Risposta del Ministro al Parere del CNPI Oggetto: "Progetto nazionale di sperimentazione ai sensi dell'art.11 del D.P.R. n. 275/99" del 10/09/'02 (Roma, 09 settembre 2002) La sperimentazione riguarda la scuola dell'infanzia
e il primo anno della scuola elementare e si sviluppa su due fronti di
intervento: l'uno didattico pedagogico, l'altro concernente anche l'anticipo
delle iscrizioni. Le motivazioni che sorreggono l'iniziativa attengono
all'esigenza di accompagnare il delicato processo di riforma tuttora all'esame
del Parlamento, attraverso l'apporto di un circuito di scuole che consenta
di verificare i contenuti della riforma per la parte concernente i due
primi segmenti formativi. La finalità della sperimentazione è proprio
quella di accertare sul campo se i nodi critici segnalati dal gruppo redazionale
del C.N.P.I., sotto il profilo pedagogico, didattico ed organizzativo,
possano essere, nella pratica, superati attraverso l'impegno attivo e
partecipato della sperimentazione. In sostanza, nel rispetto di un metodo di lavoro che
ha scelto la strada di un ampio dibattito da parte di tutte le componenti
scolastiche interessate, quale linea di riferimento per un'azione riformatrice,
l'iniziativa sperimentale tende proprio a verificare e a far esprimere
dalle scuole quali siano i fabbisogni in termini di strutture, personale
e finanziamenti di cui la scuola stessa ha bisogno per realizzare la riorganizzazione
complessiva del sistema scolastico. Si deve aggiungere, a tal proposito, che il dibattito
parlamentare sul disegno di legge delega, rappresenta un'occasione utile
per un'informazione- formazione sulle linee ispiratrici del disegno riformatore,
in modo tale da evitare il rischio di una riforma calata dall'alto senza
prendere a riferimento esperienze già vissute e compiutamente maturate
nelle scuole. Fatta questa premessa sembra necessario soffermarsi
sulle criticità evidenziate nel documento del gruppo redazionale
del C.N.P.I.. I temi da affrontare sono riconducibili agli aspetti
concernenti i tempi per l'attuazione della sperimentazione, il problema
della riapertura delle iscrizioni, le risorse professionali e finanziarie,
alcuni aspetti pedagogici, metodologici e didattici della riforma, i momenti
e gli strumenti di monitoraggio e verifica della sperimentazione, e le
azioni di formazione e aggiornamento del personale scolastico. La preoccupazione espressa dal C.N.P.I., in ordine alla
ristrettezza dei tempi rappresenta un giusto richiamo. Tuttavia, l'obiettivo strategico al quale si faceva
in precedenza riferimento, di inserire il processo di riforma in un effettivo
circuito di sperimentazione che ne verifichi via via i vari aspetti, ha
determinato l'esigenza di non rinviare l'avvio dell'iniziativa sperimentale. Inoltre, le azioni già poste in essere e quelle
che si svilupperanno a seguito dell'espressione del formale parere del
C.N.P.I., consentono di poter affermare che non vi saranno conseguenze
sull'ordinato svolgimento dell'anno scolastico e che la scelta delle scuole
possa essere effettuata con scrupolo e rigore, non condizionata dalla
brevità dei termini. A seguito della richiesta di parere al Consiglio Nazionale
della Pubblica Istruzione, i documenti relativi alla sperimentazione (bozza
di provvedimento, Indicazioni nazionali e Raccomandazioni) sono stati
portati a conoscenza dei Direttori regionali affinché potessero
attivare le iniziative preliminari alla individuazione delle scuole. Tali
iniziative si sono concretate nella richiesta di adesione alla sperimentazione
di circa un migliaio di istituti. Tale richiesta è avvenuta da parte dei dirigenti
scolastici, fatto questo che non rappresenta di per sé l'adesione
della scuola al progetto la quale, viceversa, va formalizzata attraverso
la delibera degli organi collegiali (collegio docenti, consiglio di istituto). Allo stato attuale, risulta che una gran parte delle
scuole che si sono proposte per la sperimentazione hanno già formalizzato
il loro interesse a partecipare. Poiché le adesioni sono in numero superiore a
quelle previste nella bozza di decreto per l'attivazione della sperimentazione,
è necessario individuare quali siano le condizioni di fattibilità
della sperimentazione stessa (disponibilità di strutture logistiche,
di personale e finanziarie). I criteri per l'individuazione, specie per quanto riguarda
le scuole dell'infanzia, si stanno concordando con l'ANCI, con cui è
aperto un tavolo permanente di consultazione. Si è in attesa di
ricevere le proposte che l'ANCI, nell'incontro avuto il 29 agosto u.s.,
si è impegnato a far pervenire entro il 12 c.m. e cioè subito
dopo la formalizzazione del parere del C.N.P.I.. Immediatamente dopo l'espressione del parere da parte
del C.N.P.I. e le indicazioni dell'ANCI saranno adottate tutte le soluzioni
utili per l'avvio della sperimentazione, in modo da assicurare anche la
validità dell'anno scolastico per quanto riguarda la durata prevista. In concreto, a partire dalla stessa giornata del 12
settembre sono stati già programmati incontri con i Direttori Generali
regionali unitamente agli ispettori tecnici della scuola dell'infanzia
e della scuola elementare, per illustrare nel dettaglio i contenuti del
progetto sperimentale, fornendo tutte le indicazioni utili per la definitiva
scelta delle scuole presso cui attivare la sperimentazione stessa e per
la redazione del piano regionale delle istituzioni scolastiche prescelte. La verifica delle condizioni e l'esame attento da parte
del corpo ispettivo territoriale, il sostegno degli I.R.R.E., dei responsabili
dei CSA e della Direzione generale regionale dovrebbero consentire l'avvio
