Tempo d'Europa
Jacques Le Goff
LEuropa è stata inizialmente un mito e una concezione geografica.
Il mito fa nascere lEuropa in Oriente. La parola e lidea emergono
dalla mitologia greca, il più antico nucleo di civiltà presente
sul territorio di quella che poi diverrà lEuropa. Europa
vi figura in quanto figlia di Agenore, re della Fenicia, lattuale
Libano. Zeus, il re degli dei greci, se ne sarebbe innamorato e, trasformatosi
in toro, lavrebbe trasportata a Creta. Dai loro amori sarebbe nato
Minosse, re civilizzatore e legislatore, divenuto, una volta morto, uno
dei tre giudici degli Inferi.
I Greci diedero il nome di Europei agli abitanti dellestremità
occidentale del continente asiatico. Il contrasto tra Oriente e Occidente
con cui lEuropa viene a confondersi incarna per i
Greci un fondamentale conflitto tra civiltà. Il celebre medico
greco Ippocrate, vissuto tra la fine del V e linizio del IV secolo
a.C., oppone Europei e Asiatici alla luce dei conflitti che videro le
città greche levarsi contro lImpero persiano e che indubbiamente
rappresentano la prima manifestazione dellantagonismo Occidente-Oriente:
le guerre persiane in cui il David greco sconfisse a Maratona il Golia
asiatico.
A detta di Ippocrate gli Europei sono coraggiosi, ma anche
guerrieri e bellicosi, mentre gli Asiatici sono saggi e colti, oltre che
pacifici e privi di energia. Gli Europei tengono alla libertà e
sono pronti a battersi e anche a morire per essa. Il loro regime politico
preferito è la democrazia, mentre gli Asiatici accettano tranquillamente
la servitù in cambio della prosperità e della tranquillità.
Questa immagine degli orientali si è perpetuata nei secoli. Nel
Settecento i filosofi europei dellIlluminismo hanno elaborato la
teoria del dispotismo illuminato, individuato come il regime politico
più diffuso in Asia e, nella stessa direzione, il marxismo ottocentesco
ha definito un modo di produzione asiatico, base dei regimi autoritari.
Eredità e confini
La Grecia antica lascia dunque allEuropa una doppia
eredità: quella dellopposizione allOriente, allAsia,
e quella del modello democratico. Nonostante la democrazia greca antica
sia lungi dallessere una vera democrazia visto che esclude
le donne, gli stranieri e gli schiavi essa trasmette questo ideale
a unEuropa che diventerà democratica nel corso dellOttocento
e del Novecento.
Ma il termine 'Europa' veniva utilizzato soprattutto dai
geografi per designare lestremità occidentale del continente
eurasiatico. Furono essi a sollevare una questione che ancora oggi costituisce
uno dei grandi problemi relativi alla definizione di Europa. Se a Nord,
a Ovest e a Sud il mare costituisce la frontiera naturale dellEuropa,
qual è la frontiera a Est? Le steppe dellattuale Russia,
il paese degli Sciti nellAntichità, il Bosforo e gli altipiani,
che separano lAnatolia dalle valli dellEufrate e del Tigri,
sono zone indefinite, in cui lEuropa emerge dallAsia. Questa
indefinitezza pone, ai nostri giorni, la grande questione dellappartenenza
o meno allEuropa della Turchia a sud-est e, soprattutto, della Russia
a Est.
Turchia e Russia appartengono allo spazio democratico che
rappresenta attualmente una delle caratteristiche essenziali dellEuropa?
I geografi della Grecia antica ritenevano, di norma, che la frontiera
tra lEuropa e lAsia fosse costituita dal fiume Tanai
lattuale Don che sfocia nel Mare dAzov, il che include
la Bielorussia e lUcraina attuali, ma lambisce appena la Russia.
In epoca moderna si è ritenuto che la frontiera seguisse la zona
assiale dei monti Urali. Se si viaggia sulla celebre linea ferroviaria
Transiberiana, che collega lOvest della Russia con lestremità
orientale della Siberia, al chilometro 1777 è possibile leggere
su un obelisco "Europa", al di sotto di una freccia orientata
a ovest, e "Asia", al di sotto di unaltra freccia volta
verso est. Ma si tratta di una distinzione geografica più o meno
arbitraria, a fronte di un problema che è essenzialmente politico.
