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Formazione
in ingresso docenti neoassunti http://www.docenti.org/args/caporetto.htm PREAMBOLO In seguito alla Direttiva Ministeriale del 1 ottobre 2001 n. 143 che definisce gli obiettivi prioritari recepiti dall'art. 4 del Contratto Collettivo Annuale Integrato del 1 agosto 2001, il Ministero della Pubblica Istruzione, ora Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, ha assegnato, a fine ottobre 2001, alla ex Biblioteca di Documentazione Pedagogica, ora Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa, il compito di approntare un progetto di studio, ricerca e documentazione di un modello di formazione in ingresso per il personale docente assunto a tempo indeterminato. Il riferimento, esplicitato all'art. 3 della direttiva, è alla recente immissione in ruolo di circa 62.000 docenti per la formazione dei quali saranno approntati 'percorsi formativi integrati che utilizzino le più moderne tecnologie e modelli sperimentali di apprendimento in rete'.
ATTO PRIMO (dove si parla per ipotesi al fine di garantire lo scrivente) Viene assegnato a IBM Italia l'incarico di realizzare la piattaforma tecnologica atta a fornire il supporto relativo all'accesso e alla fruizione dei contenuti per la formazione di cui sopra. La piattaforma prescelta è Lotus Learning Space Versione 5.00 (b;a;c;f;g;i;k;m;o); le lettere tra parentesi corrispondono a quanto potete vedere al link "informazioni" presente sul sistema. Magari ancora il tutto non è a regime, ma è bello sapere che siamo alla lettera "o" per quanto concerne gli aggiornamenti del software applicativo. Convegni, incontri e una corposa presentazione in MS Power Point (80 slide http://puntoedu.indire.it/progetto/index.htm) accompagnano in pompa magna la fase iniziale del progetto.
ATTO SECONDO (gli Attori) Per formare dei docenti online, si sa, servono dei tutor di rete, ma in Italia nessuno, fatto salvo l'ITD-CNR di Genova e poche rare eccezioni, ha mai avviato una seria attività di formazione in tal senso. Ecco che allora (l'uovo di Colombo) la cosa si risolve cambiando definizione con uno slang molto american style: "MASTER - TRAINER"! 100 Master Trainer individuati dalle diverse Direzioni regionali. Saranno forse gli stessi tutor che nei due anni precedenti hanno seguito la formazione online dei docenti funzioni obiettivo? Ci sarà continuità in tal senso tra questi docenti e altri coinvolti negli anni precedenti, sempre in qualità di tutor, in altri progetti nazionali? Assolutamente no! Nel nome della totale autonomia delle Direzioni regionali non si andrà oltre una 'raccomandazione', un elenchino di nomi semi clandestino di cui nessuno terrà conto. Naturalmente 100 master trainer non possono reggere da soli il carico di lavoro legato alla formazione dei 62.000; così, a cascata, si individuano sul territorio molti TUTOR FACILITATORI che avranno ognuno il compito di seguire gruppi di 20/25 persone. Poiché il numero dei tutor facilitatori è proporzionale al numero dei formandi nel rapporto di cui sopra, ecco che per ogni regione viene individuato un consistente numero di tali figure; è il Dirigente Scolastico che, sollecitato a compilare un modulo o a inviare un fax di partecipazione (che prevede la disponibilità di un'aula multimediale attrezzata per garantire la presenza di n. 20 corsisti - eh sì, elemento indispensabile -, esprime la volontà di aderire all'iniziativa e indica quindi il proprio tutor facilitatori con competenze informatiche/relazionali/pedagogico-didattiche per le contestualizzazioni delle aree tematiche.
ATTO TERZO (dove gli attori aumentano) Master Trainer e Tutor facilitatori non sono gli unici attori di questa partita: ne fanno parte anche i coordinatori e referenti per la formazione degli uffici scolastici regionali. Fossimo in un video game, potremmo parlare di ulteriore livello di difficoltà. X (valore indefinito). Persone che a un certo punto mandano in crisi il sistema che ancora non è partito. Già, perché da qualche parte l'UCCS (Ufficio Complicazioni Cose Semplici) del sistema ha deciso che questi soggetti da accreditare fossero quelli inclusi nell'ALLEGATO E alla nota prot. N. 20/12/2001 e se qualcuno va fuori dalle righe, ovvero non risulta inserito in tale nota, peggio per lui. A un certo punto (erano i giorni d TED) si azzera tutto e si riparte. GAME OVER. PLAY AGAIN?
