ANIAT A ssociazione N azionale I nsegnanti A rea T ecnologica
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AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE Dipartimento per l'istruzione Al Capo Dipartimento Dott. Giuseppe Cosentino
IL CURRICOLO NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA
Premessa
L'Aniat prende atto, con vivo apprezzamento, che le iniziative intraprese per varare i provvedimenti tesi alla correzione della scuola pensata e realizzata dal duo Moratti - Bertagna si delineano in maniera sufficientemente trasparente e leggibile dal mondo della scuola e dall'opinione pubblica.
Se ne coglie cioè il significato stesso e la direzione che si vuole perseguire. Ciò è positivo e, al contempo, permette alle Agenzie Formative riconosciute, operanti sul territorio da più decenni, la possibilità di offrire specifici contributi all'elaborazione dei profili culturali, pedagogici ed organizzativi della scuola italiana.
L'Associazione, con senso di responsabilità e spirito di collaborazione, ancora una volta, predispone un documento per esprimere ad una Commissione del Ministero della Pubblica Istruzione (cui riconosciamo il merito di aver ripristinato la metodologia dell'ascolto, della consultazione,del confronto diretto ,aperto e argomentato) un parere su documenti fondamentali per una nuova scuola e per sottolineare l'importanza della tecnologia e della informatica nell'assetto formativo della scuola dell'infanzia, del primo ciclo di istruzione e del biennio della scuola superiore.
Osservazioni , suggerimenti , proposte
Una prima e attenta lettura del documento porta l'Aniat a condividere innanzitutto il recupero e la valorizzazione del concetto di " curricolo" ,abbandonato dalle attuali Indicazioni. Il "curricolo" rappresenta ,nella pluralità delle sue accezioni ,il più sicuro riferimento scientifico alla progettazione dell'insegnamento/apprendimento,e risulta largamente condiviso nelle scuole italiane ed europee. Parlare di "curricolo" significa favorire una capacità di progettazione condivisa,nella scuola,nel corso di studi,nella classe perché è attraverso l'attività curricolare che le singole prestazioni di insegnamento si trasformano in un progetto culturale ed educativo efficace,dotato di senso per gli allievi di "quella" specifica scuola, di quel "corso", di "quella" classe. Ed è per questa ragione che il curricolo si afferma come principale strumento della progettazione didattica ed educativa,che organizza e descrive l'intero percorso formativo che uno studente compie,dalla scuola dell'infanzia alla scuola secondaria. Un percorso nel quale sono inscindibilmente intrecciati i processi cognitivi con quelli relazionali e socio-affettivi. I Piani di studio personalizzati introducono invece una dimensione decontestualizzata della relazione educativa,trascurando gli esiti più significativi dell'interazione emotivo-affettiva, della comunicazione sociale e dei vissuti valoriali che si generano nella vita della scuola.
Riteniamo importante aver sottolineato che in realtà Indicazioni nazionali e curricolo si fondono in un unico progetto . E condividiamo pure la sottolineatura che colloca le indicazioni quale quadro di riferimento . Uno sfondo certo. Una struttura che sorregge, una sorta di plinto di fondazioni, sul quale erigere la futura scuola, i suoi obiettivi, i suoi paradigmi culturali, la sua organizzazione materiale e conoscitiva. Una scuola che serve , ma che non è serva . Una scuola di tutti e di ciascuno . Una scuola che davvero sia messa in condizione di elaborare un POF per la realtà umana, sociale, che la frequenta.
L'accento sul curricolo non è una novità. È una novità averlo collegato alle indicazioni. La nozione di curricolo cara a più di uno studioso dei processi di apprendimento, ovviamente, non è nuova, è decisamente datata e, infine, non è univoca.
Curricolo, indicazioni, e scuola reale. Quale nesso, quale collegamento? Il centro attraverso le indicazioni invita la scuola ad elaborare il proprio curricolo, inserirlo nel POF. Il centro detta legge? Pare di capire che non è così. Se nel documento c'è scritto che le scelte della scuola (curricolo) e le indicazioni (il pensiero del centro) debbono fondersi in un unico progetto pedagogico. Si può fare. Ma le indicazioni saranno sulla falsariga morattiana?
A tutt'oggi non si capisce questo sfondo, non si leggono bene gli scopi. È, ancora tutto provvisorio, poco sviluppato, forse perfino incerto. Si sa che tutto il mondo della scuola sarà toccato e decisamente sia dalle indicazioni centrali (che debbono indicare una via, un percorso, un tracciato per nulla esaustivo), sia dalla curricolazione locale , che si caratterizza per le scelte più specificatamente adeguate alla propria realtà umana e sociale che la caratterizza.
La parte finale del primo documento (Criteri per l'elaborazione del curricolo - Ambiti, discipline, unitarietà del sapere - Promuovere le competenze essenziali - Orientamenti per l'azione didattica - Conoscere in una comunità d'apprendimento) ci offre il destro per entrare meglio nella discussione. Di scrivere le nostre idee - sia pure nella forma sintetica richiestaci.
I criteri per l'elaborazione del curricolo forniteci dal documento, possono essere condivisi soprattutto perché tutta la scuola italiana, dalle Alpi alla più sperduta zone del nostro affascinante meridione, possa essere messa nelle condizioni di unitarietà almeno per quanto concerne gli obiettivi generali del processo formativo, gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni, le discipline e attività costituenti la quota dei curricoli e il relativo monte ore annuale.
Al riguardo l'ANIAT si aspetta una modalità più partecipata nella definizione del curricolo verticale,comprendente discipline e attività obbligatorie previste per l'itinerario formativo che dalla scuola dell'infanzia si sviluppa fino al termine del primo ciclo. Vorremmo,nello specifico, offrire il nostro sperimentato contributo nella definizione della struttura disciplinare relativa all'ambito disciplinare TECNOLOGIA e INFORMATICA APPLICATA, la cui presenza , strutturalmente autonoma, nel curricolo verticale obbligatorio si motiva fortemente perché risponde all'irrinunciabile esigenza di fornire a tutti i cittadini gli strumenti culturali per osservare,leggere,comprendere,analizzare la moderna realtà tecnologica e il complesso rapporto di interdipendenza con l'uomo e con l'ambiente.
Un'osservazione critica, sempre in una logica di apporto costruttivo riguarda le affermazioni contenute nel documento al punto c del paragrafo criteri per l'elaborazione del curricolo, dove si afferma che un ulteriore elemento di prescrittività riguarda le discipline e le attività obbligatorie .
