STRESS |
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STRESS- Descrizione aggiornata del termine “stress”, risultata dalle ricerche del prof. Gennaro Iasevoli, psicologo - Il termine stress, riferito alle scienze fisiche esprime modalità materiali di sforzo, scossa, prova di resistenza, unite al concetto di stiramento, sfilacciamento, usura. Pertanto se metalli, rocce, manufatti di cemento, subiscono uno stress, appaiono all'osservatore sfilacciati, usurati, lesionati, danneggiati, ed anche le piccole lesioni, che sono impercettibili ad occhio nudo, vengono ben osservabili da parte dei collaudatori che alla fine hanno tutti i dati tecnici per descrivere con accettabile precisione e quantizzare l'effetto dello stress “meccanico”. Così, ad esempio , l'ingegnere meccanico può giungere anche alla determinazione del nesso di causalità - causa-effetto - indicando le forze fisiche che hanno determinato nel metallo uno stiramento da stress. In psicologia l termine “stress” viene scelto e pronunciato frequentemente per identificare le persone “stressate”, cioè per comunicare e descrivere il proprio o l'altrui stato di affaticamento, dipendente dal superamento della soglia di resistenza, principalmente in ambiente lavorativo. Pertanto il termine “stress”, sintetizza generalmente un concetto molto simile a quello di stanchezza insopportabile e pericolosa, sopravvenuta per effetto di una forzatura dell'impegno lavorativo o di studio. In molti casi lo “stress” deriva addirittura dai divertimenti esagerati, che creano l'affaticamento psicologico (stress da discoteca, stress da spettacolo, stress da gioco, stress da festeggiamento, stress da crociera, stress da attesa). Le persone, durante il giorno e la notte, hanno il controllo automatico delle energie (dosaggio delle energie e dosaggio dell'impegno) ma appena valicano o forzano la soglia della sopportabilità ordinaria dell'affaticamento, riscontrano in modo palese, sul loro corpo e sulla loro mente gli effetti negativi dello “stress”. Poi vi è il classico “stress postraumatico” che colpisce i sopravvissuti alle sciagure (terremoti, annegamenti, disastri aerei, scontri ferroviari, incidenti automobilistici). Lo “stress postraumatico” viene causato anche da perdite economiche, bocciature, licenziamenti, ed in tutti i casi di perdita dei propri cari (perdita naturale di parenti, amici, compagni di lavoro, vicini di casa e conoscenti). Ma quando si va a misurare lo stress delle persone, non si riescono a trovare esattamente le forzature e i patimenti psicologici: ogni persona è un caso a sé e ognuna manifesta idee vaghe e soggettive sui concetti di sforzo, scossa, forzatura, prova di resistenza, danno psichico. I danni da stress spesso diventano impercettibili da parte dei non esperti e difficilmente risultano osservabili anche da parte degli psicologi; alla fine non si può descrivere con accettabile precisione e quantizzare l'effetto dello stress sulla persona, né si può facilmente giungere alla determinazione del nesso di causalità causa-effetto riguardante gli elementi scatenanti lo stress. Nelle persone sono innumerevoli le variabili e le dinamiche psicologiche che nel corso della giornata accompagnano la produzione di stress, pertanto non è possibile ipotizzare un raffronto col mondo della fisica regolato da variabili oggettivamente misurabili (per esempio durante la forzatura (stress) del legno, metallo, roccia, vetro, plastica, ecc.). Poi si è dimostrato che una determinata fonte di stress, denunciata come tale da una persona, rappresenti invece un elemento di gratificazione e di rilassamento per un'altra persona: la musica contemporanea, ad esempio, stressa e disturba un appassionato di classico mentre appaga un giovane che ama i ritmi “metallici”. Non è possibile adottare una ricerca materiale selle cause stressanti, perché non è possibile omologare gli elementi costitutivi delle funzioni mentali agli elementi costitutivi dei metalli, rocce, laterizi; infatti i materiali, in condizioni standard ( a t.p.s.) si modificano, sotto gli stress di forze meccaniche, sempre e “ripetibilmente” secondo una determinata progressione. E' stato notato che alcuni individui sono più resistenti allo stress mentre altri lo sono in maniera minore. E' stato osservato che le variabili esterne modificano, accentuano o diminuiscono la percezione e il riconoscimento di una situazione stressante e l'effetto della fonte di disturbo. Alcuni studi in Italia ed all'estero condotti su operai ed impiegati controllati in ASL ed in ospedali, parlano di lavoratori inappagati dal proprio dirigente, che presentano un aumento dei sintomi da stress ed una più alta percentuale di infarto. La permanenza dello stesso datore di