Empatia e Rispecchiamento
di Vincenzo Fanelli
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Empatia è un neologismo che indica la capacità di provare gli stessi sentimenti di un altro individuo. L'opposto dell'empatia è l'antipatia (...)
Empatia è un neologismo che indica la capacità di provare gli stessi sentimenti di un altro individuo. L'opposto dell'empatia è l'antipatia.
Martin Hoffman, un ricercatore che si occupa di empatia, sostiene che l'empatia si forma naturalmente a partire dall'infanzia. Infatti, nel primo anno di età un bambino prova disagio quando vede un altro farsi male cadendo per terra e può cominciare a piangere, come se fosse stato lui a farsi male. Poi, verso i due anni, cominciano a distinguere i sentimenti loro da quelli degli altri, rendendosi conto che sono diversi. Cominciano a focalizzarsi su i segnali degli altri che rilevano sentimenti. In seguito si rendono conto che possono comprendere la sofferenza a prescindere dal momento che vivono, provando emozioni anche per interi gruppi di persone. Un esempio di empatia si ha quando assistiamo a qualcuno che prova delle sofferenze e ci sentiamo spinti ad aiutarlo. Provare un sentimento insieme ad un altro individuo significa essere emozionalmente partecipi.
Il rispecchiamento è un sistema per creare con il nostro interlocutore un "rapporto empatico", basato sulla fiducia e la sintonia emotiva.
Il Rispecchiamento è uno dei metodi più potenti e che è alla base della programmazione neuro-linguistica. È un sistema per creare velocemente Rapport con il nostro interlocutore. La stessa parola indica un'assunzione della nostra postura speculare a quella di chi ci è di fronte. Pensate a due innamorati. Quando sono insieme, assumono una postura identica, mimando gli stessi gesti, come in una "danza" non verbale.
Vi è una vera e propria sintonia. Quindi si tratta di riprodurre artificialmente un procedimento naturale. Quando l'inconscio di un individuo è stimolato da quello del suo interlocutore, cerca di interessarlo assumendo la sua postura. È come se gli dicesse: "Sono simile a te!". L'aspetto della comunicazione non verbale ha un ruolo fondamentale nell'empatia. Robert Levenson, psicologo della California University di Berkeley ha dimostrato come l'emapatia ha una base fisiologica. Ha condotto studi su coppie di coniugi, i quali dovevano indovinare cosa provasse il partner durante una accesa discussione. I partner venivano registrati con una videocamera e le reazioni fisiologiche misurate mentre parlavano di un problema inerente il loro matrimonio (chi deve rimproverare i figli, le spese, ecc.). Poi ogni partner rivedeva la registrazione spiegando le sue emozioni momento per momento. In seguito rivedeva la registrazione cercando di indovinare lo stato emozionale dell'altro partner. Il massimo dell'empatia è stato riscontrato in quei coniugi che, mentre osservavano il partner, assumevano la stessa fisiologia, reagivano in modo analogo: se il partner aveva un'abbondante sudorazione, anche il loro sudavano; se il partner aveva un calo della frequenza cardiaca, anche loro lo avevano. Mimavano le impercettibili reazioni fisiologiche del loro partner.
Invece, coloro che mantenevano il loro atteggiamento, senza mimare quello del partner, non riuscivano a indovinare lo stato emotivo del coniuge.
L'empatia è possibile quando il corpo degli interlocutori è in sincronia.
Personalmente ho condotto una serie di studi su un gruppo di studenti universitari durante gli esami. Gli studenti non avevano conseguito una preparazione soddisfacente. Li avevo addestrati al rispecchiamento e gli dissi di applicarlo con il professore (inconsapevole) durante la discussione dell'esame. I risultati furono sorprendenti. Alcuni furono in grado di dare risposte a domande a cui non avrebbero saputo rispondere normalmente. Raccontarono di sapere inspiegabilmente creare collegamenti con argomenti in maniera tale da saper rispondere e soddisfare le aspettative del professore. Altri, invece, nonostante avessero sostenuto un esame poco brillante, furono aiutati dal professore che cercò di fargli superare l'esame con un voto soddisfacente.
Quindi il rispecchiamento consiste nel ricreare la stessa fisiologia, postura del nostro interlocutore. Se chi abbiamo di fronte ha le braccia conserte, anche noi lo faremo. Se il nostro interlocutore si accarezza i capelli, possiamo imitarlo. Ma, esiste un'avvertenza: non bisogna scimmiottare. Ovvero, non dobbiamo rispecchiarlo in tempo reale altrimenti potrebbe dirci: "Ma mi prendi in giro?". Se si accarezza i capelli, possiamo farlo dopo qualche attimo e non immediatamente. Un sistema efficace è quello di assumere o mimare i gesti, quando interveniamo nella discussione. Aspettiamo che finisca il suo pensiero e poi, quando cominciamo a parlare, mimiamo la sua postura.
Vi è una spiegazione neurologica del rispecchiamento.
La risposta è depositata nella corteccia visiva e nell'amigdala. Quando si vede la faccia di un individuo, l'informazione induce una scarica prima nella corteccia visiva e poi nell'amigdala.
