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Titolo : UNITA’ DIDATTICA : “IL
TESTO ESPOSITIVO” composto
di n. 2 sotto-unità : a) “Come si legge un testo espositivo”
; b) “Come si scrive un testo espositivo”, (all’interno
del PROGETTO DIDATTICO MODULARE :
“IL TESTO PRAGMATICO” Corrado CIFARELLI LE BASI SU CUI SI E’ PROCEDUTO (Premessa alla presentazione dell’Unità didattica presentata, per una sua giustificazione riguardo le scelte organizzative e di articolazione operate dal corsista) : RIFERIMENTI A STUDI E CONVINCIMENTI/CONDIVISIONI
PERSONALI DEL CORSISTA, in particolare su: -
AUTONOMIA
SCOLASTICA (organizzativa e didattica); -
PROGRAMMAZIONE
PER CONCETTI/MAPPE CONCETTUALI; -
PROGETTAZIONE
PER MODULI E COSTRUZIONE DI UNITA’ DIDATTICHE; -
ORGANIZZAZIONE
PER CLASSI APERTE - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - La scuola
dell’autonomia organizzativa e didattica ha il compito di garantire
condizioni, motivazioni e supporti
funzionali al maggiore e migliore sviluppo e apprendimento di ogni allievo,
affinché questi cresca in identità, autonomia e nelle fondamentali competenze,
sia quelle di base socio-affettive, cognitive e relazionali sia quelle
rispondenti alle specifiche potenzialità delle sue intelligenze. L’autonomia
organizzativa costituisce il quadro entro cui si colloca, trova spazio e
possibilità di sviluppo l’autonomia didattica, così come sancito dal DPR
275 e configurato nella progettazione curricolare, extracurricolare,
educativa, didattica, di ricerca, di sperimentazione e di sviluppo.
Una progettazione che, come sanciscono le vigenti disposizioni, si articola e
si sviluppa attraverso la organizzazione modulare, disciplinare e
interdisciplinare, nella elaborazione del P.O.F. da parte degli istituti
scolastici. - 2 - La progettazione
per moduli è espressamente e chiaramente configurata e proposta dalle più
recenti conquiste delle ricerche psicopedagogiche e didattiche in quanto si
dimostra la forma più idonea e funzionale, per la sua intrinseca flessibilità,
alla formazione delle conoscenze, delle competenze e soprattutto della
disponibilità mentale e sociale, quindi allo sviluppo dell’autonomia della
persona umana. Nella legislazione
italiana la progettazione per moduli è sancita: -
dal
Regolamento dell’autonomia (DPR 275 del 10/08/99) che, all’art. 1 comma 2, recita: la “progettazione curricolare,
extracurricolare, educativa ed organizzativa” va finalizzata alla
“realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo
sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti”; all’art. 4 comma 2,in cui si configura l’organizzazione
dell’autonomia didattica in “forma modulare” ai livelli “ del monte ore
annuale di ciascuna disciplina e attività di gruppi di alunni provenienti dalla
stessa o da diverse classi o da diversi anni del corso” anche attraverso
“l’aggregazione di discipline e di ambiti disciplinari”; -
dalle
vigenti disposizioni sull’esame di stato (nuova maturità), che propongono l’applicazione di procedure modulari nella preparazione degli
allievi e nella valutazione degli
stessi attraverso le prove d’esame. Oggi, nel clima dell’autonomia, la qualità del
servizio scuola è commisurata all’azione dei docenti finalizzata al
conseguimento del massimo e migliore sviluppo degli allievi. La qualità si consegue
se i docenti procedono sulla base della condivisione dei diversi punti
di vista che essi stessi dovranno saper perfezionare attraverso il confronto
tra di loro, con gli allievi, con il territorio. Sia
nella programmazione educativa come in quella didattica gli
obiettivi generali e specifici e i percorsi apprenditivi, nel contesto
dell’autonomia didattica, vengono prefigurati e configurati collegialmente
dai docenti delle varie discipline e riguardano i nuclei concettuali delle
discipline stesse, viste e considerate nelle loro interrelazioni e negli
sviluppi potenzialmente individualizzabili, secondo possibilità apprenditive e
di sviluppo formativo degli allievi.