Deve essere chiaro, da subito, che la Tecnologia e l'informatica devono far parte della cultura tecnologica in tutti gli ordini di scuola. Non solo, ma la cattedra di tecnologia deve essere ristrutturata con due ore di tecnologia (il sapere) 1 ora di laboratorio (il saper fare) 1 ora di informatica applicata. Il tutto staccato da matematica e scienze per tutta una serie di motivazioni che indicheremo ampiamente più avanti.
L'asse tecnologico non può (e non deve ) essere barattato con quello matematico scientifico. Certamente tutto il sapere è interconnesso. Ma la sua organizzazione non è mai data una volta per tutte. Evolve la tecnologia, evolvono le scienze, evolvono un po' tutti i settori che stanno alla base dei saperi scolastici. Pertanto è più corretto organizzare le discipline per assi culturali. Saranno poi le indicazioni del centro, i curricoli della periferia e i POF delle singole scuole che dovranno preoccuparsi di organizzare i vari momenti formativi della giornata scolastica degli allievi.
L'organizzazione per assi culturali non inficia l'auspicata ed auspicabile unità del sapere. Anzi la rafforza; indica come da un asse si possa passare ad un altro con tutta una serie di ponti e di collegamenti non artificiosi. Una scuola insomma interdisciplinare ( o ancora quella disciplinare o pluridisciplinare con quel che segue .), Tra le discipline appunto. Zig - zagare nei vari linguaggi, metodi, strumenti . un sogno? No una scuola seria ed impegnata a fornire a tutti ed a ciascuno - attraverso e con le discipline - autonomia, operare per soluzione di problemi, utilizzare il metodo scientifico, cogliere l'essenziale, andare al cuore del problema.
La scuola primaria nei primi anni, non può e non deve essere organizzata solo in tre grandi ambiti: linguistico -espressivo/antropologico/matematico-scientifico. C'è un'evidente zoppia: manca l'ambito tecnologico - informatico. Perché? Se poi dagli ambiti si passa alle discipline e in esse si trova la tecnologia e l'informatica ? Come mai questa discrepanza? Come faranno gli allievi, consapevolmente, ad indagare una disciplina, con i suoi linguaggi, i suoi metodi, i suoi strumenti, i suoi paradigmi vedendosela apparire davanti tout court , come d'incanto, all'improvviso? Pensiamo che si possa rimediare.
In merito agli ultimi tre punti del primo documento ( promuovere le competenze essenziali; orientamenti per l'azione didattica e crescere in una comunità d'apprendimento ) esprimiamo la nostra piena condivisione. 2. CULTURA, SCUOLA, PERSONA
L'Aniat condivide l'impostazione di fondo. Certo in qualche paragrafo c'è dissenso, in altri accettazione parziale, in altri ancora, pieno consenso. Il voler correggere,integrare,modificare le attuali Indicazioni, rivolgendosi al modo della scuola, al mondo della cultura, al mondo associazionistico, al mondo sindacale è una buona partenza. Per decidere bisogna coinvolgere ascoltare, raccogliere opinioni, comprendere, confrontare, ricercare una sintesi rappresentativa dei vari soggetti coinvolti.
La scuola nel nuovo scenario
Ovviamente non si tratta di una descrizione esaustiva. È una descrizione per accenni più che per analisi circostanziate. In ogni caso si comprende bene dove si vuole andare a parare. Non è facile sintetizzare uno scenario nuovo ed in esso collocarvi la scuola con le sue specificità, le sue peculiarità. Cambia la società. Cambiano i rapporti tra gli uomini, si disegnano nuovi paesaggi. Cambiano le forme del lavoro, fanno irruzione le nuove tecnologie, eppure la scuola è lì - come quercia possente , sottoposta ad ogni intemperie - a dire la sua. Si può piegare, qualche ramo andare a ramengo, ma la scuola è sempre al suo posto con i suoi problemi, i suoi allievi, i docenti e i non docenti, i dirigenti e le famiglie. Non può, la scuola, non prendere atto dei cambiamenti, ma al contempo, non può nemmeno essere canna al vento . Ed allora quale scuola? Per quale società? Due punti di domanda ai quali, il paragrafo in questione, sembra dare più d'una accettabile risposta. Alla scuola , è vero, spetta il compito di fornire supporti (meglio strumenti, ed occasioni formative) adeguati affinché ogni persona sviluppi un'identità consapevole e aperta . formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo culturale . attraverso . percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali.
Lo scenario proposto si caratterizza per una scuola che offra agli studenti:
Occasioni di apprendimento dei saperi e dei linguaggi culturali di base. L'acquisizione di strumenti di pensiero necessari per apprendere e selezionare La possibilità di promuovere la loro capacità di elaborare metodi e categorie quale bussola per individuare itinerari personali. Lo sviluppo dell'autonomia di pensiero degli studenti Orientando la propria didattica alla costruzione di saperi a partire da concreti bisogni formativi.
Bene. Qualche osservazione, tuttavia, si rende necessaria: Quali saperi e linguaggi culturali di base? Chi, quando e come, si stabiliscono? Per apprendere e selezionare le informazioni come si procederà? Li velo di ambiti prima e di discipline poi? Un itinerario, si sa, è un percorso. Ed ogni percorso possiede proprie caratteristiche e tempi, fermate ed accelerazioni; rallentamenti e così via discorrendo. Creare negli studenti una bussola personale non è impresa facile o di poco conto. In quale misura gli ambiti e le discipline possono concorrervi? Sono pronti i docenti a questa altra rivoluzione copernicana della scuola? Concreti bisogni formativi. Esatto. Condividiamo. Una ulteriore precisazione però ci pare necessaria: una classe di 25 allievi non è una classe , ma 25 classi di allievi! Quindi come la mettiamo? Chi fa che cosa?
Centralità della persona
L'Aniat è d'accordo che si debba partire dalla persona presente nell'allievo e a lui occorre ritornare. La mia identità non è uguale alla tua. Il mio armamentario cognitivo non è uguale a quello di un altro. C'è diversità. Scoprire il valore della diversità farne un paradigma per tutti gli ordini (come si scriveva e si indicava tempo addietro) di scuola è fondamentale. Socializzare cioè accettare ed essere accettati. La classe intesa come gruppo coeso, la cooperazione fra gli allievi obiettivo di primo ordine. Star bene a scuola. Certo è necessario, deve essere possibile. Non bisogna mai e poi mai perdere un allievo perché in quella scuola, in quella particolare classe, in quell'altra delicata situazione, è stato costretto a dire basta. Ad ammazzarsi. Ad essere deriso. Ad essere costretto a subire vessazioni di vario genere! Mai più.