ATTO QUARTO (chi accede e chi no, quando la tecnologia non si piega ai voleri dell'Uomo) Se osserviamo la diapositiva 68 della presentazione online (http://puntoedu.indire.it/progetto/index.htm) immaginiamo già un sistema complesso per la gestione del traffico di rete. Un sistema di bilanciamento del carico di lavoro, 2 macchine dedicate che potrebbero essere aumentate (cluster?) e un bel database centralizzato. Il tutto, immaginiamo ancora, su una banda 'adeguata' a reggere il carico di lavoro. Purtroppo da qualche parte deve esserci qualche intoppo, perché a metà marzo ancora le cose non vanno e molti non riescono ad accedere, sia che si tratti di master trainer sia che si tratti di tutor facilitatori o di discenti. Ne è una conferma anche il comunicato online (http://puntoedu.bdp.it/avviso1.htm) che recita: La velocità di consultazione, che è stata evidenziata come problema soprattutto per i corsi e per l'aula virtuale, migliorerà progressivamente dalla fine di questa settimana e sarà poi risolta del tutto a partire dalla metà di aprile. D'altra parte, un secondo comunicato ci avvisa (http://puntoedu.bdp.it/avviso2.htm, facendo riferimento al sistema dei crediti ed evidentemente alla corsa che si è scatenata per il raggiungimento di tale obiettivo da parte dei 62.000) che non ha alcun senso cercare di raggiungere il più rapidamente possibile i crediti necessari; come a dire: state calmi, non accalcatevi, non tutti insieme per favore. Ora, date le difficoltà oggettive incontrate per accedere al sistema, sembra volersi procedere ad una ripartizione sul territorio nazionale dei PC serventi, come a dire uno e trino. La cosa, che forse avrebbe avuto senso se fatta prima di partire, rischia di rivelarsi ora peggiore della cura. In effetti posso solo immaginare cosa succederà a posteriori, quando si tratterà di rilevare i dati estratti dai diversi archivi (ammesso e non concesso che la mia ipotesi sia corretta) al fine di certificare chi ha fatto cosa. Mettere insieme i diversi file di log richiederà quanto meno ore/uomo e aggravio di costi non preventivati in fase di start up. Ancora un problema relativo ai "poveri" corsisti. Nei mesi precedenti erano stati forniti al sistema gli elenchi dei corsisti e qualcuno tra questi è in realtà collocato "fuori regione" e "fuori provincia"; diventa quindi compito del tutor facilitatori cercarli e aggiungerli alla propria classe virtuale. Il tutto con i tempi del sistema che sembrano non dipendere da alcuna volontà terrena riconosciuta, forse nel rispetto di quanto detto al termine del preambolo, ovvero dell'applicazione di modelli sperimentali di apprendimento in rete - siamo di fronte ad una forma di IA deviante.
ATTO QUINTO (Firenze: gli stati generali dei Master Trainer) Nel mese di marzo si è tenuta a Firenze presso l'INDIRE un incontro di tutti i Master Trainer con i responsabili della formazione curata da Intel. http://www.telecomitalia.it/stampa/news/documento.asp?Id=7511 Ciò in quanto nel progetto sono previste tre giornate di formazione in presenza da tenersi a Bologna. Forse sul versante dei Master Trainer si erano create aspettative eccessive; d'altronde non è che le multinazionali, per il solo fatto di essere tali, garantiscano granché sul piano della qualità! INDIRE, poi, non ha certamente avuto il tempo di pianificare quasi nulla, figuriamoci se potevano anche farsi carico di coordinare la formazione dei formatori. Questo va detto affinché questo articolo non appaia come un attacco cieco nei confronti di INDIRE, cosa che non vuole essere.
Altre informazioni si trovano su http://intranet.isit100.fe.it/sophia/Sophia0410.htm mentre il sito ufficiale Intel Education http://www.intel.com/education/ (nonostante, a detta dello stesso Colombi, mai nel mondo si era osato tanto) non è neppure stato localizzato nella versione italiana. Provare per credere.
