi, il poeta attinge a
piene mani alla bellezza e alla potenza della lingua: al suo spessore sonoro,
ai suoi meccanismi di trasformazione e arricchimento dei significati
(connotazione, metafora, similitudine). Ciò non basta. Occorre aggiungere che il testo poetico vuole
e deve avere anche un senso e una motivazione ulteriori, quelli di rinnovarci,
attraverso il linguaggio, l’esperienza. La poesia va considerata quindi come
una preziosa esperienza antropologica, oltre che linguistico-letteraria. Di qui
l’esigenza non solo di capire la poesia e di farne propri i significati, ma anche
quella di parteciparli e di riviverli, essendo essa uno dei supporti della
speranza umana, anche nei casi in cui si presenta apparentemente più negativa e
drammatica. La poesia, assieme all’arte e alla musica, si rivela così un
ottimo strumento per promuovere, sì, il senso estetico, ma offre la possibilità
di poter compiere nel contempo una minuta, frastagliata esplorazione della
propria lingua-madre: la lingua dell’infanzia, delle scoperte, la ricerca delle
radici individuali e collettive, l’e-spressione in forma di parola e di ritmo
verso cui nutrire un’atten-zione intensa, dispiegando così la ricca gamma delle
percezioni sensoriali e più ancora i moti dell’animo. L’espressione poetica disegna un territorio d’intersezione,
d’incrocio: si colloca perciò al crocevia dei linguaggi della “parola fisica”,
della musica, dell’immagine. La poesia è parola figurata, come gli enigmi, ed è
insieme parola-suono come le canzonette. Il significato che esprime la comunicazione poetica passa
attraverso tali caratteristiche ed ha un senso riposto da estrarre,
decodificare e interpretare e non da contemplare e meno ancora da essere
spiegato. Infatti i ragazzi che non dispongono di un linguaggio strutturato,
logico, stringente, trovano nella poesia una compagna che sembra parlare come
loro, un gergo da decifrare, da interpretare. Vista sotto questo aspetto, non ci si può non accorgere che
la poesia adotta un linguaggio che fa ricorso alle ellissi, agli strappi, alle
velature, agli spazi bianchi, in quanto lingua concentrata, condensata. Ciò
che la prosa esprime solitamente in
modo disteso, con passaggi logici riconoscibili e numerabili, la poesia dice
(quasi) oscuramente per un processo di rarefazione che cancella nessi causali,
determinazioni, concordanze, punteggiatura, pertinenze semantiche note e rompe
la gerarchia proposta dalla sintassi, poiché, in essa anche un elemento
subordinato - un’interiezione o un avverbio - possono rivelare il massimo del
senso e aprire vie maestre alla lettura. le funzioni della poesia
Sul piano educativo: a) Sviluppa la creatività e l’immaginazione. La letteratura è caratterizzata dalla polivalenza dei significati delle parole, spesso dalla loro ambiguità: favorisce perciò un rapporto aperto, dialogante e problematico con il testo. Il lettore deve impegnare a fondo la propria immaginazione e creatività, acquisendo un atteggiamento di apertura e di flessibilità che rappresenta un antidoto contro la meccanicità con cui si realizza la fruizione dei messaggi della cultura di massa. b) Aiuta a definire e stabilizzare la personalità del lettore. La poesia ci presenta una molteplicità di sistemi di valori e di giudizio, di “punti di vista” sull’esistenza, di angolazioni di pensiero e di azione. Tutto ciò assume il valore di un modello generale con cui il lettore può confrontarsi senza rischio, perché la letteratura è finzione, dunque una zona “franca” in cui è sospeso il criterio di verità/falsità. In questa prospettiva, le opere sono fonte di norme e di valori, ed offrono all’adolescente dei modelli di riferimento che gli sono necessari per stabilizzare la propria identità e che generano atteggiamenti di multi-prospettività, ossia di disponibilità a considerare le diverse soluzioni ed i differenti punti di vista. c) Arricchisce l’affettività.
