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Contributi, approfondimenti, strumenti per la formazione delle funzioni obiettivo/strumentali e dei docenti |
un impegno per i docenti titolari di Funzione obiettivo
di
Beatrice Mezzina
Impostazione del curricolo di scuola; un impegno per i docenti titolari
di Funzione Obiettivo
Curricolo e vecchi merletti: ovvero, come impostare un curricolo di scuola
senza arsenico, conservando un po' di pazzia e qualche vecchio merletto.
Premessa
I
dati nazionali, dal monitoraggio della Autonomia, ci dicono che le scuole
hanno innovato poco l'aspetto più caratterizzante della scuola, il curricolo
di scuola appunto. E' complicato, investe i nodi centrali del fare scuola,
la riflessione epistemologica sulle discipline, la riflessione sulle esperienze
didattiche, sulla organizzazione che traduca le ipotesi in dimensione condivisa
e in corretta attuazione, sugli stili cognitivi degli studenti. Insomma una
scuola che ricerchi e conduca sensate esperienze. Oltretutto le scuole non
possono e non hanno la forza di lavorare da sole; dovrebbero essere assistite
ed entrare in gruppi di ricerca e di formazione ben al di là del livello scolastico.
Eppure lavorare sul curricolo è la parte più qualificante del lavoro degli
insegnanti, cui un docente F.O. potrebbe appassionarsi o appassionare, per
far meglio scuola.
Tesi
Può
un docente F.O. lavorare per un curricolo di scuola? Con molte difficoltà
e qualche sana cautela, sì. Conservare qualche buon merletto della scuola
- ogni scuola ha qualche buona esperienza spesso dimenticata -, non spaventare
con l'arsenico della agitazione inconcludente tanti insegnanti che sono disponibili
al cambiamento senza voler stramazzare, conservare un po' di svagata follia
alla Gary Grant, per osare qualcosa e vivere meglio nella scuola.
Definizione
dell'argomento
Di
che parliamo? Il termine curricolo
1-
Il documento programmatico
che fissa il percorso che uno studente deve compiere in un determinato segmento
scolastico o in una disciplina;
2-
Il percorso individuale che
il singolo studente si ritaglia nel piano dell'offerta formativa
3-
Il percorso che una istituzione
scolastica offre agli studenti in ambito generale, in una o in un gruppo
di discipline.
Su
che cosa si può intervenire?
1-
Il primo livello, il documento
programmatico, è un atto di indirizzo generale cui lavora in questo periodo
la Commissione Ministeriale nominata da De Mauro;
2-
Il secondo livello è ancora
in fieri, in quanto non abbiamo ancora la suddivisione tra curricolo
obbligatorio di base, obbligatorio con opzioni, a scelta libera. E' prossimo;
se ne dovrà discutere a breve;
3-
Sul terzo livello si può lavorare:
provare a offrire un curricolo di scuola e una articolazione delle discipline
che abbia produttività culturale e didattica. Significa lavorare sulle discipline,
sulla metodologia, sugli ambienti di apprendimento e sulla organizzazione
funzionale alla traduzione della ricerca in un corretto fare scuola.
Un
piccolo diagramma di flusso
La
domanda di fondo
Chi siamo e che vogliamo dare agli studenti? La domanda di fondo, la domanda
delle domande. Forse qualcuno ci pensa, pur nella stanca quotidianità. Forse
converrebbe ogni tanto fermarsi a riflettere e farci prendere dalle grandi
questioni.
Documentazione
e informazione per cominciare almeno da tre
Nella scuola sembra che non rimanga traccia di tante attività positive.
Solo da poco tempo si va diffondendo una più forte cultura della documentazione,
soprattutto in funzione della valutazione per i capi di istituto, dei vari
monitoraggi per le scuole e per una maggiore coscienza che l'Autonomia comporti
la rendicontazione di quello che si fa.
Il docente F.O. dovrebbe in primo luogo organizzare la raccolta di esperienze,
la documentazione e la diffusione delle informazioni.
Lavorare
sulle discipline
1.
Documentazione e cernita dei
lavori migliori prodotti nella scuola (programmazioni di dipartimenti o
gruppi disciplinari, prove, esperienze);
2.
Diffusione delle informazioni
sul dibattito in corso a livello nazionale (documenti della Commissione
De Mauro pubblicati sugli Annali della P.I.; diffusione nella scuola di
pubblicazioni, articoli di riviste);
3.
Primi incontri di riflessione nei gruppi disciplinari
(analisi dei documenti, riflessione a margine, struttura della disciplina
in funzione dell'insegnamento).