Per una nuova cittadinanza Sostiene il documento: " La scuola persegue una doppia linea formativa: verticale e orizzontale. La prima esprime l'esigenza di impostare una formazione che possa continuare lungo l'intero arco della vita; quella orizzontale indica la necessità di un'attenta collaborazione fra la scuola e gli attori extrascolastici con funzioni vario titolo educative: la famiglia in primo luogo . ".
Un'osservazione: non è stato considerato il punto d'intersezione fra le due linee formative. Una formazione per tutta la vita non è, non può essere, una linea indicante un percorso a sé stante. Di sicuro è una linea con determinate caratteristiche, ma quali sono le sue aperture, i link, i ponti, i collegamenti esaustivi con la linea orizzontale. Non sarebbe il caso, anche in questo passaggio, pensare ad una rete di linee di formazione ad andamento circolare e senza soluzione di continuità?
Per un nuovo umanesimo Elaborare una prospettiva per un nuovo umanesimo è decisamente un passaggio interessante. Il solo fatto che lo scenario proposto lo affronti è positivo. Le relazioni tra microcosmo personale e il macrocosmo dell'umanità (una sorta di Giano bifronte) ci piacciono. Sarebbe come dire dal particolare (il dato personale) al generale (il dato relativo all'umanità) in un procedimento, anche in questo caso a spirale. Innalzandosi sempre più di livello, ma facendo compenetrare il microcosmo individuale a quello dell'umanità. Il problema è posto correttamente. La scuola deve organizzarsi ed organizzare la propria azione educativa (ambiti prima e discipline in un secondo momento), la propria didattica, i propri spazi, le proprie esperienze in modo tale che dal particolare si vada al generale. Quindi, come si è sempre detto e scritto, gli ambiti e le discipline devono essere strumento ed occasione di formazione, chiavi, passpartout, per aprirsi verso ciò che unisce il sapere, il suo modo d'organizzarsi. Dalla frammentazione, all'unità. Che cosa c'è in comune negli ambiti e nelle discipline? In quale modo è possibile, facendo scuola giorno dopo giorno, organizzare gli ambiti stessi e le discipline in maniera tale da ricomporre i grandi oggetti della conoscenza - l'universo, il pianeta, la natura,la vita, l'umanità, la società, il corpo, la mente, la storia - in una prospettica complessa, volta cioè a superare la frammentazione? Notiamo, come spesso accade con una frequenza che ci insospettisce, ci indispettisce e non poco, manca la tecnologia fra i grandi oggetti della conoscenza. Forse l'estensore dello scenario da per scontata la collocazione della tecnologia fra i grandi oggetti della conoscenza. Ci dispiace. Non può essere dato per scontato. La tecnologia è punto nodale, scienza incrocio, di ogni conoscenza piccola o grande che sia! La sua assenza fa specie. Indica un nuovo umanesimo alla rovescia. Se il nuovo scenario proposto afferma che la scuola (quindi le nuove indicazioni) dovrà promuovere:
i saperi propri di un nuovo umanesimo che, secondo l'Aniat,deve intendersi nuovo umanesimo tecnologico: la capacità di cogliere gli aspetti essenziali dei problemi La capacità di comprendere le implicazioni . La capacità di valutare i limiti e le possibilità delle conoscenze La capacità di vivere e di agire in un mondo in continuo cambiamento
Se tutto ciò è davvero condivisibile, perché la tecnologia non entra nel grande settore delle conoscenze dalla porta principale? Perché c'è questa paura di inserirla laddove è il suo posto?
Questa osservazione ci torna utile soprattutto quando nello scenario si scrive:
". Tutti questi obiettivi possono essere realizzati sin dalle prime fasi della formazione. L'esperimento, la manipolazione, il gioco, la narrazione,le espressioni artistiche e musicali sono infatti altrettanti occasioni privilegiate per apprendere per via pratica quello che successivamente dovrà essere fatto oggetto di più elaborate conoscenze teoriche e sperimentali .".
Vuoi vedere che siamo alle solite? Che la tecnologia è solo esperimento, manipolazione, gioco? Cioè un accorgimento per facilitare l'apprendimento? Non ci siamo. La tecnologia è anche esperimento, manipolazione, progettazione, realizzazione, ma soprattutto è espressione grande della conoscenza.
Certo non è dato sapere chi di preciso, nella lunga notte dei tempi, prese una selce la battè su di un'altra e la foggiò, l'affilò, la sagomò, ne fece un utensile o un'arma o chissà che cosa aveva in mente quel nostro antenato. Resta il fatto che era stato progettato e realizzato un oggetto che prima non c'era. E che cosa sarebbe l'umanità oggi se la tecnologia non avesse cambiato (in bene o in male questo è un altro problema) la vita dell'uomo in ogni suo aspetto e settore? L'insistenza, anche fra persone colte, attente, con in mano osservatori privilegiati, con la quale cancellano, di fatto, la tecnologia è un atto culturale scorretto dalle fondamenta: ab imis ! ELEMENTI CONSIDERATI IRRINUNCIABILI
Accorpamento e denominazione
La legge 53/2003, è noto a tutti, pur avendo introdotto (nominalmente )" Tecnologia e Informatica " nella scuola primaria, ha di fatto smantellato a livello di scuola secondaria di I grado l'asse tecnologico e la relativa operatività, accorpando tout court Tecnologia a Scienze ( che già insieme alla matematica ha i suoi problemi) , attribuendo alla Tecnologia una sola ora di lezione, riportate a due con DLgs 17 ottobre 2005 dall'anno 2006-2007, tralasciando l'Informatica a sé stante come materia trasversale di tutti e di nessuno, pretendendo, però, una sua valutazione da parte del docente di tecnologia al termine di ciascun quadrimestre. Sottolineando la non condivisione dell'accorpamento e dell'abolizione della dicitura "Educazione" che ben chiariva il concetto di questa disciplina (e delle altre) per la quale se ne propone il ripristino - la proposta Aniat va in questa direzione - , nella scelte morattiane l'Aniat ravvisa subito due errori che chiarisce di seguito.
