CGIL e CGIL Scuola Puglia dicono “ no “ alla sperimentazione della controriforma Moratti.

 Come organizzazione sindacale diciamo decisamente “ no “ alla intesa firmata fra il MIUR e la Regione Puglia, intesa  che prevede di sperimentare anche nella nostra regione l’assolvimento dell’obbligo scolastico nei percorsi di formazione professionale.

L’assolvimento dell’obbligo scolastico è  un diritto fondamentale per tutti all’istruzione nella scuola pubblica  e quindi una competenza  che inequivocabilmente resta in capo allo Stato. Neanche la riforma del titolo V della Costituzione può consentire di affidare tale compito alle Regioni e men che meno di prevedere l’ assolvimento di tale obbligo nella formazione professionale.

 La verità è che si vuole sperimentare da subito il cosiddetto doppio canale.Una canalizzazione  precoce e socialmente discriminante che passa attraverso la riduzione dell’obbligo scolastico e la previsione di un percorso separato di formazione professionale,riservato ai soli ragazzi difficili e/o in difficoltà. Il tutto  giustificato con il  tasso di dispersione  presente nelle scuole pugliesi. E  magari rinunciando ad esperienze  già consolidate e significative di prevenzione e lotta alla stessa  dispersione ed  evasione scolastica  e dimenticando la necessità di applicare compiutamente la legge 9/99 relativa proprio all’obbligo scolastico.

 E allora ,ancora una volta, la verità è un’altra. Nonostante il ricorso alla delega,la rinuncia ad un confronto e ad un dibattito  ampio e vero fra tutti i soggetti interessati alla legge di riforma, nonostante i cosiddetti stati generali, al ministro Moratti serve la sperimentazione in Regioni amiche  di parti del Disegno di legge per anticipare,senza ulteriori ritardi né modifiche, quello che non  è ancora riuscito a fare: approvare la legge di riforma così  da renderla efficace già a partire dal prossimo anno scolastico.

Insomma si vuole mettere tutti, Parlamento e Paese, di fronte al fatto compiuto.

Questa intesa, poi, arriva  in Puglia proprio mentre  si cerca di approvare, prima della pausa estiva, la legge regionale di riforma della formazione professionale.

Al di là del giudizio critico che come organizzazione abbiamo già manifestato in tutte le sedi e le occasioni possibili al disegno di legge di riforma regionale ( per una delega parziale alle Province,limitata cioè alle sole funzioni amministrative; un ruolo di indirizzo e programmazione di Regione sulla formazione  ingabbiato e ridotto alle linee del POR ; la mancata individuazione delle Agenzie formative provinciali come strumento essenziale e vincolante di gestione delle politiche formative integrate e uguale su tutto il territorio regionale ) ,l’intesa firmata   contraddice  chiaramente anche la parziale  volontà di  rilancio di un settore  in crisi ormai  da troppi  anni.

 La sperimentazione infatti   riconsegna al settore della formazione professionale un ruolo residuale e marginale, magari in raccordo  con parte  della istruzione professionale, e rinuncia certamente ancora una volta a qualsiasi idea di sistema formativo integrato.

Noi vogliamo invece una riforma seria e qualificata della formazione professionale,capace di saldarla ai bisogni sempre più articolati della società e del mondo del lavoro sui territori  e  chiediamo una scuola pubblica in grado di affrontare le questioni dell’ obbligo scolastico    nel pieno rispetto del dettato costituzionale e di tutte le altre norme tuttora vigenti.

Questa sperimentazione non serve alla scuola pugliese ,ma soprattutto non serve ai  ragazzi ed alle  ragazze delle  nostre scuole .

Abbiamo già espresso la nostra contrarietà alla Regione e alla Direzione regionale,continueremo a farlo nei luoghi e nei modi opportuni,mettendo in guardia dai pericoli presenti nella voglia di sperimentare una riforma che ancora non c’è.

Siamo soddisfatti di aver verificato contrarietà e perplessità anche nelle altre organizzazioni sindacali. Siamo convinti che questo potrà consentirci di sviluppare iniziative comuni perché la sperimentazione non si realizzi e si punti invece a concretizzare tutto quello che non  è ancora  stato fatto per qualificare la scuola pubblica e rilanciare la formazione professionale in Puglia.

Infatti ,come abbiamo sempre dichiarato, non rinunciamo al confronto e ribadiamo la  improrogabile necessità di un tavolo tra Direzione regionale scolastica ,Regione e parti sociali per affrontare i temi che riguardano l’educazione degli adulti ,la formazione superiore,l’obbligo formativo e tutte quelle altre attività che è possibile realizzare  in integrazione vera tra la scuola e la formazione professionale. 

 

Roma, 2 agosto 2002