SCHEDA
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LA PERGAMENA
SIN DAI
TEMPI PIU' ANTICHI SI SONO USATI IL CUOIO E LA PELLE DEGLI ANIMALI COME
SUPPORTO SCRITTORIO, MA SOLAMENTE VERSO IL III SECOLO a.C. SI INIZIO'
UN NUOVO PROCEDIMENTO PER TRATTARE LA PELLE DI ANIMALI, AFFINCHE' FOSSE
PIU' MORBIDA E AGEVOLASSE LA SCRITTURA.
QUESTA NUOVA TECNICA FU ADOPERATA A PERGAMO E, CERTAMENTE, E' DA QUI
CHE PRENDE IL NOME QUESTO MATERIALE SCRITTORIO: PERGAMINEUM PRESSO I
ROMANI, MA ANCHE MEMBRANA O PIU' IMPROPRIAMENTE CHARTA (CHE ANTICAMENTE
VOLEVA DIRE "FOGLIO DI PAPIRO"), FINO A DIVENTARE PERGAMENA.
LA PERGAMENA, DUNQUE, E' UN FOGLIO, ANZI UNO STRATO SOTTILE DI PELLE
DI ANIMALI, BEN TRATTATA, AFFINCHE' I FOGLI SIANO RESI PIU' LISCI E
AIUTINO NELLA SCRITTURA L'AMANUENSE.
LA PELLE SI PRENDEVA DA DIVERSI TIPI DI ANIMALI; SOLITAMENTE DALLE PECORE,
DAI VITELLI, DALLE CAPRE E DAI MONTONI E, FORSE, IN EGITTO, ANCHE DALLE
ANTILOPI E DALLE GAZZELLE.
LA PERGAMENA FABBRICATA IN ITALIA ERA DI BUONA FATTURA, BIANCA E SOTTILE,
A DIFFERENZA DI QUELLA FRANCESE, SPESSA E SCURA.
DALLA PELLE DI AGNELLINI NON NATI O APPENA NATI SI OTTENEVA UN FOGLIO
FINISSIMO E BIANCHISSIMO, DETTO CHARTA VIRGINEA.
IN UN CODICE DELL' VIII SECOLO DELLA BIBLIOTECA CAPITOLARE DI LUCCA
SI TROVA UNA RICETTA PER LA PREPARAZIONE DELLA PERGAMENA:
LA PERGAMENA VENIVA IMMERSA PER QUALCHE GIORNO NELLA CALCE, POI, MENTRE
ERA ANCORA MOLLE, SI RASCHIAVA SU AMBO LE PARTI PER TOGLIERE GRASSO
E MACCHIE; INFINE ERA LEVIGATA CON PIETRA POMICE E TAGLIATA NELLA GRANDEZZA
DESIDERATA.
LA PERGAMENA FU MOLTO USATA PER I MANOSCRITTI, DAL IV AL XIII SECOLO,
FINO A QUANDO SUBENTRO' L'USO DELLA CARTA DI STRACCI.
IN ITALIA DURO' PIU' A LUNGO, SOPRATTUTTO A BOLOGNA E PER I LIBRI GIURIDICI,
PERCHE' UNA DISPOSIZIONE VIETAVA DI SCRIVERE GLI ATTI NOTARILI SU CARTA
DI STRACCI.
LA PERGAMENA USATA PER I CODICI ERA MOLTO LEVIGATA ED ERA ADOPERATA
SUL RECTO E SUL VERSO, QUELLA DEI DOCUMENTI ERA USATA SOLO SUL DIRITTO,
PERCHE' ERA LEVIGATA SOLO DA UNA PARTE.
NEL MEDIOEVO SI USO' RIADOPERARE FOGLI DI PERGAMENA GIA' SCRITTI, IMMERGENDOLI
NEL LATTE E STROFINANDILI CON PIETRA POMICE.
ESSI SONO DETTI PALINSESTI O CODICES RESCRIPTI.
TRA IL XVIII E IL XIX SEC. QUESTI CODICI FURONO STUDIATI E FURONO SCOPERTE
OPERE IMPORTANTI. COLUI CHE SCOPRI' IL MAGGIOR NUMERO DI PALINSESTI
FU ANGELO MAI, ALLORA PREFETTO DELLA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO,
CHE EBBE LA FORTUNA DI TROVARE IL "DE REPUBBLICA", L'OPERA
DI CICERONE, SCRITTA NEL IV SECOLO.
La pelle
dell'animale è tesa su un telaio di legno e l'artigiano si appresta
a raderla per eliminare il grasso. Codice del sec.XV
DIPLOMA DI LAUREA IN GIURISPRUDENZA
PERGAMENA DEL 1749. Archivio di Stato di BRINDISI
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