Due spazi disciplinari
a) Scienze e Tecnologia un errore e molta confusione: I due spazi disciplinari, entrambi molto complessi e variamente articolati, hanno senza dubbio punti in comune, ma nulla di più. Solo una superficiale, affrettata, qualunquistica visione della scuola può immaginare un accorpamento simultaneo, non mediato, confrontato, ragionato, revisionato di entrambe le specificità . Le Scienze hanno un proprium che è basato sul dubbio e di conseguenza sul processo di ricerca della veridicità di fenomeni e principi come strumento essenziale che caratterizza tale ambito disciplinare. La Tecnologia , ruota attorno alla ricerca dell'affidabilità e della certezza. Si occupa di ciò che non esiste e deve essere pensato, progettato, realizzato, verificato. Le Scienze hanno la natura quale ambito su cui organizzare i contenuti, i linguaggi, l'ermeneutica, la metodologia ed i relativi metodi di lavoro. La Tecnologia ha come campo di applicazione il mondo del costruito, cioè il mondo degli artefatti, di ciò che prima non c'era ed oggi c'è sul quale organizzare i contenuti, i linguaggi, la propria ermeneutica, la metodologia ed i propri metodi di lavoro. I due ambiti disciplinari hanno propri saperi essenziali , specifici mediatori linguistici , differenti approcci sia di logica formale e congegni investigativi , sia di nessi logici trasversali e relativi nuclei fondanti . Tutto ciò equivale a dire che Scienze e Tecnologia hanno diverse competenze elementari, metodologiche ed euristiche. In breve: le Scienze si occupano di ricercare le leggi che spiegano la struttura ed il funzionamento dei fenomeni naturali e le relazioni esistenti tra il mondo fisico, biologico e comunità vivente. La Tecnologia , invece, studia e ricerca processi produttivi, trasformativi, comunicativi; mezzi, metodi e principi tecnico - tecnologici, allo scopo di dare, fermo restando il rispetto ecologico- ambientale, adeguate risposte ai bisogni dell'uomo.
b) Tecnologia e Informatica una buona partenza stroncata sul nascere: L'Educazione alla Tecnologia e all'uso dei mezzi informatici e di comunicazione sono da sempre (o almeno dalla revisione dei programmi del 1978) patrimonio dell'asse disciplinare dell'ex Educazione Tecnica. L'Aniat perciò ha approvato l'iniziale proposta di una disciplina: tecnologia e informatica che l'attuale riforma aveva messo in opera per diversi motivi fra le quali quella che l'informatica applicata fa parte della tecnologia o, che dir si voglia, delle nuove tecnologie. Si è rimasti sconcertati e frastornati poi della sua approvazione soltanto nel ciclo della primaria e della sua totale scomparsa nella secondaria di primo grado, in barba ad ogni discorso di continuità didattica. Forse si pensava che i ragazzini della quinta elementare fossero già in grado di acquisire la patente europea? Attualmente l' Informatica nella scuola secondaria di I grado è di tutti e di nessuno, ciascuno la usa a modo proprio e nessuno, se non a livello di volontariato, se ne fa un carico ufficiale a livello metodologico- didattico. Se l'informatica è trasversale a tutte le discipline,lo è solo dal punto di vista del suo utilizzo;infatti, tutte le discipline devono calibrare le proprie metodologie attraverso l'uso di strumenti informatici; ciò non toglie però che occorra un insegnamento dell'informatica applicata, specifica che si occupi da una parte della conoscenza del mezzo tecnologico, e delle sue potenzialità e dall'altra del suo corretto uso, verificandone e valutandone i risultati di apprendimento. L'informatica applicata deve rientrare, senza specificazioni particolari, nel campo della tecnologia, del resto la locuzione usata è " nuove tecnologie" e non " nuove scienze".
Pertanto nell'imprescindibile necessità che le ore settimanali di lezione per i ragazzi vengano riportate a 30 e ripristinato il tempo prolungato, occorre:
Una area tecnologica così strutturata: Due ore di Educazione Tecnologica (Il sapere) Un'ora di laboratorio (Il saper fare: progetti realizzazione, analisi, manipolazione, sperimentazione. Imparare facendo) Un'ora di informatica applicata Mantenimento dell'attuale classe di concorso A033 con la nuova dicitura, appunto, Tecnologia ed Elementi di Informatica applicata. Mantenimento degli attuali titoli di studio per l'accesso all'insegnamento delle discipline Tecnologia ed Informatica applicata. Revis io ne delle Indic a z io ni N a z io n a li a nche per l a p a rte che rigu a rd a l a Tecnologi a e gli elementi di Inform a tica applicata Stesura di un curricolo verticale di Tecnologia ed elementi di Informatica applicata dalla scuola primaria alla secondaria di II grado, almeno nel biennio comune.
