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Contributi, approfondimenti, strumenti per la formazione delle funzioni obiettivo/strumentali e dei docenti

Formazione iniziale universitaria dei docenti della scuola secondaria

La ricerca-azione e la formazione iniziale universitaria dei docenti della scuola secondaria.

di Roberto Santini

Scuolanews n.13-14-15 del 30 settembre 1998

1] I problemi di sfondo.

Numerosi e di notevole portata sono i problemi aperti, relativi ai DPR n. 470 e 471 del 31.07.1996, applicativi della legge n. 341/'90.

I nodi problematici più rilevanti sono:

    • le risorse finanziarie da impegnare per poter gestire progetti formativi di qualità;
    • gli aspetti organizzativi che sono demandati alle Università individuate dal MURST per organizzare i corsi;
    • le risorse umane e professionali da impegnare nella gestione dei progetti formativi;
    • le modalità di verifica, di valutazione e di regolazione dell'andamento dei corsi post lauream, quanto ad efficacia, efficienza e qualità dei medesimi ;
    • le risorse da utilizzare, sul versante della Scuola, e come, in quale modo ottimizzato, per formare, sul campo, i futuri docenti ;
    • Come cambierà l'Istruzione secondaria in relazione alla riforma dei cicli scolastici all'esame del parlamento?
    • Con quali modalità si svolgeranno le ore di tirocinio monitorato, presso le scuole ?
    • Quali saranno i criteri di scelta degli insegnanti che fungeranno da tutor nei confronti dei giovani colleghi?
    • Quali saranno le esperienze professionali sul campo da privilegiare?

Le risposte ai problemi posti hanno richiesto e richiederanno ancora un lavoro collegiale molto intenso ed impegnativo.

La Scuola possiede già significative esperienze di collaborazione con le Università ; sicuramente a partire dalle collaborazioni già offerte e dai loro limiti, dai problemi rilevati, si dovrà prendere le mosse per non cadere negli errori del passato.

Uno dei nodi cruciali da chiarire, anche alla luce di esperienze di contesto Europeo ed internazionale, sarà quello del ruolo e della funzione dei tutor.

Esistono dirigenti della scuola e docenti estremamente qualificati per svolgere funzioni tutoriali, ma l'esperienza ci insegna che queste persone debbono essere preventivamente preparate e formate per assolvere i compiti, molto delicati, che saranno loro affidati.

E' opportuno riflettere con i tutor sulla filosofia di fondo e sulle problematiche relative al nuovi curricoli relativi alla formazione iniziale universitaria nell'ambito delle Università dove verrà attivato il corso di laurea in Scienze della formazione e i bienni di specializzazione con valore abilitante.

Sarà necessario migliorare l'assetto organizzativo delle Scuole, presso le quali si svolgerà l'attività di tirocinio, per non avere problemi legati alla eccessiva burocratizzazione delle istituzioni scolastiche e alla demotivazione professionale di tanti insegnanti.

Sarà opportuno far riflettere i tutor sulla varietà dei modelli che possono essere utilizzati per gestire in modo efficace la formazione iniziale dei docenti dei diversi ordini e gradi di scuola.

La formazione serve per far evolvere le persone a livello interiore, a livello delle abilità e delle competenze professionali da spendere sul campo; serve per poter migliorare la realtà professionale.

Sarà necessario far svolgere, sul campo, esperienze di tipo significativo, lavorare per problemi, per progetti; sviluppare al massimo livello l'ideazione creativa dei futuri docenti, utilizzare l'idea di fondo che la migliore formazione resta l'autoformazione.

E' necessario elaborare idee e concettualizzare problemi in contesti ben definiti pensando al processo formativo come riassestamento, riallineamento della propria struttura conoscitiva ed esperienziale per poter gestire in modo originale, non routinario e non burocratico la propria attività professionale con gli allievi.