Un cammino tortuoso
Il periodo decisivo per la nascita e la prefigurazione
dellEuropa è il Medioevo. Ma bisogna evitare di cadere in
due errori. LEuropa non è il risultato della lunga costruzione
di unentità che si è formata poco a poco nel corso
della storia. Non è un obiettivo sempiterno. È un fine recente,
chiaramente affermato solo dopo la Seconda guerra mondiale e perseguito
da un gruppo ristretto di economisti e di uomini politici. Tra essi il
principale esponente fu il francese Jean Monnet (1888-1979), coadiuvato
da un trio di democratici-cristiani rappresentato dal tedesco Konrad Adenauer
(1876-1967), dallitaliano Alcide De Gasperi (1881-1954) e dal francese
Robert Schuman (1886-1963). LEuropa deve ancora essere fatta, nonostante
siano stati compiuti notevoli progressi, come ladozione di una moneta
unica: leuro. Daltra parte fin dallAlto Medioevo lEuropa
non è mai stata una creazione continua, né una individualità
collettiva riconosciuta.
Nella prospettiva di una costruzione europea si sono verificati
avanzamenti e arretramenti, in particolare come conseguenza della divisione
dellEuropa in nazioni chiuse in sé stesse. Si sono verificate
anche eclissi della coscienza europea. La cristianità nel Medioevo
ha obliterato lEuropa e la Rivoluzione francese ha sostituito alla
sua immagine quella della rivoluzione, mentre le due grandi guerre del
XX secolo hanno soffocato lEuropa nel conflitto. Ma, in ogni caso,
fin dallAntichità si sono sedimentate eredità che
a poco a poco hanno costituito il patrimonio dellEuropa, e hanno
contribuito a dare corpo alla sua idea, così come a modellare la
sua personalità.
Unidentità complessa
Tra i principali lasciti dellAntichità vanno
annoverate le lingue greche e soprattutto quelle latine, che costituiscono
il nucleo più antico e più solido della cultura e del sapere
europei, in particolare anche se non solo nei paesi che
hanno adottato lingue romanze (Spagna, Francia, Belgio vallone, Svizzera
romanda, Italia, Portogallo). Ma non bisogna trascurare neppure la filosofia,
larchitettura, la scultura, il teatro e lo sport, lasciati come
eredità dai Greci, né il diritto e le arti liberali, in
particolare la retorica, ereditati dai Romani. Nel campo dellalimentazione
Greci e Romani ci hanno tramandato il vino, lolio e il frumento
(il pane) venuto dal Medio Oriente.
LAlto Medioevo, nel periodo che va dal IV allVIII
secolo, non si accontentò di aggiungere qualche vago strato supplementare
allEuropa. Dei due grandi storici che hanno dato vita alle "Annales",
contribuendo a un profondo rinnovamento della storiografia, uno, Marc
Bloch, ha scritto: "LEuropa è nata quando lImpero
è crollato"; laltro, Lucien Febvre, ha ripreso questa
frase, soggiungendo: "Diciamo piuttosto che lEuropa diventa
una possibilità nel momento in cui lImpero si disgrega".
Ciò che a quel punto rese possibile lEuropa
fu che la parte occidentale dellImpero si separò dalla parte
orientale, e che questa parte occidentale si aprì ai popoli barbari
del Nord e dellEst Celti, Germani e più tardi Slavi
per dar vita a quei popoli 'meticciati' che sarebbero poi divenuti
gli Europei. Fu anche il fatto che tutti i suoi abitanti si convertirono
gradualmente al cristianesimo, il quale fornì loro il cemento religioso,
ideologico e culturale necessario alla realizzazione di ununità
di idee, di sentimenti e di pratiche.
