Sul "Documento del M.P.I.: Cultura Scuola Persona" Il Documento del MPI "CULTURA SCUOLA PERSONA" costituisce il primo documento ministeriale del percorso che ha come obiettivo l'emanazione di Indicazioni per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo di istruzione (da 3 a 13 anni). Riteniamo che l'attuale contesto culturale e normativo esiga di orientarsi verso un progetto unitario di scuola, obbligatoria, decennale (fino ai 16 anni), precondizione di un progetto che giunga fino alla fine dell'istruzione secondaria di secondo grado, interconnessa in un percorso di continuità con il triennio, non obbligatorio, della scuola dell'Infanzia, ma la cui generalizzazione è sancita per via legislativa. Una visione laica della "persona" alunno-studente, considerata nella sua unicità e nell'irripetibilità del suo percorso di crescita, costituisce un aspetto fondante, anche se non l'unico, di un curricolo unico verticale, consequenziale tra i vari ordini di scuola, con la consapevolezza che esistono altri curricoli impliciti e orizzontali, che concorrono all'educazione e all'istruzione dalla prima infanzia all'adolescenza. Facciamo riferimento ad un'accezione ampia del "personalismo" intesa, non in senso ideologico ed univoco ma come una corrente di pensiero antica e preziosa, che trae origine dal mondo greco e si arricchisce nella nostra storia del pensiero, dal confronto tra l'elaborazione cattolica di J. Maritain e di E. Mourier con quella laica di J. Dewey, fino a trovare, in Italia, sintesi, spesso liberamente interpretate, quale quella di Don Milani o, in un contesto più internazionale, di Freire. Per noi permangono principio fondamentale la difesa degli oppressi e la rimozione degli ostacoli di ordine sociale ed economico, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza del cittadino, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, nell'accezione di "cittadinanza terrestre", intesa come patto tra uomini, attraverso dichiarazioni universali, per una condivisione civile, utile a tutti e nel riconoscimento di tutti, contro la privatizzazione della ricerca e della cultura. In un documento che costituisce la premessa "valoriale" delle Indicazioni nazionali, vanno dunque esplicitati i principi della Costituzione repubblicana e dei documenti sovranazionali sull'infanzia, che ne statuiscono le fondamenta. A partire dalla libertà di ricerca e d'insegnamento, garantita dalla Costituzione, che resta un punto cardinale della nostra cultura, insieme al concetto di "laicità", intesa quale stile di vita e di comportamento aperto, in ascolto dell'altro, nel rispetto delle diversità, in quanto valore e non limite conflittuale. Su "Il Curricolo nella scuola dell'Autonomia" La nostra Associazione condivide l'idea di fondo del II Documento ministeriale "Il Curricolo nella scuola dell'Autonomia", in quanto lavora da tempo in questa direzione: la costruzione del curricolo di scuola e la Programmazione sono di competenza delle singole scuole e dei rispettivi collegi docenti. Ciò nell'ambito dell'Autonomia scolastica, tutelata costituzionalmente, intesa quale "centro di ricerca" non aziendalistica, né limitata in alcun modo da Pedagogie o Metodologie di Stato, né, tanto meno, da Pedagogie o Metodologie degli Enti locali. Entrambi - curricolo di scuola e Programmazione - orientati da Indicazioni nazionali condivise, e non elaborate in segrete stanze da poche, seppur qualificate intelligenze, che consentano l'integrazione tra gli alfabeti, i saperi, le competenze che debbono essere garantiti a livello nazionale - per rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico, e le rielaborazioni possibili e reali della propria storia, della propria identità, che si confronta e parallelamente si apre alla conoscenza e ai saperi "altri", nella direzione di un'antropologia della comunità educante. Il curricolo locale, significativa palestra dell'Autonomia scolastica, con la valorizzazione dell'"identità locale", intesa come percorso culturale che intesse localismo e mondialità, può interessare tutte le discipline, valorizzando le diversità positive del territorio nei vari ambiti disciplinari. Riteniamo che le Nuove Indicazioni Nazionali debbano proporre obiettivi di apprendimento fondamentali organizzati per ambiti non contenutistici, senza scadere in elenchi, sempre parziali e limitati, di obiettivi specifici, scanditi rigidamente in annualità. Sono preferibili traguardi nazionali, sviluppati linearmente, rispettosi dell'efficacia dei metodi e del lavoro di ricerca e di sperimentazione, da anni in atto in molte delle nostre scuole - a volte anche in maniera troppo silenziosa perché soffocata da proclami o progetti utili solo al Governo di turno, che possano recuperare la motivazione e valorizzare le professionalità dei suoi protagonisti, evitando dicotomie e sovrapposizioni tra "autonomia " e indicazioni nazionali. Linee-guida non prescrittive, non rigide, ma appunto indicative, possono rappresentare un utile supporto per le scuole dell'autonomia, nel rispetto delle territorialità, e del fatto che all'alunno-cittadino vanno garantiti, dall'organizzazione scuola, esiti equivalenti, indipendentemente dal punto di partenza. Se l'attenzione iniziale, valoriale e dell'azione educativa, può essere costituita dalla persona-cittadino, quella metodologico-organizzativa, pur scandita nell'ambito della libertà d'insegnamento, è fondamentale che ponga una particolare attenzione al gruppo-classe. La scuola è "un insieme", in cui ci si educa e si apprende "insieme", in un'empatia di relazioni, di comunicazione interpersonale e di cooperazione, imparando a reimparare, a trasformare le conoscenze, a porsi domande, a porsi problemi, a cercare "insieme" soluzioni possibili