1) La ricostituzione dell'area tecnologica al fine di permettere, attraverso l'operatività specifica della tecnologia, del laboratorio e dell'informatica, i vari processi di apprendimento cognitivi e metodologici delle allieve e degli allievi nonché per contrastare per tale via, il doloroso fenomeno dell'abbandono e, di conseguenza, della dispersione scolastica anche a livello di scuola secondaria di I grado. Lo studio della tecnologia , i saperi e le abilità che l'accompagnano richiede che il suo percorso si snodi autonomamente dalle scienze e porti l'allievo a scoprire il mondo degli artefatti e del costruito e affrontare come la loro produzione risponda al soddisfacimento di bisogni qualitativi dell'uomo; il raggiungimento di questi obbiettivi è possibile solo se la tecnologia si concretizza in una serie di azioni che coinvolgano direttamente la persona umana: Leggere e interpretare la complessità della realtà con approccio tecnologico, avendo attenzione per "il costruito" e i processi che conducono alla produzione e alla gestione degli artefatti in un qu a dro di interpret a z io ne e v a lut a z io ne soc io a mbie nt a le : V a lore estetico, funz io n a le, economico, ergonomico, ecologico, etico degli a rtef a tti stessi. Interagire, ossia relazionarsi anche praticamente con l'artefatto attraverso la visualizzazione, la comprensione dei segni, la decodificazione del messaggio, con particolare attenzione ai linguaggi plastici, ossia alle espressioni tecnologiche che strutturano e occupano lo spazio. Produrre e organizzare , ovvero costituire il passaggio dall'idea astratta alla concretizzazione di un prodotto dalle fasi di progettazione e realizzazione a quelle di distribuzione, compresa l'attenzione alle dinamiche di trasporto che il processo richiede. Comunicare , cioè esplicitare in modo chiaro e rigoroso il processo operativo per renderlo riproducibile, facendo ricorso ai linguaggi tipici della tecnologia che sono quelli grafici, plastici, procedurali, diagrammatici, informatici. Sostenere l'etica della tecnologia che si esprime nelle fasi di controllo, della verifica dell'impatto ambientale, del collaudo e della gestione della manutenzione e più rigorosamente della sostenibilità : progettare e produrre nella sostenibilità significa domandarsi quanto la trasformazione tecnologica sia in grado di dialogare con la struttura profonda e complessa degli ecosistemi naturali e del sistema sociale ( Interrelazione tra Uomo- Oggetto-Ambiente e Tecnica-Natura) Promuovere l'estetica della tecnologia in quanto gli artefatti e i luoghi del costruito non si riducono a sole funzioni performative, ma innalzano questioni di comfort, partecipazione all'evoluzione del gusto, alla costruzione di nuovi linguaggi, alla celebrazione di nuovi riti e nuovi miti . E' la specie umana che inventa il suo modo di essere e stare al mondo ( Interrelazione tra forma- materiale- funzione) Ora una disciplina così ricca, articolata e complessa che può offrire mille spunti didattici per la formazione e l'orientamento degli alunni sul piano del " sapere", sul piano del " fare", per imparare ad "essere" non può continuare a subire la mortificazione cui è stata sottoposta dal decreto 59/2004, sia sul piano dei contenuti, sia, soprattutto, dal numero delle ore attribuite, sia, infine, dalla sua collocazione all'interno delle scienze; ciò significa vanificare tutto quanto fatto finora per combattere quello che viene definito in più sedi anche prestigiose " il diffuso analfabetismo tecnologico che caratterizza la nostra società paradossalmente immersa in una tecnologia sempre più esasperata e non sempre in sintonia con l'uomo e con l'ambiente, ma che merita di occupare un suo spazio autonomo nel piano di studi senza aggregazioni improvvisate ed avventuristiche.
2) Mantenimento dell'attuale classe di concorso A033 con la nuova dicitura, appunto, Tecnologia ed Elementi di Informatica applicata La ex classe 33/A, deve comprendere tutto l'insegnamento tecnologico e l'informatica, sia per la positiva esperienza dei laboratori e della sperimentazione maturata complessivamente nella ex scuola media e dagli insegnanti di educazione tecnica , sia per l'esigenza di imprimere, a partire dalla scuola del I ciclo, una forte accelerazione al processo di alfabetizzazione informatica dei ragazzi. Pertanto l'Aniat propone di attribuire alla classe 33/A la denominazione "Tecnologia ed Elementi di Informatica applicata" e di riconoscere l'equipollenza per tale insegnamento con la classe di concorso "Educazione Tecnica". L'Aniat sottolinea, altresì, che quanto proposto tende anche a dare una concreta risposta alla necessità di consentire un proficuo orientamento degli allievi in funzione del secondo ciclo, che non può non passare anche attraverso l'attività disciplinare, e un continuum con la scuola primaria.
3) Mantenimento degli attuali titoli di studio per l'accesso all'insegnamento delle discipline Tecnologia ed Informatica applicata. I titoli di stud io a ttu a lmente previsti d a ll a cl a sse di concorso A033, tr a cui Ingegneri a , Architettur a , Scienze n a utiche, Scienze Forest a li, Scienze Agr a rie, ecc. costituiscono delle g a r a nzie a i fini dell' a ttu a le insegn a mento, co mpr ensivo dell'inform a tica applicata, pur se i loro pi a ni di stud io universit a ri tr a scur a no volut a mente a lcuni settori delle tecnolog ie di produz io ne, tr a sform a z io ne, conserv a z io ne e comunic a z io ne o present a no delle disomogeneità e/o c a renze, insufficienze, le l a cune possono essere colm a te per gli insegn a nti in serviz io , a ttr a verso corsi di riconvers io ne/form a z io ne a dist a nz a e in presenza e per i futuri docenti, con interventi mir a ti nel percorso di stud io universit a r io . N a tur a lmente questi interventi sull'Università sono d a ritenersi i mpr escindibili a l fine a nche di f a re a cquisire a l docente un a profess io n a lità t a le d a poterl a spendere nell a scuol a in tutto il curricolo vertic a le rel a tivo a ll a cultur a tecnolog ic a L'Ani a t ritiene inf a tti che un a " Educ a z io ne a ll a Tecnologia " nel senso indic a to s a rebbe indispens a bile a nche nel primo bienn io di tutti gli ordini di scuol a second a ri a di II gr a do, sopr a ttutto per chi proseguirà gli studi in c a mpi non strett a mente tecnolog ici. Tr a l' a ltro, per il futuro potrebbe essere previst a un'eventu a le unific a z io ne delle v a rie cl a ssi di concorso dell' a re a tecnolog ic a a l fine di rendere spendibile questo titolo d a un gr a do a ll' a ltro di scuola permettendo a l docente di a cquisire, nel suo p a ss a gg io esperienzi a le d a l b a mbino, al fanciullo, al preadolescente, a ll' a dolescente, un a m a gg io re cons a p evolezz a curricol a re ed un a migl io re v a lorizz a z io ne dell a propri a profess io n a lità.
4. Revis io ne delle Indic a z io ni N a z io n a li a nche per l a p a rte che rigu a rd a l a Tecnologi a e gli elementi di Inform a tic a applicata in modo d a migl io r a re non solo l a corrispondenz a tr a obiettivi di conoscenz a e a bilità tuttor a c a rente, m a tutt a l'impost a z io ne did a ttico-metodologico-ped a gogic a , dell a disciplin a che richiede, inoltre, a breve termine, la cancellazione della definizione di " principi di economi a domestic a " che riport a no l a scuol a a ll'indietro di a lmeno 80 a nni e lont a n a d a quell a stess a di tecnolog i a con cui viene definit a l a disciplina. L'Aniat è in grado di present a re ogni tipo di document a z io ne necess a ri a per megl io illustr a re, in m a nier a a degu a t a ed a p profondit a , il senso, ed in che senso , l a ricerc a compiut a in a mbito ANIAT sull' a sse tecnolog ico si è svilupp a t a a p a rtire d a ll a fine degli a nni Sess a nt a per a rriv a re a i g io rni nostri e si rende disponibile con proposte curricol a ri, più o meno dettagliate a seconda delle esigenze, e con propri esperti.