Programmazione educativa e didattica vanno inoltre considerate come
ipotesi di lavoro da sottoporre periodicamente a verifiche, per eventuali
correzioni e integrazioni che si rendano necessarie in corso d’opera. In
questi ultimi decenni sono state elaborate e sperimentate diverse tipologie di
programmazione e la loro conoscenza da parte dei docenti è essenziale affinché
possano saper adottare quel modello o quei modelli che ritengono più idonei e
funzionali allo sviluppo apprenditivo, sociale e formativo degli allievi. - 3 - Il tipo di programmazione che meglio si presta a mettere in risalto i collegamenti interdisciplinari è quella per concetti/mappe concettuali. Gli
allievi che vengono orientati e sollecitati a concettualizzare le loro
esperienze e conoscenze, vale a dire chiedersene il come e il perché,
sviluppano in sé la consapevolezza del senso e del significato delle stesse, in
quanto pervengono ad agganciare le conoscenze che via via acquisiscono a quelle
già in loro possesso, rendendosi motivati, aperti e disponibili alla
scoperta-costruzione di nuove conoscenze, alla costruzione di nuove relazioni
tra le conoscenze in loro possesso (questo è il processo di
concettualizzazione), alla progettazione di nuove esperienze idonee ad accedere
a nuove conoscenze e competenze. Ai fini della concettualizzazione non è
perciò sufficiente che i docenti programmino e compiano attività finalizzate
all’apprendimento, da parte degli allievi, di nuove conoscenze, perché i “concetti”
non sono cumuli di informazioni, ma “schemi di relazioni fra le informazioni
stesse”. Più
che l’apprendimento di conoscenze “già fatte e pronte all’uso” occorre che la programmazione
per concetti favorisca la costruzione da parte degli allievi di schemi
mentali ripetibili ed applicabili a situazioni diverse, con funzione di
istituire rapporti tra le informazioni,ossia di includerli in relazioni già
esistenti, di accordarli alle esperienze precedenti.
Finalità ultima della programmazione per concetti è di favorire negli
allievi la formazione della struttura cognitiva concettuale, che
sia dinamica, flessibile, predittiva, aperta a recepire/costruire sempre
nuove connessioni; una struttura non a compartimenti stagni ma per intelaiatura
di concetti in mappe concettuali, che danno luogo allo sviluppo cognitivo
reticolare o a rete, in quanto fondate su una matrice reticolare che
esplora e valorizza le possibilità di connessione interdisciplinare tra
elementi di diverse materie, sulla base delle competenze già acquisite
dagli alunni e delle loro esperienze personali. Le
mappe concettuali, essendo una rappresentazione esplicita dei concetti e delle
proposizioni che una persona sa formulare, permettono agli insegnanti e agli
studenti di discutere se un determinato
legame proposizionale è valido, riconoscendo l’eventuale mancanza di relazioni
tra i concetti e, quindi, anche di identificare l’informazione da
cercare.
La
struttura delle unità di apprendimento è modulare nel senso che i moduli, pur
essendo dei segmenti unitari di apprendimento, possono essere costituiti a loro
volta di ulteriori segmenti unitari: le unità didattiche. Mentre l’unità
didattica è relativa ad uno specifico argomento, il modulo è relativo ad
una sezione altamente significativa della disciplina o dell’ambito
interdisciplinare considerato, tale da determinare una modifica profonda di chi
apprende, la formazione di nuove connessioni tra nodi concettuali preesistenti
o la formazione di un nuovo nodo concettuale. - 4 - La
progettazione per moduli richiede la creazione di gruppi di lavoro
disciplinari, all’interno dell’Istituto, per l’elaborazione e messa a punto
di moduli articolati in unità didattiche e in cui : a)
va
definita l’estensione del curricolo e la sua suddivisione nelle varie
annualità previste; b)
vanno
definiti i moduli, con la scelta degli argomenti da trattare,
delle attività da svolgere, delle esperienze da effettuare, delle