lavoro, percepito come poco adatto al proprio ruolo manager accrescerebbe i rischi di malattie cardiache. E' fonte di stress anche il sentirsi sottovalutati da un capo ingiusto egoista e incompetente; tale stress psicologico favorisce la depressione delle motivazioni che sfociano nella vita sedentaria ed in comportamenti antigienici che si accompagnerebbero all'abuso di alimenti ipercalorici, alcol e fumo. Alcune persone più deboli e fragili o le persone con un'aggressività repressa, per effetto di componenti e caratteristiche caratterologiche ed intellettive individuali, risultano più sensibili, insofferenti, impazienti e reattive alle condizioni avverse che si determinano sul posto di lavoro e quindi si ammalano maggiormente per lo stress. L'aumento della pressione sanguigna (protratto nel tempo) riscontrato nei dipendenti esposti allo stress sarebbe uno dei principali fattori di rischio-infarto. Per maggiore chiarezza occorre dire che la prevenzione, la diagnosi, la prognosi e la terapia degli stress psicologici procedono tra mille incertezze per il permanere di molteplici difficoltà incontrate nella osservazione pratica, come si evince da alcuni percorsi logici qui riportati . Un lavoratore europeo su quattro sarebbe sofferente di stress e la metà di tutte le assenze per malattia sarebbe imputabile allo stress. Mettendo a norma l'azienda attraverso l'applicazione delle nuove disposizioni normative sulla sicurezza del lavoro (prevenzione dello stress lavoro-correlato) le imprese conseguono dei vantaggi economici e gestionali. Mediante la sorveglianza sanitaria del medico del lavoro e dello psicologo i datori di lavoro, i lavoratori e i loro rappresentanti iniziano un processo di osservazione continua, di consapevolezza e di analisi dei fattori di stress e dell'insorgenza di sintomi di affaticamento a tutto vantaggio del miglioramento del rendimento del lavoratore. Dal 1° agosto 2010 decorre l'obbligo della valutazione dello stress lavoro-correlato infatti ai sensi del Comma 1-bis art. 28 D.lgs 81/2008 (modificato dall'articolo 18 del d.lgs. n. 106 del 2009) la valutazione dei rischi dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato. Ogni azienda eseguendo l'analisi di tutti gli elementi della sua organizzazione deve stilare un protocollo per la prevenzione del rischio stress lavoro-correlato al fine di ottenere il miglioramento dell'autostima psicologica e della concentrazione dei lavoratori e di prevenire anche il morbo di burnout, l'irritabilità, l'eccitazione, l'iperattività comportamentale, il mobbing, l'assenteismo, a tutto vantaggio dei dipendenti e dell'aumento della produttività. . Per avvi are la valutazione e prevenzione della dello stress lavoro-correlato i l datore di lavoro , in sintonia col medico competente , (medico del lavoro) , lo psicologo aziendale, i lavoratori e l' RSPP provvede a comunicare e spiegare diffusamente gli obiettivi salutari, benefici e condivisibili delle iniziative utilizzando avvisi, manifesti, opuscoli, dischetti e vignette sull' avvio della valutazione e prevenzione della dello stress lavoro-correlato . Successivamente per l 'osservazione dei sintomi dello stress lavoro-correlato in azienda , i l datore dei lavoro in sintonia col medico competente (medico del lavoro) lo psicologo aziendale, i lavoratori e l' RSPP , dispone:
Infatti la prevenzione dello stress deve avvenire attraverso l'individuazione e la riduzione delle cause di stress lavoro-correlato che emergono dalla insufficiente accettazione del lavoro spesso per problematiche endogene, ma principalmente per il peso-lavoro, per le sue condizioni e per la sua organizzazione quando non si è in grado di sopportarne il peso e le condizioni. Il lavoratore spesso, per una insufficiente accettazione del lavoro disponibile, causata da problematiche endogene, è vittima di stress lavoro-correlato, però quasi sempre soffre perché non riesce a sopportarne il peso, le condizioni ed il tipo di organizzazione. Le cause più frequenti di stress lavoro-correlato sono le seguenti :
Pertanto il datore dei lavoro , dà mandato alla commissione tecnica antirischio interna dell'azienda integrata da medico competente (medico del lavoro) e dallo psicologo, di preparare il documento annuale sullo stress lavoro-correlato e in sintonia l' RSPP ed i lavoratori, ( Documento Valutazione Rischi DVR), corredato da una checklist quale strumento protocollare di guida del l' attività antirischio e di verifica del processo, teso ad assicurare la correttezza delle procedure e a controllare e verificare gli obiettivi raggiunti , i nserendo nella lista di controllo (checklist) un elenco esaustivo delle cose da fare e da verificare per ottimizzare la prevenzione del rischio :