E' importante preparare i docenti degli anni 2010, in modo tale che sappiano gestire in modo adeguato ed efficace l'innovazione e il cambiamento inteso come miglioramento della realtà sociale e professionale.

Il sistema della formazione deve sempre partire dalla rilevazione scientifica dei bisogni formativi dei clienti - utenti, pertanto sarà estremamente utile l'attività di ricerca finalizzata alla rilevazione dei bisogni formativi della società delle informazioni.

La formazione consiste nel lavorare su se stessi ed anche e soprattutto con gli altri; l'osmosi teorica ed esperienziale che si potrà realizzare con coloro che svolgeranno il ruolo e la funzione di tutor sarà certamente utile per poter coniugare efficacemente sapere teorico e saper fare sul campo.

Ritengo significativo illustrare il modello formativo che è stato utilizzato, negli ultimi anni [dal 1990 al 1998], dal sottoscritto e da un gruppo di colleghi nei corsi biennali polivalenti per la formazione degli insegnanti di ruolo ordinario che intendevano conseguire la specializzazione polivalente per svolgere attività di sostegno in favore di allievi in condizione di handicap, nei diversi ordini e gradi di scuola statale.

 

2] La Ricerca formazione: un modello formativo praticato con successo nei corsi biennali

di specializzazione.

La ricerca formazione e' un'attività formativa centrata sulla metodologia della ricerca - azione. E' un'attività intenzionale, progettata collegialmente dalle persone addette alla formazione, fondata su un contratto formativo in cui sono chiari il ruolo e la funzione dei ricercatori esperti di processi formativi e quelli dei soggetti in formazione.

Il processo e' tale da comportare un'evoluzione sia dei formatori sia delle persone in formazione.

L'attività di ricerca formazione richiede l'individuazione di finalità e di obiettivi da perseguire, si fonda su una comunicazione bidirezionale e simmetrica tra i protagonisti del processo finalizzato alla strutturazione di competenze professionali specifiche da parte delle persone in formazione, secondo la metodologia della ricerca partecipata e della ricerca intervento su problemi professionali specifici.

L'interazione tra soggetti corresponsabili della ricerca - formazione è caratterizzata dalla significatività e dal superamento della distanza epistemica inizialmente esistente tra ricercatori- formatori esperti e personale in formazione che partecipa come soggetto attivo e responsabile al processo formativo.

La ricerca formazione secondo C. Scurati, uno dei maggiori studiosi in questo campo, può essere considerata un modello efficace nella formazione degli adulti colti, sia nei processi di formazione iniziale, ad esempio il biennio di specializzazione con valore abilitante post lauream, sia nella formazione dei maestri laureati.

L'autore di questo contributo ritiene che la formazione centrata sulla metodologia della ricerca possa e che debba essere il modello da praticare, nelle Università, anche nella formazione iniziale universitaria dei Maestri, oltreché, come detto, nei bienni di specializzazione, con valore abilitante, ex D.P.R. n. 470/'96.

Il termine ricerca-formazione e' stato coniato da Isambert e Jamati in occasione della XI conferenza dell' A.T.E.E. ( Association for Teacher Education in Europe ) tenutasi a Tolosa nel 1986.

Per i necessari approfondimenti storici sulla ricerca azione puo' essere utile la consultazione

della bibliografia, in particolare e' indispensabile la consultazione periodica delle riviste

Educational action research e Human Relation .

Una tappa importante nell'elaborazione della ricerca - azione e' rappresentato dal seminario

internazionale svoltosi a Brescia nel 1987 (C. Scurati).