conoscenze ed abilità da perseguire; c)
vanno
definiti i tempi previsti per l’attuazione del modulo; d)
vanno
definite le abilità e conoscenze richieste e gli obiettivi da perseguire
per ogni modulo; e)
va
definita la tipologia delle connessioni che si prevede tra i moduli; f)
vanno
individuate le unità didattiche che costituiscono i moduli, con l’assegnazione
di ognuna di esse a sottogruppi del gruppo di lavoro, anche in funzione delle competenze e degli interessi
specifici di ciascun docente. Si possono prevedere della durata media di
circa due settimane ciascuna. Per la
costruzione delle unità didattiche, in cui si compongono i moduli, occorre
procedere: ü all’individuazione dei prerequisiti
e degli obiettivi cognitivi da perseguire; ü all’individuazione delle prove
di tipo strutturato e semistrutturato da somministrare agli studenti, per
una verifica sommativa del possesso dei requisiti; ü al recupero o
consolidamento dei prerequisiti ritenuti necessari e non posseduti
sufficientemente da tutti o da alcuni allievi; ü all’attuazione di una strategia
didattica modulare flessibile –
che faccia ricorso ad una pluralità di metodi - cui far riferimento a seconda dei
contesti, degli stili cognitivi degli allievi, delle precedenti esperienze
professionali dei docenti, ecc…; ü alla scelta mirata del
materiale necessario per la trattazione degli argomenti, in relazione alle
conoscenze che si vogliono far acquisire agli allievi: testi, articoli, ricerche,
esercizi, schemi, ecc…; ü all’applicazione delle conoscenze
che si vengono acquisendo in contesti diversi da quelli nei quali è avvenuta la
formazione; ü all’individuazione di strumenti
di verifica formativa; ü alle attività di recupero
(di gruppo o individuali) e di consolidamento delle conoscenze e
delle abilità non conseguite dagli allievi; ü all’individuazione di prove
strutturate e semistrutturate, per la verifica e la valutazione
complessiva e finale delle più rappresentative conoscenze e abilità,
indicate come obiettivi di apprendimento dell’unità didattica in questione. - 5 - Nel
contesto dell’autonomia organizzativa e didattica, organizzare la scuola per classi
aperte vuol dire rompere le barriere rigide del gruppo-classe per mettere
in dinamica interazione l’intero organismo di quella scuola (tutti gli
insegnanti, tutti gli allievi, tutti gli operatori scolastici) sotto il
segno di una costante collaborazione convergente alle stesse mete e in
continuo interscambio con la comunità più vasta (genitori, adulti, cittadini,
ambiente). Gli alunni, secondo interessi e bisogni, attitudini e
livelli di maturazione, possono cambiare classe in certe ore del giorno, in determinati
giorni della settimana per formare gruppi di apprendimento e/o gruppi
di attività inerenti la gestione di moduli che coinvolgono allievi di due o
più classi. Tra le varie forme di programmazione, la più funzionale
all’organizzazione delle classi aperte è, senza dubbio, quella per “progetti
modulari” disciplinari e transdisciplinari; si ritiene inoltre che
il procedere per mappe concettuali e parole chiave e, utilizzando
le metodologie e le tecnologie più avanzate, anche per grafici
e ipertesti, che offrano un’immediata visione di insieme del problema inerente
a una o più discipline (anche di un intero ambito disciplinare), sia una procedura
essenziale alla progettazione modulare. PROGETTO DIDATTICO MODULARE SUL TEMA : “IL TESTO PRAGMATICO” (narrativo, argomentativo, descrittivo, regolativo, espositivo) I docenti di n. 4 classi del biennio (2 classi prime, 2 classi seconde), nell’ambito dell’autonomia organizzativa articolano il tema in “2 Unità didattiche
sequenziali” : 1^ U.D. Come si legge, si
comprende, si valuta un testo pragmatico
(narrativo, argomentativo,
descrittivo, regolativo, espositivo).
Sotto-unità: “Come si legge un testo espositivo” 2^ U.D.
Come si scrive un testo pragmatico
(narrativo, argomentativo,
descrittivo, regolativo, espositivo).