La poesia arricchisce il nostro mondo affettivo ed emozionale, permettendoci di partecipare ad una ricca
gamma di situazioni che sono precluse alla nostra vita quotidiana e che
affinano, differenziano e governano la nostra sensibilità emotiva. Si ha dunque
un’educazione del sentimento, con la formazione di una più articolata e consapevole
cultura delle emozioni, della quale appare inutile sottolineare l’importanza
nella formazione dell’adolescente. Sul piano linguistico: a. Focalizza il potenziale
significativo delle parole nella sua pienezza e dinamicità (che la lingua
comune tende a restringere e a stabilizzare in uno standard) con l’arricchimento
e la mobilizzazione della competenza semantica. Questa acquisisce, perciò, uno
spessore e una differenziazione in verticale (ogni termine si apre ad una
pluralità di sensi), che va ad integrarsi all’arti-colazione orizzontale ed
estensiva del lessico. b. Sensibilizza alla pluralità
dei registri e valorizza le loro valenze informative. A differenza di altre
sfere testuali, in cui i registri linguistici tendono ad essere scelti in base a convenzioni e regole
predeterminate la poesia è il luogo in
cui più scopertamente i registri linguistici si manifestano come variabili
significative. c) Sensibilizza
all’immagina-zione linguistica, e in
particolare alla capacità di intendere ed elaborare figure (come, per
es., la metafora) che vanno intese come strumenti potenti di lettura e di
penetrazione della realtà. Se il linguaggio figurato trova nella poesia il
proprio terreno privilegiato di coltura, esso penetra tuttavia qualsiasi fatto
di comunicazione e non soltanto nel caso dei discorsi di natura soggettiva:
basti pensare a quante metafore sono al-l’origine della stessa riflessione
scientifica, costituendo potenti modelli euristici e vere e proprie chiavi di
pensiero e di rappresentazione. d) Educa a prestare attenzione
diffusa a tutte le parti costitutive del testo, compresi i suoni e le
forme, la collocazione degli elementi. La poesia concorre in misura rilevante
allo sviluppo dell’educazione linguistica, fornendo un contributo prezioso ed
insostituibile alla formazione di capacità il cui raggio di azione si estende
al di là della sfera del letterario. il testo poetico nella programmazione didattica d’italiano L’apprendimento delle lettura del testo poetico va preceduto
e accompagnato dalle sottoelencate iniziative educative ed attività cognitive e
linguistiche finalizzate a formare atteggiamenti e ad esercitare capacità che
attraversano tutto il curricolo e tutti gli ambiti disciplinari. Leggere poesia ai ragazzi è la prima e fondamentale
indicazione operativa e, perché sia produttiva, deve rispondere ad alcune
condizioni: essere sottratta alla occasionalità ed essere programmata a
scadenze regolari. L’attesa del-l’ascolto così risuscitata, potrebbe, nel
tempo, tradursi nel bisogno dell’ascolto e favorire l’abitudine alla lettura
personale. Stimolare e perfezionare la capacità di osservazione
passando dalla semplice registrazione della presenza delle “cose” e delle loro
proprietà, alla loro interpretazione anche mediante la scoperta di analogie. La
consuetudine con la poesia migliora l’attitudine a guardare la realtà con occhi
nuovi, attitudine in cui lo stupore della scoperta si intreccia con la
curiosità della scienza. Lo sviluppo della capacità di osservazione favorisce
la comprensione della poesia e porta a scoprire che i protagonisti non sono i
contenuti esposti, ma il poeta che li ha fissati. La cura nei confronti di una
lettura personale della realtà è utile anche per l’individuazione della
rimozione degli stereotipi. La poesia non lascia mai uguali a ciò che si era,
estende le nostre visioni, trasforma la nostra percezione del “reale”. Il testo
poetico emette un messaggio che cambia la grammatica della visione dei suoi
lettori di fronte alla realtà. Curare la lettura orale. La
lettura orale tiene conto del fatto che non tutti i si-gnificati della poesia
possono essere comunicati con le parole scritte e offre la possibilità di
prendere coscienza di un insieme di fatti paralinguistici (intonazione, pause,
intensità,...) che colorano variamente il senso delle parole e lo aricchiscono
