Pedagogia nel terzo millennio


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(come gestire la società complessa)

di Enzo Del Greco

 

Il mio primo videoregistratore, acquistato d'occasione, era senza telecomando e così spartano che sorprendeva gli amici appassionati di elettronica. 

Quando non ha più funzionato è stato sostituito da un modello con più testine, fermo immagine, doppia velocità di registrazione, programmazione con codice numerico e tanti altri accorgimenti che non uso. 

Se immaginassi di assegnare un punteggio ad ogni soluzione tecnologica utilizzata nella costruzione dell'apparecchio e ne facessi la somma, otterrei un risultato maggiore di quello ricavato sommando i punteggi assegnati alle soluzioni tecnologiche che effettivamente utilizzo. 

Fra la tecnologia che il mezzo contiene e la mia possibilità di utilizzarla coscientemente esiste una differenza "in punti" elevata. 

Se dovessi votare una legge per scegliere tra la registrazione in codice numerico e quella tradizionale, dovrei studiare le istruzioni; solo allora potrei decidere, avendo conquistato la conoscenza dell'apparecchiatura e dei benefici e obblighi che derivano dall'uso delle varie funzioni. 

Se s'assegna un valore numerico alle invenzioni e se ne fa la somma nel tempo, partendo ancor prima dell'invenzione della ruota, è possibile tracciare l'andamento illustrato. ( 1 ) 

E' ipotizzabile, per la media degli uomini, che la curva della conoscenza tecnologica, della coscienza dell'uso del mezzo tecnologico e delle sue conseguenze, abbia andamento analogo ma spostato in basso di una quantità che tende a crescere negli anni. 

In una società statica, come quella antica, l'appreso non doveva essere aggiornato continuamente: la trasmissione della cultura era limitata, poteva sorgere la casta che si aggregava attorno a conoscenze spesso trasformate in riti, il potere riusciva a diffondere la cultura dominante che non aveva alcun interesse di trasformarsi in cultura di massa, le élite al potere si dichiaravano discendenti di dei e codificavano i comportamenti dei sudditi fino alla schiavitù. 

Le conoscenze scandivano un ritmo lento di variazioni dovute a vie commerciali da scoprire e a faticose campagne di conquista trasportavano modelli culturali che potevano instaurarsi ed essere di riferimento per più generazioni. 

Osserviamo l'ultimo secolo: poco più di 60 anni dividono il balzo che ha reso possibile il primo volo con il velivolo costruito da Wilbur e Orville Wright e la passeggiata sulla luna, meno di cinquanta anni per realizzare calcolatori elettronici che, dalla funzione di acceleratori per i calcoli relativi alle traiettorie di proiettili sono passati alla simulazione della realtà e alla pervasività dovuta alla miniaturizzazione dei microprocessori che contengono su chip di silicio, milioni di porte logiche costituite da transistors che tenderanno ad essere, nei prossimi anni, di dimensioni molecolari. 

La scienza e la tecnica si evolvono con rapidità eccezionale e ci offrono prodotti che non possiamo controllare con l'attuale processo evolutivo delle coscienze. 

L'atomo per la medicina e per l'energia e l'atomo per la distruzione, la produzione intensiva e l'inquinamento, dicotomie irrisolvibili? 

Ancora più problematica è l'evoluzione della coscienza delle istituzioni costituita dalla combinazione di quelle dei membri che la gestiscono e dalle leggi che le regolano. 

Tale coscienza tende a raggiungere il soddisfacimento dei bisogni della maggioranza tramite la politica e la burocrazia, reagendo sempre in ritardo rispetto alle esigenze percepite dal singolo. 

Rischiamo la distruzione del genere umano per un uso militare di tecniche convenzionali, atomiche o biologiche senza aver creato consapevolezze istituzionali che lo impediscano. ( 2 )

Come risolvere il problema della non sovrapponibilità degli andamenti di evoluzione tecnologica, evoluzione delle coscienze e quella delle istituzioni? 

Si può agire con un sistema dittatoriale palese o nascosto, quello delle "false democrazie", in cui il dominio dei media può ridurre la volontà d'accelerare il cambiamento. 

