PRESENTAZIONE DEI DOCUMENTI APPROVATI DAL CONSIGLIO DIRETTIVO DI IRIS SUI NUOVI CURRICOLI DISCIPLINARI E IN PARTICOLARE SU QUELLI DELL'AREA STORICO-GEOGRAFICO-SOCIALE

 

Il Consiglio Direttivo di Iris (Insegnamento e ricerca interdisciplinare della storia), socio del Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia), riunito a Milano il 16 febbraio 2001, ha approvato due documenti:

- una bozza di Documento delle associazioni disciplinari della scuola sui nuovi curricoli, che invia, da una parte, al Landis e al Gruppo lombardo sulla 'area' storico-geografico-sociale e, dall'altra, al Forum delle associazioni disciplinari della scuola perché lo sottoponga all'attenzione delle associazioni che ne fan parte, possibilmente durante la riunione del 18 febbraio 2001, per adesioni individuali e/o istituzionali;

- una bozza di Documento delle associazioni di didattica dell'area storico-geografico-sociale sui nuovi curricoli dell'area, che invia, da una parte, al Landis e al Forum delle associazioni disciplinari della scuola e, dall'altra, al Gruppo lombardo sulla 'area' storico-geografico-sociale perché lo sottoponga all'attenzione delle rispettive associazioni rappresentate, per adesioni individuali e/o istituzionali.

Dà mandato al suo presidente, il prof. Maurizio Gusso, di concordare - rispettivamente con il Landis, il Gruppo lombardo sulla 'area' storico-geografico-sociale e il Forum delle associazioni disciplinari della scuola gli eventuali emendamenti, tagli e integrazioni alle due bozze di documento e le modalità di pubblicizzazione dei testi definitivi.

 

  

 

DOCUMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DISCIPLINARI DELLA SCUOLA SUI NUOVI CURRICOLI[1]

 

 

In seguito alla presentazione (il 7.2.2001) della Sintesi dei Gruppi di lavoro della Commissione di studio per il programma di riordino dei cicli di istruzione (L. n. 30 del 10.2.2000) del Ministero della Pubblica Istruzione, alcuni quotidiani nazionali hanno pubblicato vari interventi di docenti universitari e di insegnanti che, a prima vista, danno l'impressione di un coro unanimemente e drasticamente svalutativo verso le proposte emerse nella Commissione citata e ostile verso qualsiasi prospettiva di riforma. Ma questa unanimità è reale o solo apparente?

 

Dal  momento che, fuori e dentro il variegato mondo della scuola, esistono anche persone e associazioni competenti, da tempo impegnate sui terreni della ricerca didattica e della formazione degli insegnanti, le sollecitiamo a contribuire con le loro voci a un dibattito più attento alla complessità dei problemi.

 

Molti sono, infatti, i sintomi di una tendenza preoccupante, da parte di alcuni giornalisti, accademici ed esponenti politici, a trascurare o svalutare le persone e le associazioni competenti ed a privilegiare:

- la rincorsa alla polemica sterile e allo scontro frontale (molto spesso artificiosamente spettacolarizzato e ideologizzato) rispetto a un civile confronto sui problemi reali;

- un'informazione lacunosa e a senso unico  rispetto a un'informazione seriamente documentata e pluralistica;

- la ricerca del capro espiatorio: si dice che la colpa di una formazione scolastica inadeguata è tutta o delle famiglie o delle ultime generazioni di studenti o degli insegnanti o degli psicopedagogisti o di chi si occupa di didattica e di aggiornamento o del Ministero o di un dato schieramento politico o dei mass media ecc..

 

Ci sembra utile ribadire alcuni punti fermi.

-        Qualsiasi persona, categoria (insegnanti, docenti universitari, genitori, studenti, cittadini ecc.) ed associazione o ente ha diritto di parola nel dibattito sui nuovi curricoli e il dialogo è tanto più costruttivo ed efficace quanto meno tende ad escludere o a demonizzare chi la pensa diversamente.

-        Esistono, tuttavia, delle persone e delle associazioni che, in modo documentabile e trasparente, da tempo si occupano professionalmente di didattica delle diverse discipline: sembrerebbe, quindi, logico, anche da parte dei mass media, degli universitari e dei politici, documentarsi sulle loro analisi e proposte.