che travalichino forme individualistiche. Condividiamo pienamente "l'alleanza educativa" con le famiglie degli studenti, tramite cui, assieme, vengano chiarite le rispettive e differenziate funzioni e responsabilità, orientate da finalità talvolta condivise, ma talora specifiche, humus per relazioni costanti e di reciproco supporto. "Per una nuova cittadinanza e per un nuovo umanesimo" occorre ricostruire una collocazione spazio-temporale dei nostri ragazzi, non solo locale, ma planetaria. Oltre alla conoscenza del micro e macrocosmo umano e scientifico, occorre insegnare ai nostri ragazzi a guardarsi intorno, aprire le porte e le finestre delle aule scolastiche alla ricerca-azione, dentro e fuori i laboratori, interrogandosi, ponendosi il "dubbio" del ricercatore, per confermare o smentire un percorso e un progetto di scuola che non sia solo sequenziale, ma circolare e a spirale. Un nuovo umanesimo che non può prescindere dalla conoscenza approfondita, in ogni fase del percorso educativo e rapportato all'età in cui lo stesso avviene, della storia degli ultimi due secoli del nostro paese e dell'Europa, con particolare riferimento alle vicende della lotta al nazifascismo e alla lotta di Liberazione, promuovendo sempre di più un decentramento cognitivo che sappia collocarla nella storia planetaria, perché degli uomini, dei valori, delle passioni, dei martiri, delle violenze che si sono succedute non si perda la memoria, non si dimentichi che ciò che ora sembra inevitabile, è stato evitato o non è stato evitato per assunzione di responsabilità individuali di singole persone. Un nuovo umanesimo che non può prescindere dall'interesse e dall'assunzione critica, in base alla propria età, degli eventi contemporanei, su scala da locale a planetaria. Pertanto se condividiamo l'idea che il curricolo sia il "cuore" del Piano dell'Offerta Formativa, strumento di una concreta e professionalizzante progettualità didattica, non riteniamo che esso rappresenti un "processo complesso di sola trasmissione culturale". Il curricolo è memoria, è appartenenza, è analisi, valutazione, costruzione e rielaborazione culturale, finalizzato alla definizione di un metodo di studio e di lavoro, dove ognuno sia parte attiva dentro un progetto. Si tratta di un'operatività condivisa dentro un'autonomia non assoluta, ma organizzata, dove il P.O.F. esprime l'identità culturale e progettuale delle nostre scuole. Un'identità né statica, né chiusa, fissa, fotografica, ma che si proietti oltre la quotidianità, nel futuro, con uno sguardo al presente, in un'ottica di continua auto osservazione. Condividiamo pienamente il ruolo degli insegnanti attivi, protagonisti, responsabili delle scelte curricolari. Mai, o mai più, semplici esecutori di programmi elaborati altrove. La nostra Associazione è nata per questo, con finalità che si rispecchiano pienamente nella "ricerca continua", nell'impegno, nella riflessione, nell'analisi e nella rielaborazione di pratiche didattiche, per lo sviluppo e il miglioramento della professionalità docente e di un'innovazione educativa. Ecco perché riteniamo utile e necessaria la consultazione di questi giorni, per rafforzare l'impegno del M.P.I., della "Commissione dei quattordici", di tutte le associazioni professionali ma soprattutto per valorizzare l'impegno quotidiano di migliaia di insegnanti, di dirigenti e studenti che non hanno bisogno di un "anno ponte" per attendere direttive o riforme delle riforme, ma di indicazioni chiare e trasparenti, come l'acqua che scorre sotto un ponte normativo, ma che come un torrente, pullula di iniziative, di fermento culturale, perché crede in un "mondo migliore". Dobbiamo, tuttavia, sottolineare che i due documenti ministeriali sottoposti all'attenzione pubblica e nostra, sono due tasselli significativi per definire premesse e fondamenti delle nuove Indicazioni nazionali, ma che non affrontano, né fanno chiaramente intuire, forma e sostanza delle stesse. Infatti modalità e costituzione delle commissioni denotano sicuramente un deficit di trasparenza che ci auspichiamo venga superato nelle prossime fasi elaborative. E' il documento - che ancora non c'è - che interessa a fondo le Istituzioni scolastiche autonome, gli insegnanti, le famiglie, la nostra e, riteniamo, le altre Associazioni professionali. E' il documento - che ancora non c'è - che parlerà di standard o di obiettivi o di competenze; di ambiti disciplinari o di discipline; di valutazione e di certificazione delle competenze; di tempi e di orari; implicitamente o esplicitamente di nuova professionalità docente e dirigente, il documento che, anche nelle sue scelte di fondo, avremmo voluto conoscere, per dibattere, nella sua fase evolutiva. Ci dispiacerebbe conoscerlo pubblicamente solo nella sua fase conclusiva. La nostra Associazione vuole raccogliere questo scrosciare di energia positiva e non è un caso che il 18 e il 19 aprile scorsi, ci siamo riuniti in un convegno Nazionale, in un luogo definito patrimonio dell'umanità, Villa Rufolo, a Ravello, per discutere di "Risorsa territoriale per un curricolo nazionale: un'integrazione possibile per una cittadinanza terrestre", con docenti della scuole e delle Università, dirigenti scolastici, associazioni professionali ed operatori culturali. E' in questa direzione che riteniamo possa essere utile partecipare attivamente a questo importante momento "democratico" di consultazione, per quella cultura dell'"esserci", che ci appartiene e che non c'identifica nella sterile critica teorica, ma che sentiamo di condividere prima di tutto in quanto cittadini di questa nazione e di questo mondo, in questa epoca. Roma, 14/05/2007 Esecutivo Nazionale Proteo Fare Sapere
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