L'intersecarsi della curva delle coscienze verso il basso soddisferà allora un potere geloso di conservarsi e che appiattirà la curva dello sviluppo scientifico e tecnologico, instaurando l'impero dei barbari in un mondo, ormai, di schiavi. 

Forse ancora maggiore è il pericolo dello stratificarsi in classi di "potere" che differiranno nella loro capacità di utilizzare gli strumenti tecnologici e che concederanno a quelle più deboli il solo uso delle loro elaborazioni: la dittatura dei tecnocrati. ( 3 ) 

Questo timore nasce dall'esame di una situazione in cui gli individui possono, potenzialmente, elaborare modelli con enormi variabilità di contenuti ma che in maggioranza presentano scarsa propensione al cambiamento di schemi mentali semplificati e irrigiditi costruiti da mass-media sempre più aggressivi e subdolamente inseriti in una strategia di trasformazione di abitudini, ( 4 ) che erano in sintonia con il nostro essere fisico e psichico, in consuetudini che modificano la nostra vita. 

Osserviamo come, ad esempio, la TV comporti sconvolgimento nel ritmo naturale sonno - veglia e come riesca a trasformare in comportamenti quotidiani gli influssi dovuti a serial televisivi. Ancora peggiore è da considerarsi l'influsso della televisione, sulla fantasia e creatività, ( 5 ) assuefazione alla violenza ( 6 ) come quotidiano apporto anche nei cartoni animati, sesso "virtuale" concesso da stimoli visivi insistenti in ogni trasmissione e pubblicità che ne sublimano la conquista attraverso l'esperienza. ( 7 ) 

Affinché gli individui possano accorgersi della trappola ( 8 ) in cui la fruizione passiva della tecnologia possa condurli dovremo esaltare il ruolo dell'istruzione e con esso quello di una istituzione scuola rinnovata in metodi e contenuti. 

Indispensabile il suo cambiare rapidamente per cambiare rapidamente le altre istituzioni che godranno dell'innesto di individui preparati e flessibili nel controllo della complessità.  La società complessa 

 

 Oggi sono cadute le limitazioni ai contatti fra individui e culture dovute allo spazio e al tempo. Radio, televisione, computer, Internet, satelliti, jet, gli strumenti dell'evoluzione tecnologica, trasformano la società in società complessa. 

In un sistema semplice sono pochi gli elementi che ne fanno parte e che sono in interazione fra loro, l'aumentare delle possibilità di comunicazione, rende complesso il sistema aggregando altri sottosistemi a quello originario. Sottosistemi che prima non comunicavano con quelli considerati, ora introducono variabili che possono stravolgere comportamenti acquisiti, effetti considerati certi, al presentarsi di cause note, manifestano evoluzioni inattese. 

Problemi che erano risolvibili per la facilità con cui si poteva trovare la connessione causa-effetto diventano difficili da trattare nel momento che le interazioni aumentano ( 9 ) e la possibilità di esplorare l'infinitamente piccolo degli atomi e del genoma o l'infinitamente grande delle galassie introduce conoscenze mai prima sperimentate che introducono problematiche nuove. 

Tutto inizia a dipendere da tutto, e la conoscenza dei sistemi caotici, dei sistemi fortemente dipendenti dalle condizioni iniziali ci fa perdere la fiducia dei nessi causali lineari, ci spinge ad elaborazione di modelli che riescano a spiegare la varietà delle loro manifestazioni, legati a memorie non facilmente definibili nelle loro evoluzioni. 

 

Sistemi e modelli 

 

 Non ho ancora scritto alcun libro, ma ho già il titolo: "L'inganno delle ideologie" conterrà la riflessione su come qualunque ideologia sia un modello e quindi, come modello, relativa ad un contesto in cui ho racchiuso, con un confine, gli elementi che ritengo importanti condizionato nella scelta, da vincoli neurologici, sociali, individuali. ( 10 ) 

Se tale concetto venisse "metabolizzato" dalla nostra psiche potremmo trasformarci da cellule in organismo sociale: non più crederemo all'assoluto delle idee e delle ideologie ma le vedremo pragmaticamente calate nel tempo e nei contesti che ne hanno giustificato la loro elaborazione, le estenderemo o le rifiuteremo, inventandone altre, nel tempo e nel contesto che andremo a vivere. 

