Un “comma” per gli Istituti Comprensivi I partecipanti al Convegno tenutosi il 30 – 31 maggio 2003 a Sestino (AR) sul tema “Piccole grandi scuole. Opportunità o svantaggio?” che ha visto una significativa presenza di istituti comprensivi provenienti da numerose regioni, di rappresentanti del Governo, delle Regioni e delle autonomie locali, del mondo della ricerca e dell’università, intendono sottolineare l’esigenza di una maggiore visibilità e centralità degli Istituti Comprensivi nelle prossime politiche di riforma e di sviluppo della scuola di base nel nostro Paese. A tal fine i partecipanti si permettono di inoltrare all’attenzione dei decisori politici e amministrativi un messaggio intitolato “Un comma per gli istituti comprensivi” ed invitano tutti gli interessati (genitori, insegnanti, dirigenti, amministratori locali, organi collegiali) a sottoscrivere e a diffondere il seguente documento propositivo. L’ampia diffusione degli istituti comprensivi in tutte le regioni italiane (oltre il 42 % dell’intero settore delle scuole di base), strutture che si qualificano da ormai 10 anni come una originale esperienza di raccordo e di integrazione tra scuola materna, elementare e media di un medesimo territorio, deve suggerire al Governo e al Parlamento l’opportunità di inserire negli imminenti decreti legislativi di attuazione della Legge 53/2003 (Norme generali in materia di istruzione) e nel corpo della legge-quadro sui piccoli comuni (Proposta di legge a favore dei Comuni con meno di 5000 abitanti denominata “Piccola grande Italia” – XIV legislatura, progetto di legge n° 1174) in fase di discussione in Parlamento, un preciso riferimento al ruolo dinamico e di qualità che gli istituti comprensivi possono conferire alle riforme scolastiche in atto ed alle politiche sociali e territoriali. In particolare, nel comma aggiuntivo che si propone nell’ambito dei decreti applicativi della riforma (legge 53/2003), dovrebbero essere inserite: a) forme di raccordo sperimentale tra scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado, consentendo snodi e periodi didattici biennali coerenti con l’elaborazione curricolare tipica degli istituti comprensivi, con riferimento al traguardo condiviso di un profilo unitario di uscita dal primo ciclo (da sottotitolare 3-14 anni e non solo 6-14 anni); b) ricerche e sviluppo di innovazioni curricolari in verticale nei diversi ambiti disciplinari, con sostegni finanziari, di consulenza, ricerca e monitoraggio, anche con la costituzione di Osservatori territoriali di supporto agli istituti comprensivi; c) modalità flessibili di utilizzo del tempo scuola, dell’organizzazione dei gruppi di alunni, dei prestiti professionali tra docenti, nella prospettiva di un rafforzamento dell’organico funzionale dell’istituto comprensivo e di omogeneità di condizioni professionali tra i diversi docenti; d) semplificazioni delle procedure burocratiche, migliori possibilità di accesso ai progetti di innovazione, alle risorse tecnologiche e informatiche, alla formazione dei docenti, con incremento dei budget finanziari destinati agli istituti comprensivi. In ordine al provvedimento di legge relativo alla tutela dei piccoli Comuni (pdl n. 1174), il comma aggiuntivo dovrebbe prevedere: a) consolidamento della rete degli istituti comprensivi come strutture portanti delle politiche sociali e territoriali, superando il riferimento a parametri esclusivamente numerici e introducendo il concetto di “bacino ottimale dell’istituto comprensivo”; b) introduzione di un fondo compensativo per lo sviluppo qualitativo delle scuole dei piccoli comuni, come impegno da salvaguardare e perseguire a livello di legislazione regionale e nazionale; c) particolari incentivi per il personale delle scuole (dirigenti, docenti e ATA) che intende garantire la massima continuità di impegno di servizio nelle scuole di aree a forte disagio territoriale, sull’esempio delle aree a rischio di dispersione scolastica. In definitiva, si chiede che gli strumenti normativi disponibili a livello nazionale e regionale (legge 53/2003; legge 59/1997; legge 94/1997; Titolo V della Costituzione; nuove leggi regionali sull’istruzione e sul diritto allo studio) possano essere pienamente orientati alla massima valorizzazione dell’originalità e specificità degli istituti comprensivi, affinché le “piccole grandi scuole” rappresentino effettivamente “una opportunità e un vantaggio”. Sestino (AR), 30-31 maggio 2003 E’ possibile per insegnanti, dirigenti, genitori, Consigli d’istituto, amministratori locali, sottoscrivere il documento inviando un messaggio di posta elettronica all’indirizzo: Comprensivi@edscuola.com Il documento sarà inviato alle autorità istituzionali e, in particolare, ai membri del Governo e del Parlamento impegnati nell’esame dei provvedimenti citati nella lettera. |