IL LABORATORIO COME LUOGO DI CO-COSTRUZIONE DELLA CONOSCENZA
a cura di Patrizia Appari.
Milano 25.3.99
Costruire la conoscenza
Oggi la 'teoria dell'apprendimento
lineare" è in crisi, le ricerche più recenti sui processi
di apprendimento hanno messo in evidenza sempre più chiaramente
come l'acquisizione di nuove conoscenze sia un processo nel quale l'individuo
che apprende abbia un ruolo attivo di rielaborazione e riorganizzazione
delle informazioni e, soprattutto, sia il luogo dove le conoscenze di
cui già dispone ed il modo in cui esse sono organizzate costituiscono
il filtro attraverso il quale passano le informazioni nuove ed il criterio
utilizzato per accettarle o per respingerle.
Le conoscenze del soggetto
sono organizzate in "mappe", le quali determinano i modi in
cui le nuove acquisizioni vengono accolte e le ristrutturazioni che queste
ultime possono provocare di feed-back sulla mappa nel suo insieme.
Non si può più
pensare al processo di insegnamento/apprendimento come un puro passaggio
da un soggetto all'altro come è stato fatto dalla gran parte della
nostra tradizione didattica. Affinché i contenuti e le procedure
che vengono proposti dagli insegnanti non si sovrappongono semplicemente
alle conoscenze già possedute, ma interagiscono con queste provocando
un continuo confronto, consolidamento e verifica delle stesse, permettendo
così una loro ristrutturazione attraverso nuovi e più ricchi
modi di connessione ed organizzazione, è necessario trovare efficaci
collegamenti tra contenuti di insegnamento ed esperienze diversificate
degli allievi.
Nella nostra tradizione
didattica dunque preoccupati più dei contenuti delle diverse discipline
che della loro struttura e dei processi di apprendimento, abbiamo sempre
proposto programmi didattici in progressione, che partivano da ciò
che era ritenuto "semplice" per giungere a ciò che era
ritenuto "complesso". Questa convinzione parte dall'assunto,
considerato come evidente, che è possibile distinguere in un insieme
di conoscenze unità elementari universalmente riconoscibili come
"semplici". Un'adeguata consapevolezza epistemologica ha dimostrato
che questa progressione non rispetta affatto le strutture disciplinari
infinitamente più complesse, interattive, meno lineari.
La metafora del Reticolo
L'immagine del reticolo
aperto può rappresentare un progetto educativo coerente con il
modello sistemico proposto dalla filosofia, dalla psicologia, dalla sociologia,
dall'informatica, che si muove di complessità in complessità;
esso infatti può rappresentare come gli oggetti dell'apprendimento
siano interconnessi ed interagenti uno con l'altro e che proprio dalla
loro interazione nasce la conoscenza.
La conoscenza non è
dunque un muro fatto di tanti mattoni, ma un reticolo dinamico, una struttura
olocinetica in cui ogni parte è interconnessa con le altre: dalla
connessione con le parti deriva la struttura dell'intera rete. La rappresentazione
del reticolo può essere esplorata e compresa partendo da un punto
qualsiasi, poiché non vi è né base né sommità,
né è possibile definire una posizione privilegiata. Non
esiste così un obiettivo terminale da raggiungere né si
tende ad un equilibrio, essendo il "non equilibrio" necessario
per l'evoluzione.
"L'evoluzione diventa
allora un'avventura continua ed aperta che crea ad ogni istante la sua
propria finalità in un processo il cui risultato preciso è
fondamentalmente imprevedibile.........
Avventura è senz'altro
il termine più adatto per caratterizzare il processo della conoscenza
e della cultura, quale ci è suggerito dall'epistemologia contemporanea.
Si tratta però di un'avventura molto scomoda per gli insegnanti
e per gli educatori che non possono più in tal modo trovare giustificazione
"scientifica" che avvalli le loro pratiche tradizionali, i loro
principi metodologici, le loro tecniche didattiche, i loro programmi.
............ ma anche un'avventura esaltante che spinge ad inventare un
progetto educativo dove l'inizio del cammino può essere ovunque,
la direzione qualsiasi, i passi diseguali, le tappe arbitrarie, l'arrivo
imprevedibile, ma dove per questo tutto è coerente. Un progetto
educativo dove quello che conta è essere intelligenti" (1).
La nuova multimedialità
La parola 'nuova multimedialità'
è entrata a pieno titolo anche nella scuola.
Con tale espressione si
intende riferirsi ai nuovi strumenti tecnologici informatici che, permettendo
la multimedialità, cioè la compresenza di due o più
media che svolgono funzioni comunicative diverse ma con obiettivo comune,
realizzano sia l'unificazione delle forme comunicative, caratteristiche
di ogni medium, attraverso la tecnologia digitale, sia l'integrazione
delle funzioni operative, tramite la condizione di hardware specifico
(PC) e le modalità dei software ipertestuale.
La multimedialità
non va identificata solo con la semplice disponibilità di più
media nella comunicazione, bensì deve essere considerata come un'integrazione
che permetta l'interazione delle caratteristiche tecnologiche, linguistiche
dei singoli media con le strategie didattiche della comunicazione.
