Costruttivismo
e didattica on-line
Antonia Cunti
Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
E-mail: antonia.cunti@uniparthenope.it
L'enorme potenzialità distributiva della conoscenza attraverso
sistemi e-learning si basa sulla possibilità di diffondere ampiamente
un uso sapiente di strumentazioni on line, ovvero tale da evidenziare
livelli di eccellenza. Si tratta di una circostanza che va curata sia
sul versante del miglioramento delle competenze informatiche - è
noto che la qualità della conoscenza culturale acquisibile in rete
è strettamente connessa con il livello di competenza messo in gioco
- sia su quello della crescita della qualità del processo didattico
che viene attivato per far raggiungere specifici obiettivi di formazione.
La prospettiva abbracciata richiede necessariamente la messa in campo
di un impegno critico ed elaborativo di portata decisiva ai fini del raggiungimento
di un'offerta didattica sofisticata, dal punto di vista della sollecitazione
di capacità riflessive e di ristrutturazione dei saperi. In gioco
è la possibilità di definire sul terreno dei comportamenti
cognitivi - di chi insegna come di chi impara - impianti volti a ragionare
sui propri come sugli altrui saperi, per un comprendere significativo,
dal punto di vista dell'acquisizione delle logiche generative e costruttive
delle discipline e delle teorie come delle strategie conoscitive e delle
procedure attivate dai soggetti che apprendono. La formazione culturale
di cui abbiamo bisogno, in tal senso, è quella che vincola strettamente
l'acquisizione di contenuti culturali con l'imparare sulla conoscenza
e, in particolare, sul proprio conoscere.
Le piattaforme e-learning dovrebbero consentire ai soggetti di compiere
itinerari logici guidati, entro cui alcune azioni cognitive vengono sollecitate
e tutte quelle prodotte dal soggetto trovano una restituzione di senso
e procedurale; si tratta di far acquisire una concezione reticolare, negoziale
e partecipata del conoscere, immettendo il soggetto direttamente in processi
di costruzione cognitiva, laddove non sia tanto importante effettuare
scelte corrette, bensì attribuire un significato alle singole decisioni
e trarre da esse conseguenze interpretative ed operative. In rete vanno,
allora, collocati non solo contenuti culturali, bensì soprattutto
impianti volti a consentire ai soggetti di esplicitare e ricostituire
modelli mentali interni, ossia le strutture di conoscenza che il soggetto
agisce rispetto a specifici domini culturali.
Un'opzione così congegnata può consentire lo sviluppo di
qualità apprenditive fortemente contrassegnate sui versanti dell'autonomia
e della criticità e, in particolare, su quello della responsabilità del conoscere e dell'agire.
L'efficacia didattica è legata alla possibilità del soggetto
di rispecchiarsi nelle proprie scelte, di rivedere i propri percorsi di
conoscenza, allo scopo anche di poterli condividere e confrontare con
gli altri membri della comunità di apprendimento. Fondamentale,
al riguardo, è il ruolo del docente, chiamato a facilitare ed a
guidare la costruzione di senso delle scelte operate, le quali mettono
capo ad un modello, ad uno stile cognitivo espresso dal soggetto e del
quale egli deve divenire consapevole; questo vuol dire non rinunciare
all'insegnamento ed alla sua precisa intenzionalità educativa,
recuperando la centralità dell'e-teaching. Le piattaforme multimediali
rappresentano un luogo ideale dove realizzare la qualità della
ricostruzione cognitiva: se nel rapporto con la realtà fisica,
il soggetto costruisce la propria versione della conoscenza creandone
una rappresentazione mentale, nella realtà virtuale il soggetto
può portare all'esterno tale rappresentazione rendendola osservabile.
Lo scopo è che il soggetto divenga consapevole delle azioni costruttive
che compongono il proprio sapere a tal punto da poter intervenire riflessivamente
su di esse in corso d'opera.
La riflessione scientifica che si richiede per la fad concerne il modello
di formazione a cui riferirsi e soprattutto le possibilità di realizzazione
del modello, attraverso scelte e percorsi metodologici che pongano in
risalto le potenzialità inerenti al suo specifico ambiente didattico
e che suggeriscano possibili affinamenti procedurali, allo scopo di concertare
soluzioni di sempre maggiore efficacia.
L'individuazione di un modello di ricerca pedagogica e didattica per l'e-learning
riteniamo debba far riferimento alle prospettive più accreditate
in materia di processi formativi; in particolare, specifica importanza
viene attribuita ad alcuni aspetti di origine costruttivistica quali l'autocostruzione
dei processi di conoscenza, la personalizzazione della didattica, l'apprendimento
interattivo, il rimando circolare tra pratica, riflessione e teorizzazione.
La dimensione autocostruttiva si fonda sul principio che il soggetto sia
l'artefice dei propri processi di costruzione dei saperi e che tale protagonismo
si espleti grazie ai filtri cognitivi e socio-affettivi che egli fa agire
nel continuum dell'esperienza, filtri che, ovviamente, vengono costantemente
modificati dai nuovi input e che determinano il cambiamento delle forme
attraverso cui la realtà viene approcciata ed elaborata. Il soggetto
grazie ai suoi repertori culturali e ai suoi stili di pensiero e di apprendimento
non solo acquisisce nuovi saperi, ma è in grado di utilizzarli
entro contesti diversi da quelli in cui originariamente li ha appresi
per costruire nuove conoscenze e ulteriori processi formativi; si vuol
dire che la ricchezza e, soprattutto, la qualità delle conoscenze
e del conoscere stesso sono decisive ai fini della crescita della capacità di formarsi.