liberandone la particolare energia sonora. Anche per questa ragione, la lettura
orale eseguita dall’insegnante non è mai semplice riproduzione: è modello di
partecipazione, è spiegazione e stimolo, esempio di ricerca e di
interpretazione. Scopo della poesia, infatti, non è trovare che cosa vuol
dire, ma scoprire le sue infinite possibilità di “dire”, comprendendo di quale
pluralità sia fatta ed emozionandosi per le sue magie. È perciò proficua
esperienza da progettare il ricercare forme di lettura orale, corali, a voce
alterne, introdotte e concluse con “suggerimenti” musicali e/o con immagini. La
lettura di intrattenimento ha come scopo il piacere di partecipare ad eventi
straordinari e, in questa prospettiva, le esperienze di ascolto possono
incentivare il desiderio della lettura personale che dovrebbe essere
consigliata anche come attività domestica. Diversificare gli
approcci. La ricchezza semantica dei materiali, la novità dei contenuti,
l’originalità delle forme rendono ogni testo poetico suscettibile di essere
esplorato con l’investimento di numerose risorse e di tutte le competenze
possedute dal lettore. Una costrizione che opera nell’ottica della
diversificazione dell’acco-stamento al testo poetico è la misura delle capacità
e la qualità delle motivazioni delle quali i ragazzi dispongono. Si dovrà
prevedere ragionevolmente fin dove ci si possa spingere, e per quali vie, onde
evitare che qualcuno resti escluso dall’avventura. Non subordinare la poesia ad altri scopi: considerare
la dignità della poesia e la sua funzione nell’esistenza dell’uomo induce ad
assegnarle un ruolo nuovo anche nella pratica educativa e, soprattutto, a
liberarla dalla subalternità nei confronti di altri obiettivi. Il testo poetico
va conosciuto per se stesso, per l’occasione che esso offre di compiere un
serio e non facile itinerario, di conoscere un’esperienza umana che, per essere
detta, è passata attraverso una gamma di operazioni, in una processualità
complessa e in un ricco investimento di emozioni, di pensiero, di visioni. Obiettivi L’indicazione degli
obiettivi si colloca all’interno delle finalità descritte e si correla alla
complessità degli itinerari possibili. Fra tante opportunità, una scelta utile e ragionevole va
operata nella concretezza di una situazione reale e deve essere commisurata
alle dimensioni fondamentali del curricolo di lingua. Le ragioni di una scelta consistono nell’intento di far
acquisire ai ragazzi un corredo minimo, ma ampliabile di strumenti d’analisi
costruendo gradualmente una competenza di lettura, mediante una scelta adeguata
di testi, o di frammenti esemplari, nella prospettiva che la fase della
scomposizione sia soltanto un segmento iniziale di ricerca, funzionale
all’obiettivo della ricomposizione e dell’inter- pretazione. Gli obiettivi ed i procedimenti qui di seguito elencati si
ripresentano nel tempo, per altri testi: vanno quindi ripresi e approfonditi
secondo la logica a spirale propria di ogni apprendimento linguistico,
esercitando le modalità della riflessione e del confronto. Obiettivi generalin Essere consapevoli che la poesia è un modo nuovo di
guardare la realtà e un modo nuovo di usare la lingua. n Acquisire consapevolezza della pluralità dei livelli
di lettura possibili; comprendere che la poesia non va letta come un testo
referenziale, perché non ha la funzione di raccontare/descrivere. n Scoprire che nel testo poetico a un nesso formale
corrisponde un nesso semantico, che ogni elemento della poesia è semantizzato. n Saper interpretare la configurazione formale del
testo, capire che il testo poetico va esaminato non per “ciò” che dice, ma per “come lo dice”. n Avere consapevolezza che il testo poetico richiede
un percorso di lettura circolare, costringe a riconsiderare, retrospettivamente,
informazioni esaminate in precedenza. n Essere in grado di mettere in atto elementari
processi interpretativi. Obiettivi specifici·
Capire che nel testo poetico, le parole quotidiane assumono significati
nuovi, più ricchi, e in molteplici direzioni di senso. ·
Comprendere che il ritmo è elemento costitutivo della poesia. ·
Riconoscere le figure di suono (fonosimbolismi) e figure di costruzione
(inversione, enjambement...) come elementi del ritmo. ·