Solo le religioni possono essere salvate dalla critica, il credente attestando la sua fede creerà una verità a priori che le giustifica immutabili (ma anche lui dovrà fare i conti con i tempi e trasformare alcuni riti o la parte che verrà scoperta essere relativa ). 

Quando un sistema è semplice, le nostre spiegazioni producono un mondo di certezze la cultura dominante le avalla e solo con rischi notevoli gli innovatori riescono a proporre nuove idee. Le relazioni causa effetto diventano immediatamente percepibili dai gruppi che si collegano alle stesse radici di pensiero, creano spiegazioni e permettono previsioni. 

La realtà, anche se talvolta non piacevole, acquista una dimensione di prevedibilità confortante, sicura nei rapporti e nei valori, crea un pensiero condiviso che trasforma la razza, la nazione, l'ideologia politica e il credo religioso in confine, uno spessore di cristallo antisfondamento che abbraccia, limitandolo, un universo che in realtà è infinito nelle sue interazioni e manifestazioni e che diventa invece una palla di vetro al cui interno tutto è prevedibile. 

Se siamo convinti che il mondo attuale è un sistema complesso come non ripensare al nostro essere? Non più ciascuno al centro ma insieme aggregato, non moltitudine indistinta ma strutturata protesa a soluzioni che diventano, di necessità, di tutti (voto contro il nucleare in Italia ma ricevo Cernobyl nel piatto di insalata e devo prepararmi all'eventuale malfunzionamento di una delle centrali nucleari francesi da cui essi ricavano il 75% dell'energia totale, in parte consistente acquistata anche da noi). 

 

La necessità del cambiamento 

 

 Se la scuola saprà introdurre strumenti motivazioni e metodi che possano accelerare l'evoluzione delle menti otterremo una società gestibile nelle sue dinamiche più intense scatenate dall'accresciuta possibilità di comunicare. 

Solo allora potremo programmare il futuro e diventare capaci di adattarci ai nuovi contesti, non saremo costretti a ritornare a modelli politici e sociali semplificati. 

Le ideologie dovranno nutrire menti che sapranno riconoscere le limitazioni che quelle possono imporre: perderemo alcune sicurezze ma acquisteremo quelle di poter gestire la società senza pericolose involuzioni quali quelle realizzate nella semplificazione dei nazionalismi, razzismi e integralismi. 

Una visione della scuola e delle sue interazioni è illustrata nella figura, sono indicati gli elementi che determinano l'innovazione nel settore scolastico suggerendoci il come e il perché gli insegnanti possano agire in maniera risolutiva nei confronti del cambiamento. 

 

I limiti in cui si trovano costretti dai politici e burocrati, che dominano la dimensione della struttura, si ampliano fornendo, ai docenti, una maggiore libertà di agire sui contenuti. E' soprattutto nella dimensione relativa ai metodi che dobbiamo sentirci costruttori, imprenditori di cultura capaci di sollevarci dalla condizione artigianale di un sapere posseduto come bene da tramandare e conservare uguale a se stesso. 

Solo con un metodo più aperto a contributi multidisciplinari e acquisendo la capacità di lavorare in gruppo ( 11 ) potremo raggiungere gli obiettivi proposti. 

La scuola può essere cambiata anche se il ritardo nella evoluzione delle strutture dovesse continuare, il docente, appropriandosi del ruolo di professionista della conoscenza potrà creare metodi e contenuti estratti dalla sua capacità di essere continuamente aggiornato, pedagogicamente preparato alla prassi dell'istruzione permanente, predisposto a considerare il sapere non più racchiuso nei vecchi schemi delle due culture, aperto al confronto dialettico che non dovrà cristallizzarsi in litanie comode da proporre agli studenti ma prive di slanci emotivi. 

L'insegnante dovrà convincersi della sua missione, considerarla come la più importante a raggiungere l'obiettivo di predisporre i discenti ad un futuro sicuramente legato all'elaborazione della memoria storica ma, che dovrà imprimere accelerazioni al processo di sviluppo mentale. 