5 . Stesura di un curricolo verticale di Tecnologia ed elementi di Informatica applicata dalla scuola primaria alla secondaria di II grado, almeno nel biennio comune. Ciò detto, emerge la necessità della strutturazione di un curricolo di tecnologia ed elementi di informatica strutturato verticalmente dalla scuola primaria alla secondaria di II grado per fare acquisire allo studente il possesso di un ampio, organico ed approfondito bagaglio culturale tecnologico - informatico che gli consenta di affrontare in modo cosciente e diretto le decisioni pratiche e le scelte etiche che l'interazione tra tecnologia, vita personale e società impongono ad ogni cittadino. I concetti fondamentali , i metodi , i procediment i, gli strument i, i linguaggi della tecnologia sono una componente culturale necessariamente utilizzata nell'organizzazione del mondo del lavoro, dei processi produttivi e delle professioni. La prospettiva pedagogico - didattica è dunque quella di proporsi non tanto di trasmettere uno stock di conoscenze tecniche e tecnologiche, più o meno ben formulate e definite, quanto di fornire strumenti cognitivi per leggere e governare l'esperienza . In questa ottica la Tecnologia contribuirà, con la propria specificità culturale, a realizzare il Profilo educativo , culturale e professionale , mirando a trasformare gradualmente le conoscenze (il sapere tecnologico) e le abilità operative (il fare tecnico) acquisite, in reali c ompetenze tecnologiche personali di ciascun allievo lungo tutto il suo percorso scolastico.
CAMBIAMENTI DA APPORTARE ALLE ATTUALI INDICAZIONI Educazione Tecnologica e Informatica ApplicataOsservazioni di carattere generale Innanzi tutto ci pare di dover segnalare come già la semplice impostazione delle tabelle rischi di trarre in inganno i docenti che ne prendono visione. Queste, infatti, sono composte da due colonne nelle quali sono inseriti rispettivamente gli obiettivi in termini di conoscenza e quelli in termini di abilità. Il problema sta nel fatto che fra le une le altre non esiste alcuna corrispondenza, cosa che invece dovrebbe essere. Un attento inserimento delle conoscenze da una parte e delle abilità corrispondenti dall'altra consente un'interpretazione più chiara e univoca. Una seconda osservazione si riferisce al fatto che alcuni contenuti anche significativi sono inseriti soltanto come esplicazione di abilità e non come conoscenze.
Su un piano più specifico si rileva che: alcune conoscenze, che sicuramente sono da considerarsi come fondamentali, come, ad esempio, quelle del reperimento delle risorse materiali , non compaiono per nulla. Forse ciò è dovuto al fatto che queste tematiche sono presenti fra gli obiettivi della scuola primaria, ma, a parere dell'Aniat, questo fatto rappresenta in ogni caso una carenza, in quanto alla scuola primaria medesima, già impegnata in mille altre direzioni, non sarà possibile richiedere più di qualche piccolo assaggio sui temi tecnologici tradizionali, mentre probabilmente si potranno avere risultati più sicuri in campo informatico; è un stato un errore inserire fra le conoscenze del primo biennio i " principi di economia domestica" . E' sbagliato, sia a livello di denominazione, sia a livello psicologico. Non si può riproporre un nome abbandonato con la riforma 1859/62 senza sentirsi dire che si vuole tornare alla preistoria. Riprendendo un concetto già espresso con le osservazioni generali, solo colui che non sa nulla dell'evoluzione della tecnologia e degli insegnanti, può compiere un errore simile. Una vera provocazione a cui i docenti hanno reagito. Il secondo errore è di contenuto in quanto molte delle tecnologie riferite all'economia domestica, come può essere l'alimentazione con tanto di esperienze pratiche, e la lavorazione di materiali tessili sono già comprese in una visione generale della tecnologia legata alla vita quotidiana. C'è poi un ulteriore errore di carattere politico, in quanto si ripropone una superata visione della donna intesa sempre e comunque come casalinga; continuando ad esaminare le conoscenze del primo biennio, si nota che un tema specifico quale " le differenze tra industria e artigianato" può essere considerato come un aspetto particolarissimo di un tema generale come " i settori dell'economia " e come tale dovrebbe essere indicato; le conoscenze relative alla terza classe sono tutte riferite alla grande tematica dell'energia. Si tratta di una tematica di grande rilevanza e, in genere, frequentemente trattato da parte degli insegnanti, ma ci sembra che limitare a questo esclusivo tema tutto il terzo anno sia fuori luogo; l'" Identificazione di alcuni materiali ( legno, plastica, metalli, vetro.)", è peculiare alla Tecnologia, che non alle scienze; analogamente dicasi per le proprietà degli stessi materiali. "Le regole di sicurezza nell'uso dell' energia termica ed elettrica " sembrano più appropriate inserirle nel curricolo della Tecnologia che non in quello delle scienze. sul piano delle conoscenze informatiche sembra del tutto improbabile " l'introduzione ad un semplice linguaggio di programmazione" . Ciò per due motivi. Prima di tutto, l'esigenza attuale è soprattutto quelle di promuovere un uso generalizzato del computer per svolgere compiti del tutto normali utilizzando i comuni programmi applicativi. In secondo luogo non si capisce a quale linguaggio ci si riferisca. Quando si lavorava con il sistema operativo MSDOS c'èra la possibilità di programmare con il Basic, ma oggi con i moderni PC manca anche questa possibilità; sul piano delle abilità riferite ad altrettante attività da svolgere ci fanno trasalire esattamente come abbiamo riferito precedentemente in merito all'economia domestica. Ci riferiamo alle esperienze di " cucitura e ricamo" nel primo biennio e "bricolage e modellismo" nella terza classe. Si tratta di attività su cui si è discusso per anni nel passato in quanto sempre associate ad attività di tipo meramente manuale. Tali indicazioni sono pertanto pericolose perché potrebbero convincere una parte di insegnanti a dedicarsi unicamente ad attività ludiche fine a loro stesse. Non esiste alcun riferimento per: Il " disegno geometrico e i sistemi di rappresentazione" la " progettazione e realizzazione di modelli", così come il ripetersi del concetto di analisi riferito sia agli " oggetti , gli utensili, gli strumenti " sia ai " processi di produzione" , alle " macchine". L'esercizio dell'analisi, intesa come operazione mentale, è infatti altamente formativa indipendentemente da quello che è oggetto di analisi. E saper analizzare la realtà tecnologica in ogni suo aspetto, per arrivare a comprenderla, rappresenta il primo degli obiettivi che ci si deve prefiggere la tecnologia. Si riporta l'ipotesi di un curricolo che si rifà alla Commissione De Mauro
