L'approccio della linguistica generativa[2] |
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L'approccio della linguistica generativaAbbiamo fino a ora accennato come nel linguaggio si trovino riflessi problemi di rappresentazione della conoscenza, ma non abbiamo ancora preso in esame il problema delle strutture "interne" del linguaggio dal punto di vista della disciplina che per definizione lo studia. Negli ultimi trent'anni ha assunto una posizione di particolare rilievo in linguistica il paradigma generativo. Fino oltre gli anni '50 era dominante negli Stati Uniti l'approccio della psicologia comportamentista: il comportamento viene descritto in termini di stimoli e reazioni, con un'indagine orientata all'aspetto funzionale più che a quello strutturale. La chiave all'individuazione dei processi mentali, compresi quelli preposti al linguaggio, va cercata nella sperimentazione di laboratorio, dove la mente viene considerata una scatola nera la cui struttura interna è invisibile. Chomsky fu tra i primi a rovesciare questa impostazione e a focalizzare lo studio sulle strutture mentali alla base delle abilità linguistiche. Chomsky suddivise i campi di studio della linguistica in competence, la conoscenza innata[3] delle strutture linguistiche posseduta dal parlante, e performance, l'atto linguistico concreto. La linguistica generativa si è occupata prevalentemente della competence nell'ottica di produrre una descrizione astratta e formalizzata della conoscenza che il parlante ha della propria lingua. L'attività di formalizzazione considera il linguaggio come un oggetto matematico: la matematica è un linguaggio astratto le cui espressioni possono essere vere o false sulla base di un insieme di assiomi e regole stabilito a priori; in questo senso in algebra l'espressione x=3 può essere vera, mentre non lo è mai 2=3. Una teoria sulla competence in linguistica è molto simile a un insieme di assiomi e di regole in matematica: una frase è sintatticamente corretta (vera), se possiamo dimostrare che la sua struttura è in accordo con un dato insieme di regole e assiomi, cioè se la frase può essere derivata da questo. Il termine linguistica generativa non va inteso come studio dei meccanismi preposti alla produzione del linguaggio, quanto piuttosto alla elaborazione di teorie di descrizione formale del linguaggio come oggetto derivabile con procedimenti inferenziali da un corpus di assiomi e regole: una grammatica. Una grammatica generativa può essere usata sia in fase di analisi, riconducendo una frase data alla struttura da cui essa è derivata, sia in fase di produzione, generando frasi che un parlante competente riconosca come lecite. Molti sforzi si sono indirizzati al problema di descrivere la grammatica di un linguaggio nei termini di conoscenza necessaria per comprendere e parlare. La linguistica generativa ha avuto come campo d'indagine privilegiato la sintassi, ma l'ipotesi generativa ha avuto una forte influenza su altri settori della linguistica e su altre discipline: ad esempio, molti informatici che si occupano di paradigmi di programmazione da tempo si confrontano con gli strumenti concettuali della linguistica generativa. [2] L'impostazione del paragrafo è fortemente debitrice a [Winograd 1983], cui rimandiamo per ulteriori dettagli. [3] Non ci sembra significativo approfondire in questo contesto il dibattito sull'innatismo, per il quale v. ad esempio [Piattelli-Palmarini 1979].
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