Sotto-unità: “Come si scrive un testo espositivo” Docenti che concorrono ad elaborare il progetto delle
discipline: n. 4 di italiano, storia, arte, scienze
informatiche. Le due classi prime e le due classi
seconde del biennio sono organizzate in funzione di lavori: a)
di
gruppo all’interno delle quattro classi; b)
di
gruppi di interclasse con allievi di 2 o più classi aperte - 6 - Tempi: 4 settimane per l’attuazione di ciascuna
U.D. (mesi di ottobre-novembre) che vengono affrontate contemporaneamente in
tutte le 4 classi coinvolte. La metodologia
didattica ritenuta più funzionale a garantite l’unità e la continuità degli
sviluppi e degli approfondimenti, nella pluralità degli argomenti affrontati in
attività di gruppo in ipotesi, riguarda : -
la
problematizzazione degli argomenti delle situazioni, ecc…; -
la
ricerca/scoperta da parte degli allievi degli elementi chiave (concetti)
di ogni argomento/problema affrontato; -
la
costruzione di ipotesi di soluzione del problema; -
la
verifica dei percorsi di attuazione con eventuali interventi di
individualizzazione rapportata alle eventuali situazioni di difficoltà; -
la
valutazione sommativa. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Organizzazione delle attività su:
“IL TESTO ESPOSITIVO”
Þ
PREREQUISITI : - Possesso delle 4 abilità di base; - Conoscere i meccanismi della comunicazione; - Possesso del concetto di “testo” in generale; - Conoscere le differenze tra lingua scritta e lingua parlata; - Conoscere le funzioni della lingua.. Þ OBIETTIVO GENERALE : - Acquisire/
potenziare la capacità di esprimere idee ed
esperienze, utilizzando forme a
ciascuno congeniali e sempre
funzionali allo scopo comunicativo. Þ Obiettivi linguistici : - Essere in grado di ascoltare
con attenzione
e formativi testi espositivi e di
decodificarne il contenuto;
- Comprendere la terminologia
scientifica;
- Riconoscere tecnicismi; - Saper prendere appunti mentre si ascolta e
si legge;
-
Essere in grado di operare una corretta lettura dei testi; - 7 - - Saper fornire la definizione di testo
espositivo;
- Saper identificare lo scopo e
la funzione e distinguerne i
diversi tipi; - Comprendere il tema centrale di un testo espositivo; - Ricavare informazioni da un testo espositivo
e ordinare i dati
in modo da renderli utilizzabili per l’elaborazione; - Confrontare i dati ottenuti attraverso la
ricerca con quelli ricavabili dall’esperienza personale; - Discutere un problema proponendo soluzioni
per risolverlo; - Saper riferire correttamente quanto appreso;
- Discutere vantaggi e svantaggi
di un argomento, esprimendo
la propria opinione personale; - Saper produrre un testo espositivo in
modo corretto,
ordinato, completo e coerente; - In un testo scritto, comprendere le
informazioni date
esplicitamente e quelle desumibili per inferenza. Þ CONTENUTI : Cronache, reportage, articoli di divulgazione
scientifica E ATTIVITA’
e
culturale, ecc… Scelta antologica. In particolare:
a) di Bruno Bettelheim,
L’INVENZIONE DELL’ADOLESCENZA (da “Un genitore quasi
perfetto”, 1987), b) di Giulio Benedetti, A SCUOLA TRA
ANSIA, FATICA E NOIA (da “Corriere della Sera”, 13
settembre 1997), c) di Viviano Dominici, IL BIMBO PERSE
IL DENTINO (da “Corriere della Sera”, 6
luglio 1997). Þ METODI E MEZZI : - Problematizzazione degli argomenti proposti, lezione
circolare, consegna a freddo, fase
motivazionale, fase
operativa;
- Manuale, testi
extra-scolastici, lavagna,
videocassette, fotocopie, vocabolario, software specifico (aula
multimediale: pc e data display). Þ TEMPI : 15 ore. - 8 - Þ PERIODO : Novembre. Þ VERIFICHE : 1) Esercizi
di identificazione di un testo espositivo; 2)
Verifica della comprensione del testo mediante
questionari, prove strutturate e semistrutturate,
produzione personale, verifiche orali. Þ INTERVENTI DI RECUPERO
: Da stabilire in itinere, in
base ai bisogni emersi tra gli
studenti. Þ ASPETTI INTERDISCIPLINARI : Fruire dell’apporto dei
