Sezione 4 – La S. A. C. A.: i primi anni

Dall’otto settembre 1943, con l’Armistizio, l’attività aerea civile e militare, gli stessi hangar, l’aeroporto, come il resto dell’industria aeronautica locale, subiscono una grave flessione e passano sotto il diretto controllo del Comando Alleato Anglo-Americano. Il primo dopoguerra, dal 1944 al 1945, è un periodo gramo anche per le attività aeronautiche locali: la società SACA è in profonda crisi, gli hangar, al pari degli altri siti, sono adibiti a lavorazioni per conto dei velivoli della RAF e addirittura di natanti, sotto stretta sorveglianza militare alleata, molte delle maestranze preferiscono passare alle dirette dipendenze del Comando Alleato, oppure cercare fortuna altrove.
Negli anni 1946-1947, la SACA continua ad essere in lo stato di requisizione da parte della RAF: c’è il divieto per la Difesa Italiana di svolgere attività in proprio, clausola questa espressamente prevista nel trattato di pace. Nella stessa data c’è il cambio nel consiglio di amministrazione della società: il vecchio gruppo dirigente che aveva gestito le attività di manutenzione aeronautica sin dalla metà degli anni venti, cede il posto a una nuova gestione più ambiziosa, che vorrebbe imprimere dinamismo e intraprendenza alla SACA ed ai i rimanenti 180 dipendenti.
Nel 1950 la società vivacchia, vince una gara di manutenzione per tre motori Asso e altrettanti Packard, svolge contemporaneamente attività ferroviaria pur di avere lavoro.
Finalmente negli anni 1952 -1953 c’è una piccola ripresa con lavorazioni aeronautiche, con commesse del Ministero della Difesa. Non a caso la commessa riguarda una attività di revisione di velivoli e di motori della rinata Aeronautica Militare: ancora gli hangar del vecchio Idroscalo captano lavoro e occasioni ed il numero dei dipendenti cresce sino a 250.
Dal 1955 al 1957 si apre per l’impresa privata SACA un periodo di ampliamento e ammodernamento degli impianti, per far fronte alle nuove attività di manutenzione di velivoli e di motori a reazione che hanno sostituito gli ormai superati aerei ad elica e motori a pistoni. Si svolgono ormai attività varie: commesse militari, travate di coda per il Vampire. I lavori crescono sul fronte delle costruzioni e delle revisioni, si producono parti staccate per reattori di Tubomeca, si continua la revisione di motori Packard per Difesa, dei velivoli Macchi 416, del veivolo Lockheed PV 2 Harpoon.
Gli occupati crescono sino a 500 unità.
Nell’anno 1957 ci sono agitazioni sociali negli stabilimenti causate dalle difficoltà salariali. Grazie agli interventi congiunti di politici e delle istituzioni locali nei riguardi del Governo centrale, si ottiene una crescita di commesse della Difesa; per la SACA è sufficiente per avere maggiore stabilità. Tra il 1958 e il 1962 si apre un periodo di notevole Dinamismo e le attività aeronautiche dell’impresa si consolidano decisamente: i dipendenti arrivano a 1100 unità.
In tutto il periodo tra il 1946 e il 1976, negli hangar del vecchio Idroscalo, che adesso è denominato Revisione Velivoli, è stata fatta manutenzione per 12 tipi di velivoli per circa 1000 unità, per clienti quali l’AMI, l’USAF, la sesta flotta della NAVY e la RAF. L’impresa, di cui la Revisione Velivoli fa parte, ha uno spazio a pieno titolo nel panorama nazionale e internazionale delle imprese aeronautiche, a partire dalla metà degli anni sessanta.
Nel 1959 viene costituita la SACA Motori, con specifica ragione sociale, collocata sempre nel sito dell’aeroporto militare nei pressi della chiesa di Santa Maria del Casale, i cui impianti sono potenziati per revisionare i motori a reazione.
Nel 1965 nasce in Zona Industriale, dall’altra parte della città, la società NUOVA SACA Spa, uno stabilimento di 20000 mq che assorbirà tutte le attività di revisione dei motori e costruzioni di parti meccaniche degli stessi.
Nel 1971, con la denominazione Nuova SACA Motori, la FIAT Aviazione Spa acquisisce la maggioranza delle azioni e, tra il 1973 e il 1974, acquista l’intero pacchetto azionario. Nella Revisione Velivoli dal 1966 era attiva una sezione elettronica addetta allo smontaggio e la riparazione d’apparati elettronici di bordo: negli anni l’attività si sviluppò sempre più sino a comprendere interventi su parti staccate per l’AMI.
Il volume e l’importanza dell’attività era tale da far costituire un vero e proprio reparto qualificato per la revisione d’apparecchiature avioniche di terzo livello. Tale attività era svolta in prevalenza per i velivoli S2F e gli HU 16 della Grumman.
L’attività elettronica si è sviluppata sino al 1980, poi si è optato con la nuova proprietà per interventi di manutenzione standard di primo livello sui velivoli.

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