Riconoscere “combinazioni inattese” (metafora, sinestesia, metonimia,
ossimoro) e interpretarne la funzione. ·
Suddividere un testo poetico nelle parti di cui è composto. ·
Confrontare tra loro testi poetici. ·
Esprimere nella lettura ad alta voce ciò che si è compreso. UNITA’ DI LAVORO - USO DEL TESTO POETICO CLASSE PRIMA MEDIA L’itinerario è suscettibile di correzioni, integrazioni, di
adeguamenti. Il lavoro può ramificarsi in molteplici direzioni, sia di
espansione che di approfondimento, purché giustificate dalle finalità
attribuite al percorso che, sintetizzan- do, sono: a) gustare il testo poetico; b) conoscere il linguaggio
poetico. Tratti metodologici: - Problematizzare l’argomento dell’attività. Aver cura di far acquisire consapevolezza dei procedimenti e dei mezzi per i quali si giunge alle risposte, passando dalla intuizione alla padronanza delle operazioni. - Operare per sequenze di lavoro, secondo un metodo induttivo. A conclusione di ogni attività quelli che erano stati definiti quali obiettivi prestabiliti dovranno essere riformulati dai ragazzi nei termini di un’ipotesi o di un’idea verificabile attraverso altri percorsi similari per alla fine, diventare una conoscenza acquisita. - Non concedere più tempo di quanto non sia ragionevolmente giudicato sufficiente per ottemperare alle richieste. - Fornire ai ragazzi tecniche precise, articolando i procedimenti in passaggi semplici e comprensibili perché nessuno, specialmente chi è svantaggiato, resti escluso dall’esperienza e dall’apprendimento. I materiali della poesia Parlare di poesia è, ovviamente, parlare dei materiali di
cui la poesia è costituita: le parole. Ma le parole sono anche materiali su cui
si fondano i rapporti umani, la cultura intesa nel suo senso più ampio, la
storia in quanto sviluppo di eventi sostenuti e generati da idee, ideologie,
movimenti che la parola ha suggerito, stimolato, trasformato: sono concetti
ovvii. La loro ovvietà accresce il desiderio di studiare i meccanismi
attraverso cui le parole interagiscono tra loro e con i fatti del mondo, di
approfondire il senso dei rapporti che, di una parola o di un seguito di
parole, fa un messaggio. L’obiettivo finale è “Riconoscere
materiali e le forme del linguaggio poetico” che così formulato è complesso: risulta quindi
necessario scomporlo in 5 obiettivi semplici programmati per ognuna delle 5
sequenze di lavoro che strutturano l’Unità qui proposta, ordinate in modo che
il passaggio da una ad un’altra non lasci nulla di implicito, non dia nulla per
scontato. Il lessico Obiettivo: Avere consapevolezza che i “materiali” della
poesia sono le parole abitualmente usate nelle comunicazioni quotidiane. Sequenza operativa: Consegna ai ragazzi del testo di una
poesia: Esempio: Diritto e
sottile, nato dal crepuscolo, il pino è
l’albero della brezza, e dei venti
che oscillano fra nastri di luce, e dei venti
colorati che soffiano dai mari. (D. Thomas) ·
lettura dell’insegnante; ·
lettura personale silenziosa da parte dei ragazzi. L’ascolto e la lettura sono
finalizzati a: ·
promuovere un orientamento generale sul testo: riconoscimento della
natura del testo; comprensione del significato referenziale, cioè del contenuto
informativo; ·
stimolare la formazione di immagini mentali e di sentimenti di
meraviglia attivata dalla suggestione semantica e fonica esercitata dalle
parole. ·
trascrizione delle parole che formano il testo e loro “distri-buzione”
in una tabella secondo alcune categorie grammaticali. ·
Osservazione delle parole poste nella tabella: non sono né ricercate, né
inconsuete. Appartengono al linguaggio comune e due di esse provengono dalla
lingua della geografia (crepuscolo, brezza). ·
Formulazione di una ipotesi, a conclusione dell’attività da riferirsi al
testo esaminato e non generalizzabile. La poesia non ha parole speciali;
è costruita con le parole usate dalla gente comune. Gli arcaismi Obiettivo: Riconoscere e capire le valenze degli arcaismi. Sequenza operativa. Consegna ai ragazzi del testo di una
poesia. Esempio: Dolce e
chiara è la notte e senza vento e queta sovra
i tetti e in mezzo agli orti posa la luna,
e di lontan rivela serena ogni
montagna. (G. Leopardi) Si nota facilmente la parola sovra e la si avverte come desueta.
