Prova


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Prova

Nel significato più ampio, si intende per prova un'attività organizzata al fine di rilevare se ciò che si osserva corrisponde ad un criterio precedentemente definito. In significati via via più ristretti, passa ad indicare una certa metodologia di verifica e, infine, lo strumento che si utilizza per rilevare i dati. Poiché oggi è comune utilizzare parole inglesi in riferimento ad aspetti dell'attività didattica che si vogliono connotare in senso tecnico, vale la pena di osservare che prova ha il medesimo significato di test. Quest'ultima parola deriva infatti dal latino testum, e cioè recipiente realizzato con materiale refrattario (a Roma esiste un quartiere che si chiama appunto Testaccio, o Monte Testaccio, a ricordo dei cumuli di detriti di vasi di terracotta che vi si accumulavano quando tali vasi erano utilizzati per il trasporto marittimo delle derrate da territori lontani soggetti al dominio romano: le navi che risalivano il Tevere si disfacevano dei materiali non più utili).

Nell'uso medievale, dal quale è passato al francese e quindi all'inglese, testum indicava il vaso del quale si servivano gli alchimisti per provare le proprietà dei loro miscugli. Il significato della parola si è progressivamente modificato, passando ad indicare non più il recipiente entro il quale la prova veniva effettuata, ma la prova stessa. In conclusione, dire prova o test è la stessa cosa.

Si comprende tuttavia per quale ragione nel linguaggio educativo corrente si sia finito con dare a test un significato più ristretto rispetto a prova. Mentre con quest'ultima parola si è designata qualunque situazione o strumento per la verifica delle prestazioni degli allievi, si è usato test per indicare tipologie di strumenti che nel secondo dopoguerra hanno incominciato a diffondersi per il nuovo interesse con il quale si guardava alle pratiche educative diffuse in altri paesi, e in particolare negli Stati Uniti. I test erano appunto gli strumenti per la verifica prevalentemente utilizzati negli Stati Uniti, che si differenziavano da quelli consueti nelle scuole italiane per il fatto di presentare una struttura molto più organizzata. Meglio sarebbe quindi parlare di prove strutturate, dal momento che la parola test non ha in inglese il medesimo significato che, per sineddoche, le si attribuisce nell'uso italiano.

Prova strutturata

Quel che è proprio scorretto è chiamare una prova strutturata (o test, avendo comunque presenti le precisazioni sulle quali ci siamo soffermati) quiz, come purtroppo avviene non solo nel linguaggio parlato, ma anche in molti interventi pubblicati in giornali e riviste. Anche se non c'è concordia nello stabilire l'etimologia della parola, si tratta probabilmente della corruzione del latino quiz, e cioè chi (nel discorso interrogativo). Questa etimologia è immediatamente rivelatrice del carattere di gioco di memoria che quiz originariamente designava: la prossimità del significato con prova strutturata è veramente molto tenue.

Anche se le prove strutturate, per come se ne è diffusa la conoscenza in Italia, possono essere considerate acquisite dalla cultura educativa degli Stati Uniti, esempi notevoli di strutturazione delle prove d'esame possono trarsi dalle procedure che già migliaia di anni fa erano in uso nel Celeste Impero: tecniche estremamente sofisticate venivano infatti impiegate in Cina per selezionare gli aspiranti a determinati incarichi. Altri esempi si ritrovano in età medievale nelle attività universitarie (sono significative le testimonianze relative alla scuola medica salernitana). Dagli inizi del XIX secolo il problema di disporre di prove sulla cui correttezza ed equità il pubblico potesse nutrire fiducia si è presentato con insistenza sempre maggiore, sia in Europa (con contributi di particolare rilievo in Francia e in Belgio, ma con una attenzione significativa anche in Italia, nel quadro della cultura educativa di orientamento positivista), sia negli Stati Uniti.

Le prove d'esame previste dalla riforma che incomincia ad applicarsi nell'anno scolastico 1998-99 consentono un riallineamento delle pratiche italiane per la rilevazione e l'apprezzamento delle competenze possedute al termine di un corso di studi con quelle prevalenti nei paesi con i quali sono più frequenti le interazioni culturali, politiche, economiche: in primo luogo quindi i paesi dell'Unione Europea, quindi gli altri paesi industrializzati. Le prove possono avere carattere disciplinare o pluridisciplinare.

Prove oggettive

Sono definite oggettive quelle prove di verifica di abilità, conoscenze e competenze relative ad uno o più ambiti disciplinari, costituite da una serie di quesiti, o stimoli chiusi, ciascuno dei quali è corredato da due o più risposte chiuse. Ai soggetti cui vengono somministrate si richiede di scegliere tra le risposte offerte ad ogni quesito, quella o quelle, a seconda dei casi, ritenute esatte. Talune forme possono esigere una autonoma formulazione della risposta: in tal caso occorre che l'impiego delle espressioni linguistiche richiesto sia minimo, e che i quesiti abbiano una soluzione obbligata che garantisca l'univocità della risposta, come nel caso di problemi, esercizi, calcoli, ecc., ad algoritmo risolutivo chiuso. La chiusura dello stimolo e della risposta consentono di determinare a priori, cioè al momento della costruzione e perciò prima che lo strumento venga somministrato, il punteggio da assegnarsi a ciascuna domanda a seconda che la risposta risulti esatta, sbagliata o omessa. Ne deriva che il punteggio attribuibile ad una determinata prova non potrà che essere lo stesso chiunque sia il correttore. L'univocità del punteggio evita che l'espressione del giudizio venga influenzata dagli elementi che caratterizzano l'equazione personale di chi compie la correzione. E' questa la fondamentale ma non unica ragione per cui vengono definite oggettive.

A seconda del modo in cui la domanda è formulata e la risposta viene fornita si distinguono diversi tipi di quesiti: vero-falso, a scelta multipla con una o due soluzioni, brani da completare, corrispondenze.

  •  vero-falso; si tratta dei quesiti più semplici. L'allievo deve indicare se una certa affermazione sia vera o falsa.

  •  a scelta multipla; possono essere a una o due soluzioni. L'allievo deve in entrambi i casi completare un'affermazione iniziale scegliendo tra le diverse possibilità (quattro o cinque) offerte; la scelta riguarderà una sola risposta se si tratta di una risposta multipla semplice, due risposte se la scelta è a soluzione doppia.

  •  brani da completare; si tratta di inserire da parte dell'allievo, nelle lacune del testo, alcuni termini o espressioni scelti da un elenco fornito.

  • corrispondenze; vanno individuate le corrispondenze esistenti tra elementi appartenenti a due serie di dati presentati.

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