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Psicologia della valutazione
Perché la valutazione sia veramente efficace, bisogna che faccia
appello alle migliori tecniche possibili (in funzione degli obiettivi
da misurare) e che ponga in atto i migliori e più efficaci principi
della psicologia. Già da parecchi anni si riconosce che la disponibilità
è un elemento indispensabile per apprendere. Un allievo è
ricettivo quando comprende e accetta i valori e gli obiettivi che sono
stati definiti. Si sa da molto tempo che le persone tendono a persistere
nelle attività nella misura in cui vi ottengono un certo successo.
Questo fenomeno è noto sotto il nome di Legge dell'effetto di
Thorndike. Più gli allievi si rendono conto che certi tipi
di comportamento sono associati al successo - per esempio, a buoni voti
nelle prove finali. Perciò se un formatore fa svolgere prove che
esigono la memorizzazione, l'allievo imparerà a memoria. Al contrario,
se una prova richiede dagli allievi che essi applichino dei principi,
che interpretino dati e che risolvono problemi, gli allievi studieranno
per essere il più preparati possibile a riuscire in quel tipo di
prova. Il sistema di valutazione usato determina in larga misura il tipo
di attività formativa cui gli allievi si dedicheranno durante il
corso.
Le prime esperienze sull'apprendimento hanno dimostrato che i soggetti
imparano meglio quando sono costantemente oggetto di una valutazione di
cui comprendono il fondamento atto ad aiutarli a determinare se stanno
procedendo bene. Tra tutti i problemi connessi alla valutazione, la motivazione
degli allievi è uno dei più importanti e talvolta dei più
difficili da affrontare. E' superfluo dire che il modo in cui un soggetto
riesce in una prova direttamente legato alla sua motivazione. Le ricerche
hanno dimostrato che, se un allievo è veramente motivato, la sua
performance è molto più vicina al massimo delle sue possibilità
di quando invece la motivazione manca. Quando chi apprende partecipa attivamente,
l'apprendimento è al massimo della sua efficacia.
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