Descrittore |
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DescrittoreCampo o ambito di giudizio (o di valutazione) determinato dall'interazione di più elementi di quantità-qualità, detti indicatori; riguarda aspetti osservabili, descrivibili o misurabili del comportamento. La presenza in tali ambiti di modificazioni positive fa ritenere che il processo di formazione sia in atto relativamente all'aspetto o al “quadro" di aspetti considerato. Dire che un alunno è timido vuol dire aver rilevato vari aspetti (indicatori) di tale qualità che, nella loro interazione, confermano la prevalenza di comportamenti non aggressivi. Descrittori dell'apprendimento Con tale locuzione si definiscono degli specifici "saper fare” riferiti allo studente e ricavati da un'attenta analisi degli obiettivi di una certa unità didattica. Si tratta di individuare le prestazioni (livello e modalità) che il discente deve esibire man mano che procede verso i traguardi previsti nell'unità didattica. Queste prestazioni sono ordinate in sequenze graduali chiamate "liste di descrittori"; tali liste sono l'esplicitazione delle attività operazionali e delle prestazioni previste come risultato dell'apprendimento di quella certa unità. Ciò consentirebbe di “fondare la valutazione su elementi stabiliti di riferimento in grado di garantire, assieme ad altri fattori, l'attendibilità, la validità e quindi l'oggettività delle informazioni”. L'individuazione dei descrittori può essere fatta dai docenti utilizzando una opportuna tassonomia di obiettivi cognitivi e articolando il curricolo disciplinare in unità didattiche. Su questa base e, sempre collegialmente, i docenti possono costruire "prove oggettive di verifica”. Con tale tecnica si opta per verifiche di tipo “oggettive/assolute" evitando così di comparare le prestazioni di uno studente con quelle di altri studenti o con la media delle prestazioni della classe; il confronto avviene infatti tra prestazioni ed "abilità-criterio” desunta dall'obiettivo. L'impiego di una simile tecnica può risultare molto utile quando i docenti lavorino davvero collegialmente e considerino tale lavoro come una parte del processo valutativo. La verifica e la valutazione degli obiettivi cognitivi non possono esaurire il compito dei vari soggetti di valutazione. Affinché la verifica e la valutazione dell'apprendimento si fondino su elementi stabili di riferimento, tali cioè da garantire l'attendibilità, la validità e quindi l'oggettività delle informazioni, è indispensabile che la descrizione analitica delle abilità contenga il criterio di accettabilità delle prestazioni (e che le prove di verifica, come vedremo, siano omologhe a ciascuna descrizione della abilità da rilevarsi). I singoli descrittori dell'apprendimento costituiranno quindi i criteri con cui confrontare le prestazioni degli allievi, appositamente sollecitate, al fine di stabilire la loro adeguatezza o non adeguatezza ai descrittori medesimi, e rappresenteranno vere e proprie scale nominali di misurazione, con le classi dei comportamenti cognitivi tanto analitiche da far rilevare le più piccole unità dell'apprendimento, cioè quelle informazioni che è necessario possedere per regolare e ottimizzare il processo di formazione e i suoi risultati. A tal fine di ogni descrizione deve rendere espliciti: 1) l'abilità specifica che si vuol rilevare come risultato dell'apprendimento; 2) le condizioni e le modalità con cui essa deve manifestarsi; 3) il criterio di adeguatezza della prestazione. Descrittori di apprendimento e misure non comparative Ogni operazione di misura presuppone necessariamente un confronto, cioè una comparazione tra ciò che si vuol misurare e una omologa unità di misura. Può quindi apparire illogico parlare di "misure non comparative”. In effetti con questa locuzione si vogliono indicare le operazioni valutative in cui sia assente quel confronto, che le più usuali misurazioni dell'apprendimento compiono, tra prestazione di un soggetto e prestazione di un altro soggetto o, ancora, tra singola prestazione e la media di tutte le prestazioni di un gruppo ben definito, impiegata appunto come termine di paragone. Se si utilizzano le misurazioni non comparative, la prestazione di ogni singolo allievo viene confrontata non già con quella di altri soggetti, o comunque con valori e misure ricavate dalle prestazioni del gruppo, bensì solo con un criterio (o misura) assoluto, definito a priori con opportuni procedimenti. La scala che più agevolmente si può impiegare per compiere tali misure è quella nominale. Con essa si definiscono a priori le caratteristiche unitarie che si vogliono rilevare (classi di comportamenti cognitivi e/o non cognitivi) in rapporto a ben definiti obiettivi didattici, e si 'misurano' le prestazioni dei singoli attraverso una semplice registrazione della loro rispondenza o non rispondenza alle caratteristiche predefinite. Infatti, come si è detto, la scala nominale consente di classificare in modo dicotomico (si-no; presenza-assenza, ecc.) le variabili che in un determinato contesto si vogliono rilevare. A prima vista, questa scala può apparire poco significativa, o comunque scarsamente utilizzabile in campo educativo, a causa della sua enorme semplicità e della mancanza di articolazione e variabilità delle classi di comportamento che essa consente di definire. Viceversa è senza dubbio la più utile delle scale da impiegarsi nella valutazione diagnostica e formativa, almeno quando vengono tenuti presenti opportuni criteri di utilizzazione. Se, ad esempio, anziché definire le classi della scala con comportamenti cognitivi molto ambigui e molto variabili del tipo “conosce la matematica non conosce la matematica”, si definiscono classi unitarie tanto piccole da rappresentare una unità minima di un pur complesso comportamento, le informazioni che si ricavano diventano molto analitiche e soprattutto non ambigue. Vi è da dire inoltre che i risultati delle rilevazioni anziché produrre un clima 'formativo' concorrenziale, frustrante, ecc., attraverso la classificazione gerarchica delle prestazioni, e quindi inevitabilmente degli allievi (la posizione di ciascuno deriva e dipende da quelle degli altri), di fatto contribuiscono a informare primariamente gli allievi della loro posizione rispetto agli obiettivi da raggiungere. |