Comunicazione e relazioni


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Comunicazione e relazioni

(Barriere comunicative)

Alberto Amitrani, Raffaella Di Marzio "UN COMPUTER PER AMICO Percorsi multimediali" - Garamond


Piattaforma comunicativa Quando due persone comunicano non si scambiano solo delle informazioni, ma creano anche un rapporto, una relazione interpersonale, una piattaforma indispensabile perché lo scambio avvenga. In questo scambio si possono verificare dei disturbi che costituiscono le barriere comunicative.

Alienazione Uno di essi viene definito alienazione e si verifica frequentemente nella vita sociale. Nel processo comunicativo può accadere che una persona sia dominata da un’altra e non riesca a sviluppare le sue qualità personali. Questa persona è alienata dalla comunicazione. Le cause dell’alienazione sono diverse: possono essere legate a problemi personali, stati di tensione e preoccupazione o a veri e propri disturbi della personalità. Questi disturbi comunicativi si manifestano nel disagio di chi non può esprimersi e relazionarsi in modo autonomo con il suo mondo, sia con i singoli individui che con i suoi gruppi di riferimento. Disturbi di questo genere possono verificarsi quando la persona che comunica, temendo di non essere all’altezza della situazione, si concentra eccessivamente su se stessa e sulla sua comunicazione oppure quando si sente troppo responsabile e si rende conto che la comunicazione non sta avvenendo come dovrebbe. In questo caso il comunicatore non riesce a relazionarsi in modo efficace a causa del suo personale disagio. Un altro disturbo si può verificare quando la persona è troppo centrata sul partner della comunicazione: "Possono provocare questa eccessiva concentrazione sull’altro anche i comportamenti caratterizzati da immodestia o da eccessiva dimostrazione di modestia. Nel primo caso l’alienazione è prodotta dal modo dominante di interagire; p. es., quando il comunicatore si mette al centro della relazione in modo prolungato o abbastanza frequente, il partner tende ad estinguere o a ridurre tale tipo di comunicazione eccessivamente unilaterale. Quando, invece, la persona dimostra esagerata modestia nel comunicare, non solo non dà il proprio contributo all’andamento della relazione, ma anche mette l’altro in stato di difesa, costringendolo ad indovinare la intenzionalità della sua riservatezza. Infine, quando una persona, nei momenti d’interazione, perde il controllo dei suoi sentimenti e delle sue azioni, l’attenzione del suo partner si sposta dalla tematica da trattare alla persona stessa che presenta tali mancanze di autocontrollo". L’alienazione provoca disturbi tali da rendere selettiva e incongruente la comunicazione tanto da impedirle di raggiungere gli obiettivi e da limitarne fortemente l’efficacia.

Comunicazione e relazione Poiché lo scambio di informazioni nel processo comunicativo si verifica sempre all’interno di una relazione tra persone, bisogna tener conto, per esaminare i disturbi della comunicazione, anche di alcune dimensioni che influiscono su di essa. Ricerche nel campo pedagogico hanno evidenziato due dimensioni: quella emozionale e del controllo; altre ricerche inseriscono tra le dimensioni importanti anche la fiducia.

Dimensione controllo Questa dimensione si esprime in un continuum che va dall’estrema dominanza alla sottomissione. Si verificano problemi in questa dimensione quando uno dei partner si pone in una situazione di autorità e dominio non accettate dall’altro. In questa dimensione rientrano gli atti autoritari che tendono a sottomettere (ordini, avvisi, ecc.), gli atteggiamenti competitivi che mirano a definire chi ha maggiore competenza a prendere le decisioni, i casi in cui i partners pretendono entrambi di possedere le medesime competenze in tutte le situazioni. In questo modo non viene tollerata la diversità e non c’è rispetto e fiducia nei riguardi dell’altro. Le tendenze a dominare si manifestano spesso in modo non diretto e aperto, ma sottile e mascherato. Un autore parla del tipo "manipolatore". Il manipolatore è colui che, in una relazione sociale, controlla se stesso e gli altri utilizzando comportamenti illusori. Questo autore elabora una sua classificazione del tipo "manipolatore", distinguendo i vari tipi in: "dittatore", "debole", "calcolatore", "parassita", "bullo", "gentiluomo", "giudice", "protettore": "Il "dittatore’ esagera nella severità, non tralasciando alcuna occasione per assumersi la responsabilità in modo dominante e determinante. Il "debole’ invece è il tipo opposto: mentre il primo disturba la comunicazione con la direttività ed inibisce l’ulteriore andamento dell’interazione con la sua iperreattività agli stimoli, il "debole’ si impone con la sua sensibilità e i suoi continui messaggi d’insufficienza. Il tipo "calcolatore" non permette che si crei alcun rapporto congruente o di parità, perché egli deve sempre controllare la situazione sociale ricorrendo spesso a strategie, bugie, giochi o simili atti comunicativi di natura difensiva, che hanno lo scopo di ottenere dei vantaggi personali o di dimostrare la propria superiorità. Il tipo opposto è il "parassita": egli cerca di vivere il ruolo di dipendente rinunciando, nelle relazioni, alla responsabilità, sia nei momenti in cui è necessario prendere delle decisioni, sia quando bisogna assumersi degli oneri per i diversi compiti da svolgere. In questo tipo d’interazione i disturbi sono originati non tanto dal fatto che l’altro partner si sente a disagio nel doversi sempre assumere anche le responsabilità dell’altro ("il parassita"), quanto perché si crea un’atmosfera incongruente a causa della ridondante adulazione. Il manipolatore "bullo" controlla la situazione con diverse forme di minaccia, di crudeltà e atti comunicativi simili. Il "gentiluomo" cerca di impressionare con la sua gentilezza, cordialità e preoccupazione, che gli garantiscono, in modo molto sociale, la possibilità di acquistare potere sull’altro. Il tipo "giudice" è invece la persona che cerca di dominare la situazione sociale con varie forme di critica, che tende a sottolineare la sua presunta superiorità, competenza, ed integrità nei confronti degli altri. Le sue forme comunicative sono valutazione, atti di sfiducia, giudizi, ecc. La categoria opposta al "giudice" è costituita dal "protettore", che cerca di controllare la situazione sociale con la sua preoccupazione e il suo interessamento continuo ed intenso, impedendo, in questo modo, una comunicazione responsabile, aperta e personale. I soggetti che manipolano in uno di questi modi, o in diversi modi combinati, conducono le relazioni con gli altri in funzione dei propri bisogni ed interessi; quindi, in modo esplicito o implicito, diventano direttivi, rendendo impossibili forme di comunicazione congruenti e paritarie. Il confronto con forme autoritarie, le sollecitazioni in funzione del dominio, sia nelle forme competitive manifeste che in quelle latenti delle strategie, conducono a relazioni umane impersonali. Le persone coinvolte in tali disturbi comunicativi sperimentano queste situazioni relazionali in modo spiacevole, e si trovano chiuse nell’unica alternativa di assumere un ruolo di sottomissione nei confronti di chi imposta la relazione in modi così unilaterali".