Questo è il percorso standard che induce attività emozionale. In seguito sono stati identificati alcuni neuroni che sembrano reagire solo a particolari risposte: atteggiamenti aggressivi, di sottomissione, paura, ecc.. Sembra che il nostro cervello sia predisposto per reagire a particolari stimoli esterni. Ecco perché gli innamorati entrano in una sincronia di segnali empatici, che inconsciamente vengono codificati e rimandanti. Quindi, mimando la postura e la fisiologia del nostro interlocutore, rimandiamo una serie di segnali che poi registra in quei particolari neuroni, decodificandoci come persone emapatiche nei suoi confronti. Infatti, il rispecchiamento permette l'instaurazione della fiducia: "Non so perché, ma sento di potermi fidare di te". Inoltre, rispecchiando, possiamo percepire lo stato emotivo di chi abbiamo di fronte, comunicare a un livello molto più profondo di quello normale.
Bibliografia consigliata:
- "Intelligenza Emotiva" di Daniel Goleman - Casa Editrice Rizzoli
- " I Poteri Segreti della Comunicazione Empatica " di Vincenzo Fanelli - Editrice Proto
vincenzofanelli@libero.it
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Dal sito:
http://www.vincenzofanelli.com/pnl-empatia-e-rispecchiamento.htm
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Il Rispecchiamento
“Andare incontro alle persone nel loro mondo” (Milton Erickson).
Il rispecchiamento è una delle tecniche più semplici ed al contempo il punto di
partenza per mettersi sulla stessa frequenza del nostro interlocutore ed entrare in
un rapporto positivo con lui.
Non tutti sono aperti caratterialmente o mentalmente per accettare subito di
entrare in sintonia con uno sconosciuto, questo a causa magari di esperienze
passate, di stati d’animo del momento e ciò a volte porta tempi lunghi per
accettare un dialogo sereno con un’altra persona.
Possiamo quindi decidere di accelerare questi tempi utilizzando la tecnica del
rispecchiamento e creare un rapporto empatico positivo.
Quando si stabilisce quella speciale intesa tra due persone, l’uno sarà portato
inconsciamente e più facilmente a rispondere in modo positivo agli stimoli
dell’altro.
Attraverso il rispecchiamento rimandiamo all’interlocutore, con il nostro
atteggiamento, lo stesso comportamento che appartiene al suo modello del
mondo.
Si diventa uno lo specchio dell’altro,esempio:
le gambe accavallate durante un discorso; le dita delle mani intrecciate tra loro;
fino ad arrivare al tono di voce e alla respirazione che è uno dei rispecchiamenti
più potenti, basti pensare al neonato che si addormenta fra le braccia della madre
perché il suo respiro lo rassicura.
Tutto ciò verrà percepito dall’inconscio del nostro interlocutore come
somiglianza, affinità.
E’ impressionante come possano essere abbattuti i “muri di freddezza” se si
impara ad ascoltare, osservare e sentire l’altro.
Rispecchiare vuol dire entrare in sintonia con rispetto e delicatezza senza
cadere nell’invadenza o infastidire.
Questa tecnica ha il vantaggio di creare rapporto senza necessariamente
conoscere il vissuto dell’individuo né condividerlo. La padronanza di questa
abilità potrà ad esempio incidere positivamente durante una prima visita ad un
cliente, una vendita o una semplice discussione.
Alcuni esempi di elementi da rispecchiare sono:
- La Postura: E’ rigido o rilassato? Il corpo è protratto in avanti o indietro?
Come sono disposte le mani, le braccia e le gambe?
- Respirazione: La sua respirazione è toracica o addominale? Il ritmo è lento
veloce o tranquillo? Con che intensità respira? (profondi o leggeri?)
- Movimenti: Qual è la sua gestualità? Come tiene le mani? Come muove la
testa? ( ad esempio: annuisce mentre parla?)
- Il modo di parlare: il tono è basso o squillante? Che ritmo di voce ha? Con che
velocità parla?
Nel caso volessimo instaurare un rapporto a lungo termine bisognerà individuare
le cose importanti per una persona, ossia i suoi valori.
Una cosa da tener presente è quella di evitare di affrontare discorsi che possano
portare divergenze di opinioni prima di aver instaurato un buon rapporto,
altrimenti la rottura sarà inevitabile.
Nel momento in cui subentra la conversazione (comunicazione verbale)
bisognerà eliminare i termini negativi o meglio dette negazioni, perché
rischiamo di mandare il messaggio contrario a quello che si vorrebbe e questo
sia che si tratti di una conversazione normale oppure una trattativa d’affari.
Esempio: Non voglio convincerla… Il nostro cervello decodificherà il
messaggio come voglio convincerla…
Una volta stabilito il rapport0 è necessario stare attenti al nostro linguaggio,
normalmente molto confusionale, in modo da raffinarlo e renderlo appropriato a
quello che vogliamo trasmettere, tenendo ben presente che dovremo sempre
unire in maniera congrua CONTENUTO e FORMA in modo da rendere
dinamica, interattiva e costruttiva la nostra comunicazione, forgiandola sulle
caratteristiche e le necessità dei nostri interlocutori.
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