Alla fine, ove occorre l'intervento psicologico per smaltire lo stress, si procede all'orientamento delle persone cercando di mettere ordine nel collegare il concetto di stress psicologico all'intervento di specifiche cause ed alla comparsa di specifici sintomi chiaramente osservabili, descrivibili e ripetibili sperimentalmente. Lo psicologo ha quindi bisogno di tali elementi di riferimento (elenco delle cause e degli effetti psicologici) per ipotizzare, disegnare, realizzare e sperimentare nuovi percorsi antistress e terapie risolutive in caso di sofferenze psichiche e di ricadute da stress. Le terapie psicologiche attuali sono molteplici e comunque hanno il pregio di essere generalmente ben accette da parte delle persone colpite da tale disturbo. Si realizzano benefiche azioni psicologiche di orientamento, sostegno, colloquio, rielaborazione fantastica, socializzazione. In vari casi si ricorre anche a tecniche di rilassamento ipnotico, esercitazioni psicosomatiche, respiratorie e ginniche. Lo psicologo, adoperando varie cautele scientifiche imposte generalmente dalle problematiche sintetizzate precedentemente, che impediscono una definitiva elencazione, classificazione e quantizzazione degli stress psicologici, valuta e rileva gli effetti dello stress psicologico operando: a) - con la tecnica del racconto introspettivo - la descrizione che l'individuo riesce a dare circa le cause ragioni del suo stress e la descrizione che l'individuo riesce a dare circa i modi per combattere il suo stress; b) - con la tecnica dell'osservazione etero-spettiva (osservazione oggettiva esterna) - la diminuzione del rendimento, l'imprecisione del rendimento, i mutamenti di umore, i mutamenti di abitudini, il peggioramento dello stato fisico, il rifiuto rispetto alla cura di se stesso, la difficoltà di rapporto con gli altri. Lo psicologo procede anche nel quantizzare sommariamente lo stress del paziente a seconda del numero e della consistenza degli effetti riscontrati nel comportamento e può relazionare anche all'Autorità giudiziaria sul danno riscontrato, descrivendo gli “effetti negativi” sulla vita del soggetto “come frazione” di danno fisico (elemento invalidante anche fisicamente). Così può' costruire cronologicamente la storia del caso clinico ed individuare il “momento” in cui è cominciata e si è instaurata una condotta peggiorativa dello stile di vita e rapportarlo alla presenza dell'elemento scatenante (stressogeno), per individuare ragionevolmente un nesso di causa-effetto. Per quanto riguarda l'amnesia retrograda da “stress postraumatico” che colpisce appunto i sopravvissuti alle sciagure e le persone che hanno subito perdite economiche, bocciature, licenziamenti, perdita naturale di parenti, amici, compagni di lavoro, vicini di casa e conoscenti, bisogna considerare che spesso è una patologia psicologica passeggera ma può essere talvolta duratura; essa consiste nella cancellazione dei ricordi dei fatti, delle circostanze, dei pensieri, delle fantasie, dei progetti, degli impegni presi, delle informazioni, che erano presenti nella mente dell'individuo prima del trauma. La cancellazione colpisce senza un ordine preciso i ricordi per zone “frastagliate” o a “pelle di leopardo”, disordinatamente anche sul piano cronologico, nel senso che alcuni fatti di un periodo si dimenticano, mentre si ricordano fatti concomitanti o riguardanti altri periodi precedenti e successivi della vita. Spesso si dimenticano i fatti importanti e permangono le memorie dei fatti meno importanti. La dimenticanza può riguardare i fatti avvenuti in tempo limitato o in un lungo periodo. Il recupero della memoria riferita ai periodi rimasti senza ricordi, nella maggior parte dei casi si può ottenere, sia totalmente che parzialmente. Spesso, col passare del tempo, avviene spontaneamente la scomparsa dell'amnesia retrograda, mentre in altre situazioni è sufficiente l'intervento di operatori sociali ed infine. Nei casi più gravi occorre un grande sforzo psico-terapeutico specialistico che non sempre raggiunge il risultato sperato. Si può infatti riassumere che la possibilità, di superare l'amnesia retrograda e di recuperare i ricordi “obliati”, esiste, ma solo nei casi di traumi leggeri, di breve durata e subito trattati psicologicamente. Molti casi riescono difficili da trattare perché le persone, colpite da amnesia da “stress postraumatico”, hanno in precedenza contratto o sviluppato altre patologie complesse. Infatti riesce difficile “smaltire” lo stress postraumatico anche quando si è affetti da fragilità mentale, esaurimento nervoso, astenia, malattie debilitanti, sofferenza esistenziale, solitudine, senso di abbandono, indigenza socioeconomica, gravi carenze culturali o senescenza. G. I. |