-        Molte di queste persone sono anche docenti universitari, oltre che membri delle associazioni,  e meritano un ringraziamento pubblico perché hanno capito che non ha più senso intendere l'insegnamento come un'esclusiva trasmissione di contenuti, ma che sono necessarie anche mediazioni psicopedagogiche, relazionali, comunicative e didattiche per incidere davvero sulla formazione culturale dei giovani, in una prospettiva di dialogo e di ascolto reciproco.

-        È vero che, per insegnare, i docenti devono aggiornarsi costantemente sui metodi e sui contenuti delle discipline, ma è anche vero che i non insegnanti dovrebbero conoscere meglio il mondo della scuola e quello della ricerca educativa e didattica prima di esprimere dei giudizi affrettati.

 

Ci riserviamo di comunicare in un'altra sede la nostra valutazione della Sintesi dei Gruppi di lavoro citata. Vogliamo suggerire a tutte le persone e le associazioni interessate al miglioramento della scuola un'analisi critica e attenta di tale Sintesi, che tenga conto del contesto storico e istituzionale in cui è stata prodotta. Già da tempo, infatti, i programmi scolastici e i curricoli delle diverse discipline si dimostrano non del tutto adeguati ai bisogni formativi dei giovani e della società e da più parti si invocano provvedimenti di riforma.

 

La stesura dei nuovi curricoli proposta è stata elaborata in tempi molto stretti, non è ancora definitiva, ma certamente è aperta ad integrazioni ed emendamenti. Ci sembra più utile entrare nel merito della Sintesi, per distinguere fra punti di radicale disaccordo o di pieno consenso e parti su cui è possibile suggerire chiarimenti, emendamenti ed integrazioni, in una logica di critica costruttiva; tanto più che molti aspetti dei nuovi curricoli proposti sono comunque fortemente condivisibili e in un gran numero di scuole son già stati sperimentati con successo.

 

 

Qualunque persona o associazione o ente voglia sottoscrivere questo documento è pregata di inviare la propria adesione al presidente di Iris, Maurizio Gusso - via Petrella, 7 - 20124 Milano - tel./fax: 02-29512889 - e-mail: maurizio.gusso@rcm.inet.it

 

 

 

 

 

 

 

 

DOCUMENTO DELLE ASSOCIAZIONI DI DIDATTICA DELL'AREA STORICO-GEOGRAFICO-SOCIALE SUI NUOVI CURRICOLI DELL'AREA[2]

 

 

Il 7.2.2001 è stata presentata la Sintesi dei Gruppi di lavoro della Commissione di studio per il programma di riordino dei cicli di istruzione (L. n. 30 del 10.2.2000) del Ministero della Pubblica Istruzione, che conteneva, fra l'altro, il Documento conclusivo del gruppo di lavoro Aggregazione disciplinare storico-geografico-sociale.

In vari quotidiani, nei giorni successivi, sono stati pubblicati diversi interventi di insegnanti, storici e giornalisti. Quotidiani come il "Corriere della Sera" e "Il Mattino" hanno ospitato con notevole rilievo le opinioni negative di storici universitari come Giovanni Belardelli[3], Rosario Villari[4] e Giuseppe Galasso[5].

 

L'articolo di Belardelli, in particolare, contiene alcuni elementi molto discutibili o preoccupanti, in parte in comune con altre precedenti posizioni contrarie espresse da qualche storico e giornalista:

- l'assenza di riferimento a fonti ufficiali e di citazioni precise e non decontestualizzate, quando non anche la loro non conoscenza dichiarata o la banalizzazione o il fraintendimento;

- la mancata informazione sulla reale composizione della Commissione di studio citata e del Gruppo di lavoro Aggregazione disciplinare storico-geografico-sociale, unita agli attacchi personali a singoli suoi membri;

- l'assenza di riferimento alle posizioni espresse dalle persone e dalle associazioni che si occupano professionalmente da tempo della didattica delle discipline storico-geografico-sociali, o addirittura l'accusa di incompetenza ad alcune di esse.

 

Da qui alla demonizzazione dell'intera Commissione di studio (storici compresi), compiuta da certi giornalisti [6], il passo è breve.