Dimensione emozionale Nel processo della comunicazione molto importanti sono gli atteggiamenti che una persona sperimenta nei confronti di un’altra. Tenendo presenti questi atteggiamenti è stata elaborata una dimensione che va dall’estremo dell’accettazione incondizionata all’estremo della ostilità. Questa dimensione è particolarmente importante perché ogni persona ha un bisogno fondamentale di sperimentare contatti affettivi positivi e perché il modo di comportarsi di una persona evidenzia quelle che sono le sue caratteristiche di personalità. Secondo questa dimensione ha grande importanza l’accettazione dell’altro, la fiducia nelle sue potenzialità, il rispetto e la considerazione positiva. Si tratta dunque di stabilire con l’altro una comunicazione affettiva che può essere ostacolata, secondo Rossiter-Pearce, da alcuni fattori tra i quali si può includere il concetto di sé che influisce sulla comunicazione quando la persona, per scarsa autostima e fiducia in se stessa, non riesce o non vuole interagire in modo personale. In questo caso il soggetto non dà contributi personali alla comunicazione e la ostacola anche con la sua continua richiesta di valutazioni positive da parte degli altri. Anche il modo in cui la persona viene valutata dagli altri può creare barriere comunicative in quanto chi è abituato a ricevere valutazioni positive o negative sarà portato a interpretare tutte le valutazioni che riceve nello stesso modo. Infine, l’attitudine a dogmatizzare, interpretare, moralizzare causa altri disturbi alla comunicazione poiché chi riceve il messaggio si sente svalutato e rifiutato, come se l’altro (attraverso la comunicazione non verbale) gli dicesse "tu non esisti!".

Dimensione fiducia Il clima di fiducia è molto importante perché il processo comunicativo abbia successo. Quando una persona si coinvolge nella relazione si espone al rischio potenziale di conseguenze negative, rischia, cioè, di diventare vulnerabile di fronte all’altro. Per questo motivo in un clima competitivo o autoritario le persone non sono portate a rivelare i propri segreti per poter controllare l’interazione e spingono gli altri a fare altrettanto. In questo clima di diffidenza non può instaurarsi un clima di fiducia e non si può realizzare una comunicazione significativa. Lo stesso accade quando uno dei partner si accorge che l’altro, nell’interazione, persegue solo scopi e interessi personali. In questa situazione la comunicazione non si addentra mai in argomenti personali ma si limita a temi occasionali (tempo, fatti di cronaca, etc.).
Disturbi della comunicazione si verificano anche quando uno dei partner si accorge che l’altro non risponde, non dà un feedback adeguato alla sua comunicazione. Nei momenti in cui si comunica in modo personale e profondo è molto importante, infatti, ricevere un feedback adeguato. Se questo non accade la persona si ritrae e cessa di comunicare come persona autentica ritirandosi dietro la "maschera" di un ruolo prestabilito. La complessità e la difficoltà di comprendere appieno il processo della comunicazione interpersonale dipende anche, in gran parte, dal fatto che i diversi fattori che influenzano il processo sono del tutto inconsapevoli e sfuggono al controllo degli individui coinvolti. è importante, comunque, essere a conoscenza della loro presenza e della loro importanza per affrontare la problematica connessa con la dovuta consapevolezza e serietà poiché, spesso, da una comunicazione inefficace dipende la riuscita o meno di una relazione interpersonale. L’effetto di un simile insuccesso può influire in modo consistente e determinante su individui in via di formazione come i bambini e i giovani che si trovano quotidianamente coinvolti in relazioni interpersonali sia con i coetanei che con i loro educatori.

 
 

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