Testo pannello 4. La guerra in Calabria. Fino al 1943 la guerra aveva risparmiato la Calabria. La regione non avendo grandi agglomerati urbani né importanti basi militari non rappresentava un obiettivo da distruggere. Lo spostamento del fronte bellico in Africa e, successivamente, lo sbarco delle truppe alleate in Sicilia rappresentò per i calabresi l’impatto diretto con la guerra. Le incursioni aeree iniziarono, infatti, a febbraio 1943, quando gli alleati, potendo disporre delle basi del Nord-Africa, utilizzarono i cacciabombardieri americani per colpire i centri abitati, gli aeroporti, gli scali ferroviari della Sicilia e della Calabria. Gli attacchi aerei s’intensificarono nella primavera ma soprattutto nell’estate di quell’anno, determinando una situazione veramente drammatica. Le città di Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Villa San Giovanni subirono pesanti bombardamenti e furono gravemente danneggiate, insieme a tanti altri comuni, grandi e piccoli, della regione. Nelle settimane che intercorsero tra lo sbarco alleato in Sicilia (10 luglio 1943) e il passaggio dello stretto (3 settembre 1943) ci fu, infatti, una notevole escalation degli attacchi che diventarono quasi giornalieri. Quei bombardamenti provocarono in Calabria 2.778 morti. A Reggio Calabria ci furono 24 incursioni aeree e 918 vittime, a Catanzaro 13 incursioni e 295 vittime, a Cosenza 9 incursioni e 136 vittime. I danni furono notevoli: vennero colpiti aeroporti, rete ferroviaria, strade, abitazioni, piazze. Il 20% dei comuni subì danni alle abitazioni, circa un terzo dell’intero sistema viario fu danneggiato. Di notevoli proporzioni fu il fenomeno dello sfollamento, molti si videro, infatti, costretti ad abbandonare i centri urbani per cercare rifugio in campagna o nei piccoli paesi ospitati da parenti o in abitazioni di fortuna. L’avanzata delle truppe alleate in Calabria fu rapidissima: il 3 settembre ebbe inizio l’operazione Baytown e l’VIII Armata britannica del Maresciallo Montgomery attraversò lo stretto di Messina, sotto la copertura di un terribile fuoco di sbarramento. Alle 4,30 di quel giorno toccarono terra due brigate della 5* Divisione di fanteria britannica e la 3* Brigata della 1^ Divisione di fanteria canadese, trasportate da circa trecento tra mezzi anfibi e navali di ogni tipo. Le truppe britanniche sbarcarono a Gallico, puntando su Villa S. Giovanni, quelle canadesi a nord di Reggio Calabria. Alla fine di quella prima giornata di operazioni gli Alleati avevano conquistato Reggio e si erano spinti lungo la statale tirrenica fino a Scilla e su quella ionica fino a Melito Porto Salvo senza incontrare resistenza da parte dei tedeschi che si erano limitati a qualche incursione aerea. Iniziava così la risalita della penisola. Il generale Patton, comandante della VII Armata americana con i suoi paracadutisti scendeva nella Piana di Gioia Tauro, dove si attestava il grosso delle truppe tedesche. La famigerata divisione tedesca Goering, dotata di imponenti armamenti e truppe, iniziò a ripiegare verso nord sotto un fitto bombardamento aereo. Mentre si ritiravano i tedeschi cercavano di contenere le forze alleate con azioni di retroguardia, facendo saltare ponti e viadotti e compiendo operazioni di rappresaglia verso la popolazione civile. Uno degli episodi più significativi fu il bombardamento del centro di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, conclusosi con il tragico bilancio di 17 morti e una cinquantina di feriti. Il 7 settembre gli angloamericani occupavano Rosarno, l’8 settembre tutta la piana di Gioia Tauro e avanzavano lungo la strada Nicastro-Catanzaro e a nord in direzione di Pizzo, dove, nel golfo di S: Eufemia, nella notte, era sbarcata la 231* Brigata Malta provocando scontri a fuoco sanguinosi con i reparti di retroguardia tedeschi in ritirata. L’11 successivo erano a Catanzaro, il 15 a Cosenza. Il 17 l’occupazione della Calabria veniva portata a termine e veniva nominato il primo Governo Militare Alleato guidato dal colonnello Peter Pennel Rodd. |