Ansia da prestazione |
Cerca nel web, nel sito, nei siti amici Ricerca personalizzata
|
Ansia da prestazione
IntroduzionePer ansia da prestazione, si vuole intendere qualsiasi tipo di esame che ci si trova ad affrontare nel corso dei diversi stadi della vita dal momento in cui ci viene richiesto: Camminare presto, parlare, essere bravi a scuola, imparare le lingue, la matematica, essere il migliore, nello sport, il più brillante con gli amici, la mamma migliore, il compagno speciale, nel lavoro le competizioni, le prove etc. La concezione di ansia si rifà all'apprendimento sociale. Essa mira a spiegare gli effetti prodotti dall'autopreoccupazione sull'attenzione che il soggetto rivolge verso gli indirizzi percettivi, sull'elaborazione delle informazioni e sul comportamento overt (manifesto). L'ansia è vista dunque come un tipo di autopreoccupazione caratterizzata da dubbi e svalutazioni nei propri confronti, le autopreoccupazioni costituiscono il nucleo che rende possibile lo sviluppo del comportamento disadattivo. La teoria cognitivista, che si fonda sull'apprendimento sociale, è finalizzata in modo particolare a spiegare i processi cognitivi e l'attività "covert" (nascosto) di soluzione dei problemi che si verificano prima, durante e dopo il comportamento manifesto. Essi sono probabilmente il prodotto della storia individuale, svolgendo il ruolo di mediatori tra l'esperienza ed il comportamento.Le persone altamente ansiose, hanno la tendenza a rinchiudersi in se stessi durante lo stress valutativo (ansia da prestazione), anche se la direzione assunta dall'attenzione non è sempre costante. Pertanto l'equilibrio tra le preoccupazioni rivolte verso se stesso e la sensibilità verso gli indizi esterni, quali il comportamento del modello, tende a variare in funzione dell'intensità dello stress valutativo, delle caratteristiche del compito e delle dimensioni interpersonali della situazione nella quale la prestazione ha luogo. (prestazione di ogni genere, es. esami colloqui di lavoro sport abilità particolari ecc.). Un fattore molto importante come abbiamo accennato sopra è quello delle preoccupazioni e autopreoccupazioni del soggetto; l'individuo preoccupato, infatti, è preso dai suoi pensieri. Le preoccupazioni possono includere timori molto sofisticati, quali quelli per il futuro dell'umanità, per la carenza di cibo nel mondo ecc., oppure molto banali quali quelli per serpenti o per l'insuccesso scolastico. Oltre ai timori vi è anche la collera contro ingiurie ed insulti percepiti come tali, nelle autopreoccupazioni, l'individuo pensa solo a se stesso; perciò queste possono interferire nel processo di elaborazione delle informazioni in tre diversi punti:
Analogamente, la persona presa dalle sue fantasie private può trovarsi impedita nel far funzionare correttamente il processo relativo all'elaborazione delle informazioni in ognuna di queste tre fasi. Le autopreoccupazioni ansiose poi consistono in una percezione più accentuata dei propri difetti e delle proprie lacune. La persona ansiosa teme i pericoli, le minacce e soprattutto la propria incapacità ad affrontarle. La componente delle autopreoccupazioni dipende dalle abilità che una persona possiede nell'affrontare i pericoli e le minacce. Coloro che presentano un livello elevato di ansia tendono a prevedere minacce e pericoli e ad essere per questo fortemente preoccupati. Come abbiamo visto quindi l'autopreoccupazione - ansia da prestazione, influenza l'elaborazione dei dati. Ansia da esameVari ricercatori hanno concepito l'ansia per l'esame come una tendenza a produrre delle risposte centrate su se stessi, questa interpretazione mette in evidenza due diverse componenti: la prima consiste nella reattività neurovegetativa (sudorazione, accelerazione del battito cardiaco etc.:); la seconda fa riferimento a delle affermazioni che l'individuo rivolge a se stesso mentre sta facendo l'esame, del tipo: "Sono proprio uno stupido!", oppure "Forse non ce la farò" etc. E' ragionevole assumere che il fatto di dire queste cose durante l'esame interferisca pesantemente con l'attenzione la quale deve essere invece orientata al compito, indipendentemente dal fatto che esso richieda l'apprendimento oppure il recupero di una risposta a determinate domande. Tali preoccupazioni richiedono l'attenzione, stimolando contemporaneamente attività emozionali. Wine ha indicato nell'addestramento attentivo