Docimologia


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Docimologia

Designa lo studio sistematico delle tecniche di esame  (dokimasia in greco significa prova d'esame), mediante  l'ausilio della psicotecnica e della statistica. Ricerche  condotte in vari paesi, come gli U.S.A. (Starch ed Eiliot),  l'Inghilterra (Rhodes e Hartog), la Francia (Pieron, Laugier, Weinberg) hanno rilevato quanto scarso affidamento meritino i «voti» attribuiti con metodi tradizionali in  esami e concorsi, e hanno posto l'esigenza etica e  giuridica di un'impostazione più rigorosa, oggettiva e  uniforme delle prove, da cui siano rimosse le cause più  frequenti d'errore e di incertezza, e in cui siano limitati  gli effetti imputabili al mero «caso».

Essenzialmente, la d. si occupa del reperimento degli  elementi di valutazione, dell'allestimento delle tecniche  più idonee per accertarli (costruzione di reattivi, prove,  saggi, questionari, conduzione di colloqui), dei metodi di  misura e di tabulazione dei risultati, del calcolo di correlazioni, varianze e covarianze; l'ambito di tali indagini è  quello scolastico, e pertanto verte in misura preminente  su reattivi di attitudine e su reattivi di acquisizione,  lasciando ad altre ricerche psicotecniche il compito  d'occuparsi delle scale di sviluppo e dei reattivi di  personalità. Il reperimento degli elementi di valutazione deve essere  effettuato in modo chiaro e inequivocabile, evitando  indicazioni vaghe e generiche (come la valutazione  dell'intelligenza, della maturità e simili) affidate ad apprezzamenti discrezionali soggettivi; preferibilmente devono essere indicate le forme di comportamento approvate e quelle riprovate, descritte oggettivamente (per es.  l'esecuzione di operazioni aritmetiche di un certo livello). Ovviamente è più facile ottenere un'oggettività rigorosa  isolando attività elementari e di tipo meccanico, che  possono di fatto essere addirittura registrate con dispositivi automatici (come i contatori di errori in alcune  macchine per insegnare,); ma è possibile stabilire  metodi oggettivi di reperimento e accertamento anche  di attività creative ed euristiche, ogni metodo ha del resto  i suoi limiti. La misurazione dei risultati deve far ricorso ai metodi  statistici: un voto o un punteggio qualsiasi presuppone infatti un confronto tra molti risultati. Di solito, il maggior rilievo viene dato alle cosiddette misure di posizione; interessa cioè sapere quale posto occupa un certo risultato comparativamente ad altri risultati conseguiti da diversi soggetti nella stessa prova. Per questo, occorre stabilire anzitutto la tendenza centrale dei risultati in una distribuzione di punteggi (moda, mediana, media) e il tenore medio della dispersione o deviazione attorno ad essa (sigma o scarto tipo); è allora possibile indicare la posizione d'ogni risultato rispetto a tali valori, per esempio indicando di quante unità di scarto tipo, o frazioni di essa, disti dalla media un certo risultato.

*Docimologia

 Dalla necessità di sottoporre ad analisi rigorosa le modalità di effettuazione degli esami terminali della scuola secondaria ha avuto origine il complesso di ricerche che hanno condotto alla definizione di uno specifico settore scientifico all'interno della ricerca educativa. Così è nata la docimologia. La parola è composta da due radici greche: docimo- deriva dal verbo dokimázo, che significa esaminare; -logia è il consueto suffisso derivato da lógos (discorso) che sta ad indicare che ci si trova di fronte ad una riflessione scientifica.

 Verso la fine degli anni Venti alcuni paesi avevano già conosciuto uno sviluppo scolastico imponente al livello secondario. Di conseguenza, un numero crescente di candidati si presentava agli esami finali, per ottenere il baccalauréat in Francia, l'Abitur in Germania, il General Certificate of Education nel Regno Unito eccetera. Ma proprio il numero crescente dei candidati faceva emergere problemi di valutazione che in condizioni di scolarizzazione più ristretta non si erano segnalati con altrettanta urgenza. In particolare, si constatavano una grande difformità di valutazione fra i commissari, differenze nell'interpretazione delle scale per l'espressione dei giudizi, una forte soggettività nell'identificare l'intento delle prove. La Carnegie Corporation di New York decise allora di finanziare un complesso di ricerche sulle modalità di effettuazione degli esami finali della scuola secondaria, cui aderirono numerosi paesi, tra i quali gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, l'Inghilterra, la Scozia, la Finlandia, la Svizzera. Di particolare interesse la ricerca effettuata in Francia sugli esami di baccalauréat, sotto da direzione di H. Piéron, perché consentì di definire i capisaldi metodologici e tecnici della ricerca valutativa. La pubblicazione dei risultati della ricerca diretta da Piéron costituì anche l'occasione per affermare la parola che in seguito avrebbe designato la conoscenza nel settore, appunto la docimologia. E. Claparède, in un articolo pubblicato sul Journal de Genève, così ne salutava la nascita: "questa parola, che non compare ancora nel Dictionnaire de l'Académie, ci giunge da Parigi e designa una scienza di grande importanza".


"La docimologia è un ramo della pedagogia che si può collocare specificamente tra le tecniche sperimentali che si occupano dello studio dei sistemi di valutazione, dove la valutazione rappresenta uno snodo fondamentale, in quanto il voto non viene più inteso in ambito strettamente numerico.

In questo senso il fine della docimologia è quello di dare indicazioni su come trovare parametri oggettivi per l'attribuzione di punteggi nelle prove, solitamente in rapporto a 4 o 5 fattori, per esempio tempo di esposizione dei concetti esposti in rapporto a tempi assegnati.

La docimologia si pone come obiettivo quello di trovare metodi di valutazione oggettivi, tramite varie tipologie di prove, come test, prove strutturate, prove non strutturate."

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