Lettera aperta


Agli amici del sito www.funzioniobiettivo.it e del Cidi-Brindisi.

Vogliamo per prima cosa salutarvi con affetto e stima per il lavoro che svolgete a sostegno della ricerca, della sperimentazione didattica e, in generale, per il miglioramento della qualità della scuola pubblica nel nostro Paese; sperando che le ferie estive siano state per tutti voi un momento vero di meritato riposo e tranquillità.

Siamo alla ripresa, e le novità non sono poche. E' cambiato il governo e sono cambiati gli indirizzi di politica scolastica. Della scuola si parlerà (e sparlerà) molto; ne sentiremo di tutti i colori, soprattutto da parte di chi la scuola non la vede da quando e' stato studente. Anche a questo siamo ormai abituati. Vogliamo sperare che i sacrifici fatti da tanti docenti per ricercare e provare soluzioni ai numerosi problemi didattici e di organizzazione scolastica, conseguenza naturale di una fase di transizione e di crescita dell'istituzione e del sistema formativo, non siano frustrati e vanificati per ragioni ideologiche, che con i bisogni del Paese non hanno niente a che spartire. Speriamo che non ci sia caduta dell'entusiasmo e delle motivazioni forti che sorreggono tanti bravi docenti.

Senza quell'entusiasmo e quelle motivazioni forti nessuno di quei bisogni può essere soddisfatto, nessun cambiamento può essere realizzato: e nessun Governo del Paese può trarre da ciò giovamento alcuno, a meno che non si abbia in programma la "devolution" e la "deregulation" della scuola pubblica.

Se questa sciagurata ipotesi dovesse configurarsi (non mancano certo segnali allarmanti che vanno in tale direzione), crediamo che, mentre continueremo a lavorare per migliorarci e migliorare la scuola di tutti con il nostro impegno professionale al servizio degli studenti, delle famiglie e dei nostri stessi colleghi, dovremo nello stesso tempo batterci perché l'istituzione resti conforme al progetto di scuola pubblica disegnato dalla Costituzione repubblicana.

Una scuola di tutti gli italiani, unitaria e fortemente rispondente ai bisogni del territorio,laica, pluralista, garante dei diritti ad apprendere e ad insegnare di studenti e docenti, che riconosce a tutti piena cittadinanza. Una scuola che si impegna a garantire, a tutti ragazzi che la frequentano e la vivono, la possibilità di formarsi quello "spirito critico" e quella coscienza di sé, degli altri, del lavoro, della società che costituiscono diritti di tutti, non solo di coloro che costituiranno la futura classe dirigente del Paese. Una scuola di tutti, che non mutua il proprio modello da aziende, confessioni, partiti, ecc., ma elabora la specificità del proprio progetto formativo in base ad una funzione "istituzionale" che è particolare, insostituibile, non surrogabile.

Allo stesso modo speriamo regredisca l'idea, superficiale ed improduttiva, di un rapporto tra istituzioni scolastiche basato sulla "competizione" e non sulla cooperazione o, come diciamo noi, sulla "rete". La rete, infatti, tiene conto dei (e viene incontro ai) bisogni formativi e culturali diffusi e diversificati di un territorio; la "competizione" tra scuole, invece, impoverisce tutti, anche quelli che "vincono", perché negli scenari formativi che si vanno delineando o le autonomie scolastiche si integrano e fanno "sistema" oppure, prima o poi, a perdere saranno tutti. E prima di tutti gli studenti e le famiglie.

Non crediamo che la soluzione ai difficili e complessi problemi della nostra scuola sia una sorta di "neo-darwinismo", per cui sopravvive solo chi è più "bravo" (o più "forte" e più "grosso"?). Con questo indirizzo non migliora ne' la quantità (economia) ne' la qualità (valore educativo), ma s'impoverisce tutto il sistema formativo. Sappiamo bene che anche nelle nostre classi gli allievi imparano di più e meglio in "collaborazione" e non in "competizione" tra di loro. La competizione e' un paradigma economico che va bene - quando va bene, e non semina insopportabili differenze ed esclusioni sociali - per il mercato. Nella scuola pubblica, cioè nei contesti educativi e nei processi di apprendimento significativo che gli insegnanti si sforzano quotidianamente di costruire, questo paradigma non funziona, anzi spesso genera disastri.

E se qualche - per dir così - "distrazione" rispetto alle esigenze della scuola pubblica ne pregiudicasse, attraverso una caduta più o meno strisciante della qualità del servizio (per altro, già irrimediabilmente compromessa, a giudizio di un bel coro di anime candide), la funzione essenziale e la stessa ragion d'essere, allora crediamo che debbano essere le associazioni professionali dei docenti (il CIDI, ma anche le altre, con cui vogliamo costruire un rapporto di stretta collaborazione per obiettivi comuni) e gli stessi sindacati di categoria a dar vita ad una attenta riflessione e ad una più generale sensibilizzazione su temi che attengono a valori culturali e civili di grande rilievo nel nostro Paese.

Il sito www.funzioniobiettivo.it terrà conto dei nuovi contesti e non mancherà di riflettere su essi, cercando di essere sempre più utile ed anche un po' più bello. La selezione di contenuti utili e non banali, la ricerca di modalità di rappresentazione gradevoli ed anch'esse significative dettano la linea editoriale del sito e vogliono distinguerlo rispetto ad altri di tipo puramente informativo, o di vetrina, o ufficial-istituzionale. Siamo sempre alla ricerca di nuovi amici critici, per allargare gli spazi di collaborazione e cooperazione e costruire insieme, giorno per giorno, un progetto di scuola più moderna, umana, giusta, qualificata.

Confidiamo che questi temi, insieme con quelli più strettamente didattici e professionali, siano oggetto di vostri interventi e contributi nelle rubriche del sito. Perché il progetto resta quello originario: di impresa cooperativa che favorisce la tessitura di fili positivi non burocratici tra insegnanti, funzioni obiettivo, realtà scolastiche e comunità territoriali, nel contesto più generale del Paese.

Sul piano più strettamente professionale, sarà necessario approfondire la riflessione sui curricoli e lavorare alla elaborazione e alla sperimentazione di modelli didattici funzionali all'apprendimento significativo: non vanificando il lavoro e il formidabile sforzo che apposite commissioni di esperti hanno già messo a disposizione non solo del Ministero, ma delle scuole e dei docenti; e non disperdendo, soprattutto, il lavoro di analisi che tante scuole e tanti docenti hanno responsabilmente avviato. Se infatti il legislatore non capirà l'importanza e la necessita di curricoli nuovi e aggiornati per la scuola italiana, la scuola reale dovrà comunque supplire a una simile miopia culturale, costruendo essa stessa nuovi curricoli.

Facciamo sentire la nostra voce, questa e' la "mission" del sito ("servizio - collaborazione - qualificazione - innovazione - scuola di tutti per tutti..").

Un augurio a tutti di buon ritorno a scuola e di proficuo lavoro.

Fernando Cocciolo, Cosimo De Nitto

Settembre, 2001

Riforme