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Chi punta sul valore non solo pratico dello studio crolla dal 67
al 38% A scuola solo per un vantaggio immediato, per trovare
più presto e più facilmente lavoro. Una ricerca dell'Eurispes
sulla dispersione scolastica sottolinea il progressivo tramonto della
"vecchia" concezione formativa della scuola. Una sensibile differenza si registra però tra i due sessi: il 60,3% delle studentesse, infatti, assegna all'istruzione un valore sociale e civile, contro il 40,5% degli studenti maschi. Quasi altrettanti ragazzi, il 37,3%, apprezza, al contrario, soprattutto i vantaggi futuri aperti dal percorso scolastico. Il 33,8% degli alunni considera "liberi" i compagni che hanno abbandonato gli studi. La fase più critica è quella relativa al passaggio dalla scuola media alla prima superiore. Secondo l'80,5% degli studenti di prima media, infatti, chi non studia fa del male a se stesso, mentre in prima superiore la percentuale scende al 68,4%. Nel passaggio dalla prima alla seconda superiore, invece, aumenta la percentuale di chi giudica autodistruttivo il comportamento di chi rinuncia agli studi (+7 punti) e crolla dal 16,9% al 6,2% la percentuale di chi considera l'abbandono scolastico come una forma di emancipazione. Potendo scegliere, il 13,1% degli studenti preferirebbe comunque smettere di studiare e cominciare a lavorare. Interessante indagare il criterio di scelta delle superiori: il 38,9% dei ragazzi sceglie seguendo le proprie inclinazioni e passioni, il 25,9% lo fa in base alle prospettive occupazionali e il 16,4% pensa ai futuri studi universitari. I più condizionati dai familiari sono gli studenti, "colpiti" nel 24,5% dei casi, mentre tra le ragazze solo il 17,1% indica un condizionamento familiare. Ovviamente sono gli studenti provenienti da famiglie
di status medio e alto a essere più propensi a seguire le proprie
inclinazioni e passioni personali (rispettivamente nel 44,6% e nel 38,3%
dei casi). I figli di famiglie di status basso, invece, sono costretti
a privilegiare considerazioni di tipo occupazionale (nel 34,7% dei casi). |
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