Intervista prof. Franco Frabboni
dal seminario "Aspetti didattici e valutativi nel primo ciclo d'istruzione alla luce delle nuove disposizioni" del 16 gennaio 2009 a Brindisi
La redazione di PROTEO Fare Sapere Brindisi
A margine del seminario formativo, tenutosi a Brindisi il 16 gennaio scorso, che ha registrato la presenza del prof. Franco Frabboni e la partecipazione attenta di numerosi docenti e dirigenti scolastici della provincia e delle province limitrofe, abbiamo raccolto la seguente intervista sulle questioni scottanti che stanno investendo la scuola italiana sulle quali riteniamo che la riflessione e l'approfondimento siano sempre necessari.
Prof. Frabboni, quali sono gli scenari della scuola italiana alla luce delle innovazioni introdotte dal Ministro Gelmini?
Denunciamo con forza il funzionalismo e la subalternità che la
Controriforma del ministro Mariastella Gelmini chiede alla scuola. Un
omaggio alle globalizzazioni del Mercato e del Mediatico che impongono
all'istruzione pubblica occhiali-da-miope: tanto da perdere la capacità di
sapere guardare lontano. Siamo al buio-oltre-la-siepe: nel domani di una
scuola dove il Ministro dell'istruzione mette autoritariamente la"sordina" all'auspicata identità di un sistema di istruzione intitolato
alla democrazia sociale, alla modernità delle conoscenze, al pluralismo
delle culture e dei valori.
Il suo inganno è sotto gli occhi di tutti. Basta riannodare i fili del suo
minivocabolario della Restaurazione per cogliere cosa si nasconde sotto il
pelo dell'acqua. Un'idea su tutte. Strappare alla scuola due nobili anime
educative: l'anima degli studenti e l'anima degli insegnanti. Come?
Snaturando la loro centralità nella vita della classe.
1. Gli Studenti. - Il Ministro non pone mai la Persona a traguardo/meta
del lungo viaggio della scuola. La sua Riforma è allergica a rivolgere lo sguardo ad un allievo valore irripetibile e inviolabile: mai clonabile. Preferisce tenere lo sguardo basso e attirare l'attenzione su quattro specchietti retrovisori gravemente diseducativi.
a) Il Grembiule, simbolo di conformismo perchè cancella le diversità.
b) Il Cinque-in-condotta (con bocciatura) per gli scolari insofferenti
dell'autorità e della gerarchia. E dissenzienti sui saperi/verità della
lezione e del libro di testo.
c) Il Voto-in-cifre per nascondere l'altra/faccia dell'apprendimento. Non solo risposte esatte nelle interrogazioni e nei compiti in classe, ma anche le domande ( a volte ingenue) piene di curiosità, di incanti, di dubbi, di confutazioni: irrintracciabili in una anonima scala decimale.
d) La Meritocrazia che simpatizza per la competitività e per la
selezione, tanto da vestirsi da killer dell'amicizia e della cooperazione tra i banchi. Questo, il messaggio della Gelmini. La scuola deve diventare un ring dove gli allievi incrociano i guantoni per stabilire chi potrà proseguire e chi dovrà scendere dalla pedana per fare il garzone di bottega.
2. Gli Insegnanti. - Il Ministro ruba ai docenti la loro anima/autentica
di educatori e di mediatori di cultura. Li snatura, dando palcoscenico
alla loro umiliazione e delegittimazione-professionale.
Per testimoniare al Paese questo suo disamore per gli insegnanti, ferisce il corpo docente con l'ausilio di due armi improprie e devastanti.
a) Sentenzia che la scuola è spendacciona. E per risanare le malferme
casse dello Stato "umilia" gli insegnanti: dimezzandoli nella scuola
dell'infanzia (decapitata a servizio antimeridiano), tagliandone più di
cento mila nella scuola primaria (con il golpe del maestro-unico) e
trasferendo nel Turismo legioni di "precari" abilitati nelle varie materie
scolastiche.
Per rinforzare lo spot che la scuola deve stringere la cinghia, la Gelmini
- con superficialità documentaria - saccheggia i costi/scuola di quei
Paesi europei che non investono in qualità dell'educazione e
dell'istruzione. Sono Nazioni poco virtuose che spendono "spiccioli" per l'inclusione dei disabili e degli extracomunitari e che imprigionano
l'istruzione nella lezione frontale e nel power-point.
La scuola italiana è ben altro! Costa di più perché accende disco/verde al Pianeta dell'integrazione e alla formazione di scolari dalla testa ben
fatta: possibile tramite l'interdisciplinarità, la ricerca e la creatività che vivono nei laboratori e negli atelier.
b) Delegittima i docenti abrogando la libertà di insegnamento sancita
dalla Costituzione (Art.33: "L'arte e la scienza sono libere e libero è il
loro insegnamento"): sia sottraendo loro la scelta del libro di testo, sia
imponendo il suo trasferimento in on-line. Con questo riprovevole
risultato: l'Insegnante/Faust è costretto a vendere la sua anima culturale
al Belzebù/Internet.
Le recenti innovazioni ordinamentali della scuola italiana rimandano ancora ai livelli della valutazione - (a) processi apprenditivi degl istudenti e (b) risultati dell'istituzione scolastica) - introdotti dal principio di Autonomia scolastica?
