Obiettivi specifici di apprendimento
Il percorso educativo
della Scuola Secondaria di 1° grado mira a far perseguire agli allievi
gli obiettivi specifici di apprendimento indicati per il primo
biennio e per la terza classe nelle tabelle allegate, e, soprattutto,
a trasformarli, con la mediazione di opportune unità di apprendimento
programmate dai docenti, in competenze personali di ciascun allievo
(art. 8 del Dpr. 275/99).
Gli obiettivi
specifici di apprendimento sono ordinati sia per discipline, sia per
‘educazioni’. Non bisogna, comunque, a questo proposito, trascurare
tre consapevolezze.
- La prima ci
avverte che l’ordine epistemologico di presentazione delle conoscenze
e delle abilità che costituiscono gli obiettivi specifici di apprendimento
non va confuso con il loro ordine di svolgimento psicologico e didattico
con gli allievi. L’ordine epistemologico vale per i docenti e disegna
una mappa culturale, semantica e sintattica, che essi devono padroneggiare
anche nei dettagli e mantenere certamente sempre viva ed aggiornata
sul piano scientifico al fine di poterla poi tradurre in azione educativa
e organizzazione didattica coerente ed efficace.
L’ordine di svolgimento
psicologico e didattico, come si intuisce, vale, invece, per gli allievi
ed è tutto affidato alle determinazioni professionali delle istituzioni
scolastiche e dei docenti, ed entra in gioco quando si passa dagli obiettivi
specifici di apprendimento agli obiettivi formativi. Per questo non
bisogna attribuire al primo ordine la funzione del secondo. Soprattutto,
non bisogna cadere nell’equivoco di impostare e condurre le attività
didattiche quasi in una corrispondenza biunivoca con ciascun obiettivo
specifico di apprendimento. L’insegnamento, in questo caso, infatti,
diventerebbe una forzatura. Al posto di essere frutto del giudizio e
della responsabilità professionali necessari per progettare la declinazione
degli obiettivi specifici di apprendimento negli obiettivi formativi
(cfr. il prossimo paragrafo), ridurrebbe i secondi ad una esecutiva
applicazione dei primi. Inoltre, trasformerebbe l’attività didattica
in una ossessiva e meccanica successione di esercizi/verifiche degli
obiettivi specifici di apprendimento indicati che toglierebbe ogni respiro
educativo e culturale all’esperienza scolastica, oltre che autonomia
alla professione docente.
- La seconda consapevolezza
ricorda che gli obiettivi specifici di apprendimento indicati per le
diverse discipline e per l’educazione alla Convivenza civile, se pure
sono presentati in maniera analitica, obbediscono, in realtà,
ciascuno, al principio della sintesi e dell’ologramma: gli uni rimandano
agli altri; non sono mai, per quanto possano essere autoreferenziali,
richiusi su se stessi, ma sono sempre un complesso e continuo rimando
al tutto. Un obiettivo specifico di apprendimento di una delle
dimensioni della Convivenza civile, quindi, è e deve essere sempre anche
disciplinare e viceversa; analogamente, un obiettivo specifico di apprendimento
di matematica è e deve essere sempre, allo stesso tempo, non solo ricco
di risonanze di natura linguistica, storica, geografica, espressiva,
estetica, motoria, sociale, morale, religiosa, ma anche lievitare comportamenti
personali adeguati. E così per qualsiasi altro obiettivo specifico d’apprendimento.
Dentro la disciplinarità anche più spinta, in sostanza, va sempre
rintracciata l’apertura inter e transdisciplinare: la parte che si lega
al tutto e il tutto che non si dà se non come parte. E dentro, o dietro,
le ‘educazioni’ che scandiscono l’educazione alla Convivenza civile
vanno sempre riconosciute le discipline, così come attraverso le discipline
non si fa altro che promuovere l’educazione alla Convivenza civile e,
attraverso questa, nient’altro che l’unica educazione integrale di ciascuno
a cui tutta l’attività scolastica è indirizzata.
-
La terza consapevolezza riguarda, quindi, il significato e la funzione
da attribuire alle tabelle degli obiettivi specifici di apprendimento.
Esse hanno lo scopo di indicare con la maggior chiarezza e precisione
possibile i livelli essenziali di prestazione che le scuole pubbliche
della Repubblica sono tenute in generale ad assicurare ai cittadini
per mantenere l’unità del sistema educativo nazionale di istruzione
e di formazione, per impedire la frammentazione e la polarizzazione
del sistema e, soprattutto, per consentire ai ragazzi la possibilità
di maturare in tutte le dimensioni tracciate nel Profilo educativo,
culturale e professionale previsto per la conclusione del primo
ciclo degli studi. Non hanno, perciò, alcuna pretesa validità per i
casi singoli, siano essi le singole istituzioni scolastiche o, a maggior
ragione, i singoli allievi. È compito esclusivo di ogni scuola autonoma
e dei docenti, infatti, nel concreto della propria storia e del proprio
territorio, assumersi la libertà di mediare, interpretare, ordinare,
distribuire ed organizzare gli obiettivi specifici di apprendimento
negli obiettivi formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche
delle Unità di Apprendimento, considerando, da un lato, le capacità
complessive di ogni studente che devono essere sviluppate al massimo
grado possibile e, dall’altro, le teorie pedagogiche e le pratiche didattiche
più adatte a trasformarle in competenze personali. Allo stesso tempo,
tuttavia, è compito esclusivo di ogni scuola autonoma e dei docenti
assumersi la responsabilità di «rendere conto» delle scelte fatte
e di porre gli allievi, le famiglie e il territorio nella condizione
di conoscerle e di condividerle.
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