ATTO SESTO (dove allo scrivente sovviene un parallelismo terribile: se fossimo in ambito socio sanitario parleremmo di "accanimento terapeutico") Da quanto sopra emerge un quadro a tinte fosche (quanto volevo scrivere questa frase... finalmente è giunta l'occasione) dove del doman non v'è certezza e dove, per dirla con Alessandro Rabbone (http://www.altrascuola.it/article.php?sid=621 ), "al di là allora della specificità dei contenuti, credo di poter affermare che diverse tecnologie software (le cosiddette piattaforme), impiegate da chi organizza formazione via Internet, possano in buona misura influire sulle modalità di comunicazione proprie del processo di apprendimento. Vi saranno allora piattaforme la cui architettura potrà favorire ed incentivare modalità di comunicazione rigide, per esempio prevedendo, come unico momento interattivo, solamente l'esecuzione di esercizi a risposte chiuse, oppure altre, più flessibili, che permetteranno ad esempio l'"aggancio" di contributi esterni, visibili a tutti i corsisti, ai materiali originari. Va da sé che nel valutare l'aderenza di piattaforme per la formazione (o, meglio, degli ambienti per la formazione) a modelli didattici costruttivisti occorrerà prendere in considerazione, oltre l'architettura, cioè il livello delle intenzioni, anche l'effettivo funzionamento. La velocità del browsing e l'integrazione di strumenti comunicativi (chat, forum, sistema di messaggistica) saranno ad esempio elementi essenziali nel favorire o meno la partecipazione attiva del corsista all'interno dell'ambiente. Anche la semplicità dell'interfaccia, l'usabilità, l'accessibilità per utenti di sistemi operativi diversi o per utenti disabili giocheranno un ruolo essenziale nel determinare il successo formativo di un'iniziativa... l'impressione è che si sia appena agli inizi di un nuovo modo di fare formazione per gli insegnanti" e - aggiungo io - spesso sottovalutando gli aspetti ingegneristici che comunque, di fatto, incidono molto sulla modalità di fruizione dei contenuti online.
ULTIMO ATTO? (dove restano gli interrogativi e si tenterà di disegnare lo scenario prossimo) Dove si è sbagliato? (e determinare se si sia sbagliato dipende naturalmente da valutazioni soggettive). Forse la larghezza di banda non era adeguata a sostenere il traffico dei docenti che volevano collegarsi. Ma solo il 4% di 62.000 fa 2.480: è così azzardato ipotizzare che anche solo un 4% degli aventi diritto tenti di collegarsi? E se questo rappresenta già un collo di bottiglia, figuriamoci cosa succede se questa percentuale aumenta. Forse il database su cui si appoggia l'applicazione Learning Space non può reggere un simile impatto - mi sembra di vederli i pacchetti accodati che tentano di accedere ora all'aula corsi, ora ai materiali e tutti vengono respinti per un bello stack overflow. Se così fosse, non era possibile pensarci per tempo? E ancora, proprio in nome della devolution (che, come il prezzemolo, è bene che sia ovunque), non sarebbe stato meglio dire alla Lombardia di collegarsi in un determinato lasso di tempo e a Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta in un altro e così via? Sono considerazioni così peregrine?
Per capire come andrà a finire, occorre capire bene come avverrà il riconoscimento dei crediti. http://puntoedu.bdp.it/avviso2.htm: a leggere bene la pagina, già intravedo un paragrafo degno della migliore tradizione giuridico-amministrativa: In seguito alle numerose richieste di chiarimento, si offrono ulteriori precisazioni sul sistema dei crediti, integrando le indicazioni operative fornite durante il primo periodo di apertura della piattaforma. Il sistema dei crediti rappresenta un punto di riferimento che offriamo ai tutor, ma principalmente ai direttori dei corsi, in vista della certificazione delle 25 ore effettuate di formazione on line. Non è, dunque, uno strumento amministrativo, da applicare in modo rigido. Innanzitutto si evidenzia che il sistema dei crediti non è uno strumento amministrativo da applicare in modo rigido; quindi ogni direttore di corso alla fine della tenzone certificherà presumibilmente secondo coscienza. Altri paragrafi: Nel programmare queste attività aggiuntive, il tutor può utilizzare anche l'area delle risorse per la didattica, in modo complementare e aggiuntivo a quanto contenuto nei laboratori. Naturalmente anche queste attività, purché documentate, 'valgono' per il raggiungimento dei crediti. Dunque non un solo percorso, ma anche altri documentati dal tutor facilitatori (che, perbacco, è pur sempre un collega) che trasmette tale documentazione (un foglietto?) al direttore che certifica. Nel caso non fosse chiaro, subito dopo si sottolinea ancora: Premesso ancora una volta che i crediti sono assegnati in base all'espletamento delle attività proposte o di quelle concordate con i tutor... Chi ricorda come è andata la certificazione del percorso legato alla formazione dei docenti 'funzione obiettivo' sa che il problema alla fine non sarà questo. Non ci sarà un'autocertificazione, ma sicuramente si terrà conto delle 'problematiche connesse'. E se per caso qualcuno si illude che tutto questo possa almeno servire a qualcosa, non tema: non succederà. Non servirà ai docenti master trainer per avere un qualsiasi riconoscimento in termini di punteggio per l'accesso ai concorsi, e neppure servirà ai tutor facilitatori o agli altri soggetti coinvolti. La prossima volta si ripartirà da zero. Punto e a capo. Anzi, puntoedu.indire.it |
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