Tenendo conto delle effettive conoscenze dei ragazzi, la riflessione dovrà
considerare molteplici quesiti e proporre molteplici possibilità di risposte. Ipotesi accessibili ai ragazzi: ·
la poesia è stata scritta in tempi lontani quando la lingua italiana era
in parte diversa da quella che si parla oggi: concetto di varietà linguistica
diacronica, che ha per fattore di cambiamento il tempo; ·
la parola desueta è indizio di una scelta stilistica fatta dal poeta che
forse vuole: 1) connotare nostalgia, rimpianto; suscitare nella memoria
echi del passato; evocare tempi trascorsi; 2) creare sensi e risonanze originali per la particolare forma
sonora posseduta dalla parola; o perché quella parola, nel tempo è stata
rivestita di particolari aloni semantici nei contesti in cui è stata usata;
formulazione di una ipotesi a conclusione dell’attività. La parola sovra ha un suono lieve, tenue; è più leggera della parola sopra che usiamo abitualmente perciò è
più adatta ad accostarsi alle altre parole del
frammento: lievi, piane, quasi sussurrate, formano una trama musicale
che esprime intensamente il silenzio e la quiete della notte luminosa. Cosa avviene nella poesia, perché le parole comuni, spesso
opache e prive di risonanze, divengono canto, musica, evocatrici di memorie e
di emozioni? Ricerchiamo risposte mediante le sequenze di lavoro sotto
specificate. L’ordine delle parole Obiettivo. Comprendere che le parole abituali, nella poesia,
acquistano e generano particolari valori musicali e di senso per la
disposizione inusuale loro assegnata nella catena del discorso: Sequenza operativa. Consegna ai ragazzi del testo della
poesia. Esempio: Fluisce lenta
con onde d’argento la dolce
brezza tra i pioppi. Si bagna in
essa con membra dorate la gigantesca
estate. (A. Jòzsef) Si eseguono le operazioni
consuete (lettura, etc.), rilevando sia il ritmo lento, grave, armonioso, sia
le vaste immagini solari. I ragazzi ricevono questa
consegna: riscrivi il testo occupando tutta la lunghezza della riga, abolendo
la figura del verso e disponendo le parole secondo l’ordine della comunicazione
abituale. Confronto e riflessione: si
rileggono a voce alta, alternativamente il testo originale e la parafrasi; da
questa sono scomparsi il ritmo, la musicalità, la dorata grandiosità delle
immagini. Non sono state sostituite,
aggiunte, tolte parole; è stato solamente modificato il loro ordine
posizionale.. Si giunge ad un’ipotesi
conclusiva: una disposizione non abituale delle parole può generare ritmo,
canto, silenzio, musicalità particolari. Verificare l’ipotesi mediante la
lettura e la manipolazione di altre poesie. Le combinazioni inattese Obiettivo: Comprendere che le realtà originali della poesia
sono prodotte da combinazioni inattese delle parole. Sequenza operativa. Consegna ai ragazzi del testo della
poesia. Esempio: Lievi tra i
monti passano le ore dal cuore fresco e come capre
saltellano sulle vette cinte di
sonagli di rame. Il sole sta
ormai in basso, dolcemente piega il
giorno e lentamente
in azzurri vapori la luce s’appoggia
sui tetti. ( Kasanzakis) Prima di distribuire il testo ai
ragazzi, si assegnano “nomi” ai quali essi dovranno associare “verbi” e
“aggettivi” (fare connessioni). I nomi dati sono i “temi” stessi della poesia. Avuto il testo e letta la poesia,
trascriveranno in una tabella le connessioni fatte dal poeta. Confronto e riflessione. Il
confronto fra le due liste di connessioni metterà in luce la distanza, la
profonda diversità fra le elaborazioni degli alunni e lo scritto del poeta;
pone in risalto l’originalità della visione e quindi la novità del linguaggio. Si deve inoltre prendere
coscienza che l’uso imprevisto e trasgressivo del linguaggio dipende da un