 

Per avviare il cambiamento 

 

 Per prepararci a percorrere il cammino nel terzo millennio non possono esserci alternative al progetto di educare ed educarci all'adattamento al cambiamento, all'analisi dei sistemi complessi ridotti da sintesi utili alla creazione di modelli, che non vengano confusi con la realtà, e che permettano di interpretarla, controllandola.

Avviarci in questa via sarà esercizio di cultura e saggezza, quale palestra migliore della scuola? (12)

Penso ad una scuola che abbia come compito quello di proporre dapprima motivazioni e poi metodi dell'apprendere che non tenderanno ad esaurirsi con la conquista di un qualsiasi attestato che diventi alibi di ignoranza ( 13 ) ma che siano spinta verso un apprendimento continuo che diventi piacere oltre che necessità da applicare nel mondo del lavoro sempre più attento a riconversioni rapide e apprendimenti aggiornati per individui che, ben difficilmente nel corso della vita, saranno legati ad un unico compito e ad una unica sede e dovranno essere capaci di flessibilità e rinunciare al provincialismo. ( 14 ) 

Se ci convinciamo dell'esistenza di una realtà complessa che dovremo dominare dobbiamo proporre agli studenti metodi adeguati ad affrontarla portandoli a conoscenza delle potenzialità che la loro "macchina per pensare", può esprimere e a trovare motivazioni interne all'apprendimento e all'applicazione di metodi e tecniche più efficienti di quelli finora proposti. 

La didattica, offuscata da eccesso di teorizzazioni, dovrà trasformarsi in ( 15 ) "didattica per problemi". 

Il percorso prenderà l'avvio dall'esame del reale e da come si trasformi nell'interazione prima individuale e poi sociale, dalla riflessione di quali limitazioni dobbiamo tener conto per giungere alla soluzione di quesiti. 

Cos'è un problema o meglio quando nasce un problema? 

Quando vengo in rapporto fisico e mentale con una manifestazione che attrae il mio pensare cosciente in una disputa fra quello che conosco e l'inconoscibile introdotto dalla nuova manifestazione: "Perché mi sono scottato? Perché funziona così? Perché è nata quella idea ? Perché mi trovo in questa situazione?..." 

Il sistema reale che provoca lo stimolo e da cui prende le mosse il tentativo di spiegazione del rapporto causa-effetto si trasforma nella mente in sistema astratto, in rappresentazione del reale, personale e condizionata da vincoli neurologici, individuali e sociali. 

Dal sistema astratto estraiamo la situazione problematica definendo con chiarezza ciò che dobbiamo spiegare definito come le uscite del sistema. 

Cominciamo ad ipotizzare possibili cause dell'effetto che stiamo valutando, scegliamo ingressi più probabili e definiamo il confine della nostra possibile spiegazione introducendo all'interno sottosistemi che riteniamo indispensabili, con le loro attività, a creare una eventuale memoria ( 16 ) di quello che diviene sistema astratto orientato. 

Abbiamo quindi racchiuso in un confine quegli elementi o sottosistemi che riteniamo, nel progetto di spiegazione, indispensabili alla risoluzione del problema Questa sarà la fase in cui l'analisi si avvarrà della creatività e del metodo del lavoro di gruppo ( 17 ) tenendo presente "l'effetto butterfly" che potrebbe ampliare eccessivamente il confine del sistema astratto. 

Codifichiamo "per scritto" (consiglio troppe volte trascurato e che conduce a discussioni per errate interpretazioni, collegi docenti insegnano) il testo del problema. ( 18 ) 

Il problema dei problemi è scrivere il testo del problema. 

A partire da questa fase, sono pronto ad elaborare un modello di spiegazione che crei nessi logici fra le grandezze e gli elementi che considero importanti per la soluzione. 