Da questo seminario e' emerso che :

-l'attività di ricerca deve essere "restituita" agli insegnanti motivati a raggiungere un

adeguato livello di evoluzione e di sviluppo a livello professionale;

-la ricerca-azione :

- è caratterizzata da una varietà di metodi, di strumenti e di mezzi di lavoro;

- favorisce ed agevola la strutturazione di competenze professionali fondamentali e

significative per gli insegnanti ;

- è accompagnata sempre da metodi di verifica, di valutazione e di controllo dei risultati

conseguiti;

- implica la collaborazione attiva per la trasformazione e il miglioramento della realtà

professionale e sociale ;

- consente di far operare, in modo cooperativo e sinergico, gruppi di persone, dotate di

capacita' valutative e di risoluzione di problemi ;

- e' ricerca partecipata e quindi può essere intesa anche come ricerca intervento su problemi;

- e' finalizzata al miglioramento della qualità dell'istruzione e dell'apprendimento degli

studenti, quindi alla riqualificazione del servizio reso ai clienti;

- ha i caratteri della flessibilità e dell'adattabilità al contesto.

J. Elliot, uno dei maggiori studiosi del settore, ritiene che la ricerca-azione :

-si rivolge a quegli aspetti dell'azione formativa e didattica che gli insegnanti percepiscono

come problematici, suscettibili di cambiamenti in positivo, tali da richiedere risposte pratiche

efficaci ed idonee

-consente di individuare le risposte più adeguate, ed efficaci rispetto alle situazioni problematiche da risolvere;

-iimplica un'intensa circolazione di informazioni e di idee tra coloro che partecipano all'attività di ricerca intervento su problemi o per la realizzazione di progetti;

-si concretizza nella costituzione di un gruppo di ricerca, in condizioni di pari dignità tra i diversi soggetti in ricerca, superando ogni forma di dipendenza intellettiva nei rapporti di lavoro;

-la figura dell'insegnante che fa ricerca - azione e' una figura rivalutata culturalmente,

professionalmente e socialmente e quindi anche economicamente.

Un valido contributo è stato offerto da G.H. Bell che ha precisato le modalità del fare ricerca - azione in situazioni pratiche di insegnamento.

Le fasi della ricerca - azione, per Bell, sono:

  • individuazione dei problemi o dei progetti da affrontare,
  • analisi della/e situazione/i problema,
  • definizione di un piano di azione, fondato su solide basi teoriche,
  • realizzazione operativa del piano di azione,
  • valutazione del progetto realizzato, in relazione alle situazioni problematiche da risolvere,
  • rivisitazione e revisione del piano, se giudicato inadeguato ed insoddisfacente, rispetto ai risultati conseguiti.

Altri contributi sono venuti dal seminario internazionale di Erice (1992) (Scurati et alii).

I risultati del seminario hanno costituito un'efficace riflessione critica sulla ricerca - azione e sui risultati positivi, che si possono ottenere, con questa particolare modalità di ricerca - partecipata nel settore della formazione degli insegnanti (atti del convegno di Erice 1992).

Gli insegnanti in formazione, come sperimentato in alcuni anni di attività formativa per docenti di ruolo dei corsi biennali di specializzazione polivalente, dall'autore di questa ricerca, sono soggetti attivi coinvolti, come protagonisti, nell'attività di ricerca - intervento sul campo, nelle attività di sostegno per alunni in condizione di handicap.

Questa metodologia comporta vantaggi sul piano della motivazione, dell'interesse, della gratificazione, legati al fatto che i docenti in formazione acquisiscono metodi di indagine e di intervento, su progetti e su problemi, efficaci ed adeguati.

J.M. Braemer sostiene che:

  • l'attività di ricerca partecipata in un laboratorio didattico ha un notevole valore formativo, ma deve essere coniugata sempre con l'attività pratica sul campo [tirocinio assistito e monitorato];
  • la ricerca formazione può essere riservata solo ad numero contenuto di insegnanti: 30-40 insegnanti massimo ;

Secondo alcuni studiosi questo tipo di attività potrebbe presentare aspetti di selettività rispetto a persone non sufficientemente dotate sul piano culturale e professionale (a livello cognitivo e a livello di partecipazione emotiva).

L'autore di questa ricerca ha potuto constatare, su un campione di circa 400 insegnanti di ruolo ordinario, dei diversi ordini e gradi di scuola, che il 90-95 % dei docenti sono in condizione di poter partecipare costruttivamente e positivamente ad un programma biennale di ricerca - formazione.