un mezzo per ridurre gli effetti negativi dell'ansia per l'esame. Il suo approccio si fonda sulla possibilità di trasmettere ai soggetti delle istruzioni mediante le quali essi imparano a prestare attenzione ai comportamenti rilevanti. Si è notato che soggetti particolarmente ansiosi nei confronti dell'esame venivano sensibilmente aiutati da tale forma di addestramento. Nelle ricerche più recenti si è partiti dall'individuazione delle differenze per quanto riguarda la direzione data all'attenzione da gruppi caratterizzarti da livelli diversi di ansia d'esame per sviluppare metodi in grado di facilitare la protezione della persona ansiosa. Un filone di ricerche orientate a studiare gli effetti di alcuni tipi di messaggi trasmessi ai soggetti prima della prova, ha fatto rilevare che:fornire istruzioni neutrali o rassicuranti prima della prova facilitava la prestazione dei gruppi più ansiosi, ma si è notato anche che queste stesse condizioni possono produrre effetti negativi nei gruppi a basso livello di ansia per l'esame. Sembra infatti che la rassicurazione, nella quale si mette in luce il fatto che la prova non è così importante, tende a diminuire lo sforzo dei soggetti con un basso livello di ansia. Un altro filone di ricerca è stato orientato a studiare gli effetti prodotti dal modellamento sulla presentazione. In un esperimento, che mostra il ruolo formativo con tecniche di modellamento, il nucleo è dato dal ruolo del modello che non veniva però usato per mostrare le risposte volte a migliorare la prestazione degli osservatori. Al contrario, il modello descrive il modo in cui egli reagisce alla situazione di esame e di valutazione. Considerato che la paura della valutazione è un fattore significativo quando si mettono a confronto gruppi differenti nei confronti dell'ansia per l'esame, nell'esperimento è stata introdotta come variabile indipendente l'attivazione di un orientamento al successo. La situazione di modellamento avveniva prima che venisse fornita ai soggetti l'istruzione. Le condizioni di modellamento erano cinque:
Si riscontra quindi che la media maggiore è stata ottenuta da soggetti che hanno avuto un modello ansioso ma abile. Ciò indica che le persone con un elevato livello di ansia per l'esame sono molto ricettive nei confronti delle informazioni che passano attraverso il modello, il quale si mostra capace di superare tale problema. Attraverso un'altra ricerca si è potuto constatare che: gli studenti con un basso livello d'ansia tendono ad attribuire la responsabilità a fattori esterni ("E' stato un esame sfortunato"), mentre gli studenti con un elevato livello d'ansia per l'esame attribuiscono a se stessi la colpa dell'insuccesso ("Mi sono confuso"). Dato che l'attribuzione a fattori esterni (per esempio la rabbia diretta nei confronti dell'insegnante) ed a fattori interni (auto-accuse) interferiscono con l'attenzione, la quale deve essere invece orientata verso il compito, è necessario indagare in modo più preciso e sistematico sugli effetti interferenti prodotti da entrambe le situazioni. In base alle ricerche nelle quali si è studiato l'effetto prodotto dal modellamento sull'ansia d'esame, si è pervenuti alla conclusione secondo la quale i soggetti altamente ansiosi hanno la tendenza a rinchiudersi in se stessi durante lo stress valutativo. Tecniche di interventoI disturbi ansiosi, possono essere affrontati su due versanti: a) con la tecnica psicoterapeutica b) con tecniche di rilassamento, meglio se le due tecniche vengono integrate. Per quanto riguarda le tecniche di rilassamento il Training Autogeno è particolarmente adatto e dà ottimi risultati. A secondo delle situazioni, possono essere utilizzate altre tecniche, quali:
Si può definire un processo sistematico che si riferisce ad una serie di esperienze cliniche i cui concetti sono comprensibili operativamente. La sua prassi si riferisce ad un modello al quale confrontarsi che viene applicato dal terapeuta in modo flessibile ai singoli casi. Il modello scelto dipende dalle caratteristiche di scelta accademica del terapeuta. Personalmente credo che la bontà della terapia non derivi dall'orientamento prescelto ma dall'applicazione dello stesso, quindi che l'approccio sia ghestaltico rogersiano cognitivista psicoanalitico freudiano junghiano ret transazionale psicosintesi psicosomatico bioenergetico e quante altre, sono tutte ottime vanno tutte bene. |