Dovrò essere cosciente che ciò che sto elaborando riguarda un modello semplificato della realtà che sarà arricchito di altri componenti e variabili solo se non riesco ad individuare una soluzione soddisfacente il grado di generalità nella spiegazione che voglio raggiungere. ( 19 ) 

Per rendere effettiva la possibilità che ci offre la didattica per problemi, dovremmo ripensare il nostro hardware più importante, l'ignoranza generalizzata che ne fa un oggetto anomalo e pauroso e su cui abbiamo creato una serie di leggende: il cervello. ( 20 ) 

Ho la passione dell'insegnamento, la materia che insegno è "Sistemi automatici". ( 21 ) 

Nelle mie lezioni la tecnologia diventa occasione per riflettere sugli argomenti che sto trattando in questo articolo e che tratto sia in corsi post laurea che in sperimentazioni informatica alle elementari. 

Proprio da questa esperienza derivano le riflessioni più utili allo sviluppo della mia professionalità di docente. 

Nei primi incontri con i bambini per introdurre l'informatica attraverso l'utilizzo del LOGO, cominciando dalla terza elementare almeno per ora, suggerisco un semplice esperimento: "Toccatevi ! Torace, addome, gamba, testa...Quale organo secondo voi ha più protezione ?...Il cervello ! Se la natura l'ha protetto così bene, costruendogli attorno la scatola cranica significa che lì dentro c'è qualcosa di prezioso come i gioielli che chiudiamo in cassaforte..." 

Credo che uno spunto di questi sia l'inizio di quella che chiamo motivazione interna all'alunno. 

Continuo a parlare di plasticità nella creazione dei collegamenti fra neuroni, illustrando con disegni le sinapsi. 

"...Come un muscolo allenato può vincere le Olimpiadi, così un cervello allenato allo studio può vincere le Olimpiadi dell'intelligenza". 

Cerco d'introdurre una rottura fra quello che i loro genitori credono in riguardo al successo scolastico: guardiamo il grafico che confronta i desideri in percentuale espressi dai bambini orientali e occidentali ( 22 ). 

Gli asiatici ritengono che il successo nella conquista del sapere avvenga attraverso l'impegno. Gli occidentali considerano invece il successo scolastico più dovuto a capacità innate che all'impegno, il loro credo si tramanda a giustificare il perché non favoriscano le attività legate allo studio aggiuntive a quelle tradizionali... 

 

Alcuni genitori avevano mostrato dubbi sull'utilità o meglio sull'opportunità di far seguire al figlio un corso d'informatica..."forse può stancarsi" pensavano senza riflettere su quanta stanchezza un ragazzo accumula nel rendersi schiavo di una tv senza intelligenza... 

L'informatica, introdotta correttamente ( 23 ), può essere un valido attrezzo da "maneggiare" per la palestra dell'intelligenza che dovrebbe diventare la scuola. 

Vi propongo una delle migliori sintesi di un alunno in terza elementare: 

 

La prima lezione d'informatica 

"Sabato, alla prima lezione d'informatica, il maestro ci ha detto che la meccanizzazione è l'uomo che aiuta la macchina, cioè l'uomo che fa sempre lo stesso movimento e aiuta la macchina a compiere il suo dovere, invece l'automazione sono macchine programmate dall'uomo che compiono da sole i loro lavori. Poi ci ha detto che alcuni cinesi con l'abaco hanno battuto facendo operazioni Americani e Italiani che li facevano con la calcolatrice. Questo per farci capire che non importa tanto la tecnologia, ma l'abilità del cervello dell'uomo. Poi ci ha detto di topolini fratelli messi in due gruppi diversi hanno messo un gruppo in una gabbia piena di stimoli e l'altro in una gabbia normale. 

Dopo qualche tempo hanno visto il cervello dei topolini nella gabbia piena di stimoli aveva molti più contatti tra neuroni che formano molta più intelligenza. Questo per farci studiare di più. poi ci ha fatto vedere la scheda stampata, cioè la parte interna del computer; per primo ci ha fatto vedere il microprocessore e un chip. 

Per ultimo ci ha consigliato di non vedere film brutti prima di andare a letto e di non giocare troppo con i videogiochi..." 

 

Informatica e calcolatore ritengo siano gli strumenti più validi per creare l'ambiente arricchito di stimoli per migliorare l'intelligenza. 