La Controriforma/Gelmini quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? Le intelligenze multiple. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? I saperi/verità.
Un obiettivo questo che il Ministro persegue anche tramite l'introduzione dei voti in decimi che - sotto la dubbia veste dell'oggettività - documentano soltanto punteggi freddi, impersonali. Infatti dietro ad un sette o a un quattro che cosa c'è? Poco più del nulla. Sicuramente, nessuna valorizzazione dell'allievo/scout: pieno di domande, di perché, di dubbi. E perché no: di dissensi!
Morale: si risparmierà sulla scuola riportando tutte le esperienze e i
processi formativi dentro la classe. Soltanto tra i banchi si reciteranno
i nuovi Programmi della Gelmini: sicuramente precettisti, mnemonici,
enciclopedici. Queste conoscenze nozionistiche potranno essere accertate e valutate - senza perdere tempo: evitando ogni dubbio interpretativo - tramite test oggettivi di profitto che porteranno il docente in carrozza a sentenziare il voto in cifre!
Questa è la faccia meno nota e oscura della Controriforma del Ministro.
Via dai suoi schermi il patrimonio pedagogico-didattico accumulato dalle nostre scuole del preobbligo e dell'obbligo e insignite - in più occasioni - dell'Oscar dell'educazione. Come dire. Dal monitor dei suoi Decreti scompaiono le dinamiche relazionali e cognitive più formative. E si ritorna a capo chino alla vita claustrale dell'aula/classe. Dove si
insegnerà e si imparerà a pappagallo al solo scopo di superare i quiz
intermedi e il quizzone finale predisposti e trasmessi in elettronico agli
istituti scolastici dal sistema nazionale della valutazione (Invalsi).
Siamo per Legge all'ingresso nella scuola della bassa/cucina cognitiva-
vera e propria pseudocultura - che la TV ci propina giorno dopo giorno,
prima di cena, con le olimpiadi della memoria condotte da Conti e da
Scotti. Ovviamente una scuola Tutta/Quiz non solo costa meno allo Stato, ma mette le catene all'intelligenza dell'allievo e dell'allieva.
Costringendoli al pensiero unico e alla rottamazione della mente plurale.
Come cambia il Sistema formativo integrato in rapporto agli ultimi
orientamenti nazionali di indirizzo politico?
Nei Dercreti/legge del ministro Gelmini (privi tutti di un confronto con
la scuola militante, con i genitori, con le forze politiche e con i
sindacati) campeggia pericoloso uno steccato scuolacentrico che spegne la luce e lascia in zona/notte tutto ciò che sta oltre-la-siepe che cinge la
scuola. Come dire, i suoi Ordinamenti e Regolamenti danno luce soltanto alla stagioni iniziali del viaggio della formazione (l'infanzia,
l'adolescenza e la giovinezza). Con il conseguente black-out nei confronti delle altre età generazionali della donna e dell'uomo lungo le strade dell'educazione per tutta la vita, senza confini temporali.
Questo, il risultato negativo. La scuola cucina un menù di conoscenze a
bassa conservazione, da consumare tutte nella sua stagione istituzionale.
Con un esito catastrofico: le sue conoscenze evaporano rapidamente,
muoiono precocemente. Tanto da risultare del tutto inidonee ad una loro"manutenzione" nella stagione adulta e senile. Sono conoscenze
tendenzialmente esogene, usa e getta, che aprono lo spettro del
neoanalfabetismo di ritorno fin dall'ultimo stadio della giovinezza.
La nostra tesi è un po' questa. La legislazione del Ministro in carica
spegne la luce e lascia al buio tutto ciò che sta oltre le pareti
scolastiche. Tanto da rinchiudere il sistema di istruzione nell'astorica
identità di unica/banca di capitalizzazione delle conoscenze. Nessun
accenno dunque nei suoi Decreti ad un disegno trasversale dell'educazione senza confini spaziali. Ad un sistema formativo integrato inteso come patto-alleanza pedagogica tra le agenzie intenzionalmente educative: formali (gli istituti scolastici) e non-formali (la famiglia, gli enti locali, l'associazionismo, il privato sociale, le chiese, il mondo del lavoro).
Per concludere. La pagella che redigiamo sulla Controriforma/Gelmini è piena di brutti voti. Non può essere rimandata a ottobre. Ma bocciata è
basta. Questo perché i suoi riflettori antipedagogici prediligono il
palcoscenico dove si recita il copione di un sistema scolastico subalterno e funzionale al mercato del lavoro, ad una devolution generatrice di mille italie scolastiche, ad un diritto allo studio che penalizza le contrade scolastiche del mezzogiorno. La sua recita è diseducativa perchè si inginocchia ai totem del Mercato e del Mediatico i cui alfabeti sono grottescamente corredati di sole tre/i: impresa-inglese-internet. Sono le effimere competenze omologate e imposte dal dio/minore dell'economia e dall'industria delle conoscenze massmediatiche.
BRINDISI, lì 16/02/2009
La redazione di PROTEO Fare Sapere Brindisi
(dal sito di ProteoFareS apere)
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