I fondamenti culturali Fondamenti culturaliI fondamenti culturali dell'educazione tecnologica che si possono sintetizzare con le conoscenze e le abilità legate all'agire creativo e produttivo dell'uomo, volto a migliorare le proprie condizioni di vita quali i sistemi di sfruttamento compatibile e utilizzazione delle risorse naturali materiali ed energetiche. Si deve quindi fare riferimento ai concetti di: materia, energia, produzione, riciclaggio, informazione e comunicazione, organizzazione ed economia. Tali punti fermi costituiscono altrettanti sistemi che sono alla base della complessità della educazione tecnologica:
Finalità della disciplinaLa cultura tecnologica si propone di far acquisire alle ragazze e ai ragazzi strumenti operativi e concettuali che permettano loro di interagire con il mondo, materiale e virtuale, costruito dall'uomo in modo da sviluppare competenze reticolari, riferite a diversi tipi di conoscenza, e imparare a utilizzare le strutture, le procedure e i linguaggi tipici di tali saperi. La proiezione dell'azione formativa verso la dimensione del fare e del progettare richiede forme e metodologie dell'apprendere proprie di contesti esterni alla scuola con ricadute positive sull'orientamento. Gli alunni devono essere aiutati a comprendere come i prodotti della tecnologia costituiscano potenti strumenti di estensione delle prestazioni umane, ma che ogni scelta di utilizzo e di sviluppo dipende i valori di una società a determinare delle tecnologie stesse. Nel definire come la realtà tecnologica e i saperi che l'accompagnano devono essere presenti nel percorso scolastico, si può affermare che il loro studio richiede sia momenti di insegnamento specifico sia momenti di attività varie di laboratorio. Lo studio della tecnologia deve riguardare sia la tecnologia della produzione e trasformazione, sia la tecnologia dell'informazione e comunicazione in modo da assicurare agli allievi il raggiungimento di quelle competenze che la società contemporanea considera indispensabili. Pertanto, la presenza nel curricolo verticale 5 -18 anni di attività e insegnamenti connessi alla cultura tecnologica ha lo scopo di: rendere consapevoli i giovani su come si struttura una parte importante della società in cui vivono, società che sempre più diffusamente sviluppa i suoi processi in stretta correlazione con sistemi produttivi nei quali si pongono in essere "oggetti" artificiali sia reali che virtuali; far acquisire saperi relativi al mondo degli artefatti che sono oggi diventati fondamentali nei processi cognitivi relativi a una consistente parte della esperienza giovanile; dotare i giovani di competenze indispensabili per potersi efficacemente inserire nella società come cittadini e lavoratori; inquadrare storicamente la tecnica sia nei rapporti con la scienza che con lo sviluppo economico.
Suggerimenti metodologici Lo sviluppo del pensiero tecnologico deve prendere l'avvio fin dai primi anni della scuola di base e proseguire secondo una progressione che potrebbe così articolarsi: iniziare da semplici attività (quali lo smontaggio e il montaggio di oggetti di uso comune a scopo interrogativo e conoscitivo) per cominciare a cogliere il legame funzione-struttura, sviluppare l'osservazione, l'analisi, la ricerca e la rappresentazione grafica per imparare a organizzare il sapere anche con il ricorso a strumenti (grafi, tabelle, mappe ecc.) e modelli logici (formule, regole, algoritmi, strutture di dati ecc.), utilizzare l'analisi tecnica che, attraverso le azioni di ricerca sulla natura delle componenti di un oggetto/processo (strutturale, comportamentale, funzionale), sulle procedure e sul controllo, permette all'alunno di selezionare le conoscenze secondo ottiche differenti, promuovere la progettualità che, passando da una situazione problematica alla ricerca di soluzioni e alla loro realizzazione (fisica, grafica, virtuale), consente di potenziare le capacità operative e di verifica/revisione, Tutta l'attività formativa e didattica dovrà accertare e valorizzare le capacità possedute dal bambino e dal ragazzo, derivanti dalla sua spontanea curiosità e dal contesto in cui vive, oggi sempre più caratterizzato da stimoli con forti componenti tecnologiche. Un aiuto, in questo senso, potrà essere assicurato dalla ricerca di un dinamico equilibrio fra operatività e concettualizzazione che si svilupperà adeguandosi all'età degli allievi.
Attività didattiche
Educazione tecnologica Manipolazione percettiva e sensoriale di semplici materiali o oggetti rapportandoli alle loro funzioni d'uso; utilizzo di oggetti per memorizzarne e descriverne gli elementi significativi nella forma e nella funzionalità; analisi tecnica attraverso montaggio e smontaggio di semplici oggetti (reali o virtuali) per rilevarne le caratteristiche strutturali e funzionali; organizzazione e realizzazione di prove e saggi su materiali/oggetti per rilevarne caratteristiche e verificare principi di funzionamento; messa a punto e collaudo di semplici apparecchiature; controllo degli effetti positivi e negativi provocati dall'uso di prodotti tecnologici; rappresentazione grafica di oggetti e processi, sia con strumenti tradizionali, sia con strumenti informatici; progettazione e realizzazione pratica di oggetti ; partecipazione diretta ad azioni sul campo e ad iniziative esterne, meglio se socialmente utili e legate all'ambiente; programmazione e attuazione di visite guidate;
Informatica applicata ricerca, raccolta e selezione di informazioni con l'uso di strumenti informatici e telematici; organizzazione, rappresentazione, memorizzazione ed elaborazione di informazioni in forma digitale; riconoscimento e descrizione delle componenti e delle funzioni di un esecutore automatico; utilizzo di diverse forme di presentazione delle informazioni; impiego di strumenti informatici per presentare elaborati, documenti e prodotti; uso di forme elementari di comunicazione interattiva con supporti telematici.