Questi stimoli cominciano nel momento che voglio far capire cos'è e come funziona un computer e come lo si possa programmare: senza inutili tecnicismi e approfondimenti specialistici che saranno forniti in altri tempi ma introducendo concetti e strutture valide per un sapere che va al di la dell'ambito in cui nasce ad esempio quando, utilizzando il LOGO, dalla procedura di costruzione del poligono regolare a tre lati passo alla generalizzazione ad un numero di lati sempre più numerosi avvio gli alunni al concetto di "passaggio al limite". 

Riassumo dicendo che è indispensabile un'azione pedagogica più orientata a fornire metodi e strumenti che rendano le menti capaci di trasformazioni in tempi rapidi per la creazione di istituzioni che sappiano controllare l'evoluzione tecnologica e le trasformazioni introdotte. 

L'insegnante dovrà trasformare la sua sapienza in saggezza pedagogica, con questa fornirà l'eredità ai gestori del futuro millennio. 

 

Note 

 

 (1) - Cfr. S.Lilley, Storia della tecnica, Einaudi, Torino, 1951, pp.308-359 

e Mario Reguzzoni, Progresso tecnologico e riforma delle istituzioni scolastiche nei paesi della comunità europea, in 'I Giovani in Europa', Tecnodid, 1988.

 

 (2) - Mentre sto scrivendo, le prime pagine dei quotidiani diffondono le notizie sull'agonia dello Zaire alimentata dall'enorme afflusso di armi nella zona, il segretario dell'ONU ha collezionato 59 risposte negative ad un qualsiasi intervento sulle 60 inviate ai governi che non hanno nella zona pozzi di petrolio o altri interessi economici da salvare.  

 

 **(3) - La scarsa attenzione della massa a stimolare lo sviluppo delle istituzioni porta le coscienze a ritardi sempre più grandi quanto più la tensione culturale "del capire per gestire" viene soffocata da una invadenza di media poveri di occasioni elaborative personali come la televisione: informazione ma non formazione.  

 

 (4) - Giochi con bambole come quelle che propongono alle bambine forme di modelle, con canoni di bellezza artificiosi, da accarezzare, vestire, far agire in scenari non più fantastici ma legati alla visione di una "donna oggetto", hanno, a mio parere, un ruolo determinante nei comportamenti patologici alimentari come l' anoressia o bulimia.

 

   (5) - Il processo di liberazione dal contatto con il reale che si realizza nel sonno ha una valenza insostituibile nel consolidarsi dell'apprendente con l'appreso ma soprattutto per quello che riguarda la creatività e la risoluzione dei problemi ( mi sveglio e ho trovato la soluzione del problema). Il sonno peggiora anche per l'interferenza "forte" dello spettacolo televisivo che condiziona l' onirico distogliendolo dall' ampliamento di prospettiva. 

 

 (6) - Dal 1980 al 1992 la "National coalition on television violence" ha registrato gli aumenti di atti violenti in un'ora di trasmissione che da un min.-max di 11-22 è giunto a 38-60 e nei cartoni animati siamo arrivati a più di 100 atti violenti per ora di trasmissione. 

 

 (7) - I figli minori dell'imprenditore televisivo Berlusconi frequentano una scuola che trae insegnamenti dal pensiero di Rudolph Steiner, pedagogista tedesco. Fra i consigli: "Non far vedere la televisione ai bambini almeno fino ai nove anni" oppure "Non farsi ingannare dall'apparente bagaglio di conoscenze dei bambini che vedono la TV , ricordando che non sono esperienze reali" ed ancora "Stimolare le capacità manuali, l'interesse per la natura, il gusto dell'arte, in modo da arricchire il loro mondo reale" da Panorama 7/7/95. 

 

 **(8) - Apocalittico Popper nel suo scritto "Cattiva maestra televisione" 1996 Giancarlo Bosetti, Roma edizioni CDE spa- Milano?: 

"...E spiego perché in poche parole conclusive. La democrazia consiste nel mettere sotto controllo il potere politico. E' questa la sua caratteristica essenziale. Non ci dovrebbe essere alcun potere politico incontrollato in una democrazia. Ora, è accaduto che questa televisione sia diventata un potere politico colossale, potenzialmente si potrebbe dire anche più importante di tutti, come se fosse Dio stesso che parla. E così sarà se continueremo a consentirne l'abuso. Essa è diventata un potere troppo grande per la democrazia. Nessuna democrazia può sopravvivere se all'abuso di questo potere non si mette fine.....Una democrazia non può esistere se non si mette sotto controllo la televisione, o più precisamente non può esistere a lungo fino a quando il potere della televisione sarà stato pienamente scoperto. Dico così perché anche i nemici della democrazia non sono ancora del tutto consapevoli del potere della televisione. Ma quando si saranno resi conto fino in fondo di quello che possono fare la useranno in tutti i modi, anche nelle situazioni più pericolose. Ma allora sarà troppo tardi..." 