effettivo della sperimentazione entro la seconda decade del corrente mese. Peraltro, sono già in programma conferenze di
servizio con i dirigenti scolastici interessati, in modo tale da offrire
il massimo della consulenza possibile sui contenuti, le procedure e gli
obiettivi della sperimentazione. Tali conferenze opereranno in stretto
rapporto con una struttura centrale specificatamente preposta alle azioni
di interrelazione con il territorio. A tal fine, la scelta dovrebbe ricadere prioritariamente
su scuole dell'infanzia ed elementari aventi sede nel medesimo circolo
didattico o istituto comprensivo e, per quanto concerne la scuola dell'infanzia,
nello stesso territorio in cui opera un asilo nido. Per quanto riguarda la scuola elementare, nell'ipotesi
in cui la richiesta di frequenza anticipata non sia, per particolari condizioni
ambientali, correlata all'esistenza di una scuola dell'infanzia nello
stesso circolo, la scelta dei bambini sarà ovviamente rimessa all'autonoma
valutazione delle scuole ed alle compatibilità presenti nel territorio. La sperimentazione non incide sulla determinazione degli
organici del circolo didattico o dell'istituto comprensivo coinvolto. Una delle condizioni della sperimentazione è
quella di non avere classi o sezioni "sature". Per la scuola dell'infanzia il numero dei bambini che
anticipano l'iscrizione determinerà per ciascuna sezione la riduzione
proporzionale del numero massimo di iscrizioni consentite. Le esigenze connesse alla presenza di bambini al di
sotto dei tre anni potranno essere soddisfatte attraverso una stretta
interrelazione con il personale degli asili nido ovvero anche mediante
contratti di prestazione d'opera per il reperimento di personale qualificato. Per la scuola elementare la diversa organizzazione didattica,
che prevede la figura dell'insegnante tutor cui viene affidato un numero
di ore di insegnamento frontale oscillante tra le 18 e le 21, non altera
il principio della pari dignità dei docenti attualmente impegnati
nei moduli (tre docenti per due classi), atteso che al terzo docente verrebbe
affidata la responsabilità di prestazioni professionali correlate
alla gestione dell'insegnamento frontale e dei cosiddetti laboratori. L'elaborazione dei criteri di scelta dell'insegnante
tutor sarà rimessa all'autonomia degli organi collegiali delle
istituzioni scolastiche. A tale riguardo, è appena il caso di far
presente che la delibera degli organi collegiali di adesione al progetto
sperimentale già necessariamente prende a riferimento la possibilità
non solo di attivare la figura dell'insegnante tutor - che rappresenta
uno degli elementi caratterizzanti la sperimentazione sotto il versante
della metodologia e della didattica - ma anche di accertare la presenza
di docenti che possano impartire l'insegnamento della lingua inglese e
della prima alfabetizzazione informatica. La sperimentazione sotto questi profili non comprime
il principio dell'autonomia scolastica, ma, anzi, responsabilizza le scuole
nella elaborazione del progetto finalizzato al raggiungimento di obiettivi
specifici di apprendimento nel rispetto del sistema nazionale di istruzione. Rimane pieno e maggiormente responsabilizzato l'intervento
didattico che si avvale di strumenti di flessibilità organizzativa,
di metodologie diversificate, volti a favorire il successo formativo di
ogni singolo alunno facendo leva sulle potenzialità di ciascuno. Uno degli strumenti attraverso i quali è possibile
rilevare ed annotare i percorsi seguiti e i progressi dei risultati raggiunti
è rappresentato dal Portfolio delle competenze. Tale Portfolio, per la cui compilazione esistono numerose
indicazioni consolidate a livello internazionale, non costituisce un'incombenza
esclusiva da parte dell'insegnante tutor, quanto, invece, il risultato
di una condivisione da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel processo
educativo: docenti, alunni e famiglie. Per quel che riguarda le risorse finanziarie necessarie
per eventuali esigenze aggiuntive, sono stati già previsti specifici
stanziamenti a sostegno del processo di sperimentazione, sia nei provvedimenti
attuativi della Legge n. 440/1997, che nella Direttiva sulla formazione,
tenendo conto che la portata della sperimentazione è contenuta
e, pertanto, non comporta costi rilevanti. In ogni caso, ad eventuali richieste di maggiore finanziamento
si può far fronte con il fondo allocato presso le Direzioni regionali
- nella misura del 10% dei finanziamenti territoriali - che è disponibile
proprio per le azioni relative alle innovazioni e al potenziamento dell'offerta
formativa. L'attività di monitoraggio e di verifica sarà
sostenuta dagli Osservatori Nazionale e Regionali che si avvarranno, oltre
che dei soggetti individuati nella Bozza di provvedimento, soprattutto
di docenti della scuola militante e di docenti universitari esperti del
settore, astenendosi dal definire criteri per l'attuazione. L'Amministrazione, d'intesa con l'INDIRE e gli IRRE,
sta predisponendo percorsi di informazione/formazione del personale della
scuola, destinati non solo al personale che opera nelle classi sperimentali,
ma più in generale a tutti i docenti. Pertanto, fin dai primi giorni del mese di ottobre saranno
sviluppate iniziative secondo il modello di e-learning integrato già
sperimentato per la formazione dei 65.000 docenti assunti in prova nell'anno
scolastico 2001/2002. Per la documentazione di merito sulla formazione è evidente che un ruolo specifico sarà svolto dalle scuole coinvolte nel processo sperimentale, che potranno costituire un polo di riferimento ai fini della costruzione di una rete di scuole.
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