“saper veder” personale che si scontra con la pigrizia di una visione abituale
e rivela l’esistenza di realtà nuove entro le realtà conosciute. Conclusione e verifica: si
verbalizza sinteticamente la conclusione a cui si è giunti e la si sottopone a
verifica, ricercando altre combinazioni inattese in differenti testi. La scelta delle parole Obiettivo: comprendere che il poeta sceglie sempre le parole
più ricche di senso e comprendere che, nelle strutture poetiche, le parole
abituali si arricchiscono di sensi nuovi. - Riprendere la poesia della
sequenza precedente. - Ricercare il verso che ha come soggetto (grammaticale e semantico) il nome “giorno” (piega il giorno) e stabilire il suo significato referenziale (il giorno finisce). - Confrontare tra loro le due espressioni e decidere perché non possono essere giudicate semanticamente equivalenti. (In quanto le due frasi hanno in comune il significato di base, strettamente informativo, denotativo, mentre la frase del testo è portatrice di altri livelli di senso, connotativi). - Concludere sintetizzando la
lettura. - Verificare la conclusione, leggendo altri testi e reimpiegando le competenze acquisite, Nel caso esaminato ora, considerare due fatti: l’ordine delle parole e l’uso transitivo del verbo. Attività di produzione-verifica Tali attività vengono proposte per verificare/consolidare le
conoscenze acquisite e per reimpiegare gli strumenti linguistici appresi. Produrre un breve testo a dominanza referenziale;
manipolarlo, modificando l’ordine delle parole per ricercare un ritmo,
un’into-nazione più musicale. Invitare i ragazzi ad elaborare ‘combinazioni inattese’ (metafore,
sinestesie) per allenarli a scoprire il
‘nuovo’ ed esercitarli ad esprimerlo mediante procedimenti analogici, quali
paragoni e similitudini, e mediante attività di riscrittura da un “più denotativo” ad un più “connotativo” miranti al potenziamento della competenza lessicale e semantica. Di una poesia è possibile proporre, come attività finale, lo
svolgimento di un commento, e cioè un testo in cui vengono esposti e valutati
non solo i risultati dell’analisi testuale, ma anche le domande, le riflessioni,
i giudizi espressi sui livelli (denotativo, connotativo, stilistico, ecc.)
della poesia. L’esposizione e la valutazione possono avere come oggetto
semplicemente le impressioni e le emozioni del lettore di fronte alla poesia,
in questo caso verrà realizzato un commento impressionistico-emotivo, in cui
viene dato spazio a libere e personali espressioni. Se l’esposizione e la
valutazione hanno, invece, come contenuto i risultati dell’analisi e
dell’interpretazione di tutta la poesia o solamente di una parte (verso,
strofa) di essa, il commento prodotto sarà valutativo. Tale commento presuppone un lavoro approfondito. Si tratta,
infatti, di cogliere i significati della poesia, esporli aggiungendo in modo
logico ed organico considerazioni personali, facendo dei paragoni con altri
testi ed altri autori, esprimendo dei giudizi motivati. Può essere utile al riguardo citare dei versi, riprendere e
discutere il parere di altri lettori, fare riferimento ad ipotesi di
interpretazioni diverse, ecc. Il commento può essere svolto non solo nelle forme scritta
ed orale, ma anche costruendo ipertesti, testi, cioè, in cui sia possibile
usare oltre alla parola, l’immagine, il gesto, il suono, ecc. tramite
l’utilizzo delle tecnologie multimediali. bibliografia 1) N. Muschitiello,
Come leggere poesia, Paravia, Torino. 2) M. Fabris, Leggere poesia, Loescher, Torino. 3) L. Brachi, C.
Morandi, Orientarsi nei testi, Sansoni, Firenze. 4) A. Tosi, Dalla madre lingua all’italiano. Lingue ed
educazione nell’Italia multietnica, La Nuova Italia, Scandicci. 5) Voce Poesia,
Dizionario Enciclopedico Italiano, Treccani, Roma. |