A seconda del modo in cui ciascun soggetto apprende, ricerca nuove conoscenze,
organizza percorsi di comprensione varia la capacità di determinare
significati, di contestualizzare le conoscenze e di conferire ad esse
un senso storico, sociale e pragmatico; ne consegue l'importanza di sostenere
la potenzialità biologica di creazione dei saperi personali attraverso
percorsi didattici che problematizzino il conoscere stesso, che pongano
in primo piano il carattere ipotetico dei contenuti culturali e dei processi
scientifici, sociali, motivazionali che ne sono alla base. All'interno
di tale cornice di matrice costruttivistica, la "personalizzazione"
della didattica non è riconducibile tout court all'individuazione
e al rinforzo di specifiche attitudini e stili cognitivi, nei quali sembra
in più di un caso consistere nell'attualità il processo
di individualizzazione dell'insegnamento; secondo questo punto di vista,
infatti, i soggetti - precocemente - evidenzierebbero peculiari modalità
di apprendimento e di formazione attribuibili soprattutto a fattori biologici.
Pur non trascurando la presenza di specificità individuali, l'intervento
formativo dovrebbe mirare prevalentemente ad allargare la gamma delle
opportunità e delle forme dell'apprendimento al fine di consentire
la maturazione di un proprio stile cognitivo, consapevole ed efficace,
frutto innanzitutto dei condizionamenti culturali e formativi.
Una riflessione squisitamente pedagogica ed educativa su tale questione
si impone, del resto, se si pensa che il concetto di "individualizzazione"
in origine, com'è noto, rinviava principalmente alla necessità
di adeguare l'insegnamento ai ritmi individuali di apprendimento, nella
convinzione che tale condizione inducesse l'effetto di abbreviare i tempi
individuali di apprendimento, oltre che di ottimizzarli. Non è
infrequente, infatti, anche a livello della vigente normativa scolastica,
che ci si trovi al cospetto di scelte educative e didattiche le quali,
in nome del rispetto delle singole individualità, di fatto esprimono
una chiara rinuncia a contribuire ai processi di emancipazione degli individui,
dando per acquisiti "stili" personali che sarebbero, invece,
da riferire, ad un'analisi più attenta, a carenti o inadeguate
sollecitazioni cognitive. La "personalizzazione" della didattica,
diversamente, potrebbe più efficacemente rinviare al punto di incontro
tra soggetti e saperi; in particolare, sarebbe opportuno attribuire un
maggiore rilievo ai possibili processi di avvicinamento delle conoscenze
disciplinari a coloro che dovrebbero apprenderle. In primo piano, va collocata
quella qualità formativa dei saperi che rinvia ai fattori soggettivi
e contestuali, fattori spesso non razionali, casuali e contingenti, che
pure entrano nei processi di creazione e di consolidamento delle conoscenze;
valorizzando tali elementi, infatti, si conferisce una speciale importanza
alla dinamicità tra le diverse componenti in gioco nelle vicende
umane e di sviluppo delle conoscenze. E' evidente che si tratta di un
approccio didattico coerente con una precisa epistemologia dei saperi
di cui, peraltro, il carattere probabilistico ed ipotetico delle teorie
costituisce un fattore ampiamente formativo, da cui discende l'improponibilità
di stili di pensiero improntati sulla passività e sull'accettazione
incondizionata.
Il rintracciare, nello sviluppo dei saperi, i processi di umanizzazione
consente ai soggetti di ritrovare nella cultura - e nei processi di costruzione
del "pensiero condiviso" - proprie motivazioni ed aspettative,
di esprimere forme di partecipazione in cui introdurre personali vissuti,
di sperimentare, infine, forme di restituzione dei propri bisogni, conoscenze,
interessi, secondo forme culturalmente e scientificamente contrassegnate.
La dimensione interattiva dell'apprendimento riguarda la consapevolezza
ed il confronto circa le proprie ed altrui modalità cognitive;
si tratta di creare condizioni funzionali ad una interazione formativa,
intesa come scambio costantemente mediato da una precisa scelta didattica.
Secondo tale prospettiva, si tratta di costruire sistemi ed ambienti di
formazione e-learning in grado di consentire l'emersione sistematica sia
del punto di vista del soggetto che apprende sull'apprendimento che sta
realizzando, sia delle ragioni culturali e formative di chi realizza l'impianto
didattico.
Sul versante della socialità dell'apprendimento, di particolare
importanza è la possibilità di sperimentare nell'ambito
di una piattaforma on line forme diversificate di apprendimento, che rinviano
a strutturazioni diverse del contesto della formazione e, dunque, a diverse
qualità di interazione; al riguardo, si richiede ai docenti di
allestire ambienti di apprendimento entro cui i soggetti possano compiere
percorsi di apprendimento differenziati che implichino molteplici comportamenti
cognitivi e forme di relazione con gli altri e con l'ambiente. I soggetti,
nell'ambito delle piattaforme, dovrebbero poter esprimere un fare produttivo
e significativo, quest'ultimo, infatti, gratifica il soggetto facendolo
sentire attivo, veicola contenuti culturali in merito al suo agire in
modo costruttivo e non passivo rispetto alle forme della cultura e favorisce
un'idea del sapere e della formazione dinamica e processuale; ancora,
la compartecipazione alla didattica, il "fare insieme", oltre
ad esercitare un sostegno socioaffettivo, veicola la concezione che la
cultura sia un prodotto co-costruito e che solo attraverso il confronto
e la condivisione dei processi si possa giungere ad un conoscere realmente
formativo ed autoemancipativo.
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