DRAMMATIZZAZIONE


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DRAMMATIZZAZIONE


La capacità di "far finta di", così caratteristica ed universale nei bambini, strettamente collegata con lo sviluppo dell'intelligenza ha la sua origine nella tendenza all'imitazione che è molto precoce. L'imitazione, che inizialmente nel bambino avviene in presenza del modello, successivamente viene differita. E' l'inizio del "far finta di ".Prima dei due anni i bambini sono già in grado di mangiare, di andare a dormire e di utilizzare gli oggetti prestando loro altri significati. La vita immaginativa ha comunque il suo culmine verso i 3 anni e mezzo, quando il bambino acquista la capacità di impersonare un altro.
A 4 anni il bambino partecipa di più alla vita sociale, si diverte a travestirsi e ad imitare soprattutto gli adulti. Fa compiere azioni di vita reale o immaginaria a pupazzi; sa preparare e costruire gli accessori di cui avrà bisogno nel gioco imitativo. In questo periodo l'animismo infantile, che è una funzione simbolica, permette al bambino di animare oggetti e personaggi inanimati che obbediscono alle leggi dei suoi desideri. In tal modo l'immaginazione del bambino supplisce l'assenza degli oggetti e dei personaggi o trasforma le loro fattezze a misura della realtà magica che il bambino vuole rappresentarsi.
A 5 anni il bambino raggiunge un notevole grado di maturità e sa distinguere il vero dal falso: continua ad amare il travestimento e le rappresentazioni in cui può avere la parte di persone ben lontane dalla sua vita di tutti i giorni.

Quanto più l'immaginazione e il gioco simbolico si affinano, tanto più la comunicazione viene ricercata. La drammatizzazione si basa sull'immaginazione del bambino: essa è gioco imitativo, simulazione di ruolo, abitudini, aspetto di qualcuno, è gioco di mimo arricchito di gesti e parole. La drammatizzazione è una forma di linguaggio originaria del bambino, è un mezzo di espressione, di comunicazione, è uno strumento che favorisce ed incentiva le relazioni tra i bimbi attori, tra i bimbi spettatori e tra attori e pubblico: relazioni volte alla condivisione e al coinvolgimento emotivo. I giochi di mimo e di drammatizzazione, intesa come espressione mimica arricchita dalla parola, permettono di raggiungere svariati obiettivi, sia per quanto riguarda la socializzazione, sia per quanto riguarda il bambino preso singolarmente.

Dal punto di vista della socializzazione la drammatizzazione assicura la comunicazione tra i bambini e sviluppa lo spirito di gruppo per mezzo della condivisione di idee ed emozioni nel costruire, nel realizzare e rappresentare la storia. Il ruolo individuale dell'esperienza di drammatizzazione è quello di suscitare l'immaginazione e di stimolare l'osservazione, la riflessione, lo spirito critico, ma è anche quello di stimolare la capacità creativa del bambino e non ultimo di facilitare l'espressione di sè, di favorire la liberazione di conflitti interiori, di vincere la timidezza. Gli obiettivi cui si mira variano a seconda dell'età dei bambini.
In questo laboratorio vi sono anche i burattini. Il burattino ha una qualità particolare: quella di essere vivo, di rispondere, di muoversi e di essere comunque finto, controllabile perennemente, suscettibile di ricominciare il gioco; esso è contemporaneamente reale e fantastico. Man mano che il bambino acquista padronanza di questo mezzo espressivo, sarà in grado di animare in modo sempre più completo e preciso i personaggi che crea.

Il burattino è uno strumento controllabile dal braccio che lo anima; è quasi una sua parte, così come quello che dice è una parte di gli presta la voce, ma questo senza confondersi del tutto con il suo animatore.
Il burattino per questo acquista una funzione particolare in quanto media il coinvolgimento del bambino in ciò che esprime. Se il bambino ha difficoltà nel comunicare, è inibito, con un burattino in mano riuscirà a dire delle cose che normalmente non direbbe.
Il burattino, come mezzo espressivo può stimolare ed amplificare capacità fisiche, sensoriali e riflessive, ma il suo uso ha anche e soprattutto valenze psicologiche.
Il laboratorio prevede anche un adeguato spazio adibito al "gioco d'ombre". Il gioco d'ombra spinge a decifrare un segno, stimola l'immaginazione e l'utilizzo creativo di corpi. L'immagine imprecisa inoltre crea in ogni bambino reazioni diverse a seconda dei vissuti personali: la sagoma è caricata dei segni, dei desideri e delle paure dei bambini.

Il laboratorio di drammatizzazione si propone di:

  • soddisfare il bisogno di movimento e di liberazione della fantasia attraverso l'uso di linguaggi diversi
  • stimolare limmaginazione del bambino
  • favorire la comunicazione tra bambini
  • permettere al bambino di esprimere sentimenti, paure, emozioni, attraverso il corpo e/o attraverso l'uso di oggetti
  • superare paure e allargare la fiducia in se e negli altri
  • favorire l'imitazione di diversi modelli di comportamento.

 

Dal sito: http://www.scuolesangiuseppe.org/docs/drammat.htm

 


 

 

 


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