Nell'ambito educativo a
questa considerazione consegue che la progettazione e la realizzazione
di pacchetti multimediali non può significare la giustapposizione
di prodotti confezionati per i media o con i media nella loro varietà,
ma deve potersi realizzare in relazione alle specifiche funzioni didattiche
previste dai processi di insegnamento/apprendimento ed alle qualità
operative, espressive, linguistiche che caratterizzano i singoli media.
La multimedialità
va intesa come sinergia tra i diversi sistemi tecnici di registrazione
della cultura, tra i diversi sistemi simbolici di comunicazione della
cultura, tra le differenti funzioni comunicativo-didattiche da affidare
a media diversi.
Allora sarà possibile
individuare all'interno dei mezzi le differenze simboliche, semantiche,
espressive e creative in relazione agli obiettivi formativo-didattici
stabiliti.
Il processo di cambiamento
veicolato dall'informatica
Le nuove tecnologie introdotte
nel sistema scolastico rappresentano una sfida atta ad innescare ineludibili
processi di cambiamento legati alle caratteristiche stesse dell'innovazione.
Esse si accingono a mettere
in crisi il modello tradizionale di insegnamento/apprendimento, aprendo
nuovi scenari sia dal punto di vista organizzativo-relazionale che da
quello metodologico-didattico.
L'innovazione informatica
comporta:
- Per gli insegnanti e
per gli studenti, una rivisitazione critica dei comportamenti relazionali
docente/docente, docente/studente, studente/studente.
Gli stili comunicativo-relazionali
dovranno essere ripensati attraverso forme di collaborazione cooperativa
centrate sui nuovi media ed attente ai bisogni delle persone, utilizzando
a pieno le risorse, facendo esplodere le aspirazioni umane, proiettando
il progetto educatIvo oltre il presente per insegnare ed imparare il futuro.
Gli stili di insegnamento
dovranno tenere conto dell'indispensabile ripensamento dei saperi per
ricostruire "un assetto culturale all'interno dei quale la dimensione
disciplinare e quella reticolare (dei saperi trasversali e dei collegamenti
tra le diverse aree) costituiscano i poti di un campo di tensioni costruttive,
sostenute da un costante impegno di ricerca e di proposizione"(2).
L'enfasi va posta sul rapporto
tra esperienza e ricostruzione culturale affinché le discipline
servano per rispondere ai perché diventando significative e motivanti
per gli studenti.
Il computer come strumento
per ripensare il mondo
Lo sviluppo delle reti
informatiche e la digitalizzazione delle immagini e dei suoni stanno modificando
la cultura analogica e sequenziale dei continuo in una cultura quantizzata
dei discontinuo.
Gli ipertesti, non più
sequenziali come i testi tradizionali, sono un esempio di flessibilità
e possibilità di ricombinazione cognitiva.
Le competenze che si richiedono
oggi all'insegnante non potranno più essere esclusivamente di carattere
"grammaticale", ma anche di carattere dialettico e retorico.
L'insegnante dovrà
imparare a "ragionare, riflettere e riflettersi, scambiare e scambiarsi
con le macchine' (3)
E' necessario studiare
e costruire percorsi di potenziamento non solo relativi al carattere costruttivo
e strategico dell'apprendimento, ma anche alla sua connotazione ínterattiva.
Allora si intravede all'orizzonte
la nascita di un nuovo paradigma cognitivo: la rilettura dello sviluppo
concettuale delle scienze e della tecnologia attraverso nuove strategie
di sviluppo creativo della conoscenza, quali la reticolarità, il
connessionismo, il costruzionismo, la condivisione, lo scambio, l'interattività.
L'approccio cooperativo
La direzione più
promettente che traduce la prospettiva dell'"intelligenza collettiva"
(nuovo paradigma dei sapere che risiede nel cambiamento qualitativo all'interno
dei processi di apprendimento) è quella dell'apprendimento cooperativo.
Nei nuovi "campus virtuali', dove si pratica l'apprendimento cooperativo
assistito da computer (Computer Supported Cooperative Learning o CSCL),
docenti e studenti mettono in comune le risorse materiali e informatiche
di cui dispongono, i professori apprendono insieme agli studenti e aggiornano
continuamente tanto il loro sapere 'disciplinare' quanto le loro competenze
psicopedagogiche. Le ultime informazioni aggiornate diventano facilmente
e direttamente accessibili attraverso le basi di dati on-line e il WWW.
Gli studenti partecipano a conferenze elettroniche deterritorializzate
nelle quali intervengono i migliori ricercatori della loro disciplina.
Pertanto la principale funzione dell'insegnante non può più
essere una "diffusione delle conoscenze', che altri mezzi assicurano
in modo più efficace. La sua competenza deve spostarsi verso la
provocazione che spinge ad apprendere e a pensare. La sua attività
sarà incentrata sulla costruzione e la gestione degli apprendimenti:
scambio delle conoscenze, mediazione razionale e simbolica, personalizzazione
dei processi e percorsi di apprendimento.
L'INSEGNANTE DIVENTA UN
ANIMATORE DELL'INTELLIGENZA COLLETTIVA DEI GRUPPI DI SUA COMPETENZA.
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(1) - D. Fabbri Montesano,
A. Munari - Le strategie del sapere. Verso una psicologia culturale -
Bari, Dedalo, 1984
(2) - Documento di sintesi
Commissione "saperi irrinunciabiii" - marzo 1998
(3) - R. Maragliano - Intervento
al Simposio "Didattica e informatica". Livorno 8 - 11 ottobre
1997
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