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Contributi, approfondimenti, strumenti per la formazione delle funzioni obiettivo/strumentali e dei docenti

Il Cidi e la formazione in servizio: una proposta

Caterina Gammaldi

Il Cidi ha accompagnato e sostenuto, fin dalla sua costituzione, le trasformazioni nella scuola, impegnando risorse umane, culturali e professionali, anche in collaborazione con sedi universitarie, IRRE, USR, Regioni, Province, Comuni, scuole, reti. Analogamente in ambito europeo e internazionale, sono state praticate e rese possibili attività di formazione che hanno consentito lo scambio di esperienze, a sostegno della professionalità insegnante e della sua valorizzazione.

Il confronto con i Cidi presenti al Coordinamento nazionale e con i colleghi che si occupano di formazione nei centri territoriali, ha messo in luce l'esigenza di fare meglio "rete" e di passare a forme di coordinamento sostenute dal "centro".

La scelta di un responsabile nazionale per questo settore risponde all'esigenza di sperimentare interventi più sistematici, praticando nuove ipotesi di lavoro nella direzione di promuovere autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo della scuola. Analogamente si pensa possibile e auspicabile, nel medio periodo, praticare ipotesi di formazione a distanza, mettendo in circolo materiali di approfondimento e professionalità.

C'è una diffusa consapevolezza dei cambiamenti che nel prossimo periodo potrebbero investire il settore della formazione, sempre più orientato ad articolazioni sul territorio per iniziativa dell'Amministrazione centrale, coinvolgendo l'Agenzia nazionale e la rete di rapporti con sedi e strutture regionali, una situazione inedita da considerare anche per garantire visibilità al Cidi nel territorio e nelle scuole.

A fronte dei compiti storicamente assegnati agli insegnanti, in presenza di una situazione che determinerà la sostituzione, nel breve periodo del 40% di docenti e rin dal prossimo settembre di dirigenti, appare prioritaria una scelta di campo che sappia intervenire con competenza e sistematicamente a sostegno dei processi educativi e dell'innovazione della scuola.

Come è naturale e nella tradizione del Cidi, rimane importante il lavoro di traduzione dei contenuti disciplinati, in una logica curricolare e verticale, a sostegno delle scuole e della ricerca didattica incrementando i laboratori e i dipartimenti disciplinari. Altrettanto importanti appaiono interventi formativi nel campo della valutazione, delle problematiche educative, degli strumenti progettuali e organizzativi, sulla dimensione interculturale, lo svantaggio culturale, il recupero, l'handicap, la dispersione scolastica o la dimensione europea dell'istruzione

In questo senso il Cidi e in genere tutto l'associazionismo professionale andrebbe confermato dal prossimo contratto come ambiente di "crescita e cura del sé professionale" e messo nelle condizioni di operare su tutto il territorio nazionale.

L'esigenza di corrispondere meglio al sostegno di insegnati e dirigenti scolatici, garantendo azioni coerenti con un profilo culturale e professionale adulto, richiede un approccio scientifico a temi e problemi diversi e una struttura meglio organizzata.

Una scelta in tal senso è coerente con l'analisi fatta in altre sedi sulla crisi del sapere e della mediazione culturale, che oggi corrisponde all'idea che si debbano ricercare nuovi spazi e tempi riconosciuti :per garantire la crescita professionale di docenti e dirigenti, per lo sviluppo qualitativo della scuola. Di seguito alcune aree tematiche su cui investire:

•  La riflessione continua sugli oggetti di insegnamento, ovvero sulla dimensione formativa delle discipline e sul curricolo verticale;

•  L' approfondimento di temi culturali necessari ad aggredire e comprendere i cambiamenti della società;

•  Il possesso di strumenti scientifici per intervenire sulla complessità delle questioni che attengono alle problematiche educative emergenti

•  Lo sviluppo qualitativo di azioni cooperative e in rete, in una logica di progettazione partecipata e di sviluppo dei territori

Le differenze, talora sostanziali, di approcci scientifici e di modelli messi in atto dai Cidi sul territorio nazionale, nel loro rapporto con le scuole, suggeriscono una messa in comune delle esperienze, valorizzando le diverse opzioni e proposte..

Un comitato scientifico nazionale, in cui siano presenti i Cidi che storicamente hanno investito di più sulla formazione degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, potrebbe garantire in tal senso competenze e approdi provenienti dalle diverse realtà e la loro diffusione.

Ci pare di poter proporre in conclusione le seguenti azioni:

a) Va continuato il lavoro di confronto sui temi della professione docente con il ministero, i sindacati, le associazioni, l'università, il Parlamento.

b) Va incrementato il confronto nei cidi territoriali su questi temi, condividendo strumenti e proposte di lavoro nazionali, ma anche valorizzando contributi e materiali che possano venire dai diversi contesti.

c) Va organizzata la documentazione delle azioni formative in modo essenziale ad evitare inutili appesantimenti burocratici; a tal proposito sarà predisposta una mascherina che raccoglierà sinteticamente la proposta formativa del Cidi a livello nazionale e locale, del tipo di quella proposta dal MPI per la pubblicazione sul sito delle attività nazionali

d) Va costituito un gruppo nazionale stabile di lavoro e di ricerca con il compito di confrontare e mettere a disposizione di modelli, strumenti e proposte.

e) Vanno esplorati nuovi ambiti di lavoro e di ricerca, anche per accedere a fondi europei, nazionali, regionali, provinciali

f) la documentazione sul sito nazionale nello spazio dedicato riguarderà le attività formative in senso stretto (corsi, laboratori di ricerca - azione etc.), le iniziative seminariali e i convegni (che pure sono percorsi formativi e prevedono attestati) troveranno spazio in attività e potranno essere richiamate con un lnk anche nello spazio della formazione. Collegamenti saranno garantiti anche con gli spazi che documentano i progetti nazionali e la ricerca didattica, qualora siano sostenuti con attività di formazione in servizio.

 

Roma 29 gennaio 2007

Formazione

 

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