 

Ci sconcerta il fatto che dei cultori di una disciplina incentrata sulla critica e sulla contestualizzazione storica delle fonti e sul rifiuto delle spiegazioni monocausali e moralistiche, non sappiano o non vogliano applicare le stesse cautele metodologiche proprie della loro professione di storici  a un terreno contiguo, come quello della didattica della storia. I problemi della scuola possono essere affrontati con efficacia solo tramite un confronto franco, ma documentato.

 

Ci sembra utile ribadire alcuni punti fermi.

-        Qualsiasi persona, categoria (insegnanti, docenti universitari, genitori, studenti, cittadini ecc.) ed associazione o ente ha diritto di parola nel dibattito sui nuovi curricoli e il dialogo è tanto più costruttivo ed efficace quanto meno tende ad escludere o a demonizzare chi la pensa diversamente.

-        Esistono, tuttavia, delle persone e delle associazioni che, in modo documentabile e trasparente, da tempo si occupano professionalmente di didattica delle diverse discipline: sembrerebbe, quindi, logico, anche da parte dei mass media, degli universitari e dei politici, documentarsi sulle loro analisi e proposte.

-        Molte di queste persone sono anche docenti universitari, oltre che membri delle associazioni,  e meritano un ringraziamento pubblico perché hanno capito che non ha più senso intendere l'insegnamento come un'esclusiva trasmissione di contenuti, ma che sono necessarie anche mediazioni psicopedagogiche, relazionali, comunicative e didattiche per incidere davvero sulla formazione culturale dei giovani, in una prospettiva di dialogo e di ascolto reciproco.

-        È vero che, per insegnare, i docenti devono aggiornarsi costantemente sui metodi e sui contenuti delle discipline, ma è anche vero che i non insegnanti dovrebbero conoscere meglio il mondo della scuola e quello della ricerca educativa e didattica prima di esprimere dei giudizi affrettati.

 

Suggeriamo a tutte le persone e le associazioni interessate al miglioramento della scuola un'analisi critica e attenta della Sintesi dei Gruppi di lavoro, che tenga conto del contesto storico e istituzionale in cui è stata prodotta. Già da tempo, infatti, i programmi scolastici e i curricoli delle diverse discipline si dimostrano non del tutto adeguati ai bisogni formativi dei giovani e della società e da più parti si invocano provvedimenti di riforma.

 

La stesura dei nuovi curricoli proposta è stata elaborata in tempi molto stretti, non è ancora definitiva, ma certamente aperta ad integrazioni ed emendamenti. Ci sembra più utile entrare nel merito della Sintesi, per distinguere fra punti di radicale disaccordo o di pieno consenso e parti su cui è possibile suggerire chiarimenti, tanto più che molti aspetti dei nuovi curricoli proposti sono comunque fortemente condivisibili e in un gran numero di scuole son già stati sperimentati con successo.

In quanto Associazioni di didattica dell’area storico-geografica-sociale, ci proponiamo di procedere ad un ampio dibattito al nostro interno in tempi assai rapidi e di giungere a formulare emendamenti ed integrazioni, in una logica di critica costruttiva.

 

Qualunque persona o associazione voglia sottoscrivere questo documento è pregata di inviare la propria adesione al presidente di Iris, prof. Maurizio Gusso - via Petrella, 7 - 20124 Milano - tel./fax: 02-29512889 - e-mail: maurizio.gusso@rcm.inet.it

 

 

 


[1] Documento approvato dal Consiglio Direttivo di Iris (Insegnamento e ricerca interdisciplinare della storia), socio del Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia), e sottoposto all'attenzione del Forum delle associazioni disciplinari della scuola

[2] Documento approvato dal Consiglio Direttivo di Iris (Insegnamento e ricerca interdisciplinare della storia), socio del Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia), e sottoposto all'attenzione del Forum delle associazioni disciplinari della scuola

[3] Nel suo articolo I nuovi programmi. A scuola una Storia senza date, pubblicato in prima pagina dal "Corriere della Sera" del 9 febbraio 2001, Giovanni Belardelli, fra le altre considerazioni, solleva pesanti dubbi sui "(…) criteri in base ai quali sono stati scelti (…)" gli "(…) esperti utilizzati dal ministero (…)" della Pubblica Istruzione nella Commissione di studio citata e prosegue: "Tra i più attivi troviamo Antonio Brusa, nome probabilmente sconosciuto ai più, il quale sembra sia stato l'estensore materiale dei nuovi programmi di storia. Ma chi è questo esperto, a che titolo ha ricevuto questo enorme potere di fatto? E a che titolo, ad esempio, ha fatto parte della commissione per i nuovi programmi Laurana Lajolo? La circostanza di essere la presidente dell'Istituto per la storia del movimento di Liberazione in Italia è davvero un titolo congruente?".