Gioca un ruolo fondamentale la progettazione collegiale degli interventi formativi da parte del gruppo dei formatori e la disponibilità dei docenti in formazione ad acquisire e/o a rafforzare la metodologia della ricerca, da trasferire poi, nella propria attività professionale in classe.

La maggior parte dei docenti trattati con questa metodologia [90-95%] ha dimostrato di essere in grado di praticarla con successo, anche quando da anni erano state abbandonate le metodologie proprie della ricerca, praticata per lo più solo a livello della formazione iniziale universitaria .

Il livello di gratificazione e di motivazione e' stato utile, per gli insegnanti in formazione biennale, con moduli di almeno 80-100 ore, ai fini dell'elaborazione e della produzione di lavori che sono risultati meritevoli di essere pubblicati e divulgati per il loro valore scientifico e per la loro significatività.

L'autore del presente contributo ha illustrato i risultati del suo impegno formativo e di ricerca in occasione del convegno internazionale sui problemi della formazione professionale degli insegnanti presso la Certosa di Padula (Sa) nel 1994, verificando l'interesse e l'attenzione di colleghi italiani ed anche di quelli dei Paesi dell'U.E..

Recentemente il modello formativo è stato anche illustrato in un seminario organizzato dal prof. Aldo Visalberghi presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" Dipartimento di Ricerche Storico-Filosofiche e Pedagogiche sui "Problemi del tirocinio " (Atti del convegno).

Bibliografia :

Barbier R. (1977), La recherche - action dans l'Istitution Educative, Gauthier Villars, Parigi.

Bell G.H. (1988), Action Research in Educational Field, in Dirigenti e Scuola, Vol. 17 ottobre.

Becchi E. (1992) Ricerca - Azione: riflessioni su voci di dizionari, manuali, enciclopedie, in "Scuola e città" n. 4, pp. 145-149.

Curle A. (1949), A theoretical approach to action research, in : Human Relation,, n. 3, pp. 269-270.

Elliot J. (1985), Educational Action Research, in World Yearbook of Education, London.

Elliot J. (1986), Action Research and inservice training of teachers. Lecture given at the University of Salzburg.

Elliot J. (1991) Action Research for Educational Change. Milton Keynes : Open University Press.

Lewin K.(1946), Action research and minority problem, in : Journal of Social Issues, n. 4, pp. 33-46.

Mastromarino R. (1986), Il metodo della ricerca - azione, in : Studi di Psicologia dell'Educazione, n 2 , pp. 88-104.

Pellerey M. (1980), Il metodo della ricerca - azione di Kurt Levine nei suoi più recenti sviluppi e applicazioni, in : Orientamenti Pedagogici, n. 3, pp. 459- 463.

Pourtois J. P., La ricerca - azione in pedagogia, in : E. Becchi, B. Vertecchi (a cura di) Manuale critico della sperimentazione e della ricerca educativa, F. Angeli, Milano.

Scurati C. (a cura di) (1993) La Ricerca - azione. Tecnodid, Napoli.

Stenhouse L. (1985), Research as a basis for teaching. Rudduck & D. Hopkins , London.

Santini R. e Midena B. (1993), La ricerca - azione in campo educativo e didattico, in Continuità e Scuola, S. Sciascia , anno VI, n. 3 maggio-giugno, Palermo.

Santini R. (1995), La ricerca formazione, in : Antonio Esposito e P. Impara (a cura di), La formazione professionale in prospettiva Europea, A. Armando, Roma.

Santini R. 1996, La ricerca azione e la formazione universitaria dei maestri, in Atti del Convegno 1996 su "Problemi del tirocinio", a cura di Visalberghi A.

Trombetta C. (a cura di) (1988), Ricerca - azione e Psicologia dell'Educazione, A. Armando, Roma.

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