 

 **(9) - Ludwig von Bertalanffy elaborò negli anni 30 la "Teoria dei sistemi", la teoria tentava di interpretare la realtà come dipendenza non lineare da elementi quali le particelle elementari. A proposito riporta un brano scherzoso nella sua "Teoria generale dei sistemi": "...Quando mi sono aggregato all'Istituto..., l'ho fatto con la speranza di imparare qualcosa a proposito della materia vivente, stando gomito a gomito con quei grandi fisici e matematici. Ma non appena rilevai che in ogni sistema vivente ci sono più di due elettroni, i fisici furono tentati di non parlare più con me. Con tutti i loro calcolatori non erano affatto capaci di dire cosa facesse il terzo elettrone. Il fatto notevole è che questo terzo elettrone sa benissimo cosa fare..." 

 

 (10) - R.Bandler, J.Grinder "La struttura della magia", Astrolabio 1981 

 

 (11) - Concetto approfondito in un prossimo intervento. 

 

 (12) - Nel nord-est italiano non la pensano così, M. Covacich in "Diario della settimana" n.2 conduce un'inchiesta sulla fine della scuola, considerata da molti ragazzi una fabbrica di falliti. I valori del guadagno immediato, degli status symbol come auto e cellulare come obiettivi da raggiungere creano situazioni come queste: "Nella regione più ricca d'Italia dieci ragazzi su cento smettono di studiare dopo le medie inferiori ( e solo uno su cento lo fa per motivi economici). E, se potessero, lo farebbero anche tanti altri..." 

 

 (13) - 

Numero di libri letti per fasce di età 

(composizione percentuale)Età1-34-67-1213-30>31IncertiTotale11-1456,824,013,34,20,51,210015-2448,426,415,37,51,21,210025-3446,325,417,38,12,10,810035-4444,824,716,99,42,81,410045-5447,625,615,77,92,40,810055-6445,723,517,48,53,71,210065-7446,023,617,88,92,51,2100Più di 7553,016,614,512,23,70,0100Totale47,825,016,17,92,11,1100 

Media giornali venduti quotidianamente in Italia 

(valori assoluti in migliaia) anno copie

anno copie19856.06819906.80819866.36619916.50519876.61819926.51819886.72119936.36619896.76619946.475da "Il libro dei fatti 1996" adn kronos. 

 

 (14) - P. Melogrami pag.130 del settimanale "IL MONDO" del 9/11/96 riferisce che, secondo i rilevamenti del 1995, il tasso di disoccupazione risulta pari all'11,6% ma che i disoccupati disposti a lavorare "ovunque" diventano il 2,8%. 

 

 (15) - Argomento di un successivo intervento. 

 

 (16) I sistemi con memoria reagiscono in modo diverso a seconda dell'evento che ha preceduto l'applicazione attuale degli ingressi e sono detti sequenziali. Sistemi che, una volta definiti gli ingressi, forniscono uscite che dipendono solo dalla combinazione degli ingressi, sono chiamati combinatori. 

 

 (17) - Sarà trattato nell'occasione di un prossimo intervento. 

 (18) - "D'una risposta che non si può formulare non può formularsi neppure la domanda. 

L'enigma non v'è. Se una domanda può porsi, può avere risposta." 

L. Wittgenstein dal "Tractatus". 

 

 (19) - Per i primi studiosi dell'elettricità, il modello atomico di Thompson era sufficiente a descrivere i comportamenti dei circuiti elettrici ma non poteva spiegare la nuova esperienza di Rutherford che elaborò, quindi, il suo modello. 