Per la cronaca, Antonio Brusa insegna da anni Didattica della storia all'Università di Bari, è membro del Consiglio Direttivo del Landis (Laboratorio nazionale per la didattica della storia) ed è uno degli esperti italiani di didattica della storia e di formazione dei docenti di storia fra i più noti e stimati in Italia e all'estero; l'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli), fondato nel 1949 e riconosciuto con legge n.3 del 16 gennaio 1967, è una rete federativa di 65 Istituti di storia contemporanea, che si occupano di documentazione, ricerca storica, divulgazione storiografica, ricerca didattica e formazione degli insegnanti, e ha sottoscritto con il Ministero della Pubblica Istruzione una convenzione per la realizzazione di programmi comuni "(…) per la ricerca e il sostegno alla sperimentazione, per la diffusione di contenuti e metodologie finalizzate a rendere effettivo patrimonio di tutti gli studenti una formazione storica attenta alla complessità delle relazioni fra passato e presente, con particolare riferimento a storia contemporanea, educazione civica e cultura costituzionale" (protocollo d'intesa del 9 febbraio 1996, art.1); ha una rivista online "Storie contemporanee. Didattica in cantiere": http://www.novecento.org/. Insmli e Landis aderiscono al Forum delle associazioni disciplinari della scuola.

[4] Intervistato da Paolo Conti (Villari: caro Ministro, ecco perché la tua riforma è sbagliata, "Corriere della Sera", 13.2.2001, p.35), Rosario Villari , dopo aver auspicato "(…) un pronunciamento comune degli storici nei confronti di questi nuovi programmi scolastici", ammette: "Non conosco ancora il testo integrale del progetto e mi limito a ciò che ho saputo grazie ai giornali (…)".

[5] Nel suo articolo La Storia non si fotocopia, "Il Mattino", 15.2.2001, p.1), Giuseppe Galasso afferma: "Non facciamo ridere - per cortesia - i polli, che già si sono divertiti abbastanza a sapere delle elucubrazioni dei consulenti, che hanno elaborato i programmi di cui discutiamo. Il ministro De Mauro ascolti le voci degli studiosi e degli insegnanti che in questi giorni si sono levate così numerose e trepidanti per quanto si è saputo dei nuovi programmi. Non ascolti commissioni non sempre e non in tutto competenti e autorevoli come sarebbe necessario".

[6]  Si veda, per esempio, Mariella Mazzetto (Riforma della scuola: storia, la grande assente, "La Padania", 15.2.2001, pp.1-2): "Dai nuovi programmi scolastici consegnati a De Mauro dalla Commissione ministeriale preposta alla loro elaborazione, possiamo trarre alcune considerazioni sulle cause che, secondo noi, hanno determinato le scelte contenutistiche governative che la commissione di esperti all''uopo costituita', aveva solo il compito di sottoscrivere e sintetizzare.

Dal 'nunzio' del nuovismo culturale, ovvero dal portavoce del Comitato ministeriale, il professor Nicola Tranfaglia, un intellettuale allattato all'ideologia comunista, apprendiamo che la riduzione dell'iter cronologico della storia a una sola volta nell'arco di sei anni sarà più che sufficiente per la conoscenza e l'interpretazione dei fatti greci, romani, medievali, ecc. (…).

La via ideata da Tranfaglia e dagli altri compagni di studio e di partito non è un itinerario casuale, neutro o immune da mercificazioni comuniste, ma ne è la concretizzazione e l'alzabandiera".

Per la cronaca, la Commissione è "(…) costituita da maestri, docenti di scuola, dirigenti scolastici, professori universitari, rappresentanti delle associazioni disciplinari, degli Enti Locali (…)" (Intervento del ministro Tullio De Mauro in occasione della presentazione del documento predisposto dalla commissione per il riordino dei cicli d'istruzione sui nuovi curricoli della scuola di base. Roma, 7 febbraio 2000, rintracciabile, come la composizione della Commissione e dei singoli Gruppi di lavoro,  nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione: http://www.istruzione.it/).