docenti di Storia, Arte (grammatica del
codice
visivo) e Scienze informatiche. (*) (*) La Videoscrittura, per quanto riguarda la pianificazione dell’attività, può sostenere e stimolare la capacità dello studente a gestire il testo secondo una visione globale. Ad esempio, tutta la fase delle informazioni raggruppate in blocchi limitati, può essere trasferita sul computer, dove è possibile provare e riprovare aggregazioni diverse e procedere subito alla stampa, per valutare gli effetti delle operazioni svolte. Sono soprattutto i testi espositivi e descrittivi oggettivi che si prestano a questi interventi. Si possono alternare fasi di conversazione guidata per mettere a punto una scaletta, con fasi di gestione della scaletta sul computer. Si parte da una scaletta minima e si allargano gradualmente i singoli punti secondo un itinerario di espansione che può prevedere redazioni intermedie, fino a raggiungere una redazione accettabile/ottimale/definitiva. Per quanto riguarda la revisione, le possibilità operative sono senz’altro più variate. Nuovi spazi di facilitazione della scrittura si aprono anche per alunni con problemi di apprendimento e soprattutto per alunni disgrafici (recupero). Si possono prevedere più livelli di revisione : un livello di superficie (ortografia, ecc…), un livello che riguarda la struttura del testo (cambiamenti di intere frasi o dell’intero testo…), la revisione incrociata tra due diversi gruppi o tra gruppo e classe, una revisione spontanea o incrociata o sollecitata dal docente, ecc… Certamente la videoscrittura non insegna a scrivere, ma aiuta senz’altro lo studente a riflettere sulle operazioni che compie. Cambiamenti positivi intervengono soprattutto riguardo i contenuti del testo, la struttura sintattica e la coesione del testo. La capacità da parte dell’alunno di strutturare testi di tipo espositivo, in genere comporta: un aumento dei paragrafi del testo, un aumento del numero medio delle frasi all’interno del paragrafo, una diminuzione di frasi legate solo semanticamente, una diminuzione di frasi legate da connettivi temporali e, in alcuni casi, un corrispondente aumento di legami
relazionali, “il che significa che l’organizzazione cronologica non è
più il dato
predominante e che il testo diventa più complesso concettualmente” (da una ricerca di Miceli M. e Paletti G. , 1989). BIBLIOGRAFIA AA. VV. , L’educazione
linguistica, La Nuova Italia,
Firenze 1982. AA. VV. , Lo
spazio del testo, Mondatori,
Milano 1996. AA. VV. , Percorsi,
modelli, strumenti, C.P.E., Modena
2000. BECCA , PINCELLI
, A scuola con la multimedialità, Gruppo Editoriale Futura,
Milano 1999. BERTOCCHI , BRASCA
, LUGARINI , PALMIERI , TROPEA , L’italiano
a scuola,
La Nuova Italia, Firenze 1986. BRACHI , MORANDI
, Otto moduli per l’educazione letteraria di base, Sansoni,
Milano 1999. CALVANI A. , Iperscuola.
Tecnologia e futuro dell’educazione, Murzio,
Padova 1994. DOMINICI G. ,
La programmazione
didattica. La progettazione modulare, Università di Roma Tre. Dipartimento di
Scienze dell’Educazione, Roma 1997. DOMINICI G. , Manuale
dell’orientamento e della didattica modulare, Laterza, Bari 1998/2000. FIORENTINO C.
, Italiano. L’analisi del testo letterario, Esselibri Simone, Napoli 1999. GHISELLI G. , La
produzione scritta, La Scuola,
Brescia 1992. MARIOTTI , SCLAFANI
, STANCARELLI , Laboratorio della lingua e del testo, D’Anna,
Messina – Firenze 1998 (2 vol.). MATERAZZI ,
PRESUTTI , Letteratura italiana modulare. Storia e testi, Thema, Torino 1999. MAZZELLA L. , Per
una didattica del testo, Adriatica
Editrice Salentina, Lecce 1987. SENSINI M. , La dimensione linguistica, Mondatori, Milano 1997
(2 vol.). SIMONE R. , SOBRERO A. , DE MAURO T. , LODI M. , altri… , L’educazione linguistica, La Nuova Italia, Firenze 1982. WILKINSON A. , Educare
al linguaggio, La Nuova Italia, Firenze 1983. BRINDISI, 20 dicembre 2000 Corrado CIFARELLI |