SEMINARIO REGIONALE DI AGGIORNAMENTO
"L'Infanzia e le sue scuole: impegno per la qualità del servizio"
BRINDISI: 26 settembre 2001

Nell'aprire questo Seminario regionale di aggiornamento, voluto dalla nostra Associazione Proteo Fare Sapere Puglia e dalla CGIL Scuola Puglia, mi preme salutare e ringraziare tutti i presenti che hanno avuto la sensibilità di parteciparvi.
Il nostro sistema pubblico di istruzione e di formazione alle professioni e al lavoro è stato interessato negli ultimi anni da un complesso di riforme a tutto campo che si è sostanziato, non solo in un articolato processo di innovazioni e trasformazioni, ma anche in una puntuale, direi ostinata, affermazione di valori intrinseci che trovano ispirazione nei principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale.
Sembra che tutto ciò si sia arrestato dopo il 13 maggio e un nuovo corso si stia delineando, per lo più contrario ai quei valori posti alla base delle riforme della passata legislatura.
Stasera parleremo della scuola dell'infanzia che si profila all'orizzonte, dopo gli ultimi avvenimenti che hanno caratterizzato l'azione del Ministero nei primi giorni della sua attività; in particolare, parleremo dei diritti dei bambini che nella scuola dell'infanzia sono aiutati a "crescere", della qualità che in essa dovrebbe dispiegarsi e della professionalità dei docenti i quali, al di là dei mutevoli quadri politici, restano e continueranno ad essere sempre i veri protagonisti per il raggiungimento degli obiettivi formativi attribuiti a questo primo ciclo scolastico.
Vi ringraziamo, perciò, per aver colto l'importanza di questo momento e di aver fatto la scelta di dedicare parte del vostro tempo a questo appuntamento.
Ringraziamo, altresì:
§ l'ispettore tecnico della scuola dell'Infanzia Mario Maviglia, che terrà la relazione sul tema: "Diritti dei bambini e qualità della scuola dell'Infanzia. Per un'etica dell'offerta formativa";
§ Giovanna Zunino, componente del Centro Nazionale della CGIL SCUOLA e membro del CNPI, tra i massimi esperti del Sindacato sulle problematiche riguardanti la scuola dell'Infanzia, che terrà la relazione sul tema: "La professionalità docente per una scuola di qualità";
§ Michela Almiento della Segreteria della CGIL Scuola di Brindisi, responsabile provinciale di Proteo Fare Sapere, che trarrà le conclusioni di questo Seminario;
§ Tutte le autorità presenti che hanno raccolto l'invito di Proteo e gli ospiti delle province di Puglia, che hanno voluto gratificarci con la loro presenza.

Abbiamo detto in apertura che parleremo di scuola dell'Infanzia e delle problematiche ad essa connesse dopo gli ultimi avvenimenti che si sono registrati nei primi giorni del governo di centro-destra. Proveremo sinteticamente a identificare tali avvenimenti nel contesto storico di questo importante segmento scolastico.
La legge istitutiva della scuola materna, n° 444 del 18/3/1968 ha presentato un modello organizzativo poco articolato e poco funzionale e, da sempre, gli operatori del settore hanno auspicato un diverso modello che fosse più rispondente agli importanti compiti attribuiti alla scuola dell'infanzia.
Con l'approvazione dei nuovi Orientamenti del 1991 tali esigenze sono state evidenziate sempre più con maggiore forza e le risposte ad esse sono state sollecitate in tutte le sedi e con ogni strumento, in particolare, dalla CGIL Scuola, convinta come era e com'è che il raggiungimento di quegli obiettivi formativi di qualità può ottenersi solo costruendo un qualificato ambiente educativo attorno ai bambini.
Ci siamo profondamente convinti, anche per queste ragioni, che la Riforma complessiva del nostro sistema scolastico e formativo, verso un sistema nuovo e integrato, fosse necessaria e, ormai, fosse divenuta non più rinviabile nello Stato moderno quale il nostro Paese ha l'ambizione di definirsi.
Molto si è già fatto in questa direzione nella passata legislatura: l'autonomia, il decentramento di compiti e funzioni dal centro alla periferia, l'elevamento dell'obbligo scolastico, l'introduzione dell'obbligo formativo, ecc., queste innovazioni sono, a quanto è dato di prevedere oggi, conquiste acquisite, ma molto ancora restava da fare mancando il coronamento di questo disegno nel quale parte importante era il riordino dei cicli scolastici.
La legge n° 30 del 10/2/2000 sembrava aver in qualche modo posto in secondo piano i problemi della scuola dell'infanzia, soprattutto, con l'abbandono dell'idea di estensione dell'obbligo scolastico a 5 anni. Così, però, non è stato perché i provvedimenti che sono seguiti avrebbero dovuto mettere in grado la nuova scuola dell'infanzia, senza cambiare gli Orientamenti del '91, di svilupparsi in continuità con la scuola di base, di potenziare gli sforzi per ricercare gli elementi indispensabili di tale continuità, di creare le condizioni perché il processo potesse poi continuare anche nel ciclo secondario.
I provvedimenti ai quali ci riferiamo sono:
· il Programma di progressiva attuazione del riordino dei cicli;
· le Risoluzioni di approvazione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica;
· il Decreto Interministeriale 7/5/2001, recante norme in materia di curricoli di base, ai sensi dell'art. 8 del D.P.R. n° 275 dell' 8/3/1999;
· il D.M. n° 91 del 21/5/2001, concernente le iniziative di innovazione degli ordinamenti della scuola dell'infanzia, adottato ai sensi dell'art.11 del succitato D.P.R. n° 275 e illustrato con lettera circolare del 21/5/2001.
Oggi, dobbiamo costatare che tutto ciò è rimesso in discussione con il blocco del processo avviato, che ha l'effetto immediato di ricollocare la scuola dell'infanzia, insieme a tutti gli altri segmenti scolastici, sull'orlo del baratro della mancanza di certezze di prospettive.
Il Dipartimento per lo sviluppo dell'Istruzione su indicazione dell'Ufficio Legislativo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca ha informato con lettera circolare del 5/7/2001 che è stato disposto il ritiro di alcuni provvedimenti inviati in precedenza alla Corte dei Conti per la registrazione.
Tra questi, oltre al Decreto sui curricoli della nuova scuola di base, anche il D. M. n° 91, riguardante gli Ordinamenti della scuola dell'infanzia.
Analoga sorte sembra essere riservata al progetto di sperimentazione nazionale A.L.I.C.E. la cui implementazione nella scuola dell'infanzia appare a tutt'oggi avvolta dall'incertezza.
Decisioni molto gravi che cancellano le scelte del precedente governo; esse hanno un acre sapore di non rispetto delle regole di convivenza civile all'interno del nostro sistema democratico.
Non si può in una legislatura distruggere tutto ciò che faticosamente si è costruito nella precedente.
Il D.M. n° 91 avrebbe consentito di avviare un programma triennale di sperimentazione di nuovi ordinamenti nella scuola dell'infanzia in virtù del quale sarebbe stato possibile introdurre sull'intero segmento innovazioni organizzative e curricolari.
Proprio ciò che tutto il mondo che ruota intorno a questa scuola ha perseguito da anni.
Tale sperimentazione non si sarebbe rivolta solo alle scuole statali, ma anche alle scuole non statali che hanno ottenuto la parità ai sensi della legge n° 62 del 10/3/2000, e avrebbe fatto compiere al sistema quei passi indispensabili verso l'uniformità di funzionamento organizzativo delle scuole dell'infanzia che, insieme, avrebbero traguardato standard di qualità pubblici; ciò costituisce, infatti, la vera ragione dell'idea di creare un sistema integrato di scuole pubbliche e private.
Oltre alla creazione di un Osservatori nazionale e di Osservatori regionali per lo sviluppo qualitativo delle scuole dell'infanzia, il Decreto individuava gli strumenti per perseguire il miglioramento qualitativo di questo ordine di scuola, affrontando alcuni fondamentali aspetti dell'ordinamento, senza migliorare i quali è ben arduo puntare a qualsivoglia miglioramento qualitativo. Essi sono: il calendario scolastico, gli orari di funzionamento, la riduzione del numero di bambini per sezione, gli organici del personale, i curricula, la distribuzione delle attività tra quota nazionale e quota locale, la continuità educativa, la formazione in servizio, l'organizzazione del lavoro didattico e progettuale dei docenti, gli spazi e gli arredi, le aree esterne e le attrezzature, i servizi per la cura alla persona.
Le relazioni che seguiranno affronteranno certamente nello specifico questi aspetti dell'elaborazione degli standard di qualità.
Ciò che, però, vogliamo sottolineare anche in questa sede, come già abbiamo fatto in occasione del Convegno tenuto a Brindisi il 5 aprile scorso sulla "Professionalità docente nella nuova scuola di base", quando la venefica aria di "controriforma", che oggi respiriamo a pieni polmoni, aveva soltanto le caratteristiche di un possibile brutto incubo, è la necessità di un impegno a tutto campo di tutti coloro che non vogliono distruggere la scuola pubblica, ma vogliono affermarne ancora una volta il ruolo ed elevarla in qualità.
Dicevamo: "è indispensabile che la parte della società più aperta a discorsi di civiltà e, in particolare, il nostro Sindacato nel suo complesso (qui aggiungiamo insieme agli altri Sindacati e al mondo dell'associazionismo professionale più avveduti) ingaggino due grandi battaglie su altrettanti fronti sociali: uno è quello politico e l'altro è quello culturale."
Necessitano, cioè, oltre alle azioni concrete di contrasto delle nuove idee di retroguardia emergenti, momenti di riflessione profonda sui temi dell'istruzione. Essi devono moltiplicarsi, come quello di stasera, per parlare con le persone che vivono fuori e dentro la scuola.
Appare fondamentale coinvolgere le forze politiche e sindacali, ma l'attenzione va rivolta, in special modo, a coloro che sono destinati ad essere i veri protagonisti del futuro della scuola dell'infanzia: ai docenti, con la loro cultura e la loro professionalità; ingredienti questi che appaiono quanto mai preziosi per innalzare il livello culturale dell'intero Paese, impegnati, come sono da sempre, a migliorare l'offerta formativa dell'intero percorso 3-18 anni attraverso una rinnovata affermazione della centralità della scuola dell'infanzia nel nostro sistema scolastico.
Per noi della CGIL SCUOLA la continuità dell'azione educativa, alla quale non intendiamo rinunciare, rappresenta una vera e propria scelta strategica. La scuola dell'infanzia è fortemente interessata a questa opzione di fondo.
Se questo è il senso delle cose che vogliamo, né in questo né in altri momenti potrà avere vita facile il fronte politico e sindacale che ha affilato le armi contro la scuola pubblica, seminando sconcerto e disorientamento, non solo tra gli addetti ai lavori, nello specifico i docenti della scuola dell'infanzia, ma anche nell'opinione pubblica, che non riesce a comprendere queste assurde virate.
Noi, però, preferiamo fare chiarezza e contribuire culturalmente al sostegno della scuola pubblica e alla costruzione e alla valorizzazione di una nuova professionalità docente, di elevato valore e ad un tempo distinta nella sua specificità; professionalità questa che, non solo è fondamentale per spianare la strada a qualsiasi discorso di qualità, ma che può anche in questo settore della scuola pubblica favorire quella considerazione sociale del sistema pubblico d'istruzione che oggi stenta ancora ad affermarsi in molti strati della società.

MARIO CAROLLA
Segretario provinciale della CGIL Scuola Brindisi