Sviluppo curricolare del percorso scolasticoIl curricolo verticale, caratterizzato dallo studio delle tecnologie connesso all'approccio esperenziale e laboratoriale, potrebbe essere così sviluppato: scuola dell'infanzia : attività interna ai campi di esperienza, soprattutto per le manipolazioni e l'uso di materiali, così come sono indicati negli attuali orientamenti, per quanto attiene la scuola dell'infanzia; primo triennio della scuola primaria (monoennio + biennio): attività modulare integrata nei diversi ambiti disciplinari; secondo biennio della scuola primaria : insegnamento disciplinare con moduli organicamente inseriti nell'impianto del percorso curricolare collegialmente definito; scuola secondaria di primo grado: insegnamento disciplinare con moduli organicamente inseriti nel percorso curricolare definito nel consiglio di classe; primo biennio del ciclo secondario: insegnamento disciplinare, comune a tutti gli indirizzi, riferito alle Tecnologie dell'informazione e della comunicazione, per l'intero percorso scolastico : attenzione particolare al mondo dell'artificiale e ai suoi effetti sull'ambiente naturale e sociale da sviluppare all'interno degli altri grandi temi con i quali formare il cittadino di domani.
Profilo d'uscita relativo alle competenze degli alunni Obiettivi specifici La definizione degli obiettivi specifici di apprendimento parte dalla individuazione di alcune macro - competenze ricorrenti in tutte le fasi del percorso scolastico per giungere a generare competenze diversificate a seconda del progresso verticale del curricolo. Tali competenze culturali che la tecnologia si propone di fare acquisire e sviluppare su vari livelli adeguati alle diverse età degli alunni si identificano in:
Competenze trasversali comuni a tutte le discipline
Lo studio della tecnologia sviluppa formazione non solo specialistica, ma a più ampio spettro perché incide sulla struttura cognitiva e comportamentale del giovane. Ciò fa sì che questo insegnamento possa, alla pari di altri, concorrere a far acquisire primarie competenze trasversali che, in particolare, attengono al saper: attivare processi di analisi e di sintesi correlare dati formulare e verificare ipotesi commisurare i mezzi ai fini valutare prodotti e processi in base a indicatori predefiniti organizzare azioni rispetto a un obiettivo dato costruire e rappresentare modelli logici e analogici progettare, organizzare e realizzare un oggetto/processo reale o virtuale raccogliere, elaborare, organizzare informazioni comunicare i risultati delle elaborazioni
L'Aniat può produrre in qualsiasi momento, sempre a richiesta della Commissione, la scansione relativa alle conoscenze ( sapere )e abilità( saper fare ) per essere ( competenze ) di Tecnologia e Informatica applicata relative al primo ciclo. AZIONI DA ATTIVARE IN SOSTEGNO ALLE INNOVAZIONI PROPOSTE
Riv a lut a z io ne dell a profess io n a lità docente e l a form a z io ne in serviz io a ttr a verso l'uso delle nuove tecnolog ie, utilizz a ndo l'esperienz a qu a r a ntenn a le dell'ANIAT e di quell a m a tur a ta, qu a le Agenzi a qu a lific a t a a ll' a gg io rn a mento con M.P.I., INDIRE, RAI, Un io ne Industri a le, ecc. Se, fino a ieri, la professionalità degli insegnanti si sviluppava lungo due assi principali: le conoscenze disciplinari; la capacità di progettare, organizzare, gestire processi di apprendimento tesi a garantire la crescita culturale dei propri allievi; oggi è necessario prevedere un terzo asse centrato sull'uso delle tecnologie. E' altresì opportuno tenere presente che tali tecnologie si presentano all'insegnante con una valenza triplice, vale a dire come: strumenti di supporto all'organizzazione e alla gestione della sua attività professionale, strumenti c io è che possono a iut a rlo a rendere più effic a ce l' a ttività svolt a a l di fuori dell a cl a sse; strumenti a supporto della sua attività culturale in quanto la rete Internet offre: la possibilità di reperire materiali utili alla didattica delle discipline, la possibilità di comunicare/collaborare in maniera proficua con colleghi ed esperti lontani, la possibilità di partecipare a dibattiti e seminari su temi di interesse senza la necessità di spostarsi dalla scuola o dalla abitazione; strumenti in grado di migliorare e facilitare il processo di apprendimento della disciplina da parte dei suoi allievi. L a definiz io ne di percorsi di form a z io ne per insegn a nti sulle nuove tecnolog ie deve tenere conto di questi elementi di contesto e non può quindi ridursi a ll a semplice a cquisiz io ne di competenze di n a tur a tecnic a . Al contr a r io , il punto foc a le deve essere costituito d a ll'intrecc io tr a tecnolog i a e did a ttic a , tecnolog i a e processi di apprendimento.
Livelli di competenz a Quanto delineato porta a individuare, come necessari all'interno delle istituzioni scolastiche, tre livelli di competenze relativi alle TIC: Competenze di base sull'uso del computer opportunamente coadiuvate da conoscenze tese a supportare l'integrazione delle tecnologie nell'attività didattica ed extradidattica. Tale livello dovrebbe essere posseduto da tutti gli insegnanti. Conoscenze/Competenze avanzate circa l'intreccio tra didattica e tecnologie, relative cioè alle risorse didattiche presenti in rete, all'impatto delle TIC sulle discipline, sui processi di apprendimento, sui processi di collaborazione e apprendimento in rete, sui processi di valutazione dell'apprendimento e dell'insegnamento. Non vanno trascurate infine le conoscenze delle nuove possibilità di integrazione dei disabili offerte dal diffondersi delle TIC. Competenze informatiche avanzate tese a garantire, all'interno di ogni singola istituzione scolastica, una adeguata capacità di progettazione, sviluppo, utilizzo proficuo e governo dell a infr a struttur a tecnolog ic a
Formazione in servizio ex docenti di Educazione Tecnica In p a rticol a re l a form a z io ne in serviz io degli a ttu a li docenti di Tecnologia e dell a ex Educ a z io ne Tecnic a dovrà tenere conto dei titoli di studio. Detti titoli, come già sottoline a to, pur costituendo un a g a r a nzi a per l'insegn a mento di tecnolog i a ed elementi di inform a tic a , denot a no un a a ccentu a t a eterogeneità che dovrà indurre il Ministero a prevedere un a gg io rn a mento mirato, organico, sistematico da struttur a si nel migliore dei modi utilizzando anche l'esperienza delle associazioni disciplinari qualificate e riconosciute. Senza tralasciare le esperienze e le attività di studio, ricerca e formazione maturate in questi ultimi anni con il Ministero stesso, l'Indire, la Rai e la Confindustria, Museo di scienze e tecnologia, ecc. Si allega il piano ITI (Insegnare Tecnologia e Informatica)
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