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DISPERSIONE: SISTAN, FENOMENO IN CALO

La dispersione scolastica è un fenomeno in lenta discesa: nelle scuole elementari sembra essersi attestato su livelli "fisiologici", mentre è ancora significativo nelle scuole medie.
Nelle scuole secondarie superiori i valori restano pressoché stabili rispetto allo scorso anno scolastico, e assumono particolare rilevanza negli istituti professionali.

Questo il quadro complessivo che emerge dall'Indagine campionaria sulla dispersione scolastica realizzata dall'Ufficio di Statistica del Ministero dell'Istruzione relativamente all'anno scolastico 2000-01.

La rilevazione riguarda gli studenti di elementari, medie e superiori che si sono ritirati con atto formale entro i termini di legge (esclusi comunque quelli che si sono trasferiti ad altra scuola), gli alunni non valutati agli scrutini finali a causa dell'elevato numero di assenze, e i ragazzi che sono usciti dal circuito dell'istruzione dopo l'assolvimento dell'obbligo scolastico senza aver però conseguito il titolo di licenza media.

L'indagine non è esaustiva dei fenomeni di abbandono ed evasione, ma si basa sui comportamenti di disagio e disaffezione che sono le espressioni più comuni della dispersione scolastica e che dunque possono esserne indirettamente considerati attendibili indicatori. Per quanto riguarda la situazione delle scuole elementari, il dato risultante dagli indicatori di abbandono in senso stretto (iscritti mai frequentanti e interruzioni di frequenza non formalizzate) complessivamente nei cinque anni di corso è dello 0,07%, pari a quello dello scorso anno, con una flessione dello 0,10% rispetto alla situazione dell'a.s. '90-91, più evidente nelle isole (-0,36%) e al sud (-0,16%).

In un quadro di scolarità quasi piena, nelle elementari il picco di abbandono (0,05%) riguarda il gruppo degli alunni "mai frequentanti sebbene iscritti". Nella quasi totalità dei casi si tratta di alunni nomadi le cui famiglie decidono di trasferirsi altrove senza darne avviso o di non mandare più i figli a scuola.

Una situazione simile dal punto di vista territoriale e nelle modalità si riscontra nelle scuole medie, con valori però più elevati: nell'a.s. 2000-01 ha abbandonato lo 0,31% degli iscritti (rispetto allo 0,39% dell'anno precedente), con una variazione, nel decennio, di -1,09%. La maggiore concentrazione di abbandoni (0,22% nazionale) è presente tra gli alunni "mai frequentanti sebbene iscritti", con punte dello 0,49% nelle isole e dello 0,40% al sud. Anche in questo ordine di scuola è presente l'abbandono da parte dei nomadi, i quali, però, costituiscono solo una parte di coloro che interrompono gli studi.

Per quanto riguarda la scuola secondaria superiore, gli studenti ritirati ufficialmente sono stati il 2,8% degli iscritti (contro il 3% dell'anno precedente); ad essi si aggiunge l'1,8% (dato identico all'anno precedente) riferito a studenti non valutati per altri motivi (salute, assenze, mancata frequenza).

La dispersione è più pesante negli istituti professionali (8,7%) e negli istituti d'arte (6%). A rischio abbandono soprattutto il primo anno su tutto il territorio nazionale: risulta disperso infatti il 6,7% degli iscritti, con punte del 9,6% nelle scuole delle isole e dell'8,5% in quelle del sud.

(Dal sito www.istruzione.it )

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