Devianza


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Stabilito che la socializzazione determina i suoi valori per l'intera società, quantunque in maniera diversificata secondo le classi e le categorie, esistono o si presume che esistano valori comuni, vali­di per tutta la società. - Viene considerata d. l'abbandono dei mezzi che la società ritiene giustificati per giungere ai fini che la società stessa giustifica o l'abbandono dei fini che la società ritiene giustifica­ti e da conseguire. Secondo che ci si distacchi dal fine o dal mezzo o da entrambi abbiamo alcune ipotesi di d., formulati dallo Robert King Merton (1910): innovazione, quando si accettano i fini ma si ri­corre a mezzi non riconosciuti socialmente, per ottenerli; formali­smo, quando non si intende conseguire le mete ma ci si attiene cate­goricamente all'uso dei mezzi (è il caso del burocrate); rinuncia, quando non vi è alcuna disposizione a conseguire né i mezzi né i fini; ribellione, nel caso in cui si tende a ottenere mezzi e fini diversi da quelli che la società ha riconosciuto. Ovviamente, il concetto di d. è storico, circoscritto alle diverse società. Ogni società ha i suoi criteri per giudicare quel che è deviante da essa.

Approfondimenti

Elenco minimo delle teorie sulla devianza

(di M.V. Masoni sul sito http://www.formazione-studio.it/download_detail.php?char_read=300&articolo_ID=166)

 


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