Il futuro del S.N.S. CGIL di Brindisi.


Di fronte all'idea di scuola della Confindustria che trova molti punti in comune con quella che emerge dal d.d.l. di Forza Italia, primo firmatario Berlusconi, dobbiamo rispondere con una forte mobilitazione ad ogni livello politico e sindacale per affermare il pluralismo culturale ed educativo e difendere l'art. 33 della Costituzione, per contrastare ogni tentativo di ricacciare indietro il processo di riforma del sistema avviato che nella passata legislatura ha registrato una forte accelerazione, per vanificare la dissoluzione del sistema scolastico nazionale, per contrastare l'idea di un sistema scolastico e formativo che si basa sulle leggi di mercato, per smascherare ciò che si nasconde dietro l'introduzione del "buono scuola", per bocciare ogni forma di reclutamento dei docenti, dei Dirigenti scolastici e del personale non docente che non sia compatibile con le norme contrattuali consolidate, per affermare l'insostituibilità del ruolo fondamentale della scuola pubblica nel nostro Paese, ecc.
L'ambito di intervento, che ci riguarda più direttamente in questa sede, è quello sindacale provinciale che è il più vicino ai posti di lavoro dove migliaia di lavoratori operano quotidianamente. In esso dobbiamo, innanzitutto, cercare di sviluppare l'azione più incisiva che saremo capaci di mettere in campo, per fornire ai lavoratori della scuola brindisina quelle informazioni necessarie perché essi siano sostenuti nella valutazione dei fenomeni in atto che interessano il sistema d'istruzione e della formazione nel nostro Paese.
Si può, ad esempio, cominciare ad avviare una discussione profonda, direi quasi seminariale, sulle diverse idee di scuola che oggi si fronteggiano, facendo emergere con chiarezza la nostra idea di scuola che non può che essere quella che si fonda su un sistema pubblico d'istruzione e formazione integrato, capace di accompagnare il cittadino per tutto l'arco della sua vita, e che sia di qualità.
Si può, ad esempio, dare al mondo della scuola piena visibilità all'azione sindacale necessaria, da svolgere nei confronti degli Enti Locali (Comuni per la scuola dell'infanzia, elementare e media e Provincia per la scuola secondaria di II grado), che hanno ricevuto dal Decreto Legislativo n° 112 del 31 marzo 1998, preannunziato dalla I legge Bassanini, nuovi e importanti compiti, quali: la programmazione della rete scolastica, gli interventi di edilizia scolastica, i piani di utilizzazione degli edifici e delle attrezzature scolastiche, i servizi di supporto organizzativo per gli alunni disabili, l'educazione degli adulti, l'orientamento scolastico e professionale, gli interventi per l'educazione alla salute e contro la dispersione scolastica, le azioni tese a realizzare la continuità orizzontale e verticale tra i vari gradi e ordini di scuole e pari opportunità di istruzione, gli interventi perequativi. Su tali temi non possono non esserci l'intervento qualificato della CGIL Scuola e il prezioso apporto della CGIL.
Ciò si può realizzare con una forte presenza politica sul territorio e con una struttura provinciale del nuovo gruppo dirigente che uscirà da questo Congresso che cominci ad invertire il rapporto oggi esistente e consolidato tra presenza politica sul territorio e servizio di assistenza e consulenza. E' necessario dotare la struttura provinciale di un gruppo di compagne e compagni che si dedichino alla cura delle relazioni esterne dell'attività sindacale, lasciando ad altri compiti, altrettanto importanti, della vita della struttura.
Il nostro impegno sarà tanto più meritorio, quanto più riusciremo a compiere questa profonda trasformazione che il nostro Sindacato ha sempre voluto, ma che non è mai riuscito a concretizzare in maniera accettabile. Oggi il nostro impegno deve raggiungere tale obiettivo perché c'è una ragione in più: rischiamo, infatti, un totale distacco dal mondo dei lavoratori della scuola e quindi un pericoloso isolamento rispetto a qualsiasi iniziativa, anche contrattuale, che vorremo avviare. Rischiamo, cioè, di non rappresentare più nessuno, pur avendo ottenuto in questi anni una crescita consistente, accumulando tante adesioni sindacali come mai prima si era registrato. Rischiamo insomma di ripetere ancora esperienze negative come quella, per molti versi per noi drammatica, del "concorsone".
I segnali precisi del pericolo che stiamo correndo non sono nascosti e non è necessario andarli a scovare chissà dove. Sono sotto i nostri occhi: questa ultima esperienza che da poco si è conclusa, la partecipazione alle Assemblee congressuali di base, ne costituisce un esempio, ma essa deve rappresentare un ulteriore stimolo ad approfondire gli aspetti di questo grosso problema che è di fronte a noi a cominciare da questo Congresso.
Ho posto per primo il problema della presenza politica sul territorio perché giudico essenziale la sua risoluzione per la futura sopravvivenza di questa struttura, che è innanzitutto una struttura sindacale di una grande Confederazione sindacale e, quindi, naturale portatrice degli interessi generali di tutti i soggetti che ad essa si rivolgono. Dobbiamo contrastare la tendenza che si è manifestata in maniera crescente di trasformare il Sindacato in un ufficio di consulenza e di assistenza dei lavoratori della scuola, che, seppure dalle prestazioni di qualità come ha dimostrato di essere diventato in questi anni, non può soddisfare il desiderio di protagonismo che dal mondo della scuola e della formazione promana con forza.
