Costruzionismo


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Costruzionismo

* ( S. Papert)

"Le metafore della trasmissione e della costruzione sono i temi pervasivi di un grande e più variegato movimento pedagogico entro cui colloco il costruzionismo e sottolineo questo fatto col gioco di parole contenuto nel suo nome. Per molti pedagoghi e tutti gli psicologi cognitivisti, la mia parola evocherà il termine costruttivismo, il cui uso pedagogico attuale si fa in genere risalire alla dottrina di Piaget secondo cui le conoscenze non possono essere semplicemente 'trasmesse' o 'convogliate già pronte' ad un'altra persona. Persino quando ci sembra di trasmettere informazioni con successo comunicandole a voce, se si potessero vedere in atto i processi mentali dell'interlocutore si constaterebbe che questi 'ricostruisce' una versione personale delle informazioni che stiamo cercando di "convogliare". Il costruzionismo ha anche la connotazione di "set da costruzioni", dove il termine set è da prendersi in senso letterale, come il set del Lego, estendendo la definizione fino a comprendere i linguaggi di programmazione considerati come 'set' da cui si possono creare i programmi, e cucine come 'set' in cui si preparano non solo torte ma anche le ricette e le forme della matematica pratica. Uno dei miei punti fermi centrali matetici è che la costruzione che ha luogo "nella testa" spesso si verifica in modo particolarmente felice quando è supportata dalla costruzione di qualcosa di molto più concreto: un castello di sabbia, una torta, una casa di Lego o una società, un programma di computer, una poesia, o una teoria dell'universo. Parte di ciò che intendo dire col termine 'concreto' è che il prodotto può essere mostrato, discusso, esaminato, sondato e ammirato. Perché è lì ed esiste."

 

Tempo pieno e costruzionismo.

Scrive Elettra Wave su FB:
" Perchè oggi si usano termini inglesi per dire ciò che fu la grande rivoluzione del primo tempo pieno? Il "fare", riflettere, provare e riprovare, ecc. per apprendere, in particolare nelle materie scientifiche, ma non solo, venne portato alla ribalta dai pionieri dei primi "tempo pieno", poi, purtroppo, negli anni, soprattutto oggi, si è imboccata la strada dell'abbandono dell'uso delle mani e dei materiali per dirigersi compatti all'insegnamento-apprendimento per test con l'uso spropositato di fotocopie o la "comprensione" di pagine e pagine di testi zeppi di informazioni da incamerare senza sperimentare e in tutta fretta completare la programmazione fatta in base alle richieste di Indicazioni e registrazione continua di valutazioni obiettivo per obiettivo. Il tinkering ci apparteneva molto tempo fa ma non si chiamava così. Tranquillizziamoci quindi. Non è questione di parole, ma di una sostanza che è stata molto italiana e tanto tempo fa, oppure, come in alcuni casi, mantenuta a fatica quasi di nascosto."

Cosimo De Nitto commenta:

"...una sostanza che è stata molto italiana e tanto tempo fa", tu scrivi. Infatti il quadro teorico di riferimento (Istruzionismo vs costruzionismo di Papert) risale agli anni '80 e le radici affondano nella teoria del Costruttivismo elaborata da Piaget, col quale Papert ha lavorato tra la fine degli anni 50 e i primi anni 60. Papert parlava di bricolage, Resnick di tinkering. Due parole diverse per intendere la stessa cosa, cioè la radice della conoscenza è nell'esperienza. La crisi dei sistemi educativi nasce dal fatto che si basano prevalentemente sull'acquisizione meccanica del pensiero dato. Per superare questa crisi bisogna invertire il paradigma, a partire dall'esperienza concreta, costruendo e ricostruendo il pensiero, che sarà così fondato su abilità permanenti e profonde premessa di creatività, originalità. Il saper conoscere, il saper imparare, l'imparare a imparare, il fare diviene obiettivo educativo fondamentale che deve dare forma e sostanza ai sistemi educativi (scuola ecc.). Hai ragione Elettra. Il nostro "tempo pieno" ha anticipato (anni '70), accompagnato, fornito base esperenziale, modelli didattici concreti al tinkering/bricolage (Resnick/Papert). Almeno così è stato, così doveva essere quando si affermava che il T.P. non doveva essere un doposcuola e le attività pomeridiane non dovevano essere in continuità metodologica e didattica con le attività istruzionistiche del mattino e piuttosto dovevano avere priorità tutte le attività costruzioniste di laboratorio, ricerca, sperimentazione, manipolazione dei materiali e degli ambienti. Poi il modello del TP è stato corrotto (doposcuola), denigrato (parco giochi), parcheggio bambini per le famiglie ecc. ecc. Alla fine è stato trasformato in tempo lungo replicante, più o meno, metodi e contenuti delle attività del mattino. Questa è la verità storica. Ora torniamo pure alla celebrazione del tinkering/bricolage (Resnick/Papert). Avevamo un'occasione storica per tornare ad essere modello mondiale di un cambio di paradigma del nostro sistema scolastico. Le resisteze conservatrici, l'approssimazione e l'ignoranza delle nostre classi dirigenti l'hanno bruciata questa opportunità. E ora si torna a balbettare e scimmiottare di teorie che ignoriamo nelle premesse e nelle conseguenze concrete. Così, perché fa figo un bel neologismo, magari inglese. "

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