Attività:
§
promuovere le riunioni dei
gruppi disciplinari, o Dipartimenti che dir si voglia, con compiti precisi
per la definizione di un curricolo tipo della disciplina, confrontando le
indicazioni programmatiche con le esperienze più qualificanti della scuola;
§
consultare documenti e siti
utili (es. l'archivio docimologico del CEDE per le prove);
§
provare a stendere un curricolo
tipo e a ipotizzare collegamenti pluridisciplinari;
§
per evitare l'autoreferenzialità
dei gruppi disciplinari o pluridisciplinari, si può prevedere che i gruppi
siano guidati da un esterno competente che eviti i conflitti dei gruppi
di pari.
Il Docente F.O. potrebbe collaborare con il preside nello stilare i punti
di lavoro per i gruppi disciplinari, coordinare i referenti dei gruppi stessi,
prevedere le riunioni dei gruppi interdipartimentali, diffondere le esperienze.
Organizzazione/Progettazione per il lavoro didattico
1.
Molte le esperienze di organizzazione
scolastica nell'ambito del curricolo di scuola rilevate nel monitoraggio
della Autonomia (è possibile ricevere la documentazione presso ogni IRRSAE);
2.
Buone esperienze di varie articolazioni
di moduli nella materna ed elementare; riduzione di orario e attività laboratoriali
nella Scuola Media con esperienze di flessibilità del gruppo classe; varie
forme di flessibilità nella scuola superiore con unità orarie diverse dalle
tradizionali, quadrimestralizzazione di alcune discipline, varie forme di
flessibilità;
3.
Notizie si possono ricavare
anche nella documentazione del Progetto Copernico sul sito del M.P.I.
e del CEDE e anche da quelle scuole che hanno sperimentato nella secondaria
il Biennio della Autonomia
Attività:
§
Costituzione di un gruppo che traduca le richieste
o le ipotesi di lavoro dei dipartimenti o gruppi disciplinari in strutture
organizzative che ne consentano la realizzazione; confrontare le ipotesi
con i criteri di fattibilità, con attenzione agli spazi, ai tempi, alle
questioni di organico - necessario quello funzionale - per gestire le forme
concrete in cui si possono tradurre le ipotesi: modularità, flessibilità,
articolazione diversa dell'orario;
§
Lavorare molto sulla progettazione, con molto
anticipo sui tempi di realizzazione, prevedendo anche alternative;
§
Promuovere il confronto con
altre scuole, con altre esperienze.
Il docente F.O. può lavorare nelle attività di coordinamento di questo
lavoro; dovrebbe intervenire anche nelle fasi di formulazione dell'orario
che traduce poi in atti concreti una diversa impostazione di un curricolo
di scuola; smussare le inevitabili diffidenze di docenti imbozzolati in
nicchie di comodo.
Valutazione/
monitoraggio
Il rischio da evitare in ogni attività è quella di non fare una valutazione
preliminare sulla reale possibilità di riuscita di una ipotesi e, soprattutto,
di tralasciare il monitoraggio della iniziativa, per validare o falsificare
le ipotesi.
Un solo esempio: la modularizzazione, sperimentata in una ipotesi di flessibilità,
di inglese e francese studiate ciascuna in un quadrimestre con il raddoppio
delle ore, ha subito vari aggiustamenti valutando gli esiti. L'ipotesi di
secca quadrimestralizzazione aveva utilità perché sviluppava le tecniche
di apprendimento da full immersion, aveva tuttavia l'effetto di far
dimenticare la lingua studiata nel primo quadrimestre; per ovviare all'inconveniente,
si sono trovate alcune soluzioni: si è aggiunto prima un modulo finale di
richiamo per la lingua studiata nel primo quadrimestre; si è lasciata per
ogni lingua non studiata nel quadrimestre almeno un'ora di consolidamento
delle abilità audio-orali.
In ogni attività quindi prevedere momenti cogenti di monitoraggio.
Formazione
in servizio
Importante evitare che la formazione in servizio sia vissuta come una
corvée inutile, come sono spesso le tristi riunioni del collegio con un
relatore.
Una ipotesi di lavoro:
§
Lavorare in rete con altre
scuole;
§
Strutturare come formazione
in servizio le riunioni collegiali che si svolgono spesso anch'esse superficialmente.
Le riunioni dei gruppi disciplinari siano condotte e guidate possibilmente
da un esterno, un ispettore ad esempio, che scardini l'atmosfera non positiva
del gruppo dei pari;
§
Prevedere sempre una produzione
di materiale di lavoro.
Osare,
tra le possibilità nella scuola della Autonomia
E' possibile ormai pensare al rinnovamento delle forme tradizionali di
fare scuola, lavorare alla qualità del sapere della scuola, degli spazi
e dei tempi; scardinare la scuola delle ore frammentate e delle campanelle,
delle classi fisse.
Bibliografia:
D.Bertocchi,
Dai programmi ai curricoli, in AAVV, Insegnare Italiano, La
Nuova Italia, Milano, 2000.
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