L'altro aspetto che mi preme evidenziare è quello legato alla necessità di accompagnare la grande trasformazione che è in atto nel nostro Sindacato rispetto al nuovo ruolo che è chiamato ad esercitare sul territorio in seguito alle elezioni delle RSU.
Con le elezioni delle RSU abbiamo raggiunto un grande duplice risultato:
· abbiamo avviato una grande riforma del Sindacato che vedrà spostare sempre più i propri centri decisionali sui posti di lavoro, contribuendo ad avviare quella forma di Sindacato, che si regge sulla democrazia sindacale diretta, alla quale la nostra Confederazione ha sempre creduto;
· abbiamo creato le condizioni perché i lavori all'interno delle singole istituzioni scolastiche e la loro organizzazione siano tutelati in ogni loro aspetto, attraverso la trasparenza degli atti che li regolano, il continuo confronto tra i lavoratori e le loro RSU e la partecipazione alle scelte che determinano la vita scolastica.
Il compito che ha di fronte a sé la nuova struttura sindacale provinciale è complesso, perché si articola in varie direzioni e richiede capacità organizzative che siano in grado di rispondere alla domanda. Infatti, oltre all'urgenza di riprendere il tema della formazione sindacale delle RSU, ormai divenuto non più rinviabile, c'è l'esigenza di assumere un ruolo di indirizzo, di supporto e di coordinamento delle RSU in una fase critica, che continuo a definire di transizione, che non è esente da attacchi di varia natura mossi da coloro i quali non hanno mai creduto a questa nuova forma di partecipazione.
Le RSU elette nelle singole realtà scolastiche e i nostri rappresentanti sindacali presenti anche nelle realtà dove non vi sono stati eletti nelle liste della CGIL Scuola hanno bisogno del massimo del nostro contributo per superare questa difficile fase di transizione. Non possiamo tirarci indietro rispetto a questo fronte!
Con la trasformazione dei Provveditorati in Centri di servizi amministrativi e di supporto all'autonomia delle istituzioni scolastiche il livello della contrattazione decentrata si va spostando sempre più verso i due livelli, regionale e di scuola, che sarà necessario potenziare e qualificare. Perciò, la nostra presenza politica non potrà essere da meno di quella che ho delineato sopra nella nuova struttura sindacale regionale che sta per nascere da questo Congresso.
Resta la grande mole di lavoro che riguarda la assistenza e la consulenza agli iscritti e a centinaia di giovani precari e senza lavoro che vedono nella nostra Organizzazione un punto di riferimento insostituibile. Dobbiamo rispetto a questo problema centrare due importanti obiettivi.
Il primo, è quello di portare avanti il decentramento della struttura provinciale a livello di ambiti territoriali più ristretti, creando le necessarie strutture di zona (l'obiettivo, ancorché ambizioso, potrebbe essere quello di creare nostre presenze in ogni Camera del Lavoro comunale). Tali strutture potrebbero avere mirabili esempi di funzionamento in Fasano, Ostuni, S.Pietro Vernotico, dove il lavoro svolto dalle compagne e compagni, Salvatore Bruno, Donato Fanigliulo, Antonietta Palma e Vincenzo Putignano è stato a dir poco ammirevole, e in Mesagne e Torre S.Susanna, avviate anch'esse verso un autonomo funzionamento.
Il secondo, è quello di continuare a tenere alto il livello di qualità dei servizi che abbiamo fornito in questi anni, migliorandolo ancora, con il contributo delle compagne e dei compagni che hanno accumulato un patrimonio di esperienze che è difficile, anche se non impossibile, sostituire a breve termine. Puntare alla formazione di nuovi quadri deve restare, comunque, un preciso impegno del nuovo gruppo dirigente che uscirà da questo Congresso.
Altri importanti interventi non devono essere posti in secondo piano, quali:
· rendere meglio organizzata e più attiva la nostra Associazione professionale Proteo Fare Sapere; essa, pur nella sua chiara vocazione di piena autonomia, può rappresentare il luogo dove potrebbero trovare modo di esprimersi e possibilità di confronto le nostre Consulte professionali;
· rilanciare il ruolo delle Consulte professionali di ogni grado di scuola e di comparto professionale;
· ricercare i possibili raccordi con i Comitati degli iscritti territoriali eletti in ogni Congresso di base e gli organismi di area eletti nei Congressi di area dei Dirigenti scolastici e della Formazione professionale.
In questo ultimo capitolo della mia relazione introduttiva ho voluto affrontare questi temi di prospettiva in quanto, nella mia qualità di Segretario generale uscente di questa categoria, mi è parso inopportuno evitare di offrire al nuovo gruppo dirigente il mio contributo di idee rispetto alle linee programmatiche per il futuro della nostra CGIL Scuola provinciale che non potranno mancare e saranno, sono sicuro, molto più puntuali e complete di quelle alle quali ho accennato sopra.
E' evidente, care compagne e cari compagni delegati, che, non solo per i tempi che viviamo, ma anche per la complessità degli obiettivi che la CGIL Scuola di Brindisi si prefigge di raggiungere nel breve periodo, costruire un Sindacato che ne sia all'altezza non è facile, ma non è impossibile e per farlo occorre, certamente, il contributo di tutti, anche come semplice sostegno al nuovo gruppo dirigente, a cominciare dal mio che sarò sempre a disposizione.