 

 (20) - Dal contributo dell'alunno "disperso scolastico" Coccia Francesco 4B elettrotecnici al giornale dell'ITIS "A. Volta" di Frosinone. Sarà vero? 

Insegnante di sistemi prof. Del Greco: 

"Bisogna studiare almeno tre ore al giorno..." 

Lombardi: 

"Troppo studio fa impazzire le persone. Professò ne conosco un sacco impazzite per questo! 

Coccia: 

Da bambino dicevano che il vicino di casa, Giovanni, fosse impazzito per lo stesso motivo; tutte le volte che mi chiudevo in camera a leggere fumetti e ad ascoltare musica in cuffia, mia nonna, pensando che stessi studiando, bussava e gridava: "Esci fora e va a fa' na passeggiata, mica v'ò divuntà pazz' cumm'a Giuagni". Ho saputo che Giuagni è analfabeta, aveva sospeso gli studi a metà della prima elementare... 

 

 (21) - Vi propongo una relazione di un mio alunno 

 

è colpa della farfalla?  

" La prima volta che si sente la parola " sistemi " non si riesce subito a capire di che cosa si tratti.  

Il nostro professore, nei primi giorni di lezione, mi è sembrato a dir poco un " pazzo ", perché trattava di argomenti che per me non avevano nessun significato.  

Apparentemente, perché in realtà, tutti quegli esempi avevano un significato ben preciso, che piano piano è venuto a galla. 

Sistemi è una materia che studia problemi di ogni sorta, creando modelli, preferibilmente modelli matematici, e ne trova la soluzione per ottimizzare le uscite di nostro interesse (migliorare la produzione, conduzione, economizzare energia...).  

Sistemi non è la formula matematica, non è l'esercizio; cerca di studiare le entrate e successivamente le uscite di un sistema che interessa perché siamo venuti in contatto con una sua manifestazione, tenendo conto di quello che è anche la memoria o stato interno del sistema, parametri e, disturbi. 

Sono rimasto impressionato dall'effetto butterfly.  

La domanda posta dal professore era: " può una farfalla, con un solo battito d'ali, provocare un temporale a cento chilometri di distanza? ".  

Certamente a tutti quelli cui sarà posta questa domanda, risponderanno di no, anzi, diranno o penseranno che l'esaminatore abbia bisogno di una revisione... E invece no, e si può ipotizzare anche una spiegazione. 

Immaginate di essere in estate, su una strada bianca, con dei fiori sul bordo di stessa. 

La polvere alzata da qualche macchina di passaggio, si è depositata sui petali dei fiori. Ed ora entra in gioco la farfalla posandosi sui fiori, con il battito delle ali provoca uno spostamento d'aria che fa alzare la polvere dai petali.  

L'aria calda, porta la polvere in alto, fino ad arrivare ad altre correnti d'aria, che la porteranno a spasso per il cielo. 

Il granello di polvere, percorre i cento chilometri ed arriva ad una coltre di nubi.  

Un solo granello di polvere, può provocare una condensazione e far formare una goccia, poi un'altra e ancora di seguito; il temporale ha inizio, e chi mai avrebbe dato la colpa ad una farfalla?" 

 

 Dell'Uomo M. IIIa elettrotecnica. 

 

 (22) Da "Imparare dalle scuole asiatiche" Le Scienze febbraio 93. 

 

 **(23) - Uno dei concetti che trovo troppe volte non appropriato alla definizione "metodo della risoluzione dei problemi" nei sussidiari delle elementari e delle medie inferiori, nelle guide didattiche è quello di diagramma di flusso. 

Non è sufficientemente chiarito come l'arrivare al diagramma di flusso sia da analizzare con maggiore attenzione. 

Il diagramma di flusso è solamente una delle possibili rappresentazioni del modello dell'algoritmo elaborato con delle fasi preliminari in cui la creatività e la logica saranno la guida del percorso che parte dall'analisi dei problemi suggerita in questo scritto. 

L'introduzione del LOGO è pertanto raccomandabile proprio per la capacità di non essere,, rigidamente costruito attorno a ragionamenti sequenziali, come invece è il tradizionale linguaggio Basic. 

 

 

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