LEuropa di oggi e di domani non deve essere unEuropa
cristiana. Dopo il Medioevo lEuropa ha acquisito la libertà
in materia di credo, e la fede religiosa può coabitare con una
laicità divenuta regola maggioritaria. Ma nel processo costitutivo
di una comunità il cristianesimo ha avuto, agli inizi,
un ruolo essenziale. Questa stessa impronta religiosa ha daltra
parte spinto gli Europei a errori, e anche a crimini, che gravano pesantemente
sulla storia dellEuropa. La 'colorazione' religiosa della primitiva
identità europea (nel Medioevo lEuropa tende a confondersi
con la cristianità) condusse alla persecuzione degli eretici, che
contraddicevano la dottrina della Chiesa, e a quella degli Ebrei, che
nel territorio europeo costituivano un corpo non cristiano che opponeva
resistenza: lInquisizione ricorse alla tortura. La stessa colorazione
religiosa spinse alla Crociata, replica militare allespansione musulmana,
che trasferì la guerra fuori dellEuropa e suscitò
un odio durevole tra le popolazione musulmane extraeuropee, opponendo
una sorta di jihad (guerra santa) cristiana alla jihad islamica.
Unidentità collettiva si plasma attraverso
fattori tanto interni quanto esterni. Nel caso dellEuropa il fattore
esterno fu rappresentato dallIslam. Una nuova religione predicata
da Maometto nacque in Arabia nel VII secolo, e nel giro di un centinaio
di anni si diffuse in gran parte dellOriente e nellAfrica
del Nord. I musulmani attaccarono i cristiani nel Medio Oriente e nellAfrica
del Nord, che venne strappata ai Bizantini, e successivamente, a partire
dal 711, passarono in Europa, dove conquistarono rapidamente la Spagna,
giungendo fino ai Pirenei. Nel 732 unarmata musulmana avanzò
a nord dei Pirenei; il re franco Carlo Martello, alla testa di un esercito
cristiano, larrestò nei pressi di Poitiers costringendola
alla ritirata. Una cronaca cristiana dellepoca dice essersi trattato
di una vittoria degli Europei sugli Infedeli,
segnalandoci con ciò che il termine europeo, lungi
dallessere solo unespressione geografica, esprimeva anche
un sentimento religioso e culturale improntato a valori identitari.
La riconquista (reconquista) della penisola iberica sui
musulmani, conclusasi nel 1492 con la presa di Granada, è una delle
imprese collettive degli Europei nel corso del Medioevo. I musulmani dal
canto loro occuparono per breve tempo una parte della Provenza e della
Sicilia, e per due secoli furono padroni di Palermo, prima di essere cacciati
dai Normanni.
Religione e politica
Il grande storico belga Henri Pirenne (1862-1935) ha stabilito
una relazione, in particolare dal punto di vista economico, tra la conquista
araba e la costruzione europea, paragonando Maometto a Carlomagno. Ma,
contrariamente a unidea diffusa, non credo che Carlomagno sia stato
il padre dellEuropa. Il suo impero fu molto più piccolo dellEuropa.
Esso non comprendeva la Penisola Iberica, né il mondo anglosassone
o quello scandinavo; non ne facevano parte il Centro e lEst della
Germania, né i paesi slavi dellEuropa centrale e dei Balcani
che oggi si trovano ai confini dellEuropa politica, ma che storicamente
sono europei. La capitale dellImpero carolingio, Aquisgrana, non
era europea nel senso in cui Roma lo era stata nellAntichità
o in cui oggi lo è Bruxelles. Carlomagno non concepì il
progetto dellEuropa, ma piuttosto quello di un ritorno allImpero
romano del passato.
In ogni caso Carlomagno, scrivendo in un latino rinnovato,
riunendo alla sua corte uomini di cultura e poeti provenienti da tutte
le parti dellImpero e anche da zone esterne a esso spagnoli,
irlandesi, anglosassoni, franchi e germani, italiani ecc. ha contribuito
a forgiare unEuropa culturale. Egli ha dimostrato che il fulcro
dellunità europea, il legame sostanziale di una comunità
europea, doveva essere la cultura. E che essa aveva bisogno di una legislazione
comune, quella dei capitolari, utili soprattutto a inquadrare e a stimolare
lattività economica.
Tra il IX e il XIV secolo la cristianità diede vigore alla costituzione
di unEuropa ancora senza nome, seguendo in particolare due direttrici:
la conversione di nuove nazioni e lo sviluppo delle popolazioni cristiane.
La conversione unita alla reconquista iberica
riguardò successivamente i Germani, gli Scandinavi, gli Ungheresi
e gli Slavi dellOvest (polacchi, cechi, slovacchi, sloveni, croati).
Prima di Carlomagno la cristianità europea aveva evitato il grave
rischio di una divisone tra cristiani cattolici, ritenuti
ortodossi, e cristiani ariani, considerati eretici. Alcuni
re, visigoti in particolare, erano passati dallarianesimo al cattolicesimo,
ma il cristianesimo occidentale, che obbediva a Roma e parlava latino,
si staccò dal cristianesimo orientale che parlava greco e non riconosceva
il papa. La rottura si consumò nel 1054, anche se levento
più rilevante si era verificato alla fine del X secolo, con la
conversione al cristianesimo greco-ortodosso di Vladimiro, principe di
Kiev. A partire da Costantinopoli e da Kiev lEuropa orientale divenne
cristiano-ortodossa. Nel XX secolo limpero sovietico inglobò
questEuropa ortodossa e venne così ad acuirsi una frattura
profonda, che permane tuttora nel cuore dellEuropa.
In ogni caso, a partire dallanno Mille e fino alla
metà del XIII secolo, una diffusa prosperità e un rilevante
progresso coinvolsero più o meno tutte le regioni europee, comprese
le regioni periferiche; essi contribuirono al rafforzamento di un comune
sentimento europeo e allo stesso tempo salvaguardarono, e talora favorirono,
le diversità regionali. Una delle caratteristiche essenziali dellEuropa
da preservare a tutti i costi è proprio la sua diversità
che può, e deve, coesistere con la sua unità.
A tale slancio è stato dato il nome di prima
rivoluzione europea. Suo tratto saliente fu lintenso sviluppo
urbano; le città si accrebbero e si moltiplicarono con lestensione
di autonomie e di istituzioni consolidate e con i progressi dellurbanesimo.
Tra lanno Mille e il XIII secolo un considerevole aumento demografico
raddoppiò la popolazione europea; di conseguenza si dovettero ampliare
le superfici destinate alle colture e introdurre perfezionamenti tecnici
nei modi di lavorazione della terra, nei trasporti, nellindustria
tessile e nella costruzione degli edifici e delle strade, dei mulini e
delle imbarcazioni. Contemporaneamente un grande fermento religioso, pur
se moltiplicò il numero degli eretici, consolidò il movimento
cittadino e l'affermazione dei laici, attraverso la creazione dei nuovi
ordini mendicanti dei domenicani e dei francescani. A esso si accompagnò
un intenso fervore artistico, con la nascita dellarte romanica e
successivamente di quella gotica.
Conoscenze e insegnamento furono considerevolmente incrementati
mentre si accentuava di più il richiamo alla ragione, affiancato
alla fede. Furono istituite scuole e fece la sua comparsa linsegnamento
superiore con la creazione di università in tutta Europa. Dapprima
in Italia (Bologna), in Francia (Parigi), in Inghilterra (Oxford e Cambridge),
nella Penisola Iberica (Salamanca e Coimbra); quindi, tra XIV e XV secolo,
nellEuropa centrale (Heidelberg, Praga, Cracovia), e infine, nel
XV secolo, nellEuropa settentrionale (Uppsala). Ovunque, in Europa,
si diffuse la scolastica.
Lo sviluppo del commercio, con le sue fiere e i suoi mercati,
contribuì a mettere in risalto le carenze delleconomia europea
medievale: il numero eccessivo di imposte sulle merci (pedaggi), linadeguatezza
della moneta corrente per scambi che diventavano sempre più di
ordine monetario. La circolazione monetaria era troppo frammentata. Anche
le monete italiane più apprezzate, fiorini e ducati, erano insufficienti.
Lesistenza di una moneta unica avrebbe probabilmente
fatto fare un balzo in avanti alleconomia medievale che approdò,
tra non poche difficoltà, al capitalismo. Ma, visto che la politica
economica e monetaria ha sempre bisogno di condizioni politiche favorevoli,
a partire dal XIV secolo guerre, pestilenze e rivolte rallentarono il
progresso economico, anche se la coscienza dellidentità europea
rimase sempre viva. Lo stanno a testimoniare figure come quella di Enea
Silvio Piccolomini, pontefice con il nome di Pio II (1458-1464), o dello
scrittore e uomo politico Philippe de Commynes, attivo dalla Fiandra allItalia
tra il XV e il XVI secolo.
dl sito www.treccani.it/iteronline
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