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Resta tutto uguale: i professionali restano nazionali e statali
Dal 1 settembre 2007 rimarrà l'attuale assetto della scuola superiore.
I licei economico e tecnologico, che non erano mai partiti, non ci saranno.
E' la seconda volta che una riforma non parte - fa notare Massimo Di Menna - questo deve far riflettere sul fatto che le riforme debbono essere graduali, condivise.
Lo strumento del decreto legge - che ha efficacia immediata - consente ai ragazzi che debbono fare le prescrizioni entro gennaio di poter scegliere sapendo con certezza quale sarà l'assetto della scuola il prossimo anno.
Un provvedimento positivo perché riconduce gli istituti professionali all'interno del sistema nazionale e statale della scuola. Si supera così il vuoto di competenze che si era venuto a creare con la riforma Moratti: un paradosso nel quale la legge nazionale non li regolamentava e le regioni non avevano legiferato sull'attribuzione delle competenze.
Va ricordato che tra gli studenti che frequentano le scuole secondarie uno su cinque studia in questi istituti e che vi insegna il 21 % dei docenti di ruolo nella secondaria.
Doppio plauso - aggiunge Di Menna - perché da forza all'istruzione tecnico professionale e evita il vuoto dei professionali. (ad es. istituti alberghieri, servizi di ristorazione, ottici, odontotecnici che erano rimasti fuori dalle tabelle di equiparazione).
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Sì al rilancio della cultura tecnico professionale
E' un altro aspetto positivo: vengono istituiti i poli tecnico professionali. Si realizza - sottolinea Di Menna - un contenitore nel quale confluiscono l'istruzione tecnica e professionale le cui modalità sono tutte da definire. Ma l'impianto è positivo per rilanciare la cultura tecnico-professionale, per dare ai ragazzi una solida cultura di base e specifiche competenze tecniche e professionali.
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Positiva la previsione di un percorso di studi post-secondario
E' una decisione che richiede tempi di realizzazione: al momento non c'è certezza della sua esistenza a partire da settembre prossimo.
Nasceranno degli istituti tecnici superiori che dovranno fornire una competenza specialistica superiore. E' una carenza del nostro sistema di istruzione che la Uil Scuola ha segnalato da anni, ribadendo l'opportunità di percorsi post-secondari non universitari. Con questo provvedimento si delinea un polo superiore parallelo e alternativo all'università.
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Benefici fiscali per le donazioni
Si prevede un meccanismo che parte con il prossimo anno scolastico, di per se positivo, in quanto tende a favorire l'ingresso di risorse finanziarie da aggiungere a quelle del bilancio pubblico. E' una sfida da verificare.
Vanno poi stabilire con chiarezza le regole che assicurino il permanere della funzione pubblica della scuola.
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C'è un anno di tempo per riformare gli organi collegiali
Questa misura, non avrà effetto immediato, è contenuta in un disegno di legge delega.
Per definire la legge di riordino il ministro ha 12 mesi di tempo.
Quella degli organi di gestione della scuola - mette in evidenza Di Menna - è un'emergenza della scuola: la legge che li regola è di trent'anni fa (1974) e le scuole dell'autonomia (regolate da una legge del 1997) richiedono una riforma in tempi rapidi.
E' importante farlo e farlo presto.
Ci sarà un dibattito parlamentare e un confronto sociale su questo ma va stabilito chiaramente che la competenza didattica resta di assoluta ed esclusiva prerogativa dei docenti.
Il modello che prevede una partecipazione 'sociale' (comuni, amministrazioni locali, forze sociali,imprenditoriali, del lavoro) - fa notare Di Menna - risponde pienamente alla proposta formulata, anni fa, dalla Uil Scuola.