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Formazione
Sviluppo professionale personale. In una accezione ancora più ricca di significato si parla di formazione in servizio dei docenti. Percorsi mirati alla qualità degli esiti passando attraverso i bisogni dei docenti ed alle finalità della scuola. La materia è regolata, nei suoi vari aspetti, dalla direttiva 210 del 3.9.1999; quest'ultima ha posto in essere molte novità già presenti nel CCNL del 26.5.1999 e nell'integrativo del 31.8.1999. Atto del dare forma, e suo prodotto. Nel processo educativo, si riassumono sotto questo termine i fattori esterni o esogeni (quindi l'ambiente, l'insegnamento, ecc.), in riscontro al termine sviluppo sotto cui vengono invece riassunti i fattori interni o endogeni (quali la costituzione, il temperamento, certi tratti innati della personalità e la stessa maturazione dell'età evolutiva). Nell'uso corrente italiano, talvolta si distingue la formazione dall'informazione: questa seconda si limiterebbe a trasmettere nozioni, mentre la prima muoverebbe gli affetti e la volontà e mirerebbe a costruire saldi abiti intellettuali e morali; anche nella lingua tedesca, il termine Bildung (da Bild, immagine e anche forma) vuoi dire formazione come cultura spirituale: l'uomo formato è coltivato o colto in senso proprio. Più spesso viene di fatto usata oggi un'altra distinzione, quella tra educazione e formazione: la prima sarebbe generale, la seconda più specificamente orientata verso la professione. Concorre a far preferire l'espressione formazione professionale anche il logorio di termini usati precedentemente, come addestramento o istruzione (di cui si teme l'automatismo o il nozionismo). Sarebbe tuttavia più corretto concepire la formazione come un compito dell'educazione permanente, distinguendo come sue interne fasi una propedeutica di formazione generale scolastica, ed altre successive di qualificazione, specializzazione e aggiornamento (sotto le quali andrebbero ricompresi i momenti di riqualificazione o, come dicono i francesi, di recyclage). Secondo le esigenze oggi avvertite, la formazione professionale dovrebbe essere polivalente e ricorrente: cioè non esaurirsi in una preparazione a senso unico, rapidamente obsoleta, ma aprirsi a più possibilità e ad un costante ciclico rinnovamento.
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