Abilità
Capacità di interpretare e intervenire sulla realtà per modificare o la realtà stessa o il proprio sistema di riferimento di competenze quando questo non è rispondente alle mutate esigenze della realtà. Si può affermare che l'abilità ha a che fare con la flessibilità del proprio comportamento e come tale si distingue dall'abitudine, che presenta invece una certa rigidità. Si è soliti distinguere le abilità in istintive, sensomotorie, manuali, intellettuali e sociali.
Le abilità sono esecuzioni semplici, applicazioni di istruzioni afferenti a contenuti dati (principi, ecc.), conseguite anche in seguito ad addestramenti mirati; non sono necessariamente coniugate con altre. Ad esempio: sapere utilizzare il cacciavite, il martello, le pinze, le tenaglie, la sega, la pialla: abilità singole ma necessarie per essere competenti nella fabbricazione di uno scaffale per la libreria; sapere utilizzare i singoli comandi per essere competenti per guidare un DC9. Sapere tutte le forme verbali di un verbo greco e saperle ritrovare in un testo classico al fine di essere competenti nel renderlo in una buona lingua italiana.
* I tre stadi dell'acquisizione di un'abilità (John Anderson)
Generalmente quando si acquisisce un'abilità, si distinguono tre fasi di natura qualitativa: quella cognitiva, quella associativa e quella autonoma.
- La fase cognitiva è essenzialmente quella nella quale la competenza si acquisisce in modo esplicito: all'inizio abbiamo a disposizione una descrizione esplicita di ciò che dobbiamo fare, ad esempio un insieme di istruzioni o di esempi che illustrano come risolvere un problema, e con questo materiale tentiamo coscientemente, molto laboriosamente, di tradurre le istruzioni esplicite in azioni e di portare a termine il compito. In questa fase spesso si osserva che le persone ripassano spontaneamente le istruzioni nello stesso tempo in cui svolgono il compito.
Ad esempio, ricordo che quando provai per la prima volta a guidare un'auto con le marce, dovevo ripetere fra me tutti i passaggi per cambiare, e lo facevo coscientemente, dicendo a me stesso: "Visto che voglio cambiare marcia, ora disinserisco la frizione, cambio la marcia, reinserisco la frizione e quindi metto il piede sull'acceleratore", cioè seguivo la procedura recitando a me stesso le istruzioni. Dunque, la fase cognitiva è spesso come seguire passo, passo le istruzioni di una "ricetta", ripetendo a voce alta la procedura che dobbiamo eseguire.
- Con la ripetizione e l'esercizio passiamo poi alla fase associativa, che secondo me è quella in cui nel nostro cervello vengono create le rappresentazioni che consentono di eseguire il compito senza dover ripetere verbalmente e coscientemente la procedura da eseguire. Quindi, la nostra prestazione diventa molto più fluida. In questa fase si assiste all'abbandono di tutte le ripetizioni verbali simultanee all'azione e in molti casi si scopre, anzi, che la gente dimentica le istruzioni esplicite in base alle quali sta eseguendo il compito.
- Spesso si osserva che gli studenti, ad esempio nei corsi di matematica, eseguono senza difficoltà delle trasformazioni algebriche, senza sapere minimamente come giustificarle: semplicemente sanno ciò che si deve fare in certe situazioni. Aumentando ulteriormente l'esercizio, l'abilità procede verso la fase autonoma: essa utilizza sempre meno risorse e in molti casi permette di poter fare altre cose contemporaneamente. Ad esempio, quando si è capaci di guidare molto bene, non è molto difficile sostenere una conversazione in parallelo alla guida: tutto il processo relativo all'abilità di "guida" è stato automatizzato al punto da utilizzare un numero così basso di risorse per cui è possibile fare altre cose in parallelo.