Informazione 'on demand'
In questa dispensa abbiamo distinto fra
la pura trasmissione di un'informazione – un evento comunicativo
'di flusso', in cui lo scambio fra emittente e destinatario avviene
in un tempo definito – e la pubblicazione di un'informazione,
che in questo caso resta disponibile per essere consultata quando il
destinatario preferisce, eventualmente anche più volte. La distinzione
può essere esemplificata dalla differenza fra una trasmissione televisiva
e una videocassetta: nel primo caso, il destinatario deve adattare i
suoi tempi a quelli dell'emittente, sintonizzandosi sul canale opportuno
nel momento esatto in cui va in onda la trasmissione prescelta; nel
secondo, può essere lui a scegliere i tempi per la visione, che può
eventualmente essere ripetuta più volte: in un certo senso, è l'informazione
che si adatta ai suoi bisogni.
La pubblicazione aveva però tradizionalmente
uno svantaggio importante rispetto alla trasmissione: la necessità di
uno specifico supporto fisico. Naturalmente, anche la trasmissione 'di
flusso' avviene attraverso un canale fisico, e l'apparato di ricezione
– ad esempio l'apparecchio televisivo – è un oggetto, spesso caro e
ingombrante. Ma l'informazione ricevuta non 'ingombra', sparisce senza
lasciare traccia con la fine della trasmissione. Ogni pubblicazione,
invece, richiede un proprio supporto in grado di conservare l'informazione
per gli usi successivi – e questo, naturalmente, ha i suoi costi, sia
in termini economici che di ingombro fisico. Come ha efficacemente sintetizzato
Negroponte (si veda la sua intervista compresa nella biblioteca digitale
disponibile sul CD di questo corso e in rete , utilizzata in parte nella prima
videocassetta [VC 1]. Una scheda biografica
su Negroponte è inserita nella prima dispensa), l'informazione pubblicata richiede (o meglio,
richiedeva), per essere fruita, l'impiego di molti atomi: basta pensare
agli affollati scaffali di una biblioteca o di una libreria per rendersene
conto.
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Tra televisione e computer:
il video on demand |
L'idea di informazione 'on demand' nasce
dal tentativo di unire i vantaggi della trasmissione a quelli della
pubblicazione, eliminando i rispettivi svantaggi. Anziché dipendere
unicamente dall'emittente, come nel caso di una trasmissione tradizionale,
la trasmissione di informazione 'on demand' dipende dal destinatario,
che decide con piena libertà quale informazione ricevere, e quando riceverla.
Essendo in grado di richiamare a piacere dall'emittente le informazioni
che gli servono, il destinatario non ha più alcuna necessità di conservarle
su un supporto fisico: la conservazione può essere centralizzata, e
nel momento della trasmissione viaggia solo l'informazione e non il
suo supporto.
Se i vantaggi di quest'idea sono evidenti,
la sua realizzazione pratica presentava, prima dell'avvento del digitale,
problemi notevoli. Ma una volta trasformata l'informazione in bit, e
una volta realizzate le reti telematiche attraverso le quali far viaggiare
questi bit, l'idea di informazione 'on demand' diventa immediatamente
realizzabile. Ci siamo già occupati di Internet: ebbene, da quanto detto finora risulterà chiaro che
Internet è, dal punto di vista qui considerato, un immenso serbatoio
distribuito di informazione richiamabile 'on demand' dagli utenti connessi
alla rete.
La digitalizzazione di audio e video permette
di ricevere 'on demand' – disponendo di canali di trasmissione sufficientemente
larghi (sappiamo dalla prima dispensa come il 'peso' in bit di informazione audio e
soprattutto video sia particolarmente alto) – anche musica, film, documentari,
e così via. Se il prezzo di questo 'trasferimento di bit' è abbastanza
contenuto, sarà più conveniente, anziché accumulare a casa propria scaffali
e scaffali di libri, CD, videocassette, collegarsi a un deposito centralizzato
e 'scaricare' di volta in volta la singola unità informativa che si
vuole consultare. Il mercato informativo riguarderà così sempre più
spesso lo scambio di bit, anziché lo